Nella scienza antica, riscoperta durante il Rinascimento e praticata fino a metà del XVII secolo, il cibo era considerato come un medicamento e i dottori lo prescrivevano in base alle sue proprietà umorali e alle condizioni di salute specifiche del paziente.
Una
dieta più magra può nuocere al malato, infatti è accaduto che essa ne
peggiorasse la condizione, poiché ogni errore provoca maggiori pericoli
che non nel caso di una dieta più completa. Per la stessa ragione, una
dieta troppo magra e precisa è in qualche misura dannosa per un corpo
robusto e sano, poiché esso ha più difficoltà a tollerare tali
errori[22].
Riportare l’equilibrio in cucina
Una dieta parca composta da alimenti
attentamente selezionati, cotti con metodi specifici: era questa la
medicina che generalmente si prescriveva ai pazienti che soffrivano di
condizioni acute o croniche durante il Rinascimento e l’inizio dell’età
moderna. Tuttavia, come si legge nel sopracitato consiglio di Ippocrate
di 2.400 anni fa, per le persone che soffrivano di condizioni più lievi
era preferibile adottare una dieta più “completa”.
Dato che ogni cibo ha delle caratteristiche umorali proprie e, una volta ingerito, trasferisce le sue proprietà al consumatore, si sentiva la necessità di intervenire in cucina per riportare l’equilibrio, in modo tale che il paziente ricevesse pasti bilanciati nelle quantità e contenenti nel complesso le giuste caratteristiche umorali.
Nella prima parte,
ho descritto la natura della dottrina umorale e le esigenze del corpo
umorale. Ho spiegato che un medico era in grado di riconoscere le
carenze, gli eccessi e le alterazioni degli umori, che potevano
provocare malattie o problemi sia fisici che mentali.
Qui, nella seconda parte, mi concentrerò
sulle proprietà medicinali di una selezione di alimenti che, prima che
venissero introdotti i preparati chimici, i minerali e i distillati nel
XVII secolo, erano considerati medicamenti. Dimostrerò come l’umoralismo
– riscoperto dai medici rinascimentali che ripresero Ippocrate e
Galeno, i quali a loro volta si rifacevano alle conoscenze di sapienti
di epoche ancor più antiche – si può recuperare e analizzare per
carpirne il vero valore.
Nei loro manuali su come mantenere la
buona salute e combattere le malattie, i medici e i farmacisti di
quattro secoli fa dividevano tipicamente gli alimenti in sei categorie
generiche, e così facendo descrivevano a turno i vantaggi e i pericoli
medici di ciascun tipo di cibo. I generi erano: carne, pesce, latticini,
erbe e frutta fresca (le “erbe” includevano gli ortaggi), spezie (fra
cui frutta secca e zucchero) e bevande.
Dato che ciascuna di queste categorie
alimentari meriterebbe un articolo dedicato, ho deciso che potrebbe
essere utile tanto per i vegetariani quanto per gli “onnivori”
presentare una panoramica sugli attributi positivi e nocivi di una
ridotta selezione di erbe, spezie e condimenti di uso comune. Nel 1500
era opinione condivisa che, per ripristinare l’equilibrio umorale in
modo da evitare la comparsa di malattie, non fosse necessario
sacrificare il gusto, né i dettami dell’ultima tendenza culinaria, né lo
sfoggio di opulenza. Infatti, i compilatori dei ricettari antecedenti
al 1650 davano consigli sugli ingredienti appropriati per preparare
certi piatti, ma mai sulle quantità da seguire[23].
