Nello stesso momento in cui una squadra di Navy Seal
scendeva sul complesso di Abbottabad che ospitava il presunto Usama bin
Ladin, il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti citava in
giudizio la Deutsche Bank. Bin Ladin era un discepolo del capo
dei Fratelli musulmani Abdullah Azam. Abbottabad prende il nome
dall’ufficiale inglese Sir James Abbott. Nella causa civile presentata
alla corte federale di Manhattan, il procuratore Preet Bharara indagava
su danni e le perdite per l’emissione di mutui della Deutsche Bank
sostenuti dai contribuenti statunitensi tramite l’HUD. Seconda banca
del mondo, in maggioranza proprietà della dinastia Warburg che finanziò
Hitler, deve anche rispondere del suo ruolo nell’11 settembre.
La Deutsche Bank a corto
Giorni dopo l’11 settembre, il presidente della SEC di Bush, Harvey Pitt, poi costretto a dimettersi per la sua patetica risposta a una serie di scandali societari, apparve alla CNN per rivelare i volumi insolitamente pesanti di vendite allo scoperto di azioni di compagnie aeree e assicurazioni della settimana precedente l’11 settembre. Pitt promise di seguire tali traffici, ipotizzando che al-Qaida potesse esserne coinvolta. Fu l’ultima volta che qualcuno dell’amministrazione Bush ne parlò. Secondo l’Istituto Politico Internazionale di Herzliyah, un’organizzazione anti-terrorismo israeliana, il responsabile del giro di tali titoli era Deutsche Bank Alex Brown. Un articolo su Barons corrobora questo fatto. American e United Airlines, e i giganti delle assicurazioni statunitensi che coprivano il WTC, Munich RE, Swiss RE e la francese Axa, furono specificamente presi di mira. Il 10 settembre, il giorno prima degli attacchi, i rapporti put/call di questi titoli fu senza precedenti.
Giorni dopo l’11 settembre, il presidente della SEC di Bush, Harvey Pitt, poi costretto a dimettersi per la sua patetica risposta a una serie di scandali societari, apparve alla CNN per rivelare i volumi insolitamente pesanti di vendite allo scoperto di azioni di compagnie aeree e assicurazioni della settimana precedente l’11 settembre. Pitt promise di seguire tali traffici, ipotizzando che al-Qaida potesse esserne coinvolta. Fu l’ultima volta che qualcuno dell’amministrazione Bush ne parlò. Secondo l’Istituto Politico Internazionale di Herzliyah, un’organizzazione anti-terrorismo israeliana, il responsabile del giro di tali titoli era Deutsche Bank Alex Brown. Un articolo su Barons corrobora questo fatto. American e United Airlines, e i giganti delle assicurazioni statunitensi che coprivano il WTC, Munich RE, Swiss RE e la francese Axa, furono specificamente presi di mira. Il 10 settembre, il giorno prima degli attacchi, i rapporti put/call di questi titoli fu senza precedenti.
Un put è un’opzione futura che
scommette sul declino del titolo, mentre una call è l’opzione futura che
scommette sull’ascesa del titolo. Il 10 settembre 2001 presso il Chicago Board Options Exchange c’erano 4516 put su American Airlines e solo 748 call. United Airlines fu
presa di mira con 4744 put in contrapposizione a 396 call. I dati sulle
compagnie di assicurazione erano egualmente sbilanciati. Il maggiore
trader di opzioni fu Deutsche Bank Alex Brown, ramo commerciale
statunitense di Deutsche Bank, tradizionale cassaforte delle ricchezze
delle Otto famiglie e maggiore azionista bancario dei Quattro cavalieri,
divenuta prima banca del mondo con 882 miliardi di dollari di attività.
Nel 2001 il senatore Carl Levin (D-MI) del comitato bancario, indicò la
Banker’s Trust quale attore importante nel riciclaggio di
narcodollari.
