I
Paesi occidentali hanno l’idea sbagliata che se non si concedono a un
evento internazionale, perde importanza. E’ sbornia colonialista. Ma
poi, la vanità ha dei limiti e c’è anche il fatto che molto denaro è in
gioco. Mentre i Paesi occidentali si sminuiscono a vicenda per
l’adesione alla Asian Infrastructure Investment Bank (AIIB) della Cina, i
“membri fondatori” sono una legione. L’AIIB è istintivamente vista come
una cassa libera cinese e alcuna persuasione statunitense potrebbe
tenerli lontano dal vaso di miele. Gran Bretagna e Germania detengono
poco peso nell’AIIB in confronto all’India, ma sono prone alla spina
commerciale derivanti dai programmi d’investimento.
Ahimè, non ci sono
soldi nelle celebrazioni della Cina per il 70° anniversario della
seconda guerra mondiale. Non ci sarà David Cameron alla cerimonia, a
Pechino, il 3 settembre. I media occidentali insistono che sia un
‘affronto’, considerando che la Cina dica di non insistere sull’invito,
ma lascia gli invitati rispondere da soli. In ogni caso, perché un
qualsiasi Paese riterrebbe un ‘affronto’ la Cina che celebra la
splendida vittoria sul fascismo? Non ci fu alcun Olocausto nel teatro
asiatico, ma l’esercito giapponese predone commise non meno orribil
crimini di guerra della Germania nazista. La Cina non era l’aggressore
nella seconda guerra mondiale. Non fu versato sangue anglosassone.
La
partecipazione della Cina prese la forma della lotta di liberazione
contro l’imperialismo giapponese. Senza dubbio, l’impatto della seconda
guerra mondiale sulla regione asiatica fu storica. Fondamentalmente, la
guerra galvanizzò i movimenti nazionali in tutta la regione e l’Asia
poté scuotersi dal giogo coloniale, finalmente. Ma in termini
geopolitici, il singolo maggiore beneficiario furono gli Stati Uniti. La
guerra al Giappone, e l’uso deliberato di armi atomiche, permise agli
Stati Uniti di finalmente integrarsi nella regione asiatica ed oggi
sostengono di essere un ‘potenza asiatica’. D’altra parte, il maggior
perdente fu l’impero inglese poiché il suo declino a potenza di secondo
rango iniziò quando pensò che trattenere la colonia indiana non fosse
più sostenibile. Naturalmente, l’indipendenza dell’India nel 1947 è
attribuibile alla seconda guerra mondiale.
Comunque, le presenze a Pechino la prossima settimana sono interessanti
per tre motivi. Primo, la presenza del Presidente russo Vladimir Putin a
Pechino il 2-4 settembre afferma, senza ombra di dubbio, che la
quasi-alleanza tra le due grandi potenze è sempre più forte e la
politica e il sistema internazionale mondiali saranno profondamente
influenzati dalla partnership strategica sino-russa. Secondo, l’assenza
dei Paesi occidentali alle celebrazioni sottolinea che sono lungi
dall’accettare la Cina come partner strategico e, inoltre, al momento
critico, il sangue si rivelerà più denso dell’acqua e gli europei
doverosamente si schiereranno con gli Stati Uniti in ogni confronto con
la Cina. Germania e Gran Bretagna non possono fare a meno del mercato
cinese per mantenere a galla le loro economie, ma vedere la Cina come
potenza è intrinsecamente contraddittorio nell’ordine mondiale. La loro
preoccupazione per l’ascesa della Cina è aggravata dalla consapevolezza
acuta del declino dell’occidente dopo un lungo dominio globale dalla
Rivoluzione Industriale.
Terzo, la presenza della presidentessa
sud-coreana Park Geun-hye, nonché l’assenza del Primo ministro
giapponese Shinzo Abe e del leader nordcoreano Kim Jong Un, saranno un
esempio dei riallineamenti emergenti politici nell’Estremo Oriente. Cina
e Corea del Sud si sono avvicinate molto come partner economici, mentre
la presenza di Park a Pechino sottolinea le preoccupazioni condivise
dai due Paesi sull’avanzata del militarismo nel Giappone di Abe.
Significativamente, mettendo da parte le speculazioni, Park ha deciso di
partecipare alla parata militare. (Soldati e diplomatici marciano a Tiananmen in Cina).
Quanto ad Abe, capisce che l’evento a Pechino della prossima settimana
avverte che la Cina ha iniziato inesorabilmente a superare il Giappone
quale potenza globale ed è praticamente impossibile invertire tendenza.
La conseguente rettifica che il Giappone dovrà fare sarà estremamente
dolorosa, perché mai prima nella storia moderna ha dovuto vivere
all’ombra della superiore potenza della Cina. Infatti, l’assenza di Kim
proclama semplicemente una cosa: Cina e Corea democratica non sono più
‘vicine quanto le labbra ai denti’, richiamando l’attenzione sul
carattere mutevole del rapporto tra i due vicini, prevedendo il
passaggio difficile da alleanza a partnership contorta. L’affinità
ideologica e strette relazioni personali a livello di leadership cedono
il passo. In essenza, ciò che rimane è il calcolo per la sicurezza della
Cina e la ricerca di una cooperazione pragmatica per far leva politica su Pyongyang.
MK Bhadrakumar Indian Punchline, 26 agosto 2015
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
https://aurorasito.wordpress.com/2015/08/27/la-lista-degli-ospiti-alla-parata-della-vittoria-in-cina-ha-un-significato/
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