Dis-connessi/Un riferimento retorico alla libertà individuale, all’autonomia di ciascuno, prodotta dal
capitalismo per mascherare la sua negazione di fatto.
L'individuo, la sua idealizzazione quale soggetto
sovrano titolare di diritti è il sogno e il segno della modernità,
dell'Illuminismo, della Rivoluzione francese. Individuo; ma capace
anche, perché individuo e cittadino, di essere in-comune con gli altri.
Ma se l'Illuminismo sognava la liberazione dell'uomo dalle oppressioni del passato in nome del kantiano sapere aude!, il capitalismo moderno e industriale – pure basato sugli interessi individuali e sulla loro libera o magica composizione – ne è la drammatica negazione e il laissez-faire e le retoriche individualiste nascondono un dover fare e una pesantissima mano, cioè produrre, consumare e soprattutto integrarsi nell'organizzazione di mercato, diventando tutti capitalisti (il sogno, oggi realizzato del neoliberismo; l'incubo, per gli altri).
Il «soggetto di diritti» dell'Illuminismo è morto soffocato nella culla perché sopraffatto dal «soggetto economico», a sua volta presto declassato a «oggetto economico» (lavoratore, merce, imprenditore, nodo della rete).
Sempre negando a ciascuno di poter essere soggetto in sé e per sé, ma imponendogli di essere oggetto utile e funzionale al sistema.
Mentre il sovrano assoluto abbattuto dalla Rivoluzione rinasceva sotto forma di mercato, ridefinendosi però abilmente come «legge naturale» e quindi immodificabile, cioè come verità da non contraddire.
E dalla fabbrica di spilli di Adam Smith alla rete di oggi sempre si replica, nella modernità un doppio movimento: individualizzazione da un lato; e poi (come scriveva Foucault) totalizzazione, cioè ricomposizione delle parti, prima separate, nel tutto dell'apparato.
Un sistema tecnico ed economico insieme che per il proprio migliore funzionamento individualizza, isola, separa, rinchiude; de-struttura la società (e la democrazia); liquefa le vecchie classi antagoniste e ora pure il «suo» ceto medio; porta a niente valori e socialità esaltando un individuo e una individualità che sono pure finzioni, utili però a far agire al meglio la totalizzazione del mercato.
Tutto si de-struttura, ma non il sistema, che anzi (proprio perché sistema artificiale, quindi non naturale) struttura, integra, lega insieme, concatena e oggi mette in rete tutti e ciascuno. Grazie a una infinità di poteri e saperi di integrazione e di connessione. Nessun: conosci te stesso. Ma sii imprenditore di te stesso. E allora: questo individuo, questo mito della modernità è in realtà una grande illusione o meglio una Grande Allusione: un'allusione retorica (ideologica) alla libertà individuale, alla soggettività, all'autonomia di ciascuno, prodotta dal capitalismo per mascherare la sua negazione di fatto.
Fino alla rete, al dover essere singolarmente connessi, e alla stessa retorica della rete, che in sé sarebbe non solo democratica ma soprattutto libera. E la pubblicità e il marketing: forme di propaganda del mercato (come diceva Anders) ma che agiscono singolarmente su ciascun individuo, tanto che ormai mettiamo in vetrina anche noi stessi come oggetti economici in competizione con altri individui-merce, perché il nostro capitale umano aumenta se sappiamo es-porci per venderci (individualmente) nel modo migliore.
E mentre consumiamo individualmente prodotti tutti uguali credendo che siano fatti solo per noi, in realtà entriamo sempre più (ancora il doppio movimento) in una brand-community, e il marketing si fa sempre più emozionale e relazionale per far crescere la nostra identificazione con il sistema e divenire meglio funzionali alla sua riproducibilità. Con il sistema che offre pure una compensazione emotiva (la community, il social) all'isolamento che esso stesso produce. E i mass-media. Di massa, ma sempre più individualizzati. Una vecchia storia, perché dalla radio alla tv lo spettatore è sempre isolato e chiuso in casa – e il mondo vi entra solo ri-prodotto e rap-presentato – invece di essere lui il soggetto che esce a conoscere il mondo (e se stesso).Meccanismo che oggi si replica appunto in rete, dove la casa è il personal computer o lo smartphone individuale. Mentre anche i blog sono solo la somma di molte individualità ma isolate.