A determinare le quantità era il cuoco
di casa, ovvero la persona più indicata per prendere queste decisioni su
richiesta dei membri della famiglia. Ad esempio, la ricetta per una
pietanza a base di vitello o fegato, che sono carni viscose e
umoralmente umide, in genere includeva quantità non precisate di vari
ingredienti che spaziavano in varie zone dello spettro umorale, come
cavolo, coriandolo, cipolle, limone, zucchero, uvette, pepe e chiodi di
garofano. In seguito tratterò le caratteristiche speciali di questi e
altri alimenti medicinali, iniziando a elencare qui i cibi che ricadono
in ciascuna categoria umorale generica:
Proprietà medicinali di vari alimenti
Questi alimenti si possono dunque usare
come correttivi umorali per riportare la buona salute e proteggere dalle
malattie, tuttavia si può notare che possiedono anche degli attributi
medicinali specifici. Alla pagina seguente sono elencate alcune
condizioni mediche che è possibile trattare con appropriati alimenti. Le
informazioni che fornisco, tratte da Dyets Dry Dinner di Henry
Butts[24], sono tutt’altro che esaustive. Il dietario di Butts, come
diverse altre guide per regimi salutari, spiegava in gran dettaglio i
tanti attributi positivi e negativi di questi e moltissimi altri cibi.
I capperi, per esempio, aiutano la
digestione negli individui con costituzione flemmatica, e possono anche
contribuire a curare le emorroidi ed espellere i vermi dal corpo. Il
rovescio della medaglia, però, è che possono infiammare l’intestino e
mettere sete[25]. Il consumo di ogni tipo di alimento deve essere
considerato con serietà a causa dei suoi possibili attributi negativi,
in particolare da parte delle persone che presentano una costituzione
sbilanciata, ma in ogni caso il seguente elenco offre una guida utile
per la medicina umorale in generale.
Alcuni di questi alimenti si possono
consumare nell’ambito di una dieta controllata per curare o alleviare
l’impatto di certe malattie, mentre altri sono piuttosto adatti all’uso
in preparazioni specifiche, ad esempio in infusione per produrre
speciali “acque”. Il Dott. Thomas Moffet scrisse che mangiare le foglie
giovani dei carciofi che sono state bollite in un brodo arricchito da
burro “riaccende il desiderio nel corpo di uomini e donne”[26], e il
medico e poeta gallese William Vaughan notò che l’acqua al finocchio è
ottima per sciacquare gli occhi evitandone l’arrossamento ed è utile
anche per acuire la memori[27].
Tuttavia, nonostante i tratti positivi
del finocchio, un consumo eccessivo può infiammare il sangue, come
avviene per altri cibi umoralmente caldi e secchi. Se una persona è
malata, la sovracompensazione è pericolosa. Per un buon risultato è
fondamentale ottenere l’equilibrio giusto. Ecco perché gli assi del
calore e dell’umidità in genere si dividono in nove stazioni, e talvolta
anche di più (cfr. Tabella 1 nella prima parte).
Nei tempi in cui la medicina umorale era
quella convenzionale, e il principale luogo in cui si dispensavano cure
mediche era la casa, c’erano due tipi di semplici medicamenti che le
nostre antenate tenevano quasi sempre a disposizione, i cui ingredienti
erano rose (acqua di rose e sciroppo) e limoni.
Medicamenti alla rosa
Le
rose, come sapeva il medico Tobias Venner, “appagano lo stomaco debole,
confortano il cuore, temperano e purificano il sangue, cacciano la
tristezza e sono nemiche della melancolia”. Ci riescono perché sono
formate da “parti di terra, acqua e aria”. Tutte le rose, notava, “hanno
una temperatura predominante fredda nel primo grado: se essiccate e
private dell’umidità, si irrigidiscono e si asciugano, e allo stesso
modo raffreddano”. Il dolce e piacevole “profumo di rose è di conforto
per tutti i sensi, gli spiriti e le parti principali del corpo, e così è
la loro acqua distillata, che può anche temperare e raffreddare
delicatamente le parti interiori”.
Lo sciroppo di rose, sottolineava il
medico, “è un medicamento affatto singolare e delicatamente liberatorio,
poiché non solo esso fa avanzare quegli escrementi che si attaccano ai
visceri, ma inoltre fa scendere e fuoriuscire dallo stomaco gli umori
grezzi, f lemmatici e collerici, e altresì placa il calore estremo nelle
febbri acute”. Riassumendo il valore medicinale delle rose, Venner
disse che esse danno sollievo al cervello, purificano gli organi e sono
“più utili a coloro che hanno lo stomaco debole e delicato o sono
affetti da un eccesso di liquidi nei polmoni e soggetti a
consunzione”[28] Sembra un’affermazione azzardata, ma le prove scritte
sui vecchi quaderni di casa che sono giunti fino a noi suggeriscono che
consumare erbe umoralmente fredde e secche come la rosa funziona.