Il 28 agosto, appena due settimane prima dell’11
settembre, il dirigente di Deutsche Bank Kevin Ingram fu
dichiarato colpevole di riciclaggio dei proventi dell’eroina e
dell’organizzazione della vendita di armi statunitensi in Pakistan e
Afghanistan. Il 15 giugno 2001 un articolo del New York Post
disse che Usama bin Ladin ne era il probabile acquirente. Ingram è un
caro amico del segretario al Tesoro di Clinton e insider di Goldman Sachs Robert Rubin, ultimamente membro della direzione di Citigroup. Ingram aveva lavorato per Goldman Sachs e Lehman Brothers. Banker’s Trust acquistò la crescente banca d’investimento Alex Brown nel 1997, prima che si fondessero con Deutsche Bank. Alex Brown prende il nome dal fondatore AB “Buzzy” Krongard, che ne fu presidente fino all’acquisto nel 1997 dalla Banker’s Trust. Krongard poi divenne il 3° uomo della CIA.
Il 15 settembre, quattro giorni dopo l’11/9, il New York Times riferì che il presidente di Deutsche Bank Global Private Banking,
Mayo Shattuck III, si era improvvisamente dimesso. Muhammad Atta e
altri due presunti dirottatori avevano i conti presso la sede della Deutsche Bank di Amburgo. Vi furono segnalazioni secondo cui la famiglia bin Ladin aveva appena comprato una grande quota di Deutsche Bank, con l’aiuto del consulente finanziario della Carlyle Group George Bush Sr. I bin Ladin investirono 2 milioni di dollari nel Carlyle Group. Avevano anche grosse partecipazioni in Microsoft e Boeing, ed ampi rapporti d’affari con Citigroup, GE, Merrill Lynch, Goldman Sachs e Fremont Group, recentemente scorporata dalla Bechtel.
A 20 giorni dall’11 settembre, Deutsche Bank
allontanò, silenziandolo efficacemente, l’inquirente della SEC Richard
Walker, il cui compito principale era approfondire il misterioso giro
dei titoli di compagnie aeree e assicurazione prima dell’11 settembre. Deutsche era collegata alla LJM dell’Enron e al partenariato Chewco. Enron
assunse funzionari della SEC, mentre reclutava parecchio personale
della CIA per le sue operazioni di sicurezza globali. Alcuni ipotizzano
che il vasto pool monetario che scomparve nell’abisso Enron fosse un
fondo nero per il breve sciacallaggio sull’11 settembre, o anche per
l’operazione stessa.
I Quattro cavalieri, ora proprietari di maggioranza della Deutsche Bank via Banker’s Trust, ebbero la desiderata presenza militare statunitense in Asia Centrale per gentile concessione dell’11 settembre. Con l’occupazione dell’Afghanistan e nuove basi USA che dilagavano in Asia centrale, il premio petrolifero sul Mar Caspio divenne lo sport delle guardie finanziate dai contribuenti statunitensi. Il direttore di BP Amoco, Zbigniew Brzezinski, nel suo libro del 1997 La Grande Scacchiera… definisce l’Asia centrale la chiave del potere globale e individuò l’Uzbekistan come nazione chiave nell’Asia centrale.
Una volta che gli
Stati Uniti iniziarono a bombardare l’Afghanistan con il pretesto di
prendere bin Ladin, nessun Paese ricevette più visite dai funzionari
degli Stati Uniti dell’Uzbekistan, governato da ex-comunisti e il cui
governo fu “ammorbidito” da anni di destabilizzazione CIA/al-Qaida.
Tutto ciò venne fermato all’improvviso con l’11 settembre. Gli Stati
Uniti installarono una base militare in Uzbekistan così come in
Pakistan, Kirghizistan e Tagikistan. Nel gennaio 2002, dopo che il
governo dell’ex-negoziatore Unocal Hamid Kharzai fu installato a Kabul,
l’esecutivo di Unocal Zalmay Khalilzad fu nominato inviato di Bush in
Afghanistan.[1]
Il primo punto all’ordine del giorno Karzai/Khalilzad
era far rivivere lo sforzo di Centgas di Unocal per
costruire il gasdotto dei Quattro cavalieri da Dauletabad, Turkmenistan,
attraverso l’Afghanistan al porto di Karachi sull’Oceano Indiano, dove
era prevista una base navale degli Stati Uniti sul terreno in precedenza
ceduto al sultano dell’Oman. Nel 2005 Chevron acquistò Unocal.
I 400 miliardi di dollari annuali di narcotraffico mondiale, importante
motore economico delle Otto famiglie, balzò dopo l’11 settembre, quando
i taliban posero un giro di vite sulla produzione di oppio, nel 1999.