Se l'Illuminismo sognava un individuo capace di uscire dal girello per bambini in cui il potere lo teneva stretto impedendogli di camminare sulle proprie gambe, oggi in realtà c'è qualcosa (la rete, un social network, i mercati, la pubblicità personalizzata) che pensa per noi e si erge a nostro nuovo tutore. Ma individualmente, per noi. La Grande Allusione continua.
Ma se l'Illuminismo sognava la liberazione dell'uomo dalle oppressioni del passato in nome del kantiano sapere aude!, il capitalismo moderno e industriale – pure basato sugli interessi individuali e sulla loro libera o magica composizione – ne è la drammatica negazione e il laissez-faire e le retoriche individualiste nascondono un dover fare e una pesantissima mano, cioè produrre, consumare e soprattutto integrarsi nell'organizzazione di mercato, diventando tutti capitalisti (il sogno, oggi realizzato del neoliberismo; l'incubo, per gli altri).
Il «soggetto di diritti» dell'Illuminismo è morto soffocato nella culla perché sopraffatto dal «soggetto economico», a sua volta presto declassato a «oggetto economico» (lavoratore, merce, imprenditore, nodo della rete).
Sempre negando a ciascuno di poter essere soggetto in sé e per sé, ma imponendogli di essere oggetto utile e funzionale al sistema.
Mentre il sovrano assoluto abbattuto dalla Rivoluzione rinasceva sotto forma di mercato, ridefinendosi però abilmente come «legge naturale» e quindi immodificabile, cioè come verità da non contraddire.
E dalla fabbrica di spilli di Adam Smith alla rete di oggi sempre si replica, nella modernità un doppio movimento: individualizzazione da un lato; e poi (come scriveva Foucault) totalizzazione, cioè ricomposizione delle parti, prima separate, nel tutto dell'apparato.
Un sistema tecnico ed economico insieme che per il proprio migliore funzionamento individualizza, isola, separa, rinchiude; de-struttura la società (e la democrazia); liquefa le vecchie classi antagoniste e ora pure il «suo» ceto medio; porta a niente valori e socialità esaltando un individuo e una individualità che sono pure finzioni, utili però a far agire al meglio la totalizzazione del mercato.
Tutto si de-struttura, ma non il sistema, che anzi (proprio perché sistema artificiale, quindi non naturale) struttura, integra, lega insieme, concatena e oggi mette in rete tutti e ciascuno. Grazie a una infinità di poteri e saperi di integrazione e di connessione. Nessun: conosci te stesso. Ma sii imprenditore di te stesso. E allora: questo individuo, questo mito della modernità è in realtà una grande illusione o meglio una Grande Allusione: un'allusione retorica (ideologica) alla libertà individuale, alla soggettività, all'autonomia di ciascuno, prodotta dal capitalismo per mascherare la sua negazione di fatto.
Fino alla rete, al dover essere singolarmente connessi, e alla stessa retorica della rete, che in sé sarebbe non solo democratica ma soprattutto libera. E la pubblicità e il marketing: forme di propaganda del mercato (come diceva Anders) ma che agiscono singolarmente su ciascun individuo, tanto che ormai mettiamo in vetrina anche noi stessi come oggetti economici in competizione con altri individui-merce, perché il nostro capitale umano aumenta se sappiamo es-porci per venderci (individualmente) nel modo migliore.
E mentre consumiamo individualmente prodotti tutti uguali credendo che siano fatti solo per noi, in realtà entriamo sempre più (ancora il doppio movimento) in una brand-community, e il marketing si fa sempre più emozionale e relazionale per far crescere la nostra identificazione con il sistema e divenire meglio funzionali alla sua riproducibilità. Con il sistema che offre pure una compensazione emotiva (la community, il social) all'isolamento che esso stesso produce. E i mass-media. Di massa, ma sempre più individualizzati. Una vecchia storia, perché dalla radio alla tv lo spettatore è sempre isolato e chiuso in casa – e il mondo vi entra solo ri-prodotto e rap-presentato – invece di essere lui il soggetto che esce a conoscere il mondo (e se stesso).Meccanismo che oggi si replica appunto in rete, dove la casa è il personal computer o lo smartphone individuale. Mentre anche i blog sono solo la somma di molte individualità ma isolate.
Se l'Illuminismo sognava un individuo capace di uscire dal girello per bambini in cui il potere lo teneva stretto impedendogli di camminare sulle proprie gambe, oggi in realtà c'è qualcosa (la rete, un social network, i mercati, la pubblicità personalizzata) che pensa per noi e si erge a nostro nuovo tutore. Ma individualmente, per noi. La Grande Allusione continua.
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