L’immagine che più di ogni altra la rappresenta, è quella di un’immensa discarica, e come tale andrebbe bonificata: dagli sponsor, dalla pubblicità, da migliaia di parolai, servi ed impostori, che ci dispensano ignoranza, trivialità e paura. I suoi miasmi, tossici e soporiferi, hanno indotto le società liberiste alla dipendenza, all’assuefazione, omologandoli alle ragioni perverse del Sistema Potere.
Per una sorta poi di causa effetto, la televisione ha assunto le sembianze di un’immensa cloaca, subissando la storica “Massima Romana”, per quantità di fetore, e per un infinito quanto vario numero di escrementi dai nomi più stravaganti come: reality, grande fratello, l’isola dei famosi, c’è posta per te, amici… e tuttologi, massmediologi, opinionisti e affini. Quest’opera di plagio mentale, si è potuta attuare in virtù di subdole promesse di piacere e di appagamento, come nuovo mito da perseguire senza intralci di natura etica e morale.
L’edonismo è quella condizione filosofica secondo la quale, il piacere è il bene sommo dell’uomo e, il suo conseguimento, il fine esclusivo della vita; qualsiasi atteggiamento estetico o sistema di vita, motivato dalla ricerca del piacere.
“Si può dunque affermare – scrive Pasolini – che la tolleranza della ideologia “edonistica” voluta dal nuovo potere, è la peggiore delle repressioni della storia umana.
Una tale repressione si è potuta esercitare attraverso due rivoluzioni, interne all’organizzazione borghese: la rivoluzione delle infrastrutture e la rivoluzione del sistema d’informazione.
Nel tempo stesso, il ragazzo piccolo borghese, nell’adeguarsi al modello televisivo (che, essendo la sua stessa classe a creare e a volere, gli è sostanzialmente naturale) diviene stranamente rozzo e infelice. Se i sottoproletari si sono imborghesiti, i borghesi si sono sottoproletarizzati. La cultura che essi producono, essendo di carattere tecnologico e strettamente pragmatico, impedisce al vecchio “uomo” che è ancora in loro, di svilupparsi.
Da ciò deriva in essi una specie di rattrappimento delle facoltà intellettuali e morali. La responsabilità della televisione, in tutto questo, è enorme. Non certo in quanto mezzo tecnico, ma in quanto strumento del potere e potere essa stessa. Essa non è soltanto un luogo attraverso cui passano i messaggi, ma è un certo elaboratore di messaggi. È il luogo dove si fa concreta una mentalità che altrimenti non si saprebbe dove collocare. È attraverso lo spirito maligno della televisione che si manifesta in concreto lo spirito del nuovo potere.
Non c’è dubbio (lo si vede dai risultati) che la televisione sia autoritaria e repressiva come mai nessun mezzo di informazione al mondo – un virus letale e globale.
Il fascismo, non è stato sostanzialmente in grado nemmeno di scalfire l’anima del popolo italiano: il nuovo fascismo, attraverso i nuovi mezzi di comunicazione e di informazione (specie, appunto la televisione), non solo l’ha scalfita, ma l’ha lacerata, violata, bruttata per sempre….” – da “Scritti Corsari”
La “spazzatura” fa il suo debutto in società, nei primi anni 50, quando, per una singolare concomitanza, la nostra cara TV faceva per la prima volta la sua apparizione, nelle case degli italiani. Che ci sia un nesso logico, fra la spazzatura e la televisione? Assolutamente si!
Queste due inquietanti entità, sono legate tra di loro a doppio nodo, e sono le due facce di una stessa medaglia.
E’ innegabile che con l’avvento della TV commerciale, tutta questa spazzatura che ci sommerge abbia avuto un incremento esponenziale incontrollato, e che nessun inceneritore, oggi, potrà mai smaltire i miliardi di tonnellate di questa “Monnezza” che il Sistema vomita quotidianamente sulle nostre vite.
E poi non ci dimentichiamo di quella montagna di scorie tossiche e radioattive, disperse sul territorio e in fondo al mare! C’è da rabbrividire! La cosa terribile, non è ciò che sappiamo, ma ciò che ci è negato sapere.
Oscurare la TV commerciale, dunque, è il primo passo al fine di risolvere in maniera sostanziale il problema della spazzatura – congiuntamente, vanno definite regole ferree per quella pubblica.
La televisione genera insoddisfazione, frustrazione, repressione e depressione; devasta la mente, e in maniera subdola, invitante e seducente, trasforma gli individui fragili in mostri sanguinari. La televisione è devianza, menzogna e relativismo. E’ responsabile del degrado ambientale e della scomparsa delle antiche tradizioni e culture popolari di un tempo. La televisione è pedofilia, prostituzione, traffico d’organi, AIDS, cancro, fame e sete nel mondo, guerra, sottocultura, droga, follia e morte. La televisione ha sterilizzato e annichilito ogni principio etico e morale, motivo per il quale trionfa e detta legge – ci racconta un presente di paura e di dolore, e un futuro di perdizione e di sangue. Il suo potere maligno ha svuotato il cuore degli uomini da ogni consapevolezza e possibilità di redenzione. La televisione è emulazione: esalta il male e svilisce il bene.
Una buona parte del vecchio mondo ha resistito fino a 50/60 anni fa, dopo millenni in cui l’uomo (quello veramente sapiens) traeva ogni suo sostentamento, vera gioia e vero dolore dalla madre suprema; la TERRA. Le nostre paure più perverse, attacchi di panico, depressione, le infinite forme nevrotiche, ed altro ancora, non sono che il risultato di questo scollamento fra uomo e natura.
E’ tempo di pacificazione; abbandonare le città per affondare le nostre mani nella terra – dissodare, seminare, raccogliere – la sola e vera conoscenza e panacea per tutti i nostri mali.
Pier Paolo Pasolini, leggendo e interpretando i segnali del suo tempo, è stato in grado di profetizzare e prevedere gli effetti futuri e nefasti della “Televisione” (il nuovo fascismo), sulla società. Ma lo scempio prodotto, è andato oltre ogni più fervida immaginazione, subissando le previsioni di questo ignaro complottista e catastrofista comunista “ante litteram”, e profeta del nostro tempo.
Gianni Tirelli
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