Una mossa che contribuì a suggellare il loro destino. Un articolo del 21
novembre 2001 sul London Independent s’intitolava “coltivatori di oppio, rallegratevi della sconfitta dei taliban“. Il 25 novembre l’Independent ebbe un altro pezzo intitolato “I signori della guerra vittoriosi apriranno le cateratte dell’oppio“.
L’articolo descrive come i signori della guerra alleati degli USA, dopo
la disfatta dei taliban, incoraggiarono i contadini afghani a piantare
“più oppio possibile”. Asia Times Online riferì che gli Stati
Uniti liberarono dal carcere il signore della droga Ayub Afridi per
organizzare una squadra della CIA da 200000 dollari/anno, assumendo
teppisti afghani che riavviarono la produzione di oppio. Il loro piano
sembra aver funzionato.
Il 4 gennaio 2002 il Christian Science Monitor
riportava l’esplosione nel sud della Florida del traffico di eroina e
cocaina che non si vedeva dall’apogeo dei contra/mujahadin degli anni
’80. Fu una coincidenza che le forze militari colombiani e i loro capi
oligarchici, che gestiscono il narcotraffico nel Paese, lanciassero una
grande offensiva contro le FARC nel febbraio 2002? Utilizzarono anche
loro la copertura della guerra per inviare cocaina nel sud della
Florida? Nel 2005 la produzione di oppio afgano era esplosa.
Come lo studioso e dirigente del Forum Tiers Monde in Senegal, Samir Amin, dichiarò,
“… non possiamo fare a meno di notare che gli eventi dell’11 settembre si sono verificati proprio nel momento giusto permettendo agli Stati Uniti d’installarsi nell’Asia centrale ricca di petrolio, una regione che consente per l’ennesima volta la viziosa geo-strategia occidentale per circondare Russia, Cina e India. Obiettivo strategico apertamente proclamato dagli Stati Uniti da oltre dieci anni. Sadam Husayn fu la giustificazione per le permanenti installazioni militari statunitensi nel Golfo. Usama bin Ladin poté esserlo per la politica degli Stati Uniti in Asia centrale. Non si può escludere l’ipotesi che la CIA e il suo fedele alleato Mossad possano esservi coinvolti in qualche modo“.[2]
I sospetti di Amin sono confermati da rapporti su internet secondo cui
20000 sacchi per cadaveri furono improvvisamente consegnati dal
dipartimento della Difesa a camp Floyd Benet nel Queens, tre settimane
prima l’11 settembre. Un militare dell’US Navy di stanza su una
portaerei, telefonò alla famiglia prima dell’11 settembre, per
avvertirli che “qualcosa di grosso” sarebbe accaduto in una grande città
degli Stati Uniti. Disse anche alla famiglia che la sua nave fu
dirottata dalla precedente missione dirigendosi verso la costa
orientale degli Stati Uniti, preparandosi a tale evento.[3]
Seguire il denaro del Carlyle Group
Usama bin Ladin ebbe sostegno finanziario dal defunto sceicco miliardario saudita Qalid bin Mahfuz. Bin Mahfuz era rappresentato negli Stati Uniti dallo studio legale Akin, Gump, Strauss, Hauer & Feld di Washington DC, la stessa società che rappresentava la Fratellanza musulmana della Casa dei Saud e il più grande ente islamico caritativo, la Fondazione mondiale per lo sviluppo e il soccorso in Terra Santa. Akin – Gump difese bin Mahfuz, partner di Chevron Texaco in Asia centrale, quando esplose lo scandalo della BCCI. Akin, Gump e partner sono amici intimi del presidente George W. Bush. [4] Un audit del governo nel 1999 rilevava che la saudita National Commercial Bank di bin Mahfuz aveva trasferito quell’anno oltre 3 milioni di dollari ad Usama bin Ladin tramite enti di beneficenza. [5]
Usama bin Ladin ebbe sostegno finanziario dal defunto sceicco miliardario saudita Qalid bin Mahfuz. Bin Mahfuz era rappresentato negli Stati Uniti dallo studio legale Akin, Gump, Strauss, Hauer & Feld di Washington DC, la stessa società che rappresentava la Fratellanza musulmana della Casa dei Saud e il più grande ente islamico caritativo, la Fondazione mondiale per lo sviluppo e il soccorso in Terra Santa. Akin – Gump difese bin Mahfuz, partner di Chevron Texaco in Asia centrale, quando esplose lo scandalo della BCCI. Akin, Gump e partner sono amici intimi del presidente George W. Bush. [4] Un audit del governo nel 1999 rilevava che la saudita National Commercial Bank di bin Mahfuz aveva trasferito quell’anno oltre 3 milioni di dollari ad Usama bin Ladin tramite enti di beneficenza. [5]
Bin Mahfouz non poteva
essere accusato di slealtà alla famiglia, dato che era cognato di Usama.
