Per il cittadino medio che appena si informa , legge qualche
quotidiano, vede la TV e legge ogni tanto qualche libro, si reca al
cinema o al teatro e scorre le cronache, risulta sempre più onnipresente
ed assillante l’attività di orientamento attuata dai media di
uniformarsi al “Pensiero Unico” prevalente, quello che è professato
dagli “intellettuali del sistema”, al quale si richiamano i tele
imbonitori, i registi di successo, i direttori dei quotidiani
prestigiosi, i commentatori più seguiti, i docenti universitari e gli
esperti “tuttologhi” chiamati ad ogni piè sospinto a discettare su
questo o quell’argomento.
Si tratta di quella ideologia progressista, moderna, al passo con i
tempi che ha eliminato i vecchi tabù una volta presenti e li ha
sostituiti con altri concetti più moderni, avanzati e di rilevanza
sociale.
Viviamo in un mondo aperto e globalizzato e non si può certo rimanere
ancorati al proprio paese, alla propria realtà locale ed alla cultura
del posto (ci dicono) ma bisogna aprirsi mentalmente ai nuovi concetti
che arrivano da fuori, non si sa bene da dove ma quasi sempre
dall’”Amerika”, dalle “democrazie avanzate” e dagli esperti di etica,
dai grandi sociologhi e dai “maitre a penser” d’oltralpe, questo è
quanto predica l’ideologia mondialista (1).
Il cittadino che pensa e vorrebbe farlo con un proprio metro di giudizio
che gli deriva dalla sua estrazione e dalla sua cultura, si sente
invischiato, avviluppato in questa nuova ideologia che inibisce
qualsiasi pensiero ribelle che lo vuole omologare ai concetti prevalenti
a prescindere da qualsiasi obiezione.
Si vive un epoca dove sono cadute le vecchi ideologie, dopo la caduta
del muro di Berlino il comunismo ha perso la sua attrattiva, il fascismo
era considerato al di fuori del “politicamente corretto “già da prima,
il socialismo non è più definibile poiché svuotato di ogni significato,
l’anarchia rimane professata da pochi, la religione rimane ancora per
molti un punto di riferimento ma anche in questa si notano questi
cambiamenti e molti concetti della dottrina cristiana sono stati
svuotati del loro contenuto ed adattati nelle consuetudini della visione
di massa.
Trionfa invece come ideologia diffusa e professata il liberalismo o
meglio ancora la concezione neo liberale che risulta quella trionfante,
basata sul dogma del libero mercato. Tutti i personaggi pubblici si
proclamano liberali o quanto meno a favore del libero mercato e guai a
contraddirli, si passa per retrogradi o nostalgici del veterocomunismo.
Il mercato è una specie di entità superiore la cui mano invisibile
corregge le deviazioni ed asperità dei provvedimenti economici, i
mercati finanziari in particolare sono talmente onnipotenti da
determinare da soli l’orientamento generale delle economie, il livello
dei prezzi, la competitività e l’andamento dei profitti per le grandi
imprese.
Se ci chiediamo in che cosa consiste il pensiero unico dobbiamo
considerare che questo è in concreto la trasposizione in termini
ideologici che si pretendono universali, degli interessi di un insieme
di entità economiche e specialmente di quelle del grande capitale
finanziario sovranazionale.
Le sue principali fonti si trovano nelle grandi istituzioni
internazionali come l’ONU e organismi collegati come l’UNESCO, UNHCR,
FAO, ecc., l’Organizzazione per la cooperazione e sviluppo economico
(OCSE), il Fondo Monetario Internazionale (FMI), la Banca Mondiale,
l’organizzazione per il commercio mondiale (WTO), la Commissione
Europea, il sistema (cartello) delle banche centrali, tutti organismi
che finanziano ONG, centri di ricerca, università e fondazioni chiamati a
sviluppare le idee e le iniziative tutte collegate al pensiero unico ed
all’ideologia mondialista propria di queste organizzazioni.
