Secondo una comune credenza, la bandiera tricolore italiana includerebbe il verde per simboleggiare le nostre praterie, il bianco come simbolo dele nevi perenni delle Alpi, ed il rosso in memoria dei caduti nelle innumerevoli guerre di cui il territorio italiano fu teatro, fino all'unità della nazione.
Quando Carducci parlò il 7 gennaio 1897 a Reggio Emilia per celebrare il
primo centenario della nascita del Tricolore, fece riferimento a tale
simbolismo elementare, adatto ai non iniziati:
«Sii benedetta! benedetta nell'immacolata origine, benedetta nella via di prove e di sventure per cui immacolata ancora procedesti, benedetta nella battaglia e nella vittoria, ora e sempre, nei secoli! Non rampare di aquile e leoni, non sormontare di belve rapaci, nel santo vessillo; ma i colori della nostra primavera e del nostro paese, dal Cenisio all' Etna; le nevi delle alpi, l'aprile delle valli, le fiamme dei vulcani, E subito quei colori parlarono alle anime generose e gentili, con le ispirazioni e gli effetti delle virtù onde la patria sta e si augusta: il bianco, la fede serena alle idee che fanno divina l' anima nella costanza dei savi; il verde, la perpetua rifioritura della speranza a frutto di bene nella gioventù de' poeti; il rosso, la passione ed il sangue dei martiri e degli eroi, E subito il popolo cantò alla sua bandiera ch' ella era la più bella di tutte e che sempre voleva lei e con lei la libertà»
La nascita del tricolore nella storiografia ufficiale.
Secondo la storiografia ufficiale il tricolore italiano nacque nel 1794, giorno in cui due studenti bolognesi: Giovanni Battista De Rolandis e Luigi Zamboni, tentarono una sollevazione contro il potere assolutista austriaco che opprimeva la loro città da quasi 200 anni. Come emblema di quella rivolta i due scelsero la coccarda della rivoluzione parigina, e per un fatto identitario e distintivo rispetto ai colori francesi avrebbero deciso di scambiare l'azzurro con il verde.
Di certo c'è che il 18 maggio 1796 a Milano i colori di questa coccarda furono accettati da Napoleone, il quale consegnò alla Guardia Civica milanese, alla Legione Lombarda e alla Guardia Nazionale una bandiera a strisce verticali, verde bianca e rossa.
Secondo la storiografia ufficiale il tricolore italiano nacque nel 1794, giorno in cui due studenti bolognesi: Giovanni Battista De Rolandis e Luigi Zamboni, tentarono una sollevazione contro il potere assolutista austriaco che opprimeva la loro città da quasi 200 anni. Come emblema di quella rivolta i due scelsero la coccarda della rivoluzione parigina, e per un fatto identitario e distintivo rispetto ai colori francesi avrebbero deciso di scambiare l'azzurro con il verde.
Di certo c'è che il 18 maggio 1796 a Milano i colori di questa coccarda furono accettati da Napoleone, il quale consegnò alla Guardia Civica milanese, alla Legione Lombarda e alla Guardia Nazionale una bandiera a strisce verticali, verde bianca e rossa.
Colori di Milano.
Ed è tale ufficializzazione napoleonica milanese che induce altre fonti
ad escludere che i colori della bandiera italiana abbiano qualcosa a che
fare con la rivoluzione francese. Secondo
tali fonti, in realtà il bianco e il rosso furono scelti in quanto
appartenenti allo stemma di Milano ed il verde in quanto colore delle
guardie civiche di Milano.
Simbolismo esoterico.
La storica bandiera francese usata dai rivoluzionari nel 1789, da cui secondo la tesi appena descritta deriverebbe il nostro tricolore, a sua volta racchiuderebbe la sapienza dell’esoterismo massonico borghese.
La storica bandiera francese usata dai rivoluzionari nel 1789, da cui secondo la tesi appena descritta deriverebbe il nostro tricolore, a sua volta racchiuderebbe la sapienza dell’esoterismo massonico borghese.
Qual'è allora il significato simbolico del vessillo francese?
Anche qui esistono due livelli esegetici. Nel primo abbiamo il Tricolore
che rappresenta il triplice obiettivo perseguito da qualsiasi popolo
miri ad avere Giustizia, Uguaglianza e Fraternità, mezzi senza i quali non ci può essere Dignità, Democrazia, Prosperità. Insomma semplici luoghi comuni per anime candide.
Nel secondo livello i tre colori del vessillo francese celebrano la cosiddetta 'sapienza dei pochi', richiamando la ricerca attuata per raggiungere la pietra filosofale e quindi l’apoteosi. Questa ricerca in termini massonici si chiama Opera.
L’Opera consiste nella continua ricerca del distacco dalle cose
materiali (simbolicamente chiamata fase del piombo), per raggiungere lo
status di esseri divini (chiamato simbolicamente fase dell’oro).
Questo iter dalla materialità all'apoteosi è simbolizzato da tre colori: il nero, il bianco ed il rosso.
Il colore nero, che contraddistingue la fase del piombo, nella bandiera francese fu sostituito dal blu in quanto l’iridescenza del nero al sole lo fa apparire blu. Il bianco è il colore di transizione;
ci si abbiglia in bianco quando si abbandona una fase per aprirne
un’altra. L’esempio più evidente è il matrimonio in cui la sposa lascia
il nubilato per divenire moglie. Il colore rosso è quello che mostra la maturità dell’evento. E' il colore del fuoco vivo che fonde i metalli e forgia gli strumenti per renderli più duri e resistenti agli attacchi.
Ma allora come mai nella bandiera italiana il blu sarebbe stato sostituito dal verde? Perché nelle correnti esoteriche mediterranee il verde simbolizza l’origine del tutto, particolare riscontrabile in tutte le bandiere dì influenza islamica. Fonte
Ed il cattolicesimo?
Franco Cardini, storico cattolico ha pubblicato un articolo su Avvenire - quotidiano della CEI - nel gennaio 1997. Il pezzo si intitolava: Ombre sul tricolore.
Cardini nota che: “i tre colori della nostra bandiera sono (insieme con il violaceo e il nero) alla base della liturgia cattolica: bianco, verde e rosso figurano fin dal medioevo come rispettivi simboli delle tre virtù cardinali: fede, speranza e carità.”
Ipotesi dantesca.
Nel corso del suo spettacolo al Festival di Sanremo del 2011, a cui era stato invitato in occasione del 150º anniversario dell'Unità d'Italia per tenere una lezione sull'Inno di Mameli, Roberto Benigni ha ricondotto la nascita del Tricolore a Giuseppe Mazzini, che sarebbe stato ispirato da alcuni versi della Divina Commedia (1320).
Nel 30° canto del Purgatorio, infatti, quando alle soglie del Paradiso Virgilio affida l'Autore a Beatrice, questa appare a Dante vestita con un velo candido, cinta di ulivo, il mantello verde e la veste rosso acceso. I tre colori simboleggerebbero le virtù teologali cristiane: verde-speranza; bianco-fede; rosso-carità (fonte)
Ed il cattolicesimo?
Franco Cardini, storico cattolico ha pubblicato un articolo su Avvenire - quotidiano della CEI - nel gennaio 1997. Il pezzo si intitolava: Ombre sul tricolore.
Cardini nota che: “i tre colori della nostra bandiera sono (insieme con il violaceo e il nero) alla base della liturgia cattolica: bianco, verde e rosso figurano fin dal medioevo come rispettivi simboli delle tre virtù cardinali: fede, speranza e carità.”
Ipotesi dantesca.
Nel corso del suo spettacolo al Festival di Sanremo del 2011, a cui era stato invitato in occasione del 150º anniversario dell'Unità d'Italia per tenere una lezione sull'Inno di Mameli, Roberto Benigni ha ricondotto la nascita del Tricolore a Giuseppe Mazzini, che sarebbe stato ispirato da alcuni versi della Divina Commedia (1320).
Nel 30° canto del Purgatorio, infatti, quando alle soglie del Paradiso Virgilio affida l'Autore a Beatrice, questa appare a Dante vestita con un velo candido, cinta di ulivo, il mantello verde e la veste rosso acceso. I tre colori simboleggerebbero le virtù teologali cristiane: verde-speranza; bianco-fede; rosso-carità (fonte)
Beatrice e la sapienza rosacrociana.
Secondo alcune fonti la figura di Beatrice nella Divina Commedia impersonerebbe la sapienza rosacrociana. Dante stesso sarebbe appartenuto ai Rosa-Croce (link, link) e dato che verde bianco e rosso sono i colori con cui Dante vestì Beatrice, ecco che la bandiera italiana rappresenterebbe un tributo all'antico ordine. La sigla RC apposta sui primi tricolori italiani, ufficialmente significante: Repubblica Cisalpina, si dice fosse anch'essa un omaggio occulto alla società dei Rosa-Croce.
Secondo alcune fonti la figura di Beatrice nella Divina Commedia impersonerebbe la sapienza rosacrociana. Dante stesso sarebbe appartenuto ai Rosa-Croce (link, link) e dato che verde bianco e rosso sono i colori con cui Dante vestì Beatrice, ecco che la bandiera italiana rappresenterebbe un tributo all'antico ordine. La sigla RC apposta sui primi tricolori italiani, ufficialmente significante: Repubblica Cisalpina, si dice fosse anch'essa un omaggio occulto alla società dei Rosa-Croce.
Simbolismo astrologico.
Come si è visto, sembra che il simbolismo del tricolore non possa ricondursi ad una derivazione univoca.
"Proprio per le valenze polisemiche delle simbologie dei colori ci ha meravigliato il fatto che in tutti gli scritti apparsi in occasione del bicentenario del tricolore italiano, che abbiamo avuto occasione di leggere, ma anche nelle voci di dizionari o enciclopedie o in pubblicazioni vessillologiche, nessuno noti il collegamento che si potrebbe fare con i colori trifunzionali a Roma, dei quali parla più volte il Dumézil: essi guarda caso (ma il caso esiste?) sono il Bianco, il Rosso e il Verde.
“Le speculazioni esplicative di questi antichisti sono molteplici e intrise di pseudo-filosofia e di astrologia, ma una di queste, conservata da Giovanni il Lido, De mens. IV, 30, si riferisce a delle realtà romane e afferma che questi colori, che sono quattro, in epoca storica erano inizialmente tre (albati, russati, virides) in rapporto non solo con le divinità Jupiter, Mars e Venus (quest’ultima solo apparentemente sostituita a Flora) i cui valori funzionali sono evidenti (sovranità, guerra, fecondità), ma anche con le tribù primitive dei Ramnes, Luceres e Titienses”.
"Tirando le somme, volenti o nolenti, possiamo affermare che nel tricolore italiano sventolano i colori trifunzionali indoeuropei e romani. Forse inconsapevolmente, ma realmente, il tricolore italiano costituisce la sintesi rappresentativa dell’unità nella diversificazione delle componenti sociali ed etniche, tradizionalmente intese, formatrici dell’Urbe e della nazione italica."
Come si è visto, sembra che il simbolismo del tricolore non possa ricondursi ad una derivazione univoca.
"Proprio per le valenze polisemiche delle simbologie dei colori ci ha meravigliato il fatto che in tutti gli scritti apparsi in occasione del bicentenario del tricolore italiano, che abbiamo avuto occasione di leggere, ma anche nelle voci di dizionari o enciclopedie o in pubblicazioni vessillologiche, nessuno noti il collegamento che si potrebbe fare con i colori trifunzionali a Roma, dei quali parla più volte il Dumézil: essi guarda caso (ma il caso esiste?) sono il Bianco, il Rosso e il Verde.
“Le speculazioni esplicative di questi antichisti sono molteplici e intrise di pseudo-filosofia e di astrologia, ma una di queste, conservata da Giovanni il Lido, De mens. IV, 30, si riferisce a delle realtà romane e afferma che questi colori, che sono quattro, in epoca storica erano inizialmente tre (albati, russati, virides) in rapporto non solo con le divinità Jupiter, Mars e Venus (quest’ultima solo apparentemente sostituita a Flora) i cui valori funzionali sono evidenti (sovranità, guerra, fecondità), ma anche con le tribù primitive dei Ramnes, Luceres e Titienses”.
"Tirando le somme, volenti o nolenti, possiamo affermare che nel tricolore italiano sventolano i colori trifunzionali indoeuropei e romani. Forse inconsapevolmente, ma realmente, il tricolore italiano costituisce la sintesi rappresentativa dell’unità nella diversificazione delle componenti sociali ed etniche, tradizionalmente intese, formatrici dell’Urbe e della nazione italica."
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