Il fratello di bin Ladin, Salim, fu uno stretto socio in affari
dell’agente della CIA James Bath, la cui Skycraft Airways
affittava aerei a bin Mahfuz, quando lo sceicco riciclava i narcodollari
del Cartello di Medellin attraverso la filiale alle Cayman della BCCI,
assieme al capo dell’intelligence saudita Qamal Adham. Salim era anche
investitore dell’Harken Energy che George W. Bush e Dick Cheney avviarono come Arbusto Energy
con i 50000 dollari dati dal padre miliardario di Usama, Muhammad bin
Ladin. Salim e Muhammad sono morti in misteriosi incidenti aerei. Mentre
i due jumbo jet si schiantavano sul World Trade Center, l’11 settembre,
un altro dei fratelli di Usama, Shafiq bin Ladin, era alla conferenza
annuale degli investitori del Carlyle Group a Washington DC.
Uno dei
relatori alla conferenza DC sarebbe stato George Bush Sr., che ora
lavora come consulente finanziario del Mellon Carlyle Group,
presieduto da Frank Carlucci, segretario alla Difesa di Reagan e Bush e
che presiedeva il Consiglio di Sicurezza Nazionale a controllo familiare
di Reagan. Carlucci collaborò con i mafiosi, nel 1961, nell’assassinio
della CIA del primo ministro congolese Patrice Lumumba. Fu compagno di
stanza a Yale del segretario alla Difesa di Bush Jr. Donald Rumsfeld.
Incontrò a Yale James Baker e George Bush Sr., membro della Skull & Bones, anche conosciuta come Confraternita della Morte e l’Ordine, nome condiviso dagli antichi terroristi afghani Roshaniya. Il Carlyle Group
fu fondata dall’assistente di Carter David Rubenstein, nel 1987.
È un
fondo private equity specializzato nel riciclaggio dei petrodollari
degli sceicchi del Golfo Persico, ritornati nelle banche e società delle
Otto famiglie. Fino al novembre 2001 Carlyle fu consulente finanziario del più ricco magnate delle costruzioni in Arabia Saudita, lo sceicco Muhammad bin Ladin. Attraverso Carlyle, lo sceicco bin Ladin fece grandi investimenti nella Citigroup, nel colosso bancario olandese ABN Amro, Nortel, Motorola e GE. Più significativamente, vi furono segnalazioni secondo cui la famiglia bin Ladin lavorasse attraverso Carlyle Group ad acquisire una grande quota della Deutsche Bank, il cui ex-presidente JH Binford Peay siede nel CdA di Carlyle con George Bush Sr. e James Baker.[6]
L’azienda legale della famiglia Baker, Baker Botts, ha uffici a Riyadh. L’ex partner di Robert Jordan, che difese George W. nello scandalo Harken Energy, divenne l’ambasciatore di Bush in Arabia Saudita. Baker Botts rappresentò BP Amoco in Asia centrale e fu consulente legale di Carlyle Group.
I Baker da generazioni sono gli uomini di paglia dei Rockefeller. Il
presidente Bush Sr. una volta intervenne a nome dei monarchi sauditi,
che avrebbe poi consigliato nel Carlyle, in una causa legale
dei cittadini statunitensi contro re Fahd e la polizia saudita per
l’accusa di torture, poco dopo l’11 settembre. Bush Sr. incontrò il
principe ereditario saudita Abdullah a Riyadh, mentre James Baker si unì
a un gruppo di banchieri internazionali al Lanesborough Hotel di Londra. Baker Botts rappresentava la famiglia reale saudita nella causa intentatela contro dalle famiglie delle vittime dell’11 settembre.[7]
Bush, Baker e Peay di Deutsche Bank s’incontrarono nel CdA di Carlyle con l’ex primo ministro inglese John Major, l’ex-presidente della SEC Arthur Levitt, il direttore del budget di Reagan Richard Darman e l’ex-presidente del Joint Chiefs of Staff generale John Shalikashvili. L’ex-presidente filippino Fidel Ramos, capo dell’intelligence del regime di Marcos, un ex-primo ministro thailandese, l’ex primo ministro sudcoreano Park Tae Joon e il direttore dell’Abu Dhabi Investment Authority on Asia, contaminata dalla BCCI, fanno parte dell’Advisory Board del Carlyle.[8] Carlyle acquistò la società immobiliare Coldwell Banker dalla Sears nel 1989 e la vendette al Fremont Group della Bechtel. Carlyle acquistò anche Caterair, il principale servizio di ristorazione delle linee aeree del mondo, dalla Marriott. Caterair aveva accesso senza precedenti alla flotta mondiale aerea commerciale. Il presidente George Bush Jr. diresse Caterair fino al 1994.
