"Il metodo più efficace per prendere il controllo dei popoli e dominarli del tutto è quello di sottrarre un pezzettino della loro libertà ogni volta, così da erodere i diritti attraverso migliaia di piccole e quasi impercettibili riduzioni. In questo modo, la gente non si accorgerà che diritti e libertà sono stati rimossi fino a quando sarà oltrepassato il punto in cui tali cambiamenti non possono essere invertiti." - [Adolf Hitler, Mein Kampf]NON è FORSE CIO' CHE STANNO FACENDO ?!? Forse abbiamo capito a chi si ispirano...
LA "STRATEGIA DELLA GRADUALITA'"
- Così l'ha definita Noam Chomsky, nell'ambito delle "tecniche di controllo globale" - viene applicata sia nella progressiva erosione dei diritti, che nell'aumento delle tasse...
La strategia della gradualità.
La strategia della gradualità.
Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, a contagocce, per anni consecutivi. E’ in questo modo che condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte durante i decenni degli anni ‘80 e ‘90: Stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero state applicate in una sola volta.
Ogni
anno "decreti sicurezza"... ogni anno inasprimento delle sanzioni del
codice della strada... ogni anno, qualche diritto in meno... etc etc
Staff nocensura.com
Staff nocensura.com
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L'INFRASTRUTTURA PER IL CONTROLLO GLOBALE
Sappiamo
che è in arrivo un governo Globale, il cui fine ultimo è il controllo
sull’umanità intera e delle principali azioni di ogni singola persona.
Questo
sarebbe tecnicamente impossibile, gran parte dell’umanità dovrebbe
lavorare in questo governo globale per controllare ogni comunicazione di
ogni altro essere umano. Implicherebbe turni a rotazione di troppe
persone, no, impossibile. Ma se questo lavoro lo facesse un computer…
allora la cosa cambierebbe, e non poco. Con una buona programmazione ed
una unica infrastruttura globale a cui partecipino, in un modo o
nell’altro, tutte le persone, sarebbe possibile.
L’infrastruttura c’è: si chiama Internet.
Come
sappiamo, Internet nacque qualche decennio fa per collegare insieme i
computer delle basi militari americane. Poi l’esperimento si spostò ad
un certo numero di college universitari americani. Dopo i primi
risultati, si è arrivati a quello che vediamo oggi.
Internet
è un’ossatura, ormai globale, a cui sono connessi moltissimi computer.
Ogni computer rappresenta, diciamo, una persona o poche persone.
Chi
lo usa per cercare informazione, chi per giocare, chi per comunicare
con altre persone, chi per lavoro… appare chiaro che su Internet
viaggiano contenuti. Tanti contenuti, di tutti i tipi. Questi contenuti,
raccolti assieme ed opportunamente analizzati, col tempo possono
costruire quello che è il modo di pensare di una persona, le sue
abitudini, quello che fa, quello che dice, quello che comunica, insomma
quello che è, il suo intero essere.
Questo è possibile con programmi sufficientemente complessi ed un database di informazioni ben costruito.
Chi controlla
una infrastruttura del genere, nel momento in cui le persone non
possono fare a meno di essa per la propria vita ed il proprio lavoro,
controlla tutto.
Il problema? Che, giorno dopo giorno, ci avviciniamo a questa prospettiva allucinante.
Il paradosso? Che ce lo stiamo costruendo da soli, prendendolo per una cosa positiva.
Da qui consideriamo alcuni elementi che, se fossero legati, indicano una forte vicinanza con questa situazione.
Il Cloud Computing:
i nostri computer sono collegati in Internet. Sono composti da un
monitor, un mouse ed una tastiera, ed un corpo centrale con memoria RAM
[quella dove stanno i programmi che state utilizzando a computer acceso]
ed un disco fisso [dove vengono conservati tutti i dati, programmi,
film, insomma tutto quello che ci mettete dentro]. Bene, quello che
usate e volete usare ancora sta nel disco fisso [indicato come C:], che
sta dentro al vostro Pc. Immaginate che il vostro Pc non abbia più un
disco fisso. Che qualcuno vi proponga di lasciare i vostri dati su un
disco fisso ‘virtuale’ di capacita illimitata e con nessuna
responsabilità di gestione da parte vostra come costi, messa in ordine,
antivirus eccetera. Questo vuol dire che i Pc, per funzionare, avrebbero
bisogno di essere connessi SEMPRE ad internet, perché i programmi che
usate sono tutti in Rete. Questo comporta che siano sul computer di
qualcun altro, tutti i vostri programmi e tutti i vostri dati. Vi
diranno che ci tengono alla vostra privacy. Ma tutte le vostre cose sono
sul Pc di altre persone, tutti i dati di lavoro, tutti i codici, tutti i
dati affettivi, film e fotografie.