I concetti di questo pensiero unico e dell’ideologia mondialista vengono
diffusi attraverso tutti i principali media ed in particolare quelli
anglosassoni di informazione economica come l’Economist, il Financial
Times, il Wall Street Journal, agenzie come Reuters, CNN, ecc. Tutti
concetti ripresi dalla stampa nazionale ed europea e fedelmente fatti
propri dagli opinionisti di Repubblica, del Corriere della sera, della
Stampa, ecc. dalle principali reti televisive, tutti media di proprietà
dei principali gruppi industriali e finanziari.
Il fondamento del pensiero unico, oltre all’ideologia liberale e neo
liberista, è il concetto del primato dell’economia sulla politica, di
conseguenza dell’importanza del giudizio dei mercati prima di qualsiasi
altro. Una politica fatta da un governo può essere positiva se incontra
il favorevole giudizio dei mercati e negativa se invece viene giudicata
non conforme e incontra lo sfavore di questi che si manifesta il più
delle volte con un declassamento delle onnipotenti agenzie di rating che
sono tutte consociate con le principali banche d’affari (guarda caso).
Il verbo principale del pensiero unico è quello che predica la necessità
di adeguarsi al mercato da parte di tutti: i governi devono adeguare la
loro politica economica ai mercati, i lavoratori devono adeguare i loro
contratti, salari e condizioni di lavoro al mercato (del lavoro), le
imprese devono adeguare la loro produzione al mercato, per essere
competitive, il mercato a sua volta è dominato dal libero scambio
illimitato (come fattore di progresso) e questo si basa sull’abolizione
delle frontiere, sulla globalizzazione dell’economia, libera
circolazione dei capitali e sull’omologazione delle condizioni di lavoro
e dei diritti.
Si predica il concetto del sempre meno stato e più mercato come
toccasana di tutti i mali, la privatizzazione dei servizi, l’efficienza
in un sistema dove ciascuno sia responsabile del proprio benessere.,
quale retaggio della mentalità calvinista anglosassone.
Questi concetti sono ripetuti ossessivamente da tutti gli organi di
informazione e dai politici senza distinzione fra destra e sinistra e
questo conferisce una tale forza di intimidazione da soffocare qualsiasi
tentativo di dissidenza o di riflessione libera. Il pensiero Unico
sinteticamente questo, in ambito economico, ed è impossibile
resistergli.
Si è portati quasi a pensare, in ambito europeo, che i circa 19 milioni
di disoccupati in Europa, il disastro urbano, la precarizzazione
generale del lavoro, la corruzione delle classi politiche, le tensioni
nelle grandi periferie delle grandi aree urbane, il saccheggio
dell’ambiente e l’inquinamento, il ritorno dei razzismi, degli
integralismi religiosi, la marea degli esclusi, tutto questo non sia che
un miraggio, una allucinazione in grave discordanza con questo che
dovrebbe essere il migliore dei mondi edificato in base ai precetti del
Pensiero unico e della globalizzazione. Qualche cosa non quadra e le
persone più avvedute iniziano a porsi delle domande. Non troppe però
poiché il sistema inizia ad attrezzare riservatamente una onnipresente
“polizia del pensiero” che avrà sempre di più il compito di controllarci
e di sanzionare eventuali scostamenti eccessivi dal pensiero unico
dominante, chi non si adegua rischia in proprio.
Nota – 1)-
“Il termine mondialismo si riferisce ad una concezione
politico-culturale di cui si fanno portatori e diffusori potenti gruppi
tecnocratico-plutocratici occulti o, quanto meno, defilati, non esposti
alle luci dei riflettori -cioè dei mass-media sapientemente manovrati-
che illuminano la grande ribalta politica internazionale. Costoro
operano tramite istituzioni parimenti occulte o, se si preferisce,
semi-pubbliche (Trilateral Commission, Bilderberg Group, Council on
Foreign Relations, Pilgrims Society, sistema bancario internazionale,
ecc.), con l’obiettivo di giungere alla realizzazione di un progetto che
prevede l’instaurazione di un unico Governo Mondiale, depositario del
potere economico, politico, culturale e religioso”. (Definizione di
Maurizio Lattanzio)
Luciano Lago
fonte: http://www.controinformazione.info/lonnipresenza-del-pensiero-unico/

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