In che modo? L’umidità in eccesso che
promuove la produzione di flegma viene espulsa dal corpo, e la freddezza
“nel primo grado” estingue parte del calore che può alterare la bile
gialla del corpo. Ma che dire dell’apparente contraddizione per cui le
rose fredde e secche possono essere “nemiche della melancolia”?
Dopotutto, è proprio il fatto di vedere le apparenti contraddizioni e di
non poter vedere la bile nera e gialla che scredita l’umoralismo agli
occhi degli scettici.
Però, qui la parola chiave è
“apparente”. L’acqua di rose all’epoca di Venner veniva tipicamente
prodotta con il vino rosso; e lo sciroppo di rose era ed è tuttora
prodotto – con buona pace dei “nemici di sale e zucchero” – con grandi
quantità di zucchero. Sia il vino rosso che lo zucchero sono umoralmente
caldi e umidi. Dunque, dosando bene le quantità relative, i medicamenti
alla rosa possono inibire la sovraproduzione di bile nera che può
indurre la melancolia.
Medicamenti al limone
Ma
anche il frutto del limone è freddo e secco: perché dunque preparare
dei medicamenti con le rose e anche con i limoni? I preparati medicinali
al limone si possono ricavare dai semi, dalla polpa e dalla buccia del
frutto, e ciascuna parte ha caratteristiche che differiscono sia dalle
altre parti che dai medicamenti a base di boccioli, petali e foglie di
rosa. Nella Praxis Medicinae, un’imponente guida enciclopedica rivolta a
dottori e farmacisti, il medico Gualtherus Bruele spiegava che lo
sciroppo fatto con limoni e arance fa parte di una cura per la peste
bubbonica[29]. La sua azione è espellere dal cuore gli umori alterati
che attirano le tossine.
Molte delle medicine di Bruele
contenenti limone erano troppo elaborate perché dei non-specialisti
potessero produrle in casa: erano strettamente basate sulla teoria
umorale, e comprendevano delle cure per il cuore “affannato”, la
rinorrea, gli incubi, la sincope e l’itterizia[30]. Anche i medicamenti
casalinghi a base di limone, però, erano efficaci per prevenire o curare
molti disturbi. In genere in pochi sanno che un secolo e mezzo prima
che il Capitano James Cook usasse gli agrumi per prevenire la comparsa
dello scorbuto durante la sua ricerca della Terra Australis, che lo
portò a scoprire la Nuova Zelanda e l’Australia, il Dott. William
Vaughan aveva già prescritto l’olio di limone per trattare la malattia.
Vaughan aveva detto anche che il limone
“cura i vermi nel corpo dei bambini”[31]. Mentre il “fisico” Thomas
Cogan notava che lo sciroppo di limone è valido per espellere i calcoli
renali[32] il Dott. Walter Baley espresse la convinzione che il succo di
limone fosse una sostanza preziosa per preservare la vista. Poiché i
cibi umidi e viscosi danneggiano gli organi – compresi gli occhi – la
secchezza umorale del limone, a detta sua, ha l’effetto opposto[33]. Le
opinioni di Galeno sulle proprietà mediche del limone erano state citate
dall’orticultore John Gerard. Nel suo voluminoso libro The Herball[34],
pubblicato per la prima volta nel 1597 e basato su una traduzione del
libro del 1554 Cruydeboeck (“Erbario”) del medico e botanico fiammingo
Rembert Dodoens, Gerard spiegò come funzionano le medicine al limone.
Sostanzialmente, mentre la proprietà
fredda del frutto raffredda le febbri e la proprietà secca contrasta le
condizioni flemmatiche, l’astringenza e l’asprezza del limone liberano
dagli umori alterati, dalle infezioni e dai calcoli: … usato spesso,
reprime la collera che è nello stomaco e procura appetito: è di
eccellente bontà anche se dato per le febbri violente e brucianti, e
contro tutte le malattie pestilenziali e venefiche o infettive. Conforta
il cuore, raffredda le parti interne, taglia, divide e diluisce gli
umori densi, rigidi e viscosi. Dal suddetto succo aspro si prepara uno
sciroppo, molto buono contro le infermità citate.
