
© Collage: «La Voce della Russia»
Il separatismo è una nuova peste dell’Unione Europea. Sotto questo titolo il portale-Internet sulla vita dell’Ue “EU-Infothek” che esce in Austria, riporta una rassegna dedicata al problema del separatismo.
Tra le regioni con le tendenze al separatismo il
professore annovera sia le formazioni politiche già note, che quelle
nuove, innanzitutto la Crimea con il suo referendum sull’indipendenza.
La
popolazione etnicamente russa della Penisola di Crimea del Mare Nero,
che, secondo la propaganda ufficiale russa si sarebbe trovata di fronte
alla minaccia di invasione dei fascisti e radicali, non ha voluto più
avere a che fare con l’Ucraina e ha votato il 16 Marzo a favore
dell’ingresso nella compagine della Russia, - scrive il professore Muzik
con un’intonazione ironica. Mediante il referendum non riconosciuto
dall’Occidente è stata legalizzata la brutale annessione della
repubblica autonoma ucraina da parte della Federazione Russa.
La
questione che s’impone in modo particolare è stata formulata da uno
degli autori dei commenti a
questo articolo. Qual è stato il criterio
seguito per la definizione “brutale annessione”,- si chiede il lettore.
Anche noi ci facciamo la stessa domanda. È chiaro che non è il caso di
attendere una risposta: l’immagine degli abitanti della Crimea che hanno
votato a favore del referendum presumibilmente sotto la minaccia dei
mitra e degli intelligenti manifestanti di Piazza Maidan che vediamo sui
mass-media occidentali è diventata quasi antologica. Mitra in mano ai
rivoluzionari, occupazione di edifici, pogrom ed atti di violenza, lo
slogan “Uccidere i moskali!” – tutto ciò non conta!
Un’altra
questione riguarda l’Abhasia e l’Ossezia del Sud. Secondo le
espressioni che usa il portale-Internet, le ha staccate dalla Georgia il
padrone del Cremlino. Anche in questo caso è inutile ricordare che è
stata propria la Georgia ad avere scatenato l’aggressione contro
l’Ossezia del Sud nell’agosto 2008, quando perivano sia pacificatori
russi che abitanti civili locali. Ma la questione principale che si
vorrebbe fare al professore riguarda l’affermazione che l’esempio della
Crimea può essere seguito anche da altri paesi europei.
Nella
tendenza ad ignorare i diritti degli abitanti della Crimea sta la causa
principale della turbolenza politica in una serie di paesi europei, -
ritiene Vladislav Belov, capo del dipartimento paesi e regini presso
l’Istituto di studi sull’Europa:
È pericoloso quando la politica interna ed estera viene fatta in modo formale, sotto la copertura di norme giuridiche internazionali, siano anche giuste! È giunto il momento di riflettere sulla questione in quale misura considerano i politici le preoccupazioni dei cittadini comuni nei territori concreti? È, se volete, la principale sfida interna la quale, come lo vediamo sull’esempio dell’Ucraina e di altri paesi, sta diventando anche un problema di interesse internazionale.
Della carenza di democrazia all’interno dell’Ue parla anche lo studioso-giurisperito tedesco Jürgen Rüttgers.
Chi è l’artefice della riservatezza e della scissione?,- si è chiesto lo studioso in una sua intervista a Radio. Non lo sono i popoli dell’Europa. La responsabilità per la diplomazia riservata in seno all’Ue ricade sul Consiglio dei capi di Stato e di governo. Le sue riunioni ricordano i congressi medioevali dei monarchi. Al posto della promozione della democrazia in Europa il Consiglio si sta occupando di ricercare compromessi, di concludere affari politici, di ritardare decisioni.
Insomma, non è il caso di parlare di
un’epidemia di peste di separatismo in Crimea! Le sue ulcere in Europa
sono di gran lunga più vecchie!
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