L’articolo di RT, “Con il 90% degli aerei distrutti nell’aeroporto di Tripoli, la Libia può chiedere l’assistenza internazionale“, riferisce che:
“La Libia valuta il dispiegamento di una forza internazionale per ristabilire la sicurezza, tra l’ondata di violenze a Tripoli che ha visto decine di razzi distruggere la maggior parte della flotta aerea civile nel suo aeroporto internazionale. “Il governo esamina la possibilità di un appello alle forze internazionali per ristabilire la sicurezza sul terreno e aiutare il governo ad imporre la sua autorità”, ha dichiarato il portavoce del governo, Ahmad Lamin”.
Il “domani
democratico” promesso dalla NATO nel 2011 s’è realizzato, sotto forma di
brogli elettorali prevedibilmente da nessuno accettati, lasciando un
vuoto di potere che chiaramente sarà risolto con conflitti armati sempre
più violenti. Forse la cosa più ironica di tutte è che tali conflitti
sono intrapresi dai vari fantocci armati che la NATO ha usato per la
guerra terrestre, mentre bombardava la Libia per quasi tutto il 2011.
Cannibalismo tra fantocci della NATO
Nel maggio 2014, i combattimenti nella città di Bengasi lasciarono decine di morti, e ancor più feriti e abitanti in fuga per salvarsi la vita, mentre ciò che i media occidentali chiamano “generale rinnegato” guida la guerra ai “militanti islamici” nella città. Reuters nel suo articolo,
Nel maggio 2014, i combattimenti nella città di Bengasi lasciarono decine di morti, e ancor più feriti e abitanti in fuga per salvarsi la vita, mentre ciò che i media occidentali chiamano “generale rinnegato” guida la guerra ai “militanti islamici” nella città. Reuters nel suo articolo,
“Famiglie evacuano Bengasi mentre il generale rinnegato promette nuovi attacchi“, afferma: “L’autoproclamato esercito nazionale libico guidato da un generale rinnegato, ha detto ai civili di lasciare Bengasi prima di lanciare un nuovo attacco agli islamisti, il giorno dopo che decine di persone sono state uccise nei peggiori scontri da mesi”.
Il generale rinnegato Qalifa Haftar
(talvolta scritto Hiftar), che viveva negli Stati Uniti, presso Langley
in Virginia, da anni a libri paga della CIA fino al suo ritorno in Libia
nel 2011, per guidare le forze di terra nell’invasione per procura
della NATO. Business Insider riferiva nel suo articolo del 2011
“Il generale Qalifa Hiftar è un uomo della CIA in Libia?“, che: “Fin dal suo arrivo negli Stati Uniti nei primi anni ’90, Hiftar viveva in Virginia, presso Washington, DC. Badr ha detto che era incerto su cosa esattamente facesse Hiftar per sostenersi, e che si concentrava principalmente su come aiutare la sua numerosa famiglia. Così un ex-generale di Gheddafi, passato agli Stati Uniti, metteva radici in Virginia, presso Washington DC, dove in qualche modo manteneva la famiglia ingannando un collega che lo conosce da sempre. Hmm. La probabilità che Hiftar sia coinvolto in una qualche attività è piuttosto elevata. Proprio come figure quali Ahmad Chalabi, coltivato per l’Iraq post-Sadam, Hiftar può aver giocato un ruolo simile mentre l’intelligence statunitense lo preparava per una svolta in Libia”.
L’ironia è che molti dei settari che Haftar combatte a Bengasi sono gli
stessi che Muammar Gheddafi ha combattuto per decenni da leader della
Libia, gli stessi militanti che la NATO ha armato e spalleggiato a
fianco di Haftar per rovesciare Gheddafi nel 2011. Sulla sua campagna a
Bengasi, Haftar ha affermato che continuerà fino a quando
“Bengasi sarà ripulita dai terroristi“, e “abbiamo iniziato questa battaglia e la continueremo fino a quando raggiungeremo i nostri obiettivi. La piazza e il popolo libici sono con noi“.
I
sentimenti di Haftar fanno eco a quelli di Muammar Gheddafi nel 2011,
solo che allora i media occidentali negarono l’esistenza dei terroristi
presenti a Bengasi da decenni, e ritraevano le operazioni di Tripoli
come un “massacro” di “pacifici manifestanti pro-democrazia“.
La NATO distrugge la Libia
Le atrocità citate dalla NATO per avviare l’”intervento umanitario” in Libia, in primo luogo, iniziarono immediatamente per mano delle stesse forze NATO e dei suoi fantocci. Intere città furono circondate, affamate e bombardate fino a quando non capitolarono. In altre città, intere popolazioni furono sterminate, sfrattate e respinte oltre i confini della Libia. La città di Tawarga, la patria di circa 10000 libici fu totalmente sradicata, indicata dal London Telegraph come “città fantasma“.
Le atrocità citate dalla NATO per avviare l’”intervento umanitario” in Libia, in primo luogo, iniziarono immediatamente per mano delle stesse forze NATO e dei suoi fantocci. Intere città furono circondate, affamate e bombardate fino a quando non capitolarono. In altre città, intere popolazioni furono sterminate, sfrattate e respinte oltre i confini della Libia. La città di Tawarga, la patria di circa 10000 libici fu totalmente sradicata, indicata dal London Telegraph come “città fantasma“.
