Le telefonate intercettate dai
servizi egiziani mostrano l’estensione della congiura dei Fratelli
musulmani e del loro braccio terroristico al-Qaida nella cosiddetta
“primavera araba”. L’alleanza strategica tra Muhammad Mursi e Ayman
Zawahiri è esattamente la stessa che il capo di al-Qaida ha stabilito
con Rashid Ghannuchi, via Ansar al-Sharia. Ciò che succedeva in Egitto
spiega cosa accadrà in Tunisia. Le rivelazioni dei quotidiani al-Ahram e
al-Nahar.
Secondo i due principali quotidiani egiziani, al-Ahram e al-Nahar,
le accuse contro Muhammad Mursi, che il governo non osa rivelare, sono
molto più gravi di ciò di cui è stato accusato finora. Vi sono quattro
telefonate che Mursi ebbe, direttamente o indirettamente, con il leader
di al-Qaida, l’infame Ayman Zawahiri.
Questo caso ci permette di capire il grado di coinvolgimento di al-Qaida nella “primavera araba” e di dedurre, dal caso egiziano, ciò che accade in Tunisia. Ayman Zawahiri è il successore del capo di al-Qaida
Usama bin Ladin. Da giovanissimo attivista, il medico aderì alla setta
dei Fratelli musulmani nel 1966. Nel 1979 fondò Jihad Islamica,
l’organizzazione terrorista responsabile dell’assassinio di Sadat, il 6
ottobre 1981. Condannato e rilasciato dopo tre anni di prigione, si recò
in Sudan e poi si unì ai jihadisti in Afghanistan per “colpire l’Armata
Rossa sovietica.” Secondo l’Imam Sayad, ex-leader spirituale di Jihad
islamica, nel suo libro “La vergogna della deroga” (2008), Ayman
Zawahiri ha lavorato per un servizio estero attuando operazioni contro
l’Egitto. Sul suo conto, vi è il tentato assassinio del primo ministro
egiziano Atif Sidqi (1993) e il massacro di Luxor (62 morti), che gli
valsero la pena di morte nel 1999. Nel suo libro, scritto insieme a bin
Ladin, il “Fronte islamico mondiale contro ebrei e crociati” (1998),
sostiene la jihad globale e la distruzione dei regimi arabi. È da quella
data che la Jihad islamica si fuse ufficialmente con al-Qaida. Dopo la ben pianificata liquidazione di bin Ladin, Ayman Zawahiri divenne il n°1 di al-Qaida,
nel giugno 2011. Per gli anglo-statunitensi era necessario un nuovo
“partner” in questa nuova fase della “primavera araba”! Dalla sua
nomina, intervenne per due volte via video per congratularsi con i
tunisini per la loro “rivoluzione divina”.
Assicuratosi che il potere fosse irreversibile e che nessuno osasse sfidare il supporto degli Stati Uniti al loro progetto teocratico, Muhammad Mursi non ebbe paura di discutere con Ayman Zawahiri e Rashid Ghannuchi non nascose più la sua appartenenza alla Fratellanza musulmana islamista internazionale. Questi due lacchè dell’imperialismo si sentirono più invulnerabili del loro fratellino Barack Hussein Obama, dato il supporto finanziario del Qatar, che concesse al primo (Muhammad Mursi) 8 miliardi di dollari, e al secondo (Rashid Ghannuchi) 3 miliardi di dollari, affinché questi due Fratelli musulmani usurpassero ‘democraticamente’ il potere in Egitto e Tunisia. Con questo accordo tra gentiluomini, Muhammad Mursi dovette concedere quasi la metà del Sinai alle autorità islamiste di Gaza, in particolare ai terroristi di Hamas, a vantaggio d’Israele, e Rashid Ghannuchi dovrebbe concedere agli statunitensi una grande base nel sud della Tunisia, di cui abbiamo rivelato l’esistenza e la cui costruzione è quasi completata. Questa base sarà operativa all’inizio del gennaio 2014.
