lunedì 20 gennaio 2014

Al di là dell'ego

“La maggior parte delle persone è così completamente identificata con la voce nella testa, con quell’incessante flusso di pensiero involontario e compulsivo e con l’emozione che lo accompagna, che potremmo definirla posseduta dalla propria mente.
Fino a che ne siete completamente inconsapevoli, credete che colui che pensa sia chi siete. Questa è la mente egoica. La chiamiamo egoica, perché vi è un senso del sé, dell’io (l’ego), in ogni pensiero, in ogni memoria, in ogni interpretazione, opinione, punto di vista, reazione, emozione. E, spiritualmente parlando, questa è l’inconsapevolezza.

Il vostro pensare, il contenuto della vostra mente, è ovviamente condizionato dal passato, dalla maniera in cui siete stati educati, dalla vostra cultura, dalla situazione familiare e così via. Il nucleo centrale di tutta la vostra attività mentale consiste in pensieri ed emozioni ripetitivi, in schemi reattivi con i quali siete fortemente identificati.
Questa entità è l’ego stesso ...

…Quando dite ‘io’, non siete voi ma è l’ego che parla. È costituito da pensiero ed emozione, con un insieme di memorie che identificate come ‘me e la mia storia’, di ruoli abituali che interpretate senza neppure saperlo, di identificazioni collettive come nazionalità, religione, razza, classe sociale, fede politica…

… Una delle vie più efficaci per andare al di là del vostro ego, ma anche per dissolvere l’ego collettivo umano, è proprio il non reagire all’ego degli altri.

Quando siete in uno stato non reattivo vi rendete conto che non vi è nulla di personale e allora potete riconoscere un comportamento dell’altro come un moto dell’ego, come una espressione della disfunzione della collettività umana. A questo punto non vi è più nessuna compulsione a reagire. Non reagendo all’ego, spesso potrete permettere all’aspetto sano dell’altro di manifestarsi. Questa è la consapevolezzaincondizionata che si appone al condizionamento. Certe volte però dovete prendere delle precauzioni per proteggervi da persone molto inconsapevoli, e potete farlo senza considerarli dei nemici. E comunque la vostra protezione più grande è l’essere coscienti. L’altro diventa un nemico quando ne personalizzate l’inconsapevolezza che poi è l’ego.

Non reagire è forza e non debolezza. Un’altra parola per la non reazione è il perdono. Perdonare è non vedere, o meglio guardare oltre; guardate oltre l’ego a quella parte sana che vi in ogni essere umano, nell’essenza di lui o di lei…

…L’ego comporta inconsapevolezza. La consapevolezza e l’ego non possono coesistere. Il vecchio schema mentale o l’abitudine mentale possono ancora sopravvivere, riapparire per un po’, perché vi sono dietro migliaia di anni di inconsapevolezza collettiva umana, ma ogni volta che viene riconosciuta si va indebolendo”…

(pag. 71-80) … “La consapevolezza è il potere che è nascosto nel momento presente. Ecco perché la possiamo chiamare Presenza. Il vero e ultimo obiettivo dell’esistenza umana, il vostro proposito, è portare quel potere in questo mondo… Solamente la presenza può liberarvi dall’ego, e voi potete soltanto essere presenti ‘Adesso’, non ieri e non domani. Solo la Presenza è in grado di sciogliere in voi il passato e trasformare così il vostro stato di coscienza.

Cos’è la realizzazione spirituale? Il credere che siete spirito? No, quello è un pensiero… La realizzazione spirituale è vedere chiaramente che ciò che io percepisco, sperimento, penso o sento non è chi sono veramente, e che non posso trovare me stesso in tutte quelle cose che costantemente muoiono…

… L’ego vuole sempre qualcosa dagli altri … e quando l’ottiene non è mai soddisfatto… L’emozione che sta dietro l’ego e che governa ogni sua attività è la paura. Paura di non essere nessuno, paura di non esistere, paura della morte. Ed ogni sua azione è in fondo progettata per eliminare questa paura…

… Il pettegolezzo ha spesso un elemento di critica maligna e di giudizio sugli altri, cosa che rinforza l’ego grazie all’implicita, ma immaginaria superiorità morale, che c’è ogni volta che giudichiamo negativamente gli altri.

Se qualcuno ha di più, sa di più, o può fare più di me, l’ego si sente minacciato, perché il sentimento di essere da meno sminuisce il suo immaginario senso del sé nel confronto con gli altri. E allora può tentare di ritrovarlo criticando o sminuendo il valore delle cose, delle conoscenze, delle abilità degli altri; oppure l’ego può cambiare strategia e, invece di competere con l’altra persona, migliorerà se stesso associandosi con quella persona, se lui o lei sono importanti agli occhi degli altri…

… I tre predominanti stati egoici nelle relazioni sono: il desiderio, il desiderio insoddisfatto (rabbia, risentimento, recriminazione, lamentela) e l’indifferenza…

… Una persona timida che ha paura dell’attenzione degli altri non è libera dall’ego, ma ha un ego ambivalente che vuole e teme l’attenzione degli altri. Ha paura che questa prenda la forma della disapprovazione o della critica, qualcosa che, per così dire, diminuisca il senso del sé piuttosto che accrescerlo…

… Qualunque senso del sé concettuale – vedere me stesso come questo o quello – è ego, sia esso positivo (io sono il migliore) o negativo (io non vado bene). Dietro ogni senso del sé concettuale positivo, vi è la paura nascosta di non andare abbastanza bene. Dietro ogni senso del sé concettuale negativo vi è il desiderio nascosto di essere il più grande o il migliore. Dietro il sentimento di sicurezza e la continua necessità di essere superiori che ha l’ego, vi è la paura inconscia di essere inferiore. Di contro, il timido, l’ego inadeguato che si sente inferiore, ha un forte e nascosto desiderio di superiorità…

… Tutto ciò che avete bisogno di osservare e di sapere di voi stessi è questo: ogni volta che vi sentite superiori o inferiori ad un altro,

quello è l’ego in voi”…

 
Fonte: “UN NUOVO MONDO – Riconosci il vero senso della tua vita” di Eckhart Tolle. © 2008 Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. Milano (ISBN 978-88-04-57781-2)  (pag. 57-61)

Nessun commento:

Posta un commento