L’acqua distillata ricavata con un
alambicco di vetro dai limoni interi, dalle scorze e tutto, rimuove i
foruncoli e le macchie della pelle e rende il volto bello e liscio. La
stessa, se bevuta, è diuretica, scioglie i calcoli, li rompe e li
espelle. Due once del succo dei limoni, mescolate con la stessa quantità
di spirito di vino, o meglio di acquavite, e bevute al primo segnale di
un accesso di febbre, eliminano subito i tremori. I semi di tutti
questi limoni riescono a uccidere i vermi nella pancia e li fanno
avanzare: se ingeriti offrono anche una forte resistenza ai veleni, e
sono buoni per le punture di scorpione[35]. Charles Estienne, nell’opera
L’agriculture et maison rustique[36], concordava con queste
osservazioni, ma le proprietà mediche del limone non si fermano qui.
Il limone allevia le scottature da sole,
ha proprietà antisettiche che lo rendono utile per trattare le ferite,
si può usare come ingrediente di una medicina per curare la sifilide, e
inoltre bere il succo di limone aiuta i neonati a crescere[37]. Il
viaggiatore Fynes Moryson inalava le foglie essiccate del limone per
prevenire il mal di mare, impedendo ai miasmi che emanavano dal mare e
dalla nave di raggiungere lo stomaco[38]. William Bradford,
colonizzatore del Nuovo Mondo, riteneva che a evitargli il mal di mare
fosse l’abitudine di bere succo di limone a stomaco vuoto[39].
La logica di Bradford era ineccepibile,
dato che pure il Dott. Andrew Boorde, eminente medico inglese che aveva
viaggiato parecchio, scrisse in A compendyous regyment che “non è saggio
mangiare cibo finché dallo stomaco non sono espulsi, attraverso il
vomito o altri mezzi pratici, tutti gli umori di malattia, poiché tali
umori grezzi non digeriti si moltiplicheranno nel corpo e l’uomo ne
soffrirà”[40]. Se c’è una sovrabbondanza di bile nera, però, o se questo
umore è alterato, espellere l’umore dannoso è indispensabile: assumere
sciroppo di limone probabilmente sarà utile.
Ma come notava l’oxfordiano Robert
Burton, “svegliarsi a causa di continue preoccupazioni, paure,
sofferenze, mente secca, è un sintomo che affligge molti uomini
melancolici e deve essere perciò subito corretto, procurando a tutti i
costi il sonno, per cui a volte è sufficiente un semplice rimedio senza
altra medicina”[41]. Un buon sonno notturno si poteva dunque favorire,
come si fa tuttora, tenendo in camera un pomo d’ambra con essenze di
limone o rosa o bruciando olio di rosa o di limone per evitare la
diffusione dell’umore melancolico.
Mangiare seguendo orari, ordine e clima
Quando si mangiano pasti per il
riequilibrio umorale mirati a prevenire o curare malattie, però, bisogna
tenere conto dell’ora del giorno, dell’ordine in cui si consumano i
cibi e delle condizioni climatiche correnti. Quattro secoli fa, i medici
sapevano che mangiare i cibi giusti a colazione aiuta a riportare il
corpo in condizioni ottimali. Per esempio, mentre il calore e la
secchezza della salsa di senape che si consumava all’epoca “purificano
gli umori della testa”, i fichi, se consumati a stomaco vuoto “ben
ripulito dagli umori”, sono “buoni per la digestione, fanno buon sangue,
depurano lo Quando la medicina ‘alternativa’ era quella tradizionale ‹
stomaco, i polmoni, i reni e la vescica”[42]. Per quanto riguarda la
cena, la quantità di cibo ingerita alla fine della giornata può essere
maggiore di quella ingerita di giorno (a pranzo e nel primo pomeriggio),
tuttavia la cena dovrebbe comprendere cibi che si possano digerire
completamente prima di coricarsi.
