martedì 1 aprile 2014

Una denuncia inevitabile

Una denuncia inevitabile

La Duma di Stato ha denunciato quattro accordi russo-ucraini riguardanti la flotta russa nel Mar Nero. La legge in materia, avviata dal presidente russo Vladimir Putin, è stata adottata dalla camera bassa (la Duma) il 31 marzo.

Il progetto di Legge “Sulla risoluzione dei contratti riguardanti la flotta della federazione russa nel Mar Nero sul territorio ucraino” è stata approvata dai deputati all’unanimità.

In realtà questo documento consacra giuridicamente ciò che è evidente e che è alla luce degli ultimi avvenimenti.

Dopo l’annessione della Crimea alla Russia, non è più necessario noleggiare unità della flotta russa del Mar Nero in territorio ucraino fino al 2042, come è previsto dagli accordi.

La denuncia attesta che ormai Mosca non ha più alcun motivo di concedere sconti a Kiev sul gas, dato che l’affitto delle unità della flotta influenza direttamente il costo del carburante.

Secondo Evgenij Fedorov, membro della Commissione Bilancio e Imposte:
Le forze armate russe si muovono in modo regolare nel territorio della Crimea e a Sebastopoli con unità militari ordinarie o, in questo caso, con basi navali e sono normalmente in servizio come unità nella regione di Leningrado ed in Estremo Oriente.
Più concretamente, la legge interrompe gli accordi relativi agli anni 1997-2010 sui parametri della suddivisione della flotta del Mar Nero, sul suo status e sulle circostanze della sua permanenza in Ucraina e nelle aree dei reciproci insediamenti.

Si è verificata una denuncia totalmente conforme alla Convenzione di Vienna sul diritto degli accordi internazionali del 1969. Il Capo della confederazione CSI – Comunità degli Stati indipendenti, dell’integrazione eurasiatica e dei rapporti coi connazionali, Leonid Sluckij ha così commentato:
D’ora in poi lo status e le circostanze della permanenza della flotta del Mar nero a Sebastopoli sarà regolamentato in campo costituzionale dalla Russia.
La decisione consolidata da parte dei parlamentari è storica.

L’esperto politico Vladimir Slatinov non è sicuro che la decisione della Duma, al di fuori della Russia, verrà accettata incondizionatamente:
La Crimea e Sebastopoli sono entrati a far parte della Russia, e la condizione base per gli accordi non sussiste più, dato che non vi è più l’obiettivo stesso degli accordi.
Pertanto Mosca non ha più impegni per il noleggio nei rispettivi territori e di pagare per loro. In questo senso, la logica russa è assolutamente organica e naturale.
D’altra parte, non sarà accettata dall’Ucraina e da una parte della comunità internazionale, che considera illegittima l’annessione della Crimea alla Russia. E ciò è causa di preoccupazione per quei paesi, dal momento che la Russia in questa storia si sta comportando con fermezza, pronta ad andare fino in fondo.

Il Consiglio della Federazione Russa ha espresso la propria disponibilità a prendere in considerazione la denuncia degli accordi russo-ucraini sulla Flotta del mar Nero, e, in altre parole, di approvare la decisione della Duma di Stato, in una riunione straordinaria fissata per il 1 aprile
 


Ilja Kharlamov


fonte: http://italian.ruvr.ru/2014_04_01/Una-denuncia-inevitabile-4573/ 

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