giovedì 20 agosto 2015

Edward Luttwak attizza il fuoco del separatismo siciliano

 
Il falco della destra USA recluta la base del Movimento 5 Stelle e la vecchia nobiltà dell’isola.

Da una ventina d’anni a questa parte sugli schermi televisivi italiani è spesso presente Edward Luttwak. Il quale, in virtù dei libri che ha scritto, viene presentato come un esperto in vari settori: geopolitica, strategia militare, storia, economia.

Nel passato hanno conosciuto un notevole successo soprattutto due sue pubblicazioni: “La Grande Strategia dell'Impero Romano dal Primo al Terzo Secolo d.C.” (1981) e “Strategia del colpo di stato. Manuale pratico” (1983). Il suo libro più recente invece si occupa della Cina. Pubblicato nel 2012 si intitola “Il risveglio del drago. La minaccia di una Cina senza strategia”.


Edward Luttwak, economista, politologo e saggista
Edward Luttwak, economista, politologo e saggista -© Foto: Wikiped ia

Luttwak è un intellettuale molto particolare: è quello che una volta si chiamava il consigliere del Principe. E’ infatti un consigliere del Governo degli Stati Uniti e all’occasione un emissario che interviene direttamente in Paesi come l’Italia per controllare la politica dei governi nazionali e manovrare a favore degli interessi statunitensi. Per questo motivo molti sospettano che sia un agente della Cia. In realtà crediamo che il suo ruolo sia un altro. Luttwak fa parte di diversi think tank governativi di Washington e la sua attività rientra nella complessa azione di soft power che gli Usa esercitano nel mondo.

Durante le Guerre del Golfo Luttwak fu particolarmente presente sulla Tv italiana per giustificare l’aggressione USA all’Irak. Le guerre coinvolsero anche l’Italia e chiunque nel nostro Paese si opponesse era oggetto di pesanti reprimende da parte del consigliere, pacifisti in testa. In un seguitissimo talk-show nazionale Luttwak arrivò persino a chiedere la chiusura di una piccola casa editrice e di un sito Web di controinformazione che mettevano a nudo l’incredibile castello di menzogne messo in atto dall’amministrazione Bush. In barba alla libertà di opinione il messaggio fu chiaro per tutti e la propaganda dei media mainstream coprì ogni altra voce. Missione compiuta e Luttwak tornò a Washington.

Le cose sono poi andate come tutti sanno. Gli Usa hanno salvaguardato i loro interessi energetici in Medio Oriente e hanno cambiato strategia: dato che era troppo complicato esportare democrazia e modernità in quell’area da un paio d’anni hanno deciso di farla tornare indietro di secoli.
E Luttwak? Scomparso dagli schermi televisivi italiani per qualche tempo eccolo ricomparire oggi in Sicilia. Per quale altra missione? Separare l’isola dal resto dell’Italia. Nessuna manovra nell’ombra. Sono mesi che il consigliere presenta pubblicamente il suo progetto. Elaborato come sempre nei minimi dettagli. La forza politica che lo dovrebbe realizzare è la base del Movimento 5 stelle. Base che deve ripudiare i suoi padri fondatori (Beppe Grillo e  Gianroberto Casaleggio) bollati da Luttwak come populisti incapaci a governare.

Interessante notare che nel disegno del consigliere c’è posto anche per l’antica nobiltà siciliano come ai tempi di Federico II.


A quale logica risponde questo progetto? L’Italia è una fedelissima alleata degli USA, perché attizzare il fuoco del separatismo meridionale? Azzardiamo un’ipotesi: per far ritornare l’Italia alla geografia politica del ‘500 e contrastare anche così l’ingombrante egemonia tedesca sul Vecchio continente. Gli USA prevedono prima o poi di scaricare il Bel Paese? Probabilmente no. Di sicuro non intendono rinunciare alla Sicilia finché c’è petrolio da estrarre in Medio Oriente. In ogni caso, hanno tutto l’interesse a un’Europa divisa in tanti stati e staterelli.

E l’Italia è un bersaglio relativamente facile: è una delle nazioni europee più giovani, più fragili sul piano istituzionale e più deboli sul piano culturale.
Come se non bastasse è percorsa da una crisi economica spaventosa con un Sud in condizioni simili a quelle di un paese arabo. I tempi sono maturi per la dissoluzione di una nazione che ha appena 150 anni, scarso senso dell’identità nazionale e che vede nel suo panorama politico un partito indipendentista al Nord (la Lega) e movimenti separatisti Sud (i Neoborbonici). Un’altra missione per il consigliere Luttwak?
 
 
Patrizio Paolinelli 
 

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