Se anche fossero ligi alle regole, i gestori, esiste sempre la possibilità che qualcuno possa andare a controllare quello che ne ha voglia, senza farvelo sapere.
Non è certo fantascienza, andate a dare un’occhiata a Google Gdrive, il disco fisso on-line. Lo faranno arrivare.
Google Latitude: questo c’è già.
Si tratta di un’applicazione per i telefoni cellulari, basata su Google
Maps, quella che ti fornisce le mappe geografiche e stradali di tutto
il globo.
Ebbene,
con questa applicazione, è possibile vedere sul proprio cellulare, in
tempo reale, le posizioni, ovunque siano, dei propri amici [previo che
anche loro abbiano Google Latitude sul telefonino], con le loro icone o
facce sulla mappa. Insomma, è possibile sapere in ogni momento dove
siano.
Questo
a casa mia si chiama tracciare le persone. E la cosa divertente è che
non c’è nessuna invasione della privacy da parte di Google. Siamo noi
stessi che le diamo il consenso di tracciarci e monitorarci, tramite il
sistema di localizzazione dei cellulari. Un giorno, quando succederà
un’infrazione, di qualunque
genere essa sia, ogni persona sarà rintracciabile. Alla faccia del Big
Brother di Orwelliana memoria. E ce la costruiremo da noi.
Il microchip RFID:
parliamo di quello impiantabile nell’essere umano. Parliamo di quello
con il codice identificativo per ogni essere umano, paragonabile al
tatuaggio imposto agli ebrei nei campi di sterminio nazisti durante la
Seconda Guerra Mondiale. Parliamo di quello che sarebbe pubblicizzato come necessario, come risoluzione ad un problema di caos, guerra o terrorismo.
In una società senza il denaro contante il
microchip avrebbe le stesse funzioni che oggi ha un Bancomat, solo che
funzionerebbe passando semplicemente la mano su un apposito lettore,
essendo univoco per ogni persona. Tutto veramente facilitato! Ci sono
anche pubblicità che ne illustrano tutti i vantaggi. Veramente favolosa! Praticamente un Telepass per la spesa, sempre a portata di mano. Uno Spesapass.
Peccato solo per una cosa. Se il denaro è solo elettronico, se la spesa fosse possibile solo con lo Spesapass… bè, lo Spesapass è controllato da un computer. E qualcuno, da quel computer, alla
pressione di un tasto può decidere che qualcuno non possa più mangiare
[ovvero fare spesa] a meno di comportarsi in un certo modo. E la fame… è
il migliore modo per arrivare al cervello della gente. E dal cervello si passa all’anima. Il microchip si rivela uno strumento efficace per il controllo dell’anima di chi non ha una volontà sufficientemente forte per opporsi o per chi non volesse proprio opporsi.
Il microchip è prodotto dalla Verichip. Tra i suoi scopi, il microchip, ha il controllo dei parametri sanitari della persona [parametri del sangue, colesterolo ecc…].
La
Verichip, negli ultimi anni, andava male finanziariamente, molto male
[ora si chiama Xmark], quindi cercava un partner ‘forte’ per essere
sostenuta.
Ebbene, l’ha trovato.
Si tratta di Microsoft, che ha comprato parte della Verichip per
il suo programma Microsoft Healthvault. Si tratta di un gigantesco
archivio informatico dei dati sanitari di tutti gli americani [ passerà
presto ad esserlo per tutto il mondo].
La motivazione è che quest’archivio sia immediatamente utilizzabile dai
medici per risalire alla documentazione sanitaria degli americani. Che
c’entra il chip? Se tutti gli americani fossero chippati, non ci sarebbe
nessun problema di riconoscimento del paziente se questo arrivasse in
coma o in stato di incoscienza in ospedale e senza documenti. Sono
partite le sperimentazioni di microchip negli ospedali americani, sui
pazienti diabetici. Presto si passerà al poter entrare in certi posti di lavoro, come banche, laboratori od importanti uffici, solo se in possesso del chip. un giorno non troppo lontano sarà possibile ottenere un lavoro solo se chippati.
