sabato 11 gennaio 2014

Gli USA inondano la Romania di guerriglieri iraniani

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Foto: EPA

Grazie agli sforzi degli USA nel territorio della Romania può sorgere un focolaio di tensione che rischia di diventare un problema non solo per la Romania ma anche per i suoi stretti vicini. Con l’appoggio dell’ONU Washington cerca di trasferire dall’Iraq in Romania alcune migliaia di rappresentanti dell’Organizzazione dei mujheddin del popolo iraniano (Mujaheddin e-Kalk).


Il perché della premura manifestata dalla cosiddetta comunità civile nei confronti dei radicali è semplice: i mujaheddin vedono la propria missione nella lotta contro l’Iran, mentre l’Occidente cerca di indebolire questo paese con tutti i mezzi possibili.

L’Iran e l’Iraq hanno riconosciuto Mojaheddin e-Kalk un’organizzazione terroristica. La sua ala armata – Esercito di liberazione nazionale dell’Iran – è ritenuta la fondatrice del Consiglio nazionale della resistenza che raggruppa tutte le forze d’opposizione iraniane. 

Nella metà degli anni ’60 del secolo scorso la storia “gloriosa” dei dissidenti del regime dello scià iniziò in modo abbastanza romantico, ossia nacque dall’idea di creare una società socialista senza classi, ma successivamente la loro attività sfociò in atti terroristici e sovversivi di massa. In seguito alla dura opposizione da parte delle autorità iraniane Mujaheddin e-Kalk si trasferì in Iraq, dal cui territorio partecipò ad attacchi armati contro il territorio dell’Iran durante la guerra irano-irachena, nonché alle azioni di repressione contro i curdi. Le incursioni contro l’Iran proseguirono anche negli anni successivi, ma già con il sostegno e sotto il controllo degli Stati Uniti.

D’altronde, il “curriculum” impressionante dell’organizzazione – circa 50 mila vite, tra cui quelle di massimi funzionari iraniani non ha impedito all’Ue e poi agli USA di escluderla recentemente dalla lista delle organizzazioni terroristiche. Il motivo di ciò è ben chiaro, e cioè si applica la formula “il nemico del mio nemico è un mio amico”. Gli strateghi occidentali sono molto abili nell’uso di tali schemi al momento opportuno. Così hanno dimenticato che all’inizio consideravano terroristi i membri di Mujaheddin e-Kalk.

L’intenzione di Washington di sistemarli adesso in Romania è per lo meno improvvida, ritiene l’orientalista Boris Dolgov:
Se nei dirigenti romeni sorgeranno dei dubbi, e gli stessi sorgeranno sicuramente, dovranno pronunciarsi contro tale passo. Questa organizzazione opera contro l’Iran, vi è riconosciuta terroristica, ha compiuto atti terroristici ed attentati, ossia siamo in presenza di tutta la serie delle azioni tipiche di un’organizzazione terroristica. Non solo, ma le intenzioni degli USA sono in contrasto con la tendenza delineatasi recentemente verso il miglioramento dei rapporti tra Washington e Teheran. Anche la situazione nella regione si inasprirà se vi appariranno guerriglieri. È ovvio, infatti, che gli stessi non intendano instaurare rapporti pacifici con i rappresentanti delle altre confessioni.
Per il momento i tentativi degli USA non danno il risultato, malgrado che abbiano scelto un paese che dipende in notevole misura dalla politica di Washington. È ben noto come in tutto il periodo postsovietico gli USA abbiano patrocinato apertamente o segretamente la Romania considerandola oggetto dei propri interessi geopolitici. E, naturalmente, hanno diritto di chiedere per questo un pagamento. In questo caso, però, tale pagamento sembra eccessivo.

Nondimeno, secondo alcune fonti, la questione del trasferimento dei mojaheddin è stata discussa in dicembre a Bruxelles durante l’incontro del segretario di Stato americano John Kerry con il ministro degli esteri romeno Titus Corlatean. Va rilevato che un anno prima la Germania e l’Albania si erano dichiarate disposte ad accogliere una parte dei guerriglieri di Mujaheddin e-Kalk. Tuttavia i dirigenti di questa organizzazione insistono su una sistemazione compatta di tutti i tremila compagni di idee che si trovano adesso in una base americana in Iraq. Le autorità albanesi e tedesche non possono, certo, farlo in quanto è troppo rischioso. I leader dei terroristi sono venuti a trovarsi in una situazione di stallo. Nessuno vuole accoglierli, mentre nello stesso Iraq sono diventati oggetto di attacchi missilistici da parte di forze sconosciute. Gli attivisti dell’organizzazione attribuiscono la colpa di questi attacchi all’attuale governo iracheno, il quale insiste apertamente sul trasferimento dei radicali in qualche altro posto.

La realizzazione del piano americano è pericolosa ma poco probabile, dice Serghej Demidenko, esperto dell’Istituto per le valutazioni strategiche e l’analisi:
Il trasferimento di un grande numero di uomini preparati ideologicamente e militarmente in una regione eurpea non molto stabile non vi aggiungerebbe calma. Ma tale scenario difficilmente sarà attuato. Persino le autorità romene si rendono conto con chi avrebbero a che fare. I guerriglieri hanno una psiche e mentalità specifica. Sono orientati alla guerra contro gli infedeli e non sanno fare nient’altro. Ma se questo scenario fosse stato realizzato, avrebbe inasprito ancora di più la situazione con il radicalismo islamico in Europa, tanto più che i servizi speciali europei non riescono a far niente contro i membri di Al Qaeda che operano attivamente nel sud del continente.
È vero, con una certa sforzatura il comportamento degli americani nei confronti dei “nemici e dei propri nemici” potrebbe essere ritenuto nobile. È come se non volessero lasciare nei guai chi serviva loro. Tanto più che in Romania è in programma la costruzione di una base americana dove i mujaheddin potrebbero esse sistemati inizialmente. È da notare che i recenti accordi sul programma nucleare iraniano, raggiunti con la partecipazione degli USA, difficilmente diventeranno un momento di svolta nella contrapposizione dei due paesi. Gli americani non hanno rinunciato ai propri piani di schieramento dello scudo antimissile in Europa chiamato a difendere il mondo occidentale dall’eventuale attacco missilistico iraniano.

La questione della sistemazione in Romania dei membri dell’organizzazione messa sullo stesso piano di quella dei talebani e di Al Qaeda resta attualmente una prerogativa esclusiva del governo nazionale di questo paese. Ma lo stesso governo assumerebbe anche tutta la responsabilità di tale decisione. Ci sarebbero motivi di preoccupazione anche per il governo della vicina Ucraina. I guerriglieri ben addestrati possono essere utili se si cercherà di cambiare con la forza il potere in Ucraina o di farvi vacillare la situazione già instabile. I guerriglieri non sono infatti abituati a stare con le mani in mano.

Ilja Kharlamov


fonte:  http://italian.ruvr.ru/2014_01_10/Washington-vuole-inondare-la-Romania-di-terroristi/


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