Resonance Project. Il 20 Dicembre 2012,
il Direttore di Ricerca presso l’Hawaii Institute for Unified Physics e
la Resonance Project Foundation, Nassim Haramein, ha registrato un
copyright alla Libreria del Congresso resonance.is per il suo documento scientifico Quantum Gravity and the Holographic Mass (QGHM) resonance.is , infine pubblicato nel journal peer-reviewed Physical Review & Research International sciencedomain.org.
Nel suo manoscritto, Haramein ha
utilizzato le unità sferiche di Planck (PSU) per descrivere le
fluttuazioni olografiche del vuoto e predire accuratamente il raggio di
carica del protone (il raggio del protone è tipicamente descritto in
modo più accurato come raggio di carica, perchè tutto ciò che possiamo
dire del protone è che si tratti di una concetrazione di carica positiva
in quella regione di spazio che definisce quella che noi pensiamo
essere la superficie del protone). Poco dopo la consegna del documento
di Haramein presso la Libreria del Congresso, il 25 gennaio 2013 è stata
fatta una nuova misura muonica del protone che combacia molto bene con
la predizione di Nassim (entro 0.000366 x 10^-13cm del valore misurato),
dato che si trova entro una deviazione standard dell’esperimento, o
semplicemente, entro il margine d’errore dell’esperimento.
Il valore di Haramein, quindi,
estrappolato da precisi principi teorici, può essere l’esatto valore e
gli esperimenti stanno ora arrivando alla risoluzione necessaria per
ottenerlo. Il 1 febbraio 2013, Haramein ha consegnato un altro
manoscritto per registrarne il copyright alla Libreria del Congresso e
riportare la conferma della predizione, intitolato Addendum to “Quantum
Gravity and the Holographic Mass” in View of the 2013 Muonic Proton
Charge Radius Measurement resonance.is, ma questo documento non è stato pubblicato. Ora lo stiamo rendendo disponibile qui resonance.is.
Perchè la predizione è così precisa?
La predizione di Haramein del raggio di
carica del protone è estremamente precisa, perchè utilizza le unità di
misura più piccole che si possano usare, la scala di Planck (più sono
ridotti i tuoi incrementi di misura e più preciso è il valore che si
ottiene), che sono miliardi di volte più piccole del protone stesso.
Quindi se la teoria e le scoperte scientifiche di Haramein sono nel
giusto, come l’evidenza della ricerca corrente dimostra chiaramente, il
protone che compone la materia è essenzialmente un agglomerato di
fluttuazioni di carica del vuoto di Planck che si muove o ruota in una
regione di spazio che noi identifichiamo come particella a livello
quantistico o come buco nero astrofisico, al centro di una galassia per
esempio, a livello cosmologico. Ciò che stiamo arrivando a comprendere è
che il mondo materiale che osserviamo attorno a noi e che compone il
nostro corpo, è la dinamica della struttura del vuoto elettromagnetico e
usando la fisica della scala di Planck possiamo comprenderla e
definirla precisamente.
Perchè il raggio del protone è importante?
Da quando è stata fatta la misura
muonica del protone nel 2013, la piccola particella ha catturato
l’attenzione internazionale. Molte pubblicazioni scientifiche hanno
riportato in copertina il problema del raggio del protone nelle loro
riviste. Per esempio, sulla copertina di New Scientist di luglio 2013 si
legge “Piccola particella grande problema: l’umile protone non è come
ce lo aspettavamo newscientist.com. Più
recentemente, sulla copertina di Scientific American del febbraio 2014
leggiamo “Il problema del protone: gli scienziati potrebbero osservare i
segni di un nuovo reame della fisica?”. E’ stato anche pubblicato un
articolo dalla Max Planck Society che descrive alcune delle
problematiche derivanti da un raggio del protone inferiore a quello del
modello standard, si intitola “La fisica ha un problema centrale” e
potete leggerlo qui mpg.de.
Allora perchè tanta attenzione sul
raggio del protone d’improvviso? Perchè l’ultima misura dimostra
chiaramente che il raggio del protone è significativamente più piccolo
di quanto predetto dal modello standard e di conseguenza, essendo il
protone costituente fondamentale dell’atomo, questa nuova misura
minaccia di stravolgere il modello standard e richiede una revisione di
molti assunti della teoria quantistica. Il fatto che Haramein utilizzi
le fluttuazioni del vuoto di Planck per predire molto accuratamente il
valore del raggio di carica del protone, è estremamente significativo
per la teoria fisica. Tuttavia, ancor più notevole è che Haramein allo
stesso tempo risolve la problematica della gravità quantistica
dimostrando sia che la gravitazione cosmologica può essere descritta in
termini di fluttuazioni del vuoto di Planck e che la forza forte che
lega i protoni è la stessa forza gravitazionale che agisce su di essi,
producendo così una visione unificata della fisica. Questi sono
risultati non casuali e stanno entrando lentamente nella consapevolezza
scientifica nonostante l’alto livello di censura. Non è mai facile
cambiare gli assunti principali di una visione del mondo predominante.
