Il presidente Hollande ha avuto troppa fretta a distribuire Legion d’Honneurs come caramelle agli “eroi” americani, perché la storiaccia del terrorista islamico bloccato dai generosi Marines non è a punto, e viene ancora modificata in corso d’opera. L’arma del jihadista, non è più un Kalashnikov come ma un similare AKM di fabbricazione tedesco-orientale, composto di parti diverse.
I Marines non hanno sentito – con il loro
orecchio professionale – qualcuno che caricava un otturatore nel WC; il
terrorista è uscito dal WC forse avrebbe voluto sparare, ma l’arma
(ricordate il particolare) non ha sparato. E gli eroici Marines non
erano nei posti per i quali avevano i biglietti; avevano cambiato
vagone, giusto mezz’ora prima dell’evento. Per prendere meglio il wi-fi,
hanno spiegato.
http://www.numerama.com/magazine/33986-les-heros-du-thalys-c-est-aussi-grace-au-wi-fi.html
Altri particolari che indicano il false flag, o più precisamente la manovra di “sting” (nel gergo poliziesco, “incastrare” qualcuno a per farlo passare per terrorista e poi arrestarlo) sono stati subito delineati dal sito
Aurora:
https://aurorasito.wordpress.com/2015/08/23/la-false-flag-del-treno-francese/
inutile aggiungere di più, se non per sottolineare la fortunata presenza sul luogo dell’evento di quel Ahmad Meguini, arabo ma filo-sionista già noto come agente provocatore, che riprenderà la scena col suo smartphone e ne trarrà un buon guadagno vendendolo ai network, a cominciare da CNN.
http://www.aredam.net/dossier-ahmed-meguini-menghini.html
http://www.wikistrike.com/2015/08/thalys-un-tres-proche-de-c-fourest-a-mis-la-video-avant-meme-l-exclusivite-de-cnn.html
E poi c’è il terrorista: Ayoub El Khazzani, un clochard, un senza fissa dimora, a cui sono stati rubati i documenti, che appare alla sua avvocatessa d’ufficio, Sophie David, “scheletrico”, malnutrito, “smarrito”, e soprattutto “con dieci chili meno del giovane che appare nelle foto” subito pubblicate dai giornali. A tal proposito è opportuno chiedersi: chi ha dato ai giornali le foto del marocchino risalenti ad anni prima, quando abitava ad Algesiras? Qualcuno pronto in anticipo con l’archivio-immagini e il profilo biografico prefabbricato degli spostamenti del “terrorista” in Europa, Turchia e Siria, di cui alimentare immediatamente i giornali e le tv?
O magari esistono due Ayoub? Uno ben in carne, che ha i mezzi per far viaggi in Siria e Turchia e un altro che dorme sulle panchine di Bruxelles?
Tutti segni che fanno pensare che Ayoub il magro sia stato, appunto, incastrato. Da un servizio.
Interessante: il 12 febbraio scorso, la notissima trasmissione televisiva Envoyé Spécial aveva intervistato un agente speciale dell’FBI, Mike German, che dopo 25 anni di lavoro ha dato le dimissioni accusando la polizia federale di “fabbricare falsi attentati terroristici” islamisti. Ufficialmente, spiegava German, gli agenti hanno per missione di infiltrarsi ed identificare cellule terroriste prima che passino all’azione; ufficiosamente, creano dal nulla organizzazioni jihadiste, per poi smantellarle “appena in tempo”, prima del “terribile attentato”, e fare i titoli dei giornali.
Il metodo è ben oliato: gli uomini dell’FBI attirano giovani musulmani in “reti” dove altri musulmani o presunti tali fanno apologia di atti di terrorismo; ricevono una “formazione” poltiica, un “addestramento”, frasi e slogan incendiari da ripetere (meglio se lo fanno sui social); si arriva a suggerire ai futuri terroristi i delitti di cui poi saranno accusati quando verranno “fortunatamente catturati appena in tempo”. Le cellule vivono di sole parole e slogan, non hanno armi, né esplosivi né denaro… finché non gliele fornisce l’agente infiltrato dell’FBI. Armi che al momento buono non sparano – come quella che Ayoub dice di aver trovato su una panchina dentro una borsa, con centinaia di proiettili, una Luger, un coltello e un contenitore di benzina. Con cui s’era convinto di fare una rapina in treno.. O qualcuno l’aveva convinto?
Envoyé Special non faceva che riprendere un rapporto di Human Right Watch del luglio 2014, “Illusion of Justice”, con dure e comprovate accuse ai federali, che è di pubblico dominio;
https://www.hrw.org/report/2014/07/21/illusion-justice/human-rights-abuses-us-terrorism-prosecutions
Persino l’ufficioso e rispettoso Le Monde ci aveva dedicato un articolo: “Il FBI ha incoraggiato, istigato e perfino pagato dei musulmani americani a commettere attentati”, scriveva l’autorevolissimo media, spesso “prendendo di mira persone vulnerabili, sofferenti di turbe mentali o intellettuali”: il ritratto di Ayoub il clochard.
http//www.lemonde.fr/ameriques/article/2014/07/21/le-fbi-a-pousse-des-americains-musulmans-a-commettre-des-attentats_4460774_3222.html#mwSwxhQkpmP83CHl.99
Invece adesso Le Monde è sicuro che quel denutrito e smarrito è il terrorista pronto a fare una strage sul treno, se i tre Marines non l’avessero placcato e menato ben bene.
