“Ma cos’è questa libertà, parola astratta, troppo usata e abusata,
irrisa e mercificata con la quale la democrazia si riempie sempre la
bocca – Può esistere libertà senza regole condivise, valori, senza
principi etici, e l’ottemperanza di tutti alla legge?
Che tipo di libertà è, quella in cui i deboli non ottengono giustizia, e
ai criminali del potere é concessa ogni attenuante, ogni scappatoia,
ogni patteggiamento?”
E’ libertà l’aria che respiriamo nelle nostre città, e il concentrato
di sostanze tossiche e cancerogene disperse nelle acque dei nostri
fiumi, laghi, mari e falde?
E’ libertà questa patetica subdola cultura dell’apparire –
l’appiattimento omologante indotto dai programmi televisivi,
sponsorizzati da piazzisti senza scrupoli e dai servi dell’orrore?
E’ forse libertà, tutta quella pubblicità cialtrona e menzognera che si
scaraventa, senza bussare dentro le nostre case, ad ogni ora del giorno e
della notte, condita e resa piccante da uno stuolo di baldracche in
carriera, suadenti sirene che ci invitano ad acquistare consumare merce
di nessun conto, senza un reale motivo, bisogno e necessità?
E’ libertà quell’infinità di prodotti OGM e di nessuna qualità, dopati,
pompati e contraffatti che troviamo sugli scaffali dei super mercati e
che, giornalmente, ingurgitiamo per sopravvivere al peggio?
Sono libertà, la clonazione, la manipolazione, la selvaggia e riluttante
pornografia, il traffico di organi, la chirurgia estetica, la pedofilia
in rete, il vertiginoso tasso di prostituzione minorile, le morti del
sabato sera, l’alcolismo dilagante, la droga sintetica, la depressione
imperante, gli stati di panico e l’angoscia esistenziale dei nostri
ragazzi?
E’ libertà, la carneficina di tutte quelle specie animale i vegetale che
ogni quarto d’ora scompaiono dal nostro pianeta, in forma direttamente
proporzionale al numero di scoperte scientifiche?
L’errore imperdonabile e per questo fatale dell’uomo generato dalla
fumosa, tossica e caotica rivoluzione industriale, sta nell’avere
rimosso e sostituito gli imperituri parametri etici, con altri, di
natura psico/patologica e opportunista.
Questa prima opera di smantellamento e di rimozione arbitraria
dell’impianto etico originario, ha prodotto, in seguito, quello che,
oggi, é un mondo di schiavitù e che alle catene, ha sostituito le
dipendenze e l’omologazione .
Via via, poi, affinché il cammino intrapreso non fosse ostacolato da
alcun che, ogni tabù è stato superato, mortificato e reso ridicolo e, la
morale, la spiritualità e religiosità, svuotate del loro intento
riedificatore e di aggregazione solidale.
Che significato i nostri figli, domani, daranno al concetto di
libertà quando gli stessi padri sono privi dei reali parametri di
riferimento, necessari e indispensabili, al fine di giungere a
conclusioni di stampo etico, morale e di vera civiltà?
Il relativismo culturale che le nuove generazioni erediteranno, è la più
grande sciagura nella storia dell’umanità. Crederanno davvero che il
divorzio e l’aborto siano sinonimo di conquiste di libertà o, non di
meno, degli escamotages (oggi platealmente definiti diritti) che
risolvono si, il problema dal punto di vista tecnico, ma ben lontani dal
produrre gli anticorpi necessari a contrastare la degenerazione e
l’appiattimento della coscienza individuale?
Non è nel trionfo del “meno peggio”, che daremo un futuro alle generazioni a venire!
Crederanno davvero che l’inquinamento delle nostre acque e del
territorio sia il risultato del progresso? Che le bombe intelligenti,
fatte esplodere sulla testa di persone innocenti, sia la giusta, sola e
unica condizione per preservare e consolidare la libertà di tutti? Che
il traffico di organi, l’uso di droghe sintetiche, gli abusi sistematici
sui minori, la prostituzione dilagante, siano semplicemente i normali e
logici effetti collaterali (male fisiologico) di quella medicina (la
libertà), in assenza della quale le nostre società sarebbero in preda
all’anarchia più totale; il prezzo da pagare per essere liberi? Che la
propaganda populista e mediatica di prodotti inutili, inefficaci e
dannosi, rientri nelle logiche di una società libera, e che il lordume
morale di cui trasudano i programmi televisivi, sia la connotazione (nel
bene o nel male), del diritto alla libertà di informazione?
La verità è che siamo schiavi di tutto questo, per avere abdicato alle
nostre debolezze e dipendenze, e barattato la dignità e il buon senso in
cambio dell’illusione e della seduzione dell’effimero.
“In effetti, nella vita di ogni popolo democratico, vi è un passaggio
assai pericoloso. Quando il gusto per il benessere materiale si
sviluppa più rapidamente della civiltà e dell’abitudine alla libertà,
arriva un momento in cui gli uomini si lasciano trascinare e quasi
perdono la testa alla vista dei beni che stanno per conquistare.
Preoccupati solo di fare fortuna, non riescono a cogliere lo stretto
legame che unisce il benessere di ciascuno alla prosperità di tutti. In
casi del genere, non sarà neanche necessario strappare loro i diritti di
cui godono: saranno loro stessi a privarsene volentieri.
Una nazione che chieda al suo governo il solo mantenimento dell’ordine, è
già schiava in fondo al cuore, schiava del suo benessere e da un
momento all’altro può presentarsi l’uomo destinato ad asservirla. Quando
la gran massa dei cittadini vuole occuparsi solo dei suoi affari
privati, i più piccoli partiti possono impadronirsi dei loro diritti.