Poco dopo
essere divenuto governatore del Texas, la società fallì. La Carlyle
piombò a comprarne i resti ad un prezzo speciale. Bush supervisionò un
investimento da 10 milioni di dollari all’Università del Texas della
Carlyle, mentre era governatore. Carlyle detiene una grossa fetta della divisione aerospaziale di Ford e Harasco, produttore di veicoli militari. Carlyle è l’11.mo maggiore appaltatore della difesa degli Stati Uniti. Per il 20% è della Mellon Bank ed è controllata dal potente Blackstone Group, che si rimpinzò a buon mercato delle carcasse saccheggiate delle casse depositi e prestiti vendute con la Resolution Trust Corporation da Bush padre. Blackstone, potenza finanziaria controllata dai Rothschild e il cui presidente Peter Fischer fu presidente del Council on Foreign Relations, possedeva anche Bioport,
l’unico produttore di vaccini contro l’antrace negli Stati Uniti.
Nell’ottobre 2001 i tabloid della Florida, i principali media e
congressisti iniziarono a ricevere letali pacchetti di antrace, più
tardi identificato nel ceppo “Ames”. I tabloid, tra cui Sun, National Enquirer e Weekly World News,
storicamente operano per la disinformazione e diversione della CIA.[9]
Il 12 ottobre gli scienziati del laboratorio veterinario dell’Iowa State University,
USDA, ad Ames, con la benedizione dell’FBI, incenerirono 100 fiale di
culture di antrace risalenti al 1928, distruggendo deliberatamente le
prove materiali per le indagini sull’antrace.[10] Il futuro di BioPort
sembrava brillante più che mai. Il suo principale azionista è Fuad
al-Hibri, ricco uomo d’affari saudita vicino alla famiglia bin Ladin.
Al-Hibri era manager per le fusioni e acquisizioni di Citigroup. Il Pakistan News Service riportò il 1 dicembre 2001 che numerosi documenti della BioPort furono trovati in covi di al-Qaida a Kabul. L’ammiraglio William Crowe, membro del CdA di Chevron Texaco
ed ex-membro del Joint Chiefs of Staff, acquisì una quota del 22% della
Bioport al prezzo molto speciale di 0 dollari.
La parte di Crowe nel
patto era promuovere il vaccino contro l’antrace della Bioport presso
l’esercito statunitense. Molti azionisti della BioPort facevano parte
dell’oligarchia inglese di Porton Down. Buon amico di Henry Kissinger,
Lord Jacob Rothschild sedeva nel consiglio consultivo internazionale di
Blackstone, proprietaria di Bioport. Il gigante farmaceutico tedesco Bayer, nato dal combine nazista IG Farben finanziato dalla Deutsche Bank, vide le vendite del suo antibiotico Cipromyacin
balzare del 1000% per effetto della paura dell’antrace, mentre i
cittadini statunitensi si precipitarono ad acquistare forniture per 60
giorni di vaccino contro l’antrace al prezzo di 700 dollari. La Bayer
era sull’orlo del fallimento prima dell’11 settembre.
Secondo Michael Davidson di From the Wilderness Publications, non meno di dodici microbiologi di fama mondiale morirono in circostanze misteriose dopo l’11 settembre. Il Dr. Don Wiley del Howard Hughes Medical Institute di Harvard fu trovato annegato nel fiume Mississippi, giorni dopo che la sua auto abbandonata venisse trovata sul ponte I-40 a Memphis, non lontano dall’arena Pyramid. Memphis prende il nome da un’antica capitale egizia, di grande importanza per la Fratellanza. Diversi importanti microbiologi russi e israeliani erano sul volo Air Sibir 1812, abbattuto da un missile ucraino andato fuori rotta per oltre 100 miglia, il 4 ottobre 2001. Molti altri microbiologi importanti erano su un volo Swiss Air che si schiantò mentre tentava di atterrare a Zurigo, il 24 novembre 2001.
