venerdì 4 aprile 2014

Una nuova peste o le vecchie ulcere?

Una nuova peste o le vecchie ulcere?

Il separatismo è una nuova peste dell’Unione Europea. Sotto questo titolo il portale-Internet sulla vita dell’Ue “EU-Infothek” che esce in Austria, riporta una rassegna dedicata al problema del separatismo.

Tra le regioni con le tendenze al separatismo il professore annovera sia le formazioni politiche già note, che quelle nuove, innanzitutto la Crimea con il suo referendum sull’indipendenza.

La popolazione etnicamente russa della Penisola di Crimea del Mare Nero, che, secondo la propaganda ufficiale russa si sarebbe trovata di fronte alla minaccia di invasione dei fascisti e radicali, non ha voluto più avere a che fare con l’Ucraina e ha votato il 16 Marzo a favore dell’ingresso nella compagine della Russia, - scrive il professore Muzik con un’intonazione ironica. Mediante il referendum non riconosciuto dall’Occidente è stata legalizzata la brutale annessione della repubblica autonoma ucraina da parte della Federazione Russa.

La questione che s’impone in modo particolare è stata formulata da uno degli autori dei commenti a 
questo articolo. Qual è stato il criterio seguito per la definizione “brutale annessione”,- si chiede il lettore. Anche noi ci facciamo la stessa domanda. È chiaro che non è il caso di attendere una risposta: l’immagine degli abitanti della Crimea che hanno votato a favore del referendum presumibilmente sotto la minaccia dei mitra e degli intelligenti manifestanti di Piazza Maidan che vediamo sui mass-media occidentali è diventata quasi antologica. Mitra in mano ai rivoluzionari, occupazione di edifici, pogrom ed atti di violenza, lo slogan “Uccidere i moskali!” – tutto ciò non conta!

Un’altra questione riguarda l’Abhasia e l’Ossezia del Sud. Secondo le espressioni che usa il portale-Internet, le ha staccate dalla Georgia il padrone del Cremlino. Anche in questo caso è inutile ricordare che è stata propria la Georgia ad avere scatenato l’aggressione contro l’Ossezia del Sud nell’agosto 2008, quando perivano sia pacificatori russi che abitanti civili locali. Ma la questione principale che si vorrebbe fare al professore riguarda l’affermazione che l’esempio della Crimea può essere seguito anche da altri paesi europei.

Nella tendenza ad ignorare i diritti degli abitanti della Crimea sta la causa principale della turbolenza politica in una serie di paesi europei, - ritiene Vladislav Belov, capo del dipartimento paesi e regini presso l’Istituto di studi sull’Europa:
È pericoloso quando la politica interna ed estera viene fatta in modo formale, sotto la copertura di norme giuridiche internazionali, siano anche giuste! È giunto il momento di riflettere sulla questione in quale misura considerano i politici le preoccupazioni dei cittadini comuni nei territori concreti? È, se volete, la principale sfida interna la quale, come lo vediamo sull’esempio dell’Ucraina e di altri paesi, sta diventando anche un problema di interesse internazionale.
Della carenza di democrazia all’interno dell’Ue parla anche lo studioso-giurisperito tedesco Jürgen Rüttgers.
Chi è l’artefice della riservatezza e della scissione?,- si è chiesto lo studioso in una sua intervista a Radio. Non lo sono i popoli dell’Europa. La responsabilità per la diplomazia riservata in seno all’Ue ricade sul Consiglio dei capi di Stato e di governo. Le sue riunioni ricordano i congressi medioevali dei monarchi. Al posto della promozione della democrazia in Europa il Consiglio si sta occupando di ricercare compromessi, di concludere affari politici, di ritardare decisioni.
Insomma, non è il caso di parlare di un’epidemia di peste di separatismo in Crimea! Le sue ulcere in Europa sono di gran lunga più vecchie!
 

Oleg Severghin


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