La prima telefonata registrata dai servizi egiziani indica l’accordo sulla collaborazione tra i Fratelli musulmani e al-Qaida, attraverso Muhammad Qairat al-Shatir, ricco camorrista e prima viceguida suprema dei Fratelli musulmani, Muhammad Zawahiri, fratello di Ayman Zawahiri, il terrorista islamico n°1 del mondo. La seconda telefonata tra Muhammad Mursi e Muhammad Zawahiri parla dell’avvio della collaborazione tra la presidenza egiziana e i Fratelli musulmani, da un lato, e dei Fratelli musulmani con al-Qaida, dall’altro, “per creare cellule nel Paese al fine di proteggere il nuovo governo“. In cambio, Mursi s’impegnava ad “attuare la sharia affermando che la Fratellanza musulmana, dovendo ancora prendere il potere, aveva bisogno del sostegno di tutti, non potendo attuare immediatamente il modello afgano” e che “procederà in modo progressivo” (si pensi alle confidenze di Rashid Ghannuchi ai salafiti di Ansar al-Sharia). Si scopre anche che, su richiesta di Ayman Zawahiri, Muhammad Mursi aveva liberato dei membri di al-Qaida imprigionati ai tempi di Mubaraq. La lista da amnistiare fu preparata da Muhammad Zawahiri e dal fratello Ayman, e poi presentata al Presidente della Repubblica d’Egitto che l’aveva convalidata. La stessa cosa è successa in Tunisia. I terroristi che compirono l’attentato contro la Griba di Djerba nel 2002 e portato all’operazione Sulaiman nel 2006, furono graziati da Monsif Marzuqi su richiesta di Rashid Ghannuchi, sotto il comando di Ayman Zawahiri.
Nella terza telefonata, Muhammad Mursi prometteva che sotto il suo governo non avrebbe mai incarcerato dei membri di al-Qaida. I due partiti dei Fratelli musulmani e di al-Qaida decisero di creare campi di addestramento per jihadisti nel Sinai, una pretesa “obbligatoria” di Ayman Zawahiri. Muhammad Mursi disse che era possibile soprattutto perché “non aveva alcun modo di costituire forze paramilitari per far fronte a qualsiasi tentativo di colpo di Stato.” Mursi effettivamente fornì quattro campi di addestramento ai jihadisti nel Sinai. La stessa cosa in Tunisia, con il pretesto che i jihadisti sono volontari per la guerra in Siria. La quarta telefonata fu registrata il 30 giugno 2013, il giorno del suo insediamento alla presidenza egiziana. Si svolse alla presenza di Shaiqa Assad e di Rafaa Tahtawi. Mursi chiese a Zawahiri d’”iniziare a colpire l’esercito nel Sinai, a difendere la propria legittimità perché ha già elementi che vogliono rovesciare il regime“. Nel pomeriggio, Muhammad Qairat al-Shatir incontrò una delegazione di jihadisti in presenza di Muhammad Zawahiri, chiedendogli di proteggere i musulmani e la presidenza dei fratelli da eventuali golpisti. Sappiamo il resto.
Tunisie-Secret non ha aspettato la nota analitica di Aaron Y. Zellin dell’”Istituto di Washington per la Politica del Vicino Oriente”, pubblicata il 25 ottobre, per svelare all’opinione pubblica tunisina i legami strutturali fra al-Nahda e Ansar al-Sharia, e le relazioni “fraterne” tra Rashid Ghannuchi e Saifallah bin Hassin, il mercenario di al-Qaida in Tunisia. Ma Aaron Y. Zllin, la cui pubblicazione della nota non è casuale (!), dimenticava di dire che Muhammad Zawahiri ha visitato la Tunisia per incontrare, nella massima segretezza, Rashid Ghannuchi nel gennaio 2012, con una falsa identità e un passaporto sudanese. L’incontrò nuovamente a Doha, ai primi di giugno dello stesso anno, in presenza di Yusif Qaradawi. Ciò che è vero per l’Egitto è vero per la Tunisia. Su richiesta della CIA, i lacchè dell’imperialismo e del sionismo, Muhammad Mursi e Muhammad Badie in Egitto, e Rashid Ghannuchi e Monsif Marzuqi in Tunisia, volevano integrare al-Qaida nel gioco “democratico” post-rivoluzionario. Da un lato, questa strategia li ha affiancati a degli alleati temibili e ingombranti, e in secondo luogo, gli statunitensi hanno dato un contributo capitale ad al-Qaida, divenendo un prezioso ed efficace esecutore dei loro piani in Siria, Iraq e Iran. Fu il generale Abdelfattah al-Sisi che ha sventato questo piano diabolico. Da qui la fobia di Ghannuchi e Marzuqi nel vedere lo scenario egiziano riprodursi in Tunisia.
Butefliqa conferma i piani per una base militare statunitense in Tunisia
Karim Zmerli, Tunisie-Secret, 6 settembre 2013
Il presidente algerino ha confermato
ciò che abbiamo rivelato meno di una settimana prima. Vale a dire l’idea
di una base militare statunitense nella regione di Ramada. Oltre a due
coraggiosi siti d’informazione, i media tunisini hanno trattato le
nostre informazioni con omertà, o accusando Tunisie-Secret di
disinformazione! Oggi, trasmettono la dichiarazione esplosiva del
Presidente Butefliqa, senza spiegare ai loro lettori i pro e i contro di
questo caso. Ecco la nostra risposta ai nostri “colleghi” in Tunisia,
così come all”ambasciatore degli Stati Uniti in Tunisia, che lo stesso
giorno e sul nostro sito, aveva smentito la nostra informazione.