A parte i miliardi guadagnati da Bioport,
Bayer e dall’industria farmaceutica controllata dai Rockefeller grazie
al panico pubblico indotto sull’antrace, Davidson vide in questa
misteriosa sfilza di scienziati morti, una trama più oscura per
scatenare un nuovo massiccio programma di spopolamento globale. Secondo
il Dott. Len Horowitz, l’antrace militare è disponibile quasi
esclusivamente presso l’American Type Culture Collection (ATCC) di Rockville, MD, guidata dal Dr. Joshua Lederberg. Lederberg è presidente della Rockefeller University.
Nel 1994 Don Riegle affermò al Congresso che l’ATCC aveva inviato 19
pacchetti di bacillo di antrace in Iraq, nel 1978-1988.[11]
Il crociato e gli spettri
Poco dopo l’11 settembre, il presidente Bush iniziò a usare la parola “crociata” nel malcelato tentativo di evocare le antiche Crociate, dove società segrete cristiane guidate dai cavalieri templari collaboravano con gli Assassini dei Fratelli musulmani per attaccare i musulmani nazionalisti saraceni. Il 26 settembre, due settimane dopo l’11 settembre, le United Defense Industries (UDI) del Carlyle Group firmarono un contratto da 66,5 milioni di dollari con il Pentagono per completare l’avanzato sistema di artiglieria Crusader. I titoli UDI salirono alle stelle. Il 14 dicembre Carlyle vendette le sue nuove azioni per 237 milioni dollari in un solo giorno. Il giorno prima il Congresso aveva approvato il bilancio della difesa di Bush, che finanziava il contratto UDI con l’esercito statunitense. [12] Nel maggio 2002, una volta che i proprietari Blackstone della Carlyle avevano incassato, il compagno di stanza a Yale di Carlucci, il segretario della Difesa Donald Rumsfeld annunciò la cancellazione del programma Crusader.
Poco dopo l’11 settembre, il presidente Bush iniziò a usare la parola “crociata” nel malcelato tentativo di evocare le antiche Crociate, dove società segrete cristiane guidate dai cavalieri templari collaboravano con gli Assassini dei Fratelli musulmani per attaccare i musulmani nazionalisti saraceni. Il 26 settembre, due settimane dopo l’11 settembre, le United Defense Industries (UDI) del Carlyle Group firmarono un contratto da 66,5 milioni di dollari con il Pentagono per completare l’avanzato sistema di artiglieria Crusader. I titoli UDI salirono alle stelle. Il 14 dicembre Carlyle vendette le sue nuove azioni per 237 milioni dollari in un solo giorno. Il giorno prima il Congresso aveva approvato il bilancio della difesa di Bush, che finanziava il contratto UDI con l’esercito statunitense. [12] Nel maggio 2002, una volta che i proprietari Blackstone della Carlyle avevano incassato, il compagno di stanza a Yale di Carlucci, il segretario della Difesa Donald Rumsfeld annunciò la cancellazione del programma Crusader.
La Carlyle è proprietaria del BDM federale
di McLean, VA, proprio lungo la strada per Langley. Gli uffici sauditi
del BDM sono anonimi. Il suo ruolo nel regno riguarda l’addestramento
dei militari sauditi nei sistemi d’armi made in USA e l’ammodernamento
della Guardia nazionale saudita. BDM ebbe un contratto da 50 milioni di
dollari per supervisionare l’aeronautica saudita nel 1995-1997. Ebbe un
contratto da 44,4 milioni di dollari per costruire alloggi presso la
base militare Qamis Mushayt. Parte dei sei statunitensi uccisi nel 1996
con un’autobomba in una base militare statunitense in Arabia Saudita,
erano impiegati della BDM.[13] Nel 2000 BDM ebbe un contratto da 65
milioni di dollari per mantenere la flotta di F-15 dell’aeronautica
saudita. Nel 1998 Carlyle vendette BDM a TRW, produttore leader
di satelliti spia della NSA, la cui sede si trova sulla giustamente
denominata Savage Road, a Ft. Meade, MD e le cui attività europee sono
dirette dal palazzo della IG Farben a Francoforte.
