Sono
le corti italiane del XIII e XIV secolo ad aver donato l’imprinting degli stati
moderni e della conduzione contemporanea del potere. La riscoperta dei classici
antichi gnostici, pitagorici e platonici da parte della corte dei Medici e le prime
traduzioni seriali delle collezioni esoteriche degli Hermetica (Poimandres,
dedicata al Dio Rah) e dell’Asclepio di Ermete Trismegisto, del Picatrix, hanno
ridato vita alle tradizioni occultiste fondate sino ad allora essenzialmente
sulla cabala ebraica.
E’ il
periodo delle feroci inquisizioni sanguinarie contro catari, bogomili, ebrei e
musulmani, ma anche della infiltrazioni di tradizioni pagane antiche sino ai
vertici della Chiesa di Roma, la stessa entità che procedeva con ferro e fuoco
ad estirparle.
Queste
contraddizioni sono ben presenti nella nostra contemporaneità ove il potere
ufficiale si maschera di razionalismo scientista mentre coltiva di nascosto la magia nera dell’illusione,
in grado di procrastinare l’incantamento che ci lega tutti alla macchina
infernale della nuova ma antichissima società degli uomini.
Un
nome, una data di nascita, un codice fiscale, un grado di istruzione, un’occupazione
… siamo solo questo o c’è dell’altro? L’occultista coltiva il lato oscuro della
personalità e da quello trae poteri incontrollati per fare aggio sul prossimo
suo e sul reale. Le conoscenze delle scienze occulte mirano a condurre l’individuo
nel pieno possesso delle sue facoltà, infischiandosene di etica e morale.
Così
i papi ed i cardinali del rinascimento eccedevano sovente in costumi triviali e
criminali imponendo però astinenze e rigori ai loro sudditi. Allo stesso modo i
vertici attuali, dietro una veste compassata, attingono il loro potere dalle medesime
pratiche stregonesche in voga allora. L'indecente matrice occulta del potere è essenzialmente
la stessa.
Il
potere si fonda, allora come oggi, sulla stregoneria applicata della finanza,
il vero incantamento magico che lega tutto e tutti con un collare tanto invisibile
quanto tenace, apparentemente neutro ed imparziale ed in verità tirannico e
volubile strumento in mano ai soliti pochi.
Alle
corti rinascimentali si stampavano denari e da loro si ricavava il reddito da
signoraggio, allora come oggi, una truffa imposta con l’inganno e la forza
bruta sopra una popolazione ignara.
All’interno
delle corti si decidevano le sorti del territorio e dei suoi abitanti e, oggi
come allora, la manipolazione e la predazione dell’individuo è retaggio
assoluto dei regnanti contemporanei, non eletti ma scelti per doti di mansueta
dedizione oppure feroce impudenza.
L’imprinting
è ben visibile ancora dall’affastellata presenza di titoli, vestimenti, rituali
e cortigianerie decisamente indecenti e disgustose, soprattutto se considerate
assieme alle pretese ridicole di asettica modernità.
Le
radici del moderno quindi sono davvero molto, molto antiche … così come le
nostre lingue, affratellate da un’unica e apparentemente lontana origine sumera.
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