In
tutti i casi si è dimostrato, per quasi due anni (intervista a Ben Ali,
omicidi politici di Tariq Maqi e Shuqri Belaid, il ruolo del Qatar
nella destabilizzazione della Tunisia, il rientro in Tunisia del
terrorista binladiano Tariq Marufi, il tradimento del generale Amar, il
progetto islamico-fascista di al-Nahda, la spedizione jihadista
in Siria, uomini d’affari disonesti, la frode elettorale dell’ottobre
2011…), non abbiamo mai cercato si disinformarvi o manipolarvi. A
differenza di molti altri siti d’informazione tunisini, non siamo legati
ad alcun partito politico, racket, camarilla di un qualsiasi Paese.
Siamo completamente liberi e decisamente indipendenti. La base militare
degli USA a Ramada non è né un sogno né disinformazione o manipolazione,
o una cospirazione. E’ un fatto provato che abbiamo segnalato come tale
perché la nostra fonte è indiscutibilmente affidabile. Non abbiamo
pubblicato alcuna immagine satellitare e nessuna immagine topografica.
Altri siti che hanno ripreso la nostra notizia, hanno fatto questo tipo
di presentazione.
Ma è pur vero che la base esiste. L’ambasciata degli
Stati Uniti in Tunisia lo nega bellamente (vedasi la figura seguente),
l’agente di Freedom House, Nureddin Bhiri, ha avuto l’ardire di dichiarare che “Queste voci sono destinate a minare la stabilità dello Stato”
(TAP 4 settembre 2013). Ma questa base esiste. Questione di buon senso
comune per le menti acute, se questa informazione era falsa, perché
l’ambasciata degli Stati Uniti s’è presa il fastidio di negarlo lo
stesso giorno e sulla pagina facebook di Tunisie-Secret?
Perché Nureddin Bhiri, alias Mr. “Negazione”, che corrompe la giustizia
salendo sulle spalle dei familiari dei prigionieri politici, ha tenuto
una conferenza in cui si sentiva in dovere di smentire la “voce”? Tunisia, enorme base militare degli USA a Ramada
Già nell’agosto 2012, durante il suo primo contatto con la stampa tunisina, il proconsole Jacob Walles aveva detto che “gli Stati Uniti non hanno basi militari in Tunisia e non hanno intenzione di andare in questa direzione,”
aggiungendo che il suo Paese era disposto ad aiutare la Tunisia a
“proteggere i suoi confini, affrontando il pericolo del terrorismo.”
Aiutarla “supportando l’addestramento e la logistica in campo militare e nelle istituzioni della sicurezza“!
Ora, questo potrebbe essere letto sul sito molto politicamente corretto di Leaders, del 28 marzo 2013: “Non
c’è mai stata una questione per installare una base militare
statunitense in Tunisia. Si tratta di “voci infondate”, ha detto il
colonnello-maggiore Muqtar bin Nasr, portavoce del dipartimento della
Difesa nazionale, reagendo alle false informazioni diffuse da alcuni
media e social network. Il portavoce aveva detto alla TAP che l’incontro
tra il generale Carter Ham, comandante dell’US Africa Command
(AFRICOM), e il generale Rashid Amar, Capo di Stato Maggiore della
Difesa, fu “una cortesia e un addio” per l’imminente pensionamento del
generale statunitense (…) Gli Stati Uniti chiesero il rafforzamento del
coordinamento della sicurezza regionale tra Tunisia, Libia e Algeria
per meglio affrontare le minacce sul territorio. Conservando al Nord
Africa l’ultima visita nel continente africano prima del suo ritiro, il
generale Carter Ham, comandante delle forze USA in Africa (Africom),
ebbe una serie di colloqui a Tunisi con il capo del governo, Ali
Larayadah, il nuovo ministro degli interni, Lutfi bin Jeddu e il Capo di
Stato Maggiore congiunto, generale Rashid Amar. “Ci siamo concentrati,
ha detto ai giornalisti, sulle sfide alla sicurezza evocando il tipo di
assistenza che può essere fornita, in particolare in rapporto alle
minacce di AQIM, nota non solo per la violenza e l’estremismo del gruppo
che imperversa nella regione, tra i più potenti per equipaggiamenti e
risorse finanziarie. E’ chiaro che avendo un’organizzazione in molti
Paesi, cerchi di affermarsi in Tunisia”.
Il giornalista di Leaders concludeva:
“Il comandante di AFRICOM ha detto che i suoi colloqui a Tunisi
esplorarono alcune forme di cooperazione bilaterale e che l’incontro tra
i funzionari dei due Paesi sviluppa la strategia in questo senso,
seguendo le esigenze di Tunisia e gli interessi reciproci. Con il capo
del governo, in particolare, ha osservato “un’attenzione molto alta”
sulle questioni di sicurezza che mette in primo piano nelle sue
preoccupazioni“.