Non è raro allora vedere sulla vasta scena del mondo, delle moltitudini
rappresentate da pochi uomini che parlano in nome di una folla assente o
disattenta, che agiscono in mezzo all’universale immobilità disponendo a
capriccio, di ogni cosa: cambiando leggi e tiranneggiando a loro
piacimento sui costumi; tanto che non si può fare a meno di rimanere
stupefatti nel vedere in che mani indegne e deboli possa cadere un
grande popolo” – Alexis de Tocqueville, da ” La democrazia in America “,
1840
L’individuo autenticamente libero, é dotato di solida volontà,
consapevolezza e di un’indipendenza mentale eccezionale, che gli deriva
da un ossessivo bisogno di verità e di giustizia – quell’onestà
intellettuale e capacità critica in grado di trasformare i propri
ragionamenti o intuizioni, in conclusioni realistiche. La libertà, è un
atto di umiltà – un processo di bonifica interiore che ci libera da
pregiudizi, conformismi, dipendenze e debolezze per poi condurci
al’essenza delle cose.
Oggi, lo slogan della libertà, è l’ultimo rifugio del populismo e
della demagogia di politici malfattori, legati a doppio nodo con potere
finanziario, economico e criminale. Sono gli squallidi personaggi del
sottobosco culturale, assurti al rango di “Grandi Diseducatori”. Sono i
commercianti della comunicazione, che hanno dispensato alle società,
ignoranza, qualunquismo e miseria morale.
L’uomo relativo di ultima generazione, é imprigionato in una sorta di
schiavitù mentale e passività, che lo ha privato per sempre di ogni
impulso liberatorio e slancio rivoluzionario.
Per l’individuo moderno, la libertà, si esprime nell’esasperata
necessità di rimuovere dentro e fuori di se, tutto ciò che di scomodo e
incomprensibile (sia sul piano culturale che emotivo), tormenta la sua
mente infantile. Per raggiungere un tale scopo, fa uso di tutti i mezzi e
i modi possibili, surclassando ogni limite etico e deontologico
E’ questa la libertà che erediterà Sofia, la mia piccola, e tutti i bambini del mondo?
E’ forse libertà, tutta quella lunga lista, di infinite e vergognose
patologie, figlie maledette di quel Sistema necrofilo, che ha riversato
sull’epidermide sociale le scorie tossiche ed insanguinate del suo
processo produttivo ?
E’ libera quella Chiesa che assiste muta ad un tale scempio e fa affari
di ogni genere con il potere politico ed economico, appartata nei suoi
comodi salotti, intenta a rotolarsi fra i fetidi escrementi dell’ozio e
del privilegio? No, non esiste schiavitù peggiore di questa libertà.
Al grido, di “libertà, libertà”, uomini e donne di tutte le nazioni,
si sono battuti e sono morti; contro la schiavitù e per l’indipendenza,
contro il razzismo e per i naturali diritti umani, contro l’invasore,
per l’autodeterminazione dei popoli. E non erano potenti altolocati o
intraprendenti finanzieri, ma i rappresentanti degli strati più umili e
indifesi della società. Il loro sacrificio, ha sradicato e divelto, le
ataviche ingiustizie di un potere dominante dove, l’interesse
particolare di corporazioni e consorterie si era sovrapposto
all’interesse comune. Tali conquiste restituivano dignità all’uomo e
assicuravano un futuro di civiltà alle nuove generazioni.
Chi ha memoria di tutto questo, oggi? Quale significato assume, la
parola libertà per i nostri giovani, sedotti e abbandonati dalla bestia
liberista? Hanno compreso, la differenza che esiste, tra libertà e
licenza, loro, le vittime inconsapevoli immolate sull’altare del
consumismo imperante ?
Il primo fondamento della libertà, è il potere decidere della propria
vita e della propria morte e, chi impedisce questo diritto, è un
assassino. La libertà, deve fare i conti con la dignità, che le società
moderne, alla luce dei fatti, considerano un optional di alcun interesse
pratico. Libertà non può prescindere mai dalla giustizia e viceversa;
sono inseparabili e complementari, e condividono un solo cuore e una
sola anima.
Dobbiamo recuperare le ragioni per un mondo giusto, ritenendo quelle
che oggi, sono impropriamente definite conquiste di civiltà e libertà,
una estrema forma di sopravvivenza agli attacchi mortali di una società
perversa e senza futuro. Una società che ha corrotto e corroso ogni
autentico valore, ribaltandone il suo significato originario; tale da
avere trasformato la licenza in libertà, la menzogna in verità, la
contraffazione in realtà, e la catastrofe ambientale, in un necessario
effetto collaterale (indesiderato), del processo di civiltà.
E’ dall’interno, che dobbiamo intervenire per migliorare la società,
sensibilizzando ogni cellula del suo tessuto connettivo, e adducendo
agli individui, le loro oggettive responsabilità personali.
La libertà è una meta. Una sconfinata e ineludibile passione che
scava nel più profondo di noi stessi – ci lacera e ci travolge, ci
innalza e ci inabissa, ci libera e ci incatena per poi farci emergere,
stremati, fra le limpide acque di quel delta infinito che è la nostra la
consapevolezza.
“Quella che oggi chiamate libertà, è la più forte di queste catene,
benché i suoi anelli vi abbaglino, scintillando al sole” – il Profeta.
Gianni Tirelli
fonte: http://www.oltrelacoltre.com/?p=12712
visto su: http://crepanelmuro.blogspot.ch/2014/06/il-fantasma-della-liberta.html
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