Sono possibili applicazioni tecnologiche di questa nuova visione universale?
Chiaramente
un cambiamento fondamentale della nostra comprensione della struttura
dello spaziotempo nella scala delle dimensioni quantistiche e
l’identificazione delle fluttuazioni del vuoto come fonte della
gravitazione, della massa e della carica, avrà un impatto profondo sugli
sviluppi tecnologici nel futuro. E’ possibile immaginare sistemi che,
in laboratorio, possano creare regioni di spin/rotazione organizzata
nelle fluttuazioni del vuoto di Planck e di conseguenza creare una
depressione o curvatura nella struttura dello spazio per ottenere
controllo gravitazionale, estrazione di energia abbondante e persino la
possibilità di creare la materia direttamente dal vuoto.
Potreste pensare che sia solo fantasia o
che possa divenire realtà in un lontano futuro, ma dovreste considerare
che siamo già in grado di estrarre fotoni elettromagnetici direttamente
dalle fluttuazioni del vuoto utilizzando l’Effetto Casimir Dinamico nature.com (leggete gli articoli newscientist.com e physicsworld.com).
Ora considerate che i fisici hanno trovato di recente un percorso per
completare il sogno di Gregory Breit e John Archibald Wheeler (collega
di Einstein) del 1934, ovvero creare materia dai fotoni phys.org.
All’improvviso il concetto della
creazione di materia dalle fluttuazioni del vuoto non sembra più tanto
stravagante. Inoltre dovremmo considerare l’esperimento originale di
Casimir (più facile da visualizzare), dove due piastre sono poste a
distanza di pochi micron in modo che si crei un piccolo gradiente di
densità nella struttura del vuoto tra le lunghezze d’onda più ampie che
non possono entrare nella fessura e le onde più brevi presenti in essa,
situazione che produce un effetto di pressione che le fa aderire. Ora,
se invece di creare un gradiente dalla relazione lineare di due piastre,
creassimo un gradiente di alta densità tra il centro e il confine di un
plasma rotante, un pò come il gradiente di densità che risulta negli
uragani atmosferici della terra o quando togliete il tappo nel lavandino
e la vostra paperella di plastica inizia a ruotare.
Praticamente riprodurremmo le dinamiche che osserviamo nelle strutture galattiche
In sostanza, staremmo riproducendo le
dinamiche che osserviamo nelle strutture galattiche, nei quasar o anche
la dinamica del plasma del sole in un ambiente di laboratorio. Haramein
ha concepito questa possibilità circa 20 anni fa e, infine, ha ottenuto i
brevetti per un progetto iniziale di una tecnologia che,
concettualmente, potrebbe produrre il gradiente adatto. Il brevetto è
stato giustamente intitolato, “Dispositivo e metodo per la simulazione
della Magnetoidrodinamica US 8073094 B2″ pdfpiw.uspto.gov e lo stiamo rendendo facilmente reperibile sul nostro sito qui resonance.is. Haramein
non è l’unico a pensare di utilizzare le fluttuazioni di energia del
vuoto per deformare lo spazio-tempo e generare effetti gravitazionali.
Harold Sonny White, ingegnere presso l’Advanced Propulsion Physics
Laboratory della NASA e direttore di Eagleworks presso il Johnson Space
Center, ha ricevuto attenzioni dalla stampa negli ultimi anni per quanto
riguarda le indagini della NASA della possibilità di produrre un
sistema di propulsione a curvatura superluminale per viaggiare verso le
stelle utilizzando il potenziale energetico delle fluttuazioni del vuoto
(vedi gli articoli decodedscience.com e popsci.com i lavori scientifici del Dr. White ntrs.nasa.gov ntrs.nasa.gov).
Sebbene White dimostri che impiegando una topologia toroidale sia
possibile ridurre significativamente la quantità di energia necessaria
per produrre la bolla di curvatura, che sarebbe ingestibile utilizzando
approcci standard, una certa quantità di controversia è sorta a causa
della natura non chiara del metodo per l’estrazione della cosiddetta
“energia negativa” (energia del vuoto) necessaria. Naturalmente,
nell’ambito dei modelli standard della fisica, tali possibilità sembrano
improbabili se non del tutto inesistenti. Pertanto, anche nel contesto
di un organismo come la NASA, questi sforzi pionieristici sono
estremamente poco riconosciuti e in genere oggetto di diffusa critica e
ridicolizzati. Tuttavia, l’indagine della struttura del vuoto e della
nostra capacità di interagire con esso per creare significativi effetti
specifici quali il controllo gravitazionale e l’estrazione di energia, è
molto probabilmente uno dei passi evolutivi più cruciali che una
società del nostro livello di sviluppo debba conseguire. Le scoperte di
Haramein della fisica fondamentale in opera negli effetti gravitazionali
dalla scala cosmologica a quella quantistica e le derivanti
implicazioni per comprendere la fonte della massa e della carica, sono
un passo critico verso questo obiettivo.
Staff Scientifico, The Resonance Project Foundation
Fonte: resonance.is
http://altrogiornale.org/predizione-protone-controllo-gravitazionale/
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