Fu il 5 settembre 2013 che lo schiaffo svegliò gli scettici, i mercenari dei “liberatori” statunitensi e i cortigiani di al-Nahda. Il Presidente Abdelaziz Butefliqa disse che “l’Algeria non accetterà alcuna base militare ai suoi confini, anche se in nome della lotta contro il terrorismo.” Tutta la stampa algerina ne aveva parlato, e secondo al-Jajr, “questa replica della presidenza algerina segue la richiesta statunitense agli algerini di creare una base militare, dopo il consenso e la predisposizione all’installazione di questa base dei tunisini”.
Non
si poteva essere più chiari. Il Presidente Butefliqa infatti dedicò la
riunione del 2 settembre 2013, alla presenza del Capo di Stato Maggiore
dell’esercito algerino, Generale Ahmad Qaid Salah, alla situazione della
sicurezza nei confini orientali di Algeria, condivisi con la Tunisia e
la Libia. In questa riunione si discusse delle decisione di Ghannuchi e
Marzuqi di dichiarare zona militare chiusa i confini meridionali. In
tale occasione il presidente algerino ribadiva il rifiuto di qualsiasi
presenza straniera ai confini del proprio Paese, una risposta diretta
alla richiesta degli Stati Uniti che il governo fantoccio e venduto
della Tunisia aveva già approvato.
Ai manipolatori, giornalisti corrotti, scettici o creduloni, si ricorda che il progetto di questa base militare degli Stati Uniti risale a qualche anno fa. Ecco la prova, ciò che scrisse la serissima rivista Jeune Afrique il 12 gennaio 2004, “Si ritiene che un recente studio condotto da James Carafano e Nile Gardine per conto della Fondazione Heritage, un think-tank vicino al partito Repubblicano (“L’assistenza militare degli Stati Uniti all’Africa: la soluzione migliore”), gli Stati Uniti erano pronti a riconsiderare la loro presenza militare nel continente. Il Nord Africa ora dipende dal Comando centrale (Centcom), di Doha, in Qatar, e l’Africa sub-sahariana dal Comando europeo (Eucom). Lo studio raccomanda la creazione di due basi militari statunitensi in Marocco e Tunisia, per preposizionare truppe ed attrezzature. Questo permetterebbe alle forze statunitensi di rispondere rapidamente, se necessario, in qualsiasi punto del continente”.
Ecco testualmente quanto scritto da Jeune Afrique
nelle sue note confidenziali, nove anni fa. Ecco il risultato di questo
accordo. Alla fine del 2006, la base statunitense in Marocco è stata
attivata, il che probabilmente spiega perché l’oligarchia di sua maestà
non è stata spazzata via dal fango della “primavera araba”! Come abbiamo
detto nel nostro precedente articolo, al momento Ben Ali, Muammar
Gheddafi, Hosni Mubaraq e Butefliqa dissero di no a George W. Bush. Se
le vere intenzioni degli Stati Uniti fossero state di combattere gli
islamo-terroristi nel Maghreb, avrebbero cominciano liberando la Tunisia
da Rashid Ghannuchi e dalla sua setta, che hanno messo al potere.
Se
tali erano le loro intenzioni, “avrebbero ripulito il bagno”
(la frase è di Putin sui terroristi ceceni), dal libico Abdelhakim
Belhadj, ex-servo di bin Ladin e mercenario dei servizi inglesi e
statunitensi. Se tali erano le loro intenzioni, avrebbero cessato di
sostenere finanziariamente e logisticamente la barbarie islamofascista
in Siria. Se tali erano le loro intenzioni, l’avrebbero ordinato ai
ratti di Arabia Saudita e Qatar, i principali finanziatori e ideologi
degli islamo-terroristi in Africa del Nord, Medio Oriente, Africa ed
Europa. Ma dal 2003 in Iraq, la strategia degli Stati Uniti è
perfettamente chiara: usare la feccia di al-Qaida come
burattino per infiltrasi nel mondo arabo con pretesti fasulli, che non
ingannano più nessuno, sulla lotta contro il terrorismo da loro stessi
creato. Questa obiettiva e machiavellica alleanza permette agli
statunitensi di limitare l’espansione della Cina nel mondo arabo e di
tenere fuori i russi, che riescono ancora a tenere la Siria e l’Algeria.
Karim Zmerli, Tunisie-Secret,
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
http://aurorasito.wordpress.com/2013/11/04/come-legitto-ha-sventato-il-complotto-di-ayman-zawahiri-muhammad-morsi-e-rashid-ghannuchi/




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