La NSA ha
collaborato con IBM negli anni ’70 nel progetto Lucifero, producendo una
macchina per cifratura delle dimensioni di un microchip.[14] Dalla
simbolica sede centrale a forma di piramide, a San Francisco, TRW è una
delle tre agenzie di informazioni statunitensi che raccolgono
continuamente informazioni su tutti gli statunitensi. Uno dei più
sofisticati satelliti della NSA si chiama Pyramider. Nel luglio 2002 Northrop Grumman acquistò TRW per 7,8 miliardi di dollari divenendo il secondo maggiore appaltatore della difesa statunitense dopo Lockheed Martin. Northrop vanta un fatturato annuo di 26 miliardi di dollari e ha 123000 dipendenti. TRW ha creato Vinnell Corporation,
ora al 26.mo anno di “modernizzazione” della Guardia Nazionale saudita
in collaborazione con l’esercito statunitense.
La Guardia saudita è
divisa in due unità. Una protegge il regno dalle minacce esterne. Le
altre guardie sorvegliano le installazioni petrolifere Aramco dei Quattro cavalieri, per proteggerle dal popolo saudita. Nel 1998 Vinnell
intascò un contratto da 831 milioni di dollari dalla Casa dei Saud. Un
primo contratto di tre anni da 163 milioni di dollari vede il cognato
del principe ereditario Abdullah come junior partner. Prima di venire in
Arabia Saudita, Vinnell fece centinaia di milioni di dollari
costruendo basi statunitensi durante la guerra del Vietnam, poi fece
ancora più soldi distruggendo quelle basi, quando le forze USA si
ritirarono. Un funzionario del Pentagono descrisse una volta Vinnell su Village Voice come “il nostro piccolo esercito mercenario“.
Altri tre enti spettrali operanti in Arabia Saudita sono O’Gara Servizi di protezione, Booz Allen Hamilton e Science Applications International Group
(SAIC). O’Gara fornisce la sicurezza alla Casa di Saud e agli altri
monarchi del Consiglio di Cooperazione del Golfo. La sicurezza della
Casa dei Saud comprende anche molti mercenari statunitensi. Booz Allen
di McLean, VA, ebbe un contratto di 5 anni e da 21,8 milioni dollari
per aggiornare la marina saudita nel 1995. Booz consiglia anche i
marines sauditi e gestisce la scuola ufficiali delle forze armate
saudite.[15] Nel 1990-1995 i sauditi spesero 62 miliardi di dollari in
armi statunitensi.
Alla fine del 2010 il Pentagono annunciò un accordo
da 60 miliardi di dollari per le armi ai sauditi, uno dei più grandi di
sempre. Secondo il Center for Public Integrity, Booz Allen iniziò a stipulare contratti sul programma Total Information Awareness della Defense Advanced Research Projects Agency
(DARPA), prima dell’11 settembre. Booz ebbe 13 contratti con la DARPA,
del valore di 23 milioni di dollari, superata solo dai 23 contratti
della DARPA da 27 milioni di dollari concessi a Lockheed Martin. L’ex
direttore della CIA e CEO della Dyncorp, James Woolsey, ora lavora per Booz Allen. Nel 2008 Carlyle Group acquistò la quota di maggioranza di Booz Allen
per 2,54 miliardi di dollari. SAIC ebbe due contratti dalla Casa dei
Saud, alla fine degli anni ’90, da 166 milioni di dollari, per fornire
veloci sistemi di comunicazione e comando alle Forze navali reali
saudite. SAIC addestra spesso personale saudita nel suo quartier
generale a San Diego.