Tutto questo con le scuse della ‘sicurezza’ delle persone “perbene” e dei loro bambini.
Tutto questo per il controllo capillare, tramite mezzi informatici, della vita della gente.
L’amministrazione di Barack Obama. Obama stesso ha affermato di essere favorevole alla
mappatura dei dati sanitari degli americani ed all’inserimento in un
unico archivio informatico entro 5 anni. Da notare, nello stesso
articolo, quanto voglia premere per la diffusione capillare di Internet
sul suolo americano.
Joe
Biden è il vice-presidente di Obama. Ha promesso un decreto alla Corte
Suprema USA riguardante l’innesto obbligatorio del chip alla popolazione
americana. Non c’è molto da aggiungere.
Se volete conoscere altri motivi per cui non c’è da aspettarsi nulla di buono dall’amministrazione Obama, qui ne trovate altri. Che ciascuno pensi quello che vuole.
Il brevetto di Microsoft sul
corpo umano è una realtà: si tratta dello studio sulla conducibilità
elettrica del corpo umano, utilizzato come antenna ricevente e
trasmittente per onde elettromagnetiche. In sostanza, gli esseri umani
funzionerebbero come antenne. In pratica, come per il circuito
elettronico all’interno delle chiavi dell’auto o come gli RFID
installati già nei prodotti per i magazzini, con il microchip od un
opportuno dispositivo portato sempre addosso, si è in grado di spedire,
in automatico ed in base alla conducibilità del corpo umano, un segnale
di risposta a quello inviatoci da lettori posti per strada, per
segnalare a tali lettori la nostra posizione e il nostro stato di
salute. Il nostro stesso corpo fornirebbe, di rimbalzo, la trasmissione
necessaria per la nostra localizzazione.
E
questi non sono che pochi esempi. I segni del passaggio, lento ma
continuo, verso una società del monitoraggio completo degli esseri
umani, ci sono. I computer ne sono i mezzi, facendo il lavoro di
controllo di molti uomini e senza mai stancarsi. Internet è
l’infrastruttura necessaria per tutto questo. Provate a immaginarvi l’impero romano con un sistema comunicativo tipo Internet… chissà cosa avrebbero pagato per averlo!
Facciamo
caso anche ad alcune cose. Nessuna tecnologia, davvero nessuna, ha
conosciuto uno sviluppo veloce e globale come Internet. E la stanno
portando ovunque. Persino in quei luoghi d’Africa che avrebbero bisogno
più di cibo che di Internet. Troppo veloce, troppo globale come
sviluppo. Tutto solo per il bisogno di comunicazione? Insomma… il
bisogno di comunicazione c’è, ma lo si soddisfa anche con gli amici del
paese. Tutti bisogni indotti da chi sta al potere, che ci fa credere di
non poterne fare a meno. La cosa più ironica, ripeto, è che questo
sistema lo costruiamo prevalentemente noi, accettando, e di buon grado,
tutto quello che ci viene proposto. Al punto di non ritorno… allora ci
sarà da ridere.
Qui vengono indicate due realtà collegate al sistema del numero 666, cioè nei codici a barre e nella stessa parola ‘computer’.
Si sa che è in arrivo un "Digital Tsunami"
che è il flusso enorme di dati digitali che si può raccogliere
analizzando ogni transazione o ogni oggetto elettronico usato dalle
persone: la Ue sta studiando questa Internet 3.0 ovvero l'Internet delle Cose ( Internet of Things) e si prospetta un'allarmante impennata della Surveillance Society, la società del controllo in pieno stile Grande Fratello preconizzato da George Orwell.
Internet, nella sua definizione, World Wide Web [Rete Estesa Globale], è abbreviato notoriamente in WWW. La lettera W sia nell'alfabeto greco che in quello ebraico ha valore di 6. WWW – 666.
Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza, computi il numero della bestia, perché è un numero d'uomo; e il suo numero è seicentosessantasei. (Apocalisse 13:18)
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