Il Pakistan è diventato il quinto utente di BEIDOU in Asia dopo la Thailandia, Laos, Brunei e Birmania.
L’estesa
presenza di BEIDOU sul mercato dei servizi di navigazione nel Pacific
Rim rappresenta una seria sfida da parte della Cina alla supremazia
tecnologia degli USA. Il Pakistan, come la Thailandia, è un partner
strategico degli USA nella regione. Ma ad Islamabad, come anche a
Bangkok, non hanno esitato a scegliere il BEIDOU cinese.
Alla
fine del dicembre 2012 la Cina ha offerto ai paesi asiatici i suoi
servizi per la definizione dell’itinerario, dell’ubicazione e del tempo
di invio dei messaggi testuali con l’aiuto di satelliti di navigazione.
Già nel maggio 2013, alla vigilia della visita in Pakistan del premier
cinese Li Keqiang, è diventato noto che BEIDOU toglierà un po’ di
terreno al GPS. Ancora un anno è stato impiegato per concordare tutti i
dettagli. In particolare, è stato deciso che al fine di elevare la
precisione del sistema nella deternimazione della posizione degli
oggetti nel territorio pakistano sarà costruita una serie di stazioni
terrestri per l’amplificazione del segnale.
Ciò conferma
indirettamente l’ipotesi che il sistema cinese verrà impiegato in
Pakistan non solo ai fini civili. Già l’anno scorso, quando Islamabad ha
per la prima vota dichiarato pubblicamente il proprio interesse al
BEIDOU cinese, una fonte presso l’esercito pakistano ha fatto capire che
i militari non escludono il suo uso ai propri scopi. In un’intervista
alla France-Presse un
rappresentante pakistano ha spiegato questo interesse con il fatto che
gli USA possono in qualsiasi momento disattivare il proprio GPS nel caso
di un nuovo inasprimento dei rapporti con il Pakistan.
Coloro
che preferiscono BEIDOU si fidano di più della Cina che non degli USA,
ritiene Konstantin Sivkov, vicepresidente dell’Accademia dei problemi
geopolitici:
La Cina ha offerto il sistema BEIDOU ai paesi asiatici contando, certamente, che saranno suoi alleati. Allora non dovrà scollegare il suo sistema in caso di forza maggiore. O fa la riserva secondo cui questo sistema può essere usato soltanto in tempo di pace. Si tratta, in sostanza, di una tecnologia con l’aiuto della quale la Cina cerca di attaccare a sé questi paesi. Precisamente nella stessa maniera agiscono anche gli USA.
Comunque sia, il
BEIDOU cinese è già diventato in Asia il secondo per grandezza servizio
di ricerca dopo il GPS con una precisione fino ad alcuni centimetri.
Vladimir Evseev, direttore del Centro di ricerche socio-politiche,
prevede nei prossimi anni una dura concorrenza tra il sistema cinese e
quello americano. Molto probabimente questi sistemi finiranno con
dividere il mercato in segmenti di influenza, dice l’esperto:
I paesi asiatici useranno parallelamente il sistema cinese, quello americano e forse altri sistemi di posizionamento satellitare. Ciò consentirà loro di evitare l’eventuale scollegamnto dal sistema di navigazione nel caso, ad esempio, di un conflitto con la Cina. Sono convinto che BEIDOU sarà doppiato da altri sistemi concorrenti. Nello stesso tempo i paesi asiatici non vogliono dipendere completamente dagli USA in questa sfera temendo che i loro interessi possano essere manipolati mediante la possibilità di distaccarli dal segnale GPS.
Alla
fine di aprile la Russia ha proposto alla Cina di sviluppare
congiuntamente la navigazione satellitare. A questo scopo viene creato
un gruppo di lavoro interstatale che si occuperà dello sviluppo delle
tecnologie del GLONASS russo e del BEIDOU cinese.
Si
sono già svolte le prime consultazioni, le quali hanno dimostrato
l’interesse delle parti alla creazione di uno spazio di navigazione e di
informazione unico. Ed anche l’interesse allo sviluppo e promozione
congiunta dei prodotti e servizi basati sulle tecnologie GLONASS e
BEIDOU sui mercati della Russia, della Cina e di paesi terzi.
I
successi spaziali permettono alla Cina di lanciare una sera sfida alla
supremazia militare degli USA. Ma, secondo il parere degli esperti, il
gruppo satellitare della Cina non è formato ancora completamente.
Proprio questo fatto può spingere Pechino alla cooperazione con Mosca.
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