Dalla caduta di Tripoli, Sirte e altre città libiche che resistettero all’invasione per procura della NATO, ritornò in Libia scarsa stabilità di fondo, per non parlare della “rivoluzione democratica” promessa dalla NATO e dai suoi collaboratori. Il governo di Tripoli rimane nel caos, le sue forze di sicurezza sono divise e ora una “canaglia” della CIA guida una grande operazione militare contro Bengasi, usando anche aerei da guerra apparentemente senza l’approvazione di Tripoli.
Anni dopo la
conclusione della “rivoluzione”, la Libia resta un Paese sciancato che
regredisce. I molti successi del governo di Muammar Gheddafi sono da
tempo annullati, e difficilmente saranno ripristinati, e figuriamoci
superati, nel prossimo futuro. La NATO ha effettivamente rovesciato e
distrutto un intero popolo, non solo bruciandolo mentre le risorse sono
saccheggiate dalle multinazionali occidentali, ma anche usandolo come
modello per le future avventure extraterritoriali in Siria, Egitto,
Ucraina e ora Iraq.
Il modello libico: attenti Egitto, Siria e Ucraina
Proprio come in Libia, le “rivoluzioni” hanno cercato di mettere radici in Egitto, Siria e Ucraina. Gli stessi racconti, testualmente, ideati da think tank politici e spin doctors dei media occidentali per la Libia, vengono ora riutilizzati per Egitto, Siria e Ucraina. Le stesse organizzazioni non governative (ONG) vengono usate per finanziare, armare e comunque sostenere i gruppi d’opposizione in ogni Paese. Termini come “democrazia”, “progresso”, “libertà” e lotta contro la “dittatura” sono temi familiari.
Proprio come in Libia, le “rivoluzioni” hanno cercato di mettere radici in Egitto, Siria e Ucraina. Gli stessi racconti, testualmente, ideati da think tank politici e spin doctors dei media occidentali per la Libia, vengono ora riutilizzati per Egitto, Siria e Ucraina. Le stesse organizzazioni non governative (ONG) vengono usate per finanziare, armare e comunque sostenere i gruppi d’opposizione in ogni Paese. Termini come “democrazia”, “progresso”, “libertà” e lotta contro la “dittatura” sono temi familiari.
Le proteste erano e sono ognuna
accompagnate da estremisti armati totalmente sostenuti dall’occidente.
In Siria, la pretesa delle proteste è stata eliminata così come il
concetto dei “combattenti per la libertà”. I media occidentali ora
trascorrono molto tempo a giustificare il motivo per cui la NATO e i
suoi partner regionali finanziano e armano i settari, come al-Qaida,
per rovesciare il governo siriano.
In Egitto c’è ancora qualche
ambiguità, come nel 2011 sulla Siria, su chi siano davvero i
manifestanti, che cosa vogliono veramente e da quale parte del conflitto
sempre più violento l’occidente stia. Un’attenta analisi rivela che
proprio come i Fratelli musulmani furono usati in Siria per preparare il
terreno per la devastante guerra che v’infuria, la Fratellanza
musulmana egiziana fa altrettanto nei confronti di Cairo. Infine, in
Ucraina, i manifestanti “pro-democrazia” “pro-Unione Europea” e
“Euromaidan” si sono rivelati dei neo-nazisti e nazionalisti di
ultra-destra che ricorrono regolarmente a violenze ed intimidazioni
politiche. Proprio come in Siria nel 2011, e in Egitto oggi, l’intensità
degli scontri armati aumenta verso ciò che si può definire guerra per
procura tra NATO e Russia in Europa orientale.
Ma per queste tre
nazioni, ed i partecipanti su tutti i campi, lo stato attuale della
Libia dev’essere esaminato. Tali “rivoluzioni” hanno una sola
conclusione logica e prevedibile: saccheggio, divisione e distruzione di
ogni nazione, prima di essere piegata a Wall Street e al montante
ordine sovranazionale di Londra, per essere sfruttata al massimo e per
sempre da Stati Uniti, Regno Unito e Unione europea già da oggi. Coloro
che chiedono cosa ne sarà di Egitto, Siria e Ucraina, se la NATO dovesse
vincere, dovrebbero solo guardare alla Libia. E coloro che hanno
sostenuto la “rivoluzione” in Libia, devono chiedersi se sono
soddisfatti del suo esito finale. Non vogliono un tale risultato anche
per Egitto, Siria e Ucraina? Hanno immaginano che i piani della NATO per
ciascuno di tali Paesi finissero diversamente? E perché?
Tony Cartalucci New Oriental Outlook
Tony Cartalucci, ricercatore in geopolitica e scrittore di Bangkok, per la rivista online “New Oriental Outlook“.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
http://aurorasito.wordpress.com/2014/07/27/la-distruzione-della-libia-un-avvertimento-per-egitto-siria-ed-ucraina/
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