Ex premier dell'Ucraina Nikolay Azarov - ©
REUTERS/ Maxim Zmeyev
Tra poco cade la ricorrenza dell’inizio dei disordini di Maidan, era la fine di novembre 2013.
Nikolay
Azarov, l’allora primo ministro del governo ucraino durante il mandato
presidenziale di Viktor Yanukovich, ha concesso a Mosca un’intervista
esclusiva a Sputnik Italia, rivelando alcuni dettagli inediti di quei
giorni drammatici. L’ex-premier ha poi fatto il punto sulla situazione
attuale dell’Ucraina.
— In qualità di legittimo
rappresentante del governo ucraino in quel dato periodo (Maidan), La
prego di rispondere alla mia domanda: perché il legittimo governo
ucraino non fermò il tentativo di colpo di stato?
— Il 20 gennaio 2014, di persona sono volato dal presidente della Svizzera, che in quel momento era anche il presidente dell'OSCE (a quel tempo, la Svizzera era alla presidenza dell'OSCE). Gli ho posto la stessa domanda che solo lei mi ha appena rivolto…
Burkhalter mi consigliò vivamente, in ogni caso, di non usare la forza. Di fatto, si trattava di un complotto orchestrato dagli americani, nel quale, gli stessi americani, hanno tirato dentro anche gli europei.
In Ucraina, il governo si occupa delle questioni della società e il presidente è il garante della sicurezza nel Paese. Secondo la costituzione al presidente sono subordinate tutte le forze di sicurezza, comprese, la polizia, l'esercito e i servizi di sicurezza dello Stato….Purtroppo, il presidente Yanukovich mostrò segni d'indecisione, ascoltava le opinioni di chi gli stava intorno: "Ma cosa diranno?". Su questo tema eravamo in evidente divergenza.
Il mio ufficio con vista sulla piazza si trovava a cento metri dalle barricate, in qualsiasi momento, avrebbero potuto rovesciare le barricate e assaltare l'edificio. L'edificio era sorvegliato da 5-10 persone.
Ero a una riunione del governo, dissi: "Come può il governo operare in questa situazione? Finché la protesta era pacifica non abbiamo usato la forza, ma il periodo delle manifestazioni pacifiche è finito!". In quel momento erano già state prese le amministrazioni regionale nella città di Lviv (Leopoli), di Rivne, di Ternopol, di Lutsk, e così via. Tutta la parte occidentale dell'Ucraina era ormai persa.
Ministro degli Esteri svizzero Didier Burkhalter - ©
REUTERS/ Ruben Sprich
Ho incontrato la Nuland, mi disse: "È necessario creare un "governo di unità nazionale", le ho risposto che non era previsto dalla costituzione ucraina. Di fatto, la Nuland, mi propose di rassegnare le dimissioni. Per ben due volte ho ricevuto un voto di fiducia in Parlamento, in base a che cosa avrei dovuto rassegnare le dimissioni? Perciò Putin aveva perfettamente ragione quando parlava di trama, abbiamo avuto le stesse informazioni. Quando all'aeroporto di Boryspol atterrarono due aerei da trasporto militare degli Stati Uniti, con a bordo 20 tonnellate di carico, gli americani chiesero a Yanukovich di spedire tutto all'Ambasciata americana senza esaminarne il contenuto, naturalmente, ci rendemmo conto che non si trattava di posta diplomatica.
Ora Obama ha apertamente ammesso che gli americani parteciparono al cambio di potere in Ucraina. È stato riconosciuto dallo stesso presidente degli Stati Uniti. Che altro si può dire!
— So che Lei è il leader del "Comitato Salvezza dell'Ucraina", per quanto possibile, in questo momento come si può salvare l'Ucraina?
— Prima di tutto con un cambiamento di politica. L'attuale regime sta perseguendo in primo luogo una politica di conflitto con la Russia, in secondo luogo di deindustrializzazione del paese. Gli è stato posto di fronte il compito di trasformare l'Ucraina in un paese agricolo, senza alcun particolare settore! A mio parere si tratta di morte certa per l'Ucraina. Rompere i legami con la Russia equivale alla perdita del mercato principale. La deindustrializzazione e la distruzione del settore porterà al licenziamento di personale, 13 milioni di persone rimarranno senza lavoro.
Pertanto, il concetto di "salvezza dell'Ucraina" è soprattutto un impegno per il cambiamento del corso politico ed economico del paese.
— Signor Azarov, come può commentare i risultati delle ultime elezioni in Ucraina?
— Innanzitutto le elezioni sono state falsificate con i sistemi più elementari come ad esempio gettando via le schede elettorali; nonostante tante falsificazioni non sono riusciti a nascondere la sconfitta del regime al potere. Da nessuna parte il regime ha ottenuto la maggioranza dei voti. Nel sud-est dell'Ucraina ha completamente perso, nell'Ucraina occidentale hanno vinto i gruppi nazionalisti locali. È evidente che il regime Yatsenyuk-Poroshenko ha perso dappertutto. Con questo risultato dovrebbero entrambi ammettere la sconfitta e dimettersi.
Il secondo risultato delle elezioni è un consolidamento della divisione dell'Ucraina.
Il terzo spiacevole risultato, sta nel fatto che gli oligarchi locali, creando i loro raggruppamenti politici, hanno sottomesso la legge elettorale, il loro potere è locale.
Questo è il risultato peggiore, poiché il
governo centrale ha perso la possibilità di realizzare le sue politiche
economiche e sociali attraverso le autorità locali.
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