Del resto non occorre sospettare direttamente dell’FBI; ogni polizia politica sa come fare per generare terroristi da scoprire appena in tempo; abbiamo qualche ricordo che la Digos non mancava di questa abilità, ai tempi della strategia della tensione, per incastrare giovani neofascisti. E’ un classico dell’attività poliziesca, l’agente provocatore. Ci scrisse un romanzo nientemeno che Joseph Conrad, traendo spunto da un attentato “anarchico” avvenuto a Londra nel 1894, dove in realtà è un agente segreto a convincere suo cognato – un ritardato mentale – a piazzare la bomba.
E molti avvocati italiani, difensori di musulmani accusati di terrorismo, sanno raccontare storie simili…
Ma la storia sul treno Thalys è troppo bella per distruggerla. E’ un apologo pieno d’insegnamenti di alta simbologia politica: cari europei imbelli, cosa fareste senza i nostri Marines che vi difendono dal jihadismo? Tenetevi stretti al vostro Alleato! Non abbandonate il suo scudo protettivo, altrimenti finirete nelle fauci dell’ISIS! (o dell’USIS).
L’evento conferma perfettamente che “gli europei vengono da Venere, gli americani da Marte”, come teorizzò anni fa, in un libro fortunato, il neocon Robert Kagan, che voleva così bollare la spregevole tendenza europea a cercare soluzioni diplomatiche ai problemi internazionali, invece che belliche. E’ appena il caso di ricordare che Kagan (ebreo di non lontana origine lituana) è il marito della Victoria Nuland (Nudelman) , la sottosegretaria di stato che sta istigando l’Ucraina alla guerra alla Russia.
E’ la nuova guerra: contro di noi
Resta da capire perché lorsignori avessero bisogno di imbastire questa narrativa, e perché in Francia; e perché Hollande si sia tanto affrettato a distribuire le massime onorificenze del paese come confetti, cosa che è apparsa alquanto esagerata. Doveva rinverdire i fasti di “Je suis Charlie”, con la commossa mobilitazione di massa dei cretini di massa? Solidificare l’eterna amicizia con gli Stati Uniti? O quale altro motivo?O forse non c’è da cercare altro motivo che quello, generale: è stato un episodio della guerra di nuovo tipo, al “guerra di quarta generazione” , teorizzata nelle centrali neocon e siglata G4G. “La guerra dell’informazione e coinvolgente intere popolazioni in tutti i campi – politico, economico, sociale e culturale.
L’obiettivo di questa guerra è il sistema mentale collettivo dell’avversario, il mentale degli individui che compongono la collettività nemica”; nemici che siamo, sia chiaro, noi. Noi europei. Siamo noi i destinatari della full immersion nella narrativa del terrore che ci assedia da ogni lato…e contro cui dobbiamo combattere a fianco degli Usa, l’eroico, fedele alleato.
La frase di cui sopra l’ho tratta da un’opera collettiva testé uscita a Parigi, “Choc et Simulacre”, presentato da Michel Drac.
Da cui traggo altre citazioni gustose, giusto per completezza. “Con al G4G, l’armata Usa si confessa l’armata del capitalismo globalizzato, e la sua arma principale è il marketing”.
“La manipolazione del terrorismo, o la sua fabbricazione, è una vecchia strategia dell’oligarchia americano-britannica. Giuseppe Mazzini al servizio di Londra per destabilizzare l’Austria, o la nota strumentalizzazione della Rote Armee Fraktion da parte dei servizi anglo americani; o ancora la strumentalizzazione delle Brigate Rosse da parte degli Usa per sbarazzarsi di Aldo Moro”. Oggi, l’uso imperiale-americano del terrorismo si potenzia al cubo, diventando “media-terrorismo”: un simulacro tridimensionale di una realtà inventata apposta per terrorizzarci.
Anzi di più. “In Usa, lo storytelling non è più solo un metodo di governo (lo era da tempo), ma il governo stesso, l’atto del governare….ormai la gestione della comunicazione “è” l’atto stesso di governare. Ormai, la politica è l’atto di parlare non del paese reale, ma dell’immaginario”.
In Usa, avete detto? Guardate Matteo Renzi. Primo della classe in questa arte .
PER AGGIORNAMENTO:
Secondo il giornalista politio belga Martin Buxant, i tre eroici Marines avevano identificato il sospetto terrorista già al momento della partenza e l’avevano seguito in treno; l’ha saputo, dice, da una “affidabile fonte belga” (probabilmente della polizia). Il punto è che Buxant ha diramato questa informazione già il 21 agosto, in un tweet, alle 23.21. I grandi media, silenzio.
Secondo un’ipotesi, la messinscena avrebbe lo scopo di far accettare alla cosiddetta “opinione pubblica” (gli idioti di massa), per salire sui treni fra Londra e Parigi, un sistema di controllo simile a quello in uso negli aeroporti dopo il famoso 11 Settembre: metal detector, raggi x, bagaglio a mano, via le forbicine, esame della scarpe, togliersi la cintura. Si capisce, è per la vostra sicurezza. Alcuni politici francesi l’hanno subito proposta.
Nessun commento:
Posta un commento