Come diceva il Dott. Moffett: Se ora
qualcuno obietterà che non è possibile dormire un sonno lungo e pesante
dopo cena, poiché ci si è riempiti di un pasto pesante, io risponderò
così: i medici… insegnano che essi [in quanto umani] non sono come i
maiali e le bestie, che prima si riempiono la pancia e poi subito vi
dormono sopra, ma dopo cena facilmente siedono e camminano per un’ora o
più; per depositare il cibo sul fondo dello stomaco, così che possano
arrivare meno vapori alla testa e il cibo si digerisca prima trovandosi
più vicino al fegato[43]. Secondo Moffett, due dei tanti alimenti
“vaporosi” che andrebbero evitati a cena sono le olive e il burro. Le
prime “sono più indicate in mezzo a un pasto con un’insalata francese;
perché se si mangiano per prime risultano pesanti per lo stomaco, mentre
mangiate per ultime disturbano la testa con i loro vapori salmastri e
salati, che impediscono il sonno e aumentano la sete”.
Il burro, notava, “è più indicato a
colazione, tollerabile all’inizio del pranzo; ma non va affatto bene a
cena, perché impedisce il sonno e manda vapori sgraditi al cervello;
secondo il vecchio proverbio: il burro è oro al mattino, argento a
mezzogiorno e piombo di sera”[44]. In ogni pasto, è importante l’ordine
in cui vengono consumati i cibi. Il motivo è che gli alimenti si
digeriscono a velocità diverse, e alcuni cibi che vanno a depositarsi
sopra sostanze non digerite possono alterare gli umori e causare
disturbi. Due buoni esempi sono le pesche e le albicocche. Il medico
italiano Guglielmo Gratarolo notava che questi frutti “sono benefici per
lo stomaco se sono maturi, placano e confortano la pancia se mangiati
prima di altri cibi.
Ma mangiati dopo altri cibi alterano se
stessi e anche gli altri alimenti vicino a essi”. Le pesche e albicocche
disidratate, però, fanno eccezione. Queste, come spiega Gratarolo,
“vanno consumate non prima ma dopo gli altri cibi, perché non solo
risultano pesanti per lo stomaco ma offrono anche molto poco
nutrimento”[45]. Bisogna tenere conto anche delle condizioni climatiche
in ogni dato momento. Il tempo più caldo e secco del normale potrebbe
essere gradito ai f lemmatici, ma risultare dannoso per i collerici.
Perciò è prudente regolare di conseguenza la propria dieta; infatti,
come spiegava il medico Christopher Langton, “in estate dobbiamo
sforzarci di fare in modo che il nostro corpo sia molle e freddo, e
dunque dobbiamo mangiare meno e bere di più, e mangiare soprattutto cibi
bolliti o similmente freddi”[46].
Tali cibi freddi includono molti ortaggi
e la maggior parte della frutta fresca. Al contrario, un clima freddo e
umido impone di eliminare dalla dieta certi alimenti che altrimenti
accrescerebbero il problema di una sovraproduzione di flegma. In
inverno, quindi, “più cibo e meno bevande, e cibi e bevande devono
essere caldi e secchi, come le pietanze arrostite, e il vino si può bere
in sicurezza, senza acqua”[47]. In questo periodo dell’anno è
preferibile non mangiare frutti come meloni e prugne, se non
espressamente prescritti. Le prove che i nostri antenati operassero
scelte alimentari basate sugli umori dei cibi si possono ancora
riscontrare intorno a noi. Il vino caldo speziato, detto vin brulé o
Glühwein, è tradizionalmente associato al periodo natalizio
nell’emisfero boreale.
Il vino rosso e le spezie, umoralmente
caldi, usati per preparare questa bevanda contrastano gli effetti del
freddo invernale, e questo avviene da almeno due millenni. E poi c’è il
vino bianco “secco”. Chiaramente il vino bianco non ha nulla di secco
nel momento in cui ve ne cade un bicchiere sulla camicia, ma
diversamente dagli shiraz, merlot e cabernet sauvignon che “riscaldano”,
alcuni bianchi sono “secchi” nel senso umorale della parola. Il limone o
l’aceto che mettiamo sul pesce neutralizzano la sua umidità e
viscosità, la salsa di senape riscalda e asciuga il manzo freddo e
umido, e le fragole che sono umoralmente fredde e secche nel primo grado
hanno bisogno – ed è così da secoli – dello zucchero caldo e umido che
le “corregga”. Ai nostri giorni, l’effetto di mangiare le fragole
all’interno delle nostre “5 porzioni di frutta e verdura al giorno” non
cambia se vengono consumate insieme ad altri cibi. Gli antichi
conoscevano i benefici del mangiare frutta ed erbe insieme ad altri
alimenti, ma erano anche perfettamente e precisamente consapevoli che
non sempre una soluzione è valida per tutti e per tutte le condizioni
mediche.
La rivalutazione di un’antica scienza medica
Riepilogando, poche persone sarebbero
tanto avventate da dubitare degli effettivi progressi medici che negli
ultimi anni sono stati facilitati dalle ricerche scientifiche. Allo
stesso modo, appare ovvio che le moderne teorie nutrizionali consentono a
tante persone di vivere più a lungo. Per chi non appartiene alla
professione medica, però, è altrettanto evidente che nella storia, le
idee più recenti (qualunque esse siano) non sono, e non sono mai state,
la parola definitiva. Dobbiamo forse pensare che la saggezza medica
antica perda validità a causa della sua età, quantunque i saggi che la
praticavano avessero una conoscenza complessa (e accurata) della
matematica e dell’astronomia?
Davvero l’umoralismo non è considerato
valido solo perché alcuni umori non si riescono a trovare né a misurare
(come del resto la “materia oscura” degli astrofisici e la “singolarità”
dei cosmologi)? Di sicuro, la medicina moderna spiega meglio alcuni dei
fenomeni osservabili indicati dalla medicina umorale, ma non sarà forse
perché abbiamo perso di vista quest’ultima quando ci siamo lanciati a
capofitto verso l’innovazione? Forse il vero valore della medicina
umorale risiede nel suo riconoscimento sicuro e corretto del fatto che
tutti noi abbiamo esigenze nutrizionali diverse. Se è così, possiamo
recuperarlo facilmente, perché questa antica scienza duratura e forte ha
prodotto molti libri preziosi che ci permettono di valutarne
l’esattezza.
Note
[22]. Ippocrate, Aphorismes, a cura di J. van Heurne, Humphrey Moseley, Londra, 1655, libro 1, aforisma 5
[23]. Alcuni di questi ricettari tipici includono: Anon., A propre new booke of cokery…, Richard Lant e Richarde Bankes, Londra, 1545; Partridge, John, The treasurie of commodious conceits…, Richarde Iones, Londra, 1573; A. W., A book of cookrye…, Edward Allde, Londra, 1591; Anon., A good huswifes handmaide…, Richarde Iones, Londra, 1594; Dawson, Thomas, The good huswifes iewell, Edward Allde, Londra, 1596; Dawson, Thomas, The second part of the good hus-wiues iewell, Edward Allde, Londra, 1597; Anon., A closet for ladies and gentlewomen, F. Kingston, Londra, 1608; Murrell, John, A daily exercise for ladies and gentlewomen, T. Snodham, Londra, 1617; Markham, Gervase, Countrey Contentments, R. Jackson, Londra, 1623; Markham, Gervase, The English Housewife…, Anne Griffin, Londra, 1637; Murrell, John, Murrels two books of cookerie and carving, John Marriot, Londra, 1638; Anon., The ladies cabinet opened, M. P., Londra, 1639.
