Ve ne siete accorti? E’ ricominciata la propaganda mediatica sui cosiddetti ‘cambiamenti climatici’.
Questa
volta non si insiste troppo sull’aumento delle temperature perché è
stato un tema imbarazzante delle ultime ‘sparate’ degli allarmisti alla Al Gore.
L’aumento delle temperature infatti si è arrestato una decina di anni orsono, in perfetto accordo con la bassa intensità di questo anomalo ciclo solare.
Indipendentemente da come procede il clima globale infatti, la ricetta proposta è sempre la stessa: ridurre
l’emissione di ‘GAS SERRA’, ossia dei gas di origine antropica che aumenterebbero il mantenimento del calore di origine solare sul pianeta.
Dobbiamo osservare come, sull’impatto di questi gas, il dibattito scientifico sia ancora in
corso. Non è certa infatti la correlazione tra attività antropica ed aumento delle temperature, tant’è che il paventato aumento delle stesse non è avvenuto se non in
alcune parti molto definibili del globo.
Noi
‘complottisti’ possiamo osservare, dal nostro privilegiato punto di
vista, che parlare di cambiamenti
climatici senza considerare la quotidiana e planetaria azione di
dispersione in atmosfera di tonnellate di nano particolato in tutto il
pianeta (scie chimiche) per poi irradiarlo con
potentissimi sistemi di emissione di radioonde del tipo HAARP è come parlare di uno ZOO senza menzionare l’ELEFANTE, l’animale più grosso che ci sia!
Possiamo quindi arguire che le operazioni di propaganda mediatica sui cambi climatici servano per
scopi strategici e politici. Lo spauracchio
dell’aumento del livello dei mari (strombazzato da ormai vent’anni e mai
accaduto!) viene utilizzato evidentemente per
contenere lo sviluppo industriale e per ruralizzare intere zone del pianeta che si erano avviate verso un futuro industriale, Italia ovviamente compresa.
Assistiamo ad una fase di sottosviluppo
forzato, pilotato dalla crisi finanziaria (di
origine indotta e verticistica) e dalle leggi che seguiranno lo
spauracchio dei ‘cambi climatici’ come la famigerata ‘carbon
tax’.
Buon sottosviluppo a tutti, quindi. Impariamo a coltivare l’orto sempre che qualcosa, nei nostri terreni
impestati dall’alluminio, cresca ancora.
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