"L'inizio della teologia è la paura: se gli uomini fossero felici, non sorgerebbe mai una teologia.
Nel Medioevo il popolo (cittadini e contadini) era il bestiame da soma e da ingrasso dei cavalieri e dei chierici. I primi dominavano apertamente con la forza, i secondi con la menzogna e la frode. Non sono mai mancate persone che sfruttassero il più possibile il bisogno metafisico dell'uomo, facendone la fonte del loro sostentamento.
Perciò esistono in tutti i popoli i monopolizzatori e gli appaltatori del bisogno metafisico: i preti.
Il loro mestiere dovette però essere dappertutto garantito con la concessione del diritto di imprimere molto presto i loro dogmi metafisici negli uomini, ancor prima che la capacità di giudizio si svegli dal suo leggero sonno del mattino, ossia nella prima infanzia:
è il momento in cui qualsiasi dogma
ben impresso, per quanto insensato
possa essere, si fisserà per sempre.
Mediante il precoce indottrinamento, in Europa si è arrivati al punto che la credenza in un dio personale è letteralmente diventata, in quasi tutti, un'idea fissa.
Già solo il presentarsi come verità rivelata è il marchio dell'inganno, e costituisce, per uno che pensi, una sollecitazione all'ostilità. Solo quando il mondo sarà diventato abbastanza onesto da non impartire lezioni di religione ai ragazzi prima del quindicesimo anno di età ci si potrà aspettare qualche cosa da esso."
Arthur Schopenhauer
fonte: http://ilnuovomondodanielereale.blogspot.it/2015/08/o-si-pensa-o-si-crede.html
Nessun commento:
Posta un commento