[24]. Butts, Henry, Dyets Dry Dinner: Consisting of Eight Severall Courses, Thomas Creede, Londra, 1599
[25]. Butts, ibid., capitolo “Herbs” or such like engines of warre…, Roger Ward, Londra, 1590, p. 42;
[26]. Moffett, Thomas, Healths improvement, Thomas Newcomb, Londra, 1655, p. 215
[27]. Vaughan, William, Approved Directions for Health, T. Snodham, Londra, 1612, p. 145
[28]. Venner, Tobias, Via Recta ad Vitam Longam, Edward Griffin, Londra, 1620, pp. 152-4
[29]. Bruele, Gualtherus, Praxis medicinæ, John Norton, Londra, 1632, pp. 406-9
[30]. Bruele, op. cit., pp. 54, 146, 211-12, 217, 283-4
[31]. Vaughan, op. cit., pp. 52-3
[32]. Cogan, Thomas, The Haven of Health, Anne Griffin, Londra, 1636, p. 119
[33]. Baley, Walter, A briefe treatise touching the preservation of the eie sight consisting partly in good order of diet, and partly in use of medicines, J. Barnes, Oxford, 1602, p. 3
[34]. Gerard, John, The Herball or Generall Historie of Plantes, Adam Islip, Joice Norton and Richard Whitakers, Londra, 1633
[35]. Gerard, op. cit., p. 1465
[36]. Estienne, Charles, Maison Rustique, or, The Countrey Farme, Edmund Bollifant, Londra, 1600, pp. 42, 51, 56 (pubblicato in francese come L’agriculture et maison rustique, 1564)
[37]. Levens, Peter, A right profitable booke for all diseases, called, The pathway to health, J. Roberts, Londra, 1596, p. 21; Partridge, John, The widowes treasure…, Edward Alde, Londra, 1588; Du Chesne, Joseph, The Sclopotarie of Josephus Quercetanus, phisition. Or His booke containing the cure of wounds received by shot of gunne Lowe, Peter, An easie, certaine, and perfect method, to cure and prevent the Spanish sicknes, James Roberts, Londra, 1596, fol. C1v; Guillemeau, Jacques, Child-birth or, The happy deliuerie of women, A. Hatfield, Londra, 1612, p. 112
[38]. Moryson, Fynes, An itinerary written by Fynes Moryson Gent, John Beale, Londra, 1617, p. 23
[39]. Bradford, William, A relation or iournall of the beginning and proceedings of the English plantation setled at Plimoth in New England, J. Dawson, Londra, 1622, p. 64
[40]. Boorde, Andrew, A compendyous regyment or a dyetary of healthe made in Mountpyllyer, Wyllyam Powell, Londra, 1547, capitolo IX
[41]. Burton, Robert, The anatomy of melancholy, what it is, John Lichfield e James Short, Oxford, 1621, p. 477
[42]. Twyne, Thomas, The schoolemaster, or teacher of table philosophie, Richarde Iones, Londra, 1576, capitoli 29, 31
[43]. Moffett, op. cit., p. 291
[44]. Moffett, op. cit., pp. 129, 209
[45]. Gratarolo, Guglielmo, A direction for the health of magistrates and studentes, William How, Londra, 1574, capitolo “Of fruits”
[46]. Langton, Christopher, A uery brefe treatise, ordrely declaring the principal partes of phisick…, Edward Whitchurche, Londra, 1547, capitolo 3
[47]. Langton, ibid.
[22]. Ippocrate, Aphorismes, a cura di J. van Heurne, Humphrey Moseley, Londra, 1655, libro 1, aforisma 5
[23]. Alcuni di questi ricettari tipici includono: Anon., A propre new booke of cokery…, Richard Lant e Richarde Bankes, Londra, 1545; Partridge, John, The treasurie of commodious conceits…, Richarde Iones, Londra, 1573; A. W., A book of cookrye…, Edward Allde, Londra, 1591; Anon., A good huswifes handmaide…, Richarde Iones, Londra, 1594; Dawson, Thomas, The good huswifes iewell, Edward Allde, Londra, 1596; Dawson, Thomas, The second part of the good hus-wiues iewell, Edward Allde, Londra, 1597; Anon., A closet for ladies and gentlewomen, F. Kingston, Londra, 1608; Murrell, John, A daily exercise for ladies and gentlewomen, T. Snodham, Londra, 1617; Markham, Gervase, Countrey Contentments, R. Jackson, Londra, 1623; Markham, Gervase, The English Housewife…, Anne Griffin, Londra, 1637; Murrell, John, Murrels two books of cookerie and carving, John Marriot, Londra, 1638; Anon., The ladies cabinet opened, M. P., Londra, 1639.
[24]. Butts, Henry, Dyets Dry Dinner: Consisting of Eight Severall Courses, Thomas Creede, Londra, 1599
[25]. Butts, ibid., capitolo “Herbs” or such like engines of warre…, Roger Ward, Londra, 1590, p. 42;
[26]. Moffett, Thomas, Healths improvement, Thomas Newcomb, Londra, 1655, p. 215
[27]. Vaughan, William, Approved Directions for Health, T. Snodham, Londra, 1612, p. 145
[28]. Venner, Tobias, Via Recta ad Vitam Longam, Edward Griffin, Londra, 1620, pp. 152-4
[29]. Bruele, Gualtherus, Praxis medicinæ, John Norton, Londra, 1632, pp. 406-9
[30]. Bruele, op. cit., pp. 54, 146, 211-12, 217, 283-4
[31]. Vaughan, op. cit., pp. 52-3
[32]. Cogan, Thomas, The Haven of Health, Anne Griffin, Londra, 1636, p. 119
[33]. Baley, Walter, A briefe treatise touching the preservation of the eie sight consisting partly in good order of diet, and partly in use of medicines, J. Barnes, Oxford, 1602, p. 3
[34]. Gerard, John, The Herball or Generall Historie of Plantes, Adam Islip, Joice Norton and Richard Whitakers, Londra, 1633
[35]. Gerard, op. cit., p. 1465
[36]. Estienne, Charles, Maison Rustique, or, The Countrey Farme, Edmund Bollifant, Londra, 1600, pp. 42, 51, 56 (pubblicato in francese come L’agriculture et maison rustique, 1564)
[37]. Levens, Peter, A right profitable booke for all diseases, called, The pathway to health, J. Roberts, Londra, 1596, p. 21; Partridge, John, The widowes treasure…, Edward Alde, Londra, 1588; Du Chesne, Joseph, The Sclopotarie of Josephus Quercetanus, phisition. Or His booke containing the cure of wounds received by shot of gunne Lowe, Peter, An easie, certaine, and perfect method, to cure and prevent the Spanish sicknes, James Roberts, Londra, 1596, fol. C1v; Guillemeau, Jacques, Child-birth or, The happy deliuerie of women, A. Hatfield, Londra, 1612, p. 112
[38]. Moryson, Fynes, An itinerary written by Fynes Moryson Gent, John Beale, Londra, 1617, p. 23
[39]. Bradford, William, A relation or iournall of the beginning and proceedings of the English plantation setled at Plimoth in New England, J. Dawson, Londra, 1622, p. 64
[40]. Boorde, Andrew, A compendyous regyment or a dyetary of healthe made in Mountpyllyer, Wyllyam Powell, Londra, 1547, capitolo IX
[41]. Burton, Robert, The anatomy of melancholy, what it is, John Lichfield e James Short, Oxford, 1621, p. 477
[42]. Twyne, Thomas, The schoolemaster, or teacher of table philosophie, Richarde Iones, Londra, 1576, capitoli 29, 31
[43]. Moffett, op. cit., p. 291
[44]. Moffett, op. cit., pp. 129, 209
[45]. Gratarolo, Guglielmo, A direction for the health of magistrates and studentes, William How, Londra, 1574, capitolo “Of fruits”
[46]. Langton, Christopher, A uery brefe treatise, ordrely declaring the principal partes of phisick…, Edward Whitchurche, Londra, 1547, capitolo 3
[47]. Langton, ibid.
Paul Lloyd
Paul Lloyd è un ricercatore e storico che collabora con la School of Historical Studies dell’Università di Leicester, Regno Unito. È specializzato nelle pratiche dietetiche e nutrizionali del periodo fra il 1500 e il 1700. Il Dott. Lloyd è autore di Food and Identity in England, 1540–1640: Eating to Impress (Bloomsbury Academic, 2015). Ha scritto numerosi articoli scientifici, fra cui “Making Waterfowl Safe to Eat” (Food and History 2013; 11(1):35-55), “Dietary Advice and Fruit Eating in Late Tudor and Early Stuart England” (Journal of the History of Medicine and Allied Sciences 2012; 67:4) e “Nutritious Foods and Consumption Choices in the Early Modern Period” (Social History of Medicine 2011; 24(1):161-5). Lloyd può essere contattato per posta elettronica all’indirizzo psl6@leicester.ac.uk.
Estratto dal magazine Nexus nr.117
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