mercoledì 30 luglio 2014

Le accuse contro la Russia suonano come spari a salve

Le accuse contro la Russia suonano come spari a salve

Gli ultimi colpi, che l’Ambasciatore degli USA a Kiev Geoffrey Pyatt ha sparato sui campi di battaglia della guerra informativa contro la Russia, si sono rivelati di nuovo a salve.
 
Il Ministero della difesa della Russia ha definito un fake le immagini satellitari in cui presumibilmente si vedono cannoni semoventi russi che sono stati usati per bersagliare il territorio ucraino. L’Ambasciatore americano ha spiattellato le fotografie sul suo profilo Twitter il 27 luglio e due giorni dopo è emerso che non rappresentano affatto dati ottenuti dai satelliti spia ma sono state riprese dal gruppo privato americano Digital Globe.

Quando alla segretaria del Servizio stampa Jen Psaki, beniamina del corpo dei corrispondenti del Dipartimento di Stato (è finