Cos’hanno in comune il celebre sudario con il fenomeno degli OVNI? Una caratteristica: ambedue sono relegate nella sfera della credenza e della fede mentre al contempo sono oggetto di studio da parte della scienza. Ambedue le ‘testimonianze’ rappresentano elementi traballanti ed ambigui in bilico tra fede e mistero, con il loro carico di reliquie storiche ed un corollario impressionante di indagini scientifiche. Discosofia possibile e Teosofia probabile accompagnano questi due aspetti epifanici e mirabolanti del nostro presente.
La scienza ufficiale accademica, lo sappiamo, è pilotata dal potere temporale e sarà quindi assai
improbabile che si pronunci sulla veridicità in modo definitivo
dell’una o dell’altra di queste realtà evanescenti. Ma religione e
scienza un tempo erano forse la stessa cosa;
astronomia ed astrologia coincidevano in un fare e speculare privo
di quelle categorizzazioni posticce che ci hanno impedito di riconoscere la semplicità degli assunti e la linearità
delle convinzioni. Il sapere è stato compartimentato e sigillato da abili mani che se ne sono impossessate.
In questo contesto, la Sindone di Torino si sposa con altri fenomeni ambivalenti come i cerchi nel grano (a mio parere opere realizzate con tecnologie militari evolute per finalità deleterie) sempre in bilico tra realtà e finzione, costrutto leonardesco o stupefacente reliquia che sia, inquieta lo sfarfallio delle informazioni che le ruotano intorno, esattamente come accade per il fenomeno UFO.
Intanto l’attenzione si localizza su aspetti che forse andrebbero riportati in un secondo piano e la
discussione si incentra su elementi trascurabili mentre è forse l’esistenza stessa della discussione che andrebbe approfondita,
sviscerandone convenienze e collocandone le motivazioni.
Gli antichi siti megalitici, gli oggetti ‘fuori posto’, le numerosissime epifanie celesti e terrestri …
tutto ciò che ricade nel contenitore del ‘mistero’ contribuisce ad alimentare una specie di spirale ipnotica delle informazioni che rischia di impedirci di osservare le palesi
distorsioni del reale. Sempre in bilico tra dati scientifici ed intuizioni ragionevoli non possiamo uscire dal labirinto dell’incertezza che tali manifestazioni
dell’imponderabile ci prospettano e forse non per caso. Forse gli alieni sono solo dentro la nostra
mente, così come il dio che crediamo essersi incarnato. In tal caso allora staremmo facendo ricerca nella direzione sbagliata.
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