La CIA ha un contratto con SAIC per rivalutare la
malattia della Guerra del Golfo tra le truppe statunitensi, attive nel
conflitto del 1991. Nel 1995 SAIC assunse la Network Solutions,
la società che assegna i nomi ai domini e che “sorveglia” Internet. Il
CdA di SAIC vede l’ex-vicedirettore della CIA ed allievo della Naval Task Force 157
Bobby Inman, il segretario alla Difesa di Nixon Melvin Laird,
l’ex-generale Maxwell Thurman, il segretario alla Difesa di Obama Robert
Gates, il direttore della CIA di Clinton e membro del consiglio di Citigroup
John Deutch e il segretario alla Difesa di Clinton William Perry. SAIC
gestisce l’Interstate Identification Index dell’FBI, un database con 30
milioni di fedine criminali. Inoltre ha contratti investigativi per 200
milioni di dollari con l’IRS.[16]
Note
[1] “Wolf Blitzer Reports”. CNN. 1-6-02
[2] “Political Islam”. Samir Amin. Covert Action Quarterly. Winter 2001. p.6
[3] UnwoToday
[4] “US Ties to Saudi Elite May be Hurtng War on Terrorism”. Jonathan Wells, Jack Meyers and Maggie Mulvihill. Boston Herald Online. 12-10-01
[5] “The White House Connection: Saudi Agents and Close Bush Friends”. Maggie Mulvihill, Jonathan Wells, Jack Meyers Boston Herald Online 12-11-01
[6] “Arms Buildup Enriches Firm Staffed by Hired Guns”. Mark Fineman. 1-10-92
[7] Dude, Where’s My Country. Michael Moore WarnerBooks New York 2003
[8] Fineman
[9] Spooks: The Haunting of America- Private Use of Secret Agents. Jim Hougan. William Morrow & Company. New York. 1978
[10] “Anthrax Terrorism: Investigative Muddle or Criminally Reckless Endangerment?” David Neiwart. Covert Action Quarterly. Winter 2001. p.36
[11] “The CIA’s Role in the Anthrax Mailings”. Len Horwitz. March 2002
[12] Fineman
[13] “Saudi Bombing Puts Spotlight on US Military Aid”. Washington Post. 11-13-95
[14] The Puzzle Palace: America’s National Security Agency and its Special Relationship with Britain’s GCHQ. James Bamford. Sidgwick and Jackson. London. 1983
[15] “Privatizing War: How Affairs of the State are Outsourced to Corporations Beyond Public Control”. Ken Silverstein. The Nation. 7-28/8-4, 1997.
[16] “Internet Users Spooked about Spies New Role”. Glenn Simpson. Wall Street Journal. 10-2-95
[1] “Wolf Blitzer Reports”. CNN. 1-6-02
[2] “Political Islam”. Samir Amin. Covert Action Quarterly. Winter 2001. p.6
[3] UnwoToday
[4] “US Ties to Saudi Elite May be Hurtng War on Terrorism”. Jonathan Wells, Jack Meyers and Maggie Mulvihill. Boston Herald Online. 12-10-01
[5] “The White House Connection: Saudi Agents and Close Bush Friends”. Maggie Mulvihill, Jonathan Wells, Jack Meyers Boston Herald Online 12-11-01
[6] “Arms Buildup Enriches Firm Staffed by Hired Guns”. Mark Fineman. 1-10-92
[7] Dude, Where’s My Country. Michael Moore WarnerBooks New York 2003
[8] Fineman
[9] Spooks: The Haunting of America- Private Use of Secret Agents. Jim Hougan. William Morrow & Company. New York. 1978
[10] “Anthrax Terrorism: Investigative Muddle or Criminally Reckless Endangerment?” David Neiwart. Covert Action Quarterly. Winter 2001. p.36
[11] “The CIA’s Role in the Anthrax Mailings”. Len Horwitz. March 2002
[12] Fineman
[13] “Saudi Bombing Puts Spotlight on US Military Aid”. Washington Post. 11-13-95
[14] The Puzzle Palace: America’s National Security Agency and its Special Relationship with Britain’s GCHQ. James Bamford. Sidgwick and Jackson. London. 1983
[15] “Privatizing War: How Affairs of the State are Outsourced to Corporations Beyond Public Control”. Ken Silverstein. The Nation. 7-28/8-4, 1997.
[16] “Internet Users Spooked about Spies New Role”. Glenn Simpson. Wall Street Journal. 10-2-95
Dean Henderson è autore di Big
Oil & Their Bankers in the Persian Gulf: Four Horsemen, Eight
Families & Their Global Intelligence, Narcotics & Terror
Network, The Grateful Unrich: Revolution in 50 Countries,Das Kartell der
Federal Reserve, Stickin’ it to the Matrix & The Federal Reserve
Cartel. Il suo sito è Left Hook
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
http://aurorasito.wordpress.com/2014/07/30/bin-ladin-e-lillusione-dell11-settembre-deutsche-bank-e-blackstone/
Nessun commento:
Posta un commento