La Mekorot, società idrica nazionale di
Israele, è responsabile di gravi violazioni del diritto internazionale.
Sottrae acqua illegalmente dalle falde palestinesi per poi fornire
l’acqua rubata alle colonie israeliane costruite illegalmente nei
Territori palestinesi occupati, che senza la Mekorot non potrebbero
esistere. Crea una carenza d’acqua del tutto artificiale e che riguarda
solo il popolo palestinese, mentre l’acqua arriva in abbondanza a
piscine, prati e agricoltura intensiva delle colonie. L’organizzazione
palestinese per i diritti umani Al Haq chiama tutto ciò “apartheid
dell’acqua”, mentre organizzazioni come Amnesty International vi
riconoscono la finalità di per cacciare i palestinesi dalla propria
terra.
Sulla piazza del Campidoglio, dove
manifestava anche il movimento per il diritto all’abitare, si è
ricordato che mentre l’Acea nega il diritto fondamentale all’acqua con i
distacchi a Roma, vuole anche mettersi in affari con chi ruba l’acqua
in Palestina per speculare su un bene comune.
Giovedì, 29 maggio, con 25 metri di
firme, il NO di 7114 persone all’accordo Acea Mekorot è stato portato in
Campidoglio. Un lungo serpentone si è snodato sulla piazza ed ha
accompagnato una delegazione del Comitato No all’Accordo Acea Mekorot e
del Coordinamento Romano Acqua Pubblica che ha consegnato al gabinetto
del sindaco Ignazio Marino la richiesta affinché il Comune, azionista di
maggioranza e finora silente sulla questione, e l’assemblea capitolina
si attivino per impedire che il memorandum, sottoscritto dalle due
società, abbia un seguito.
Le firme provenivano, oltre che da Roma e dall’Italia, anche da più di 60 paesi di tutto il mondo, compreso Israele. Infatti, il 25 maggio era stata inviata al Comune di Roma e all’Acea una lettera da parte di cittadine e cittadini israeliani che chiedevano di cessare ogni cooperazione con Mekorot.
La mobilitazione continuerà il 5 giugno 2014 alle ore 10.00 davanti al Centro Congressi "La Fornace",
in occasione dell’Assemblea degli azionisti ACEA, per ribadire che
sull'acqua non deve esserci spazio per profitti e speculazioni private e
che la sua gestione deve essere pubblica, oltre al NO all’accordo con
la Mekorot.
Comitato No all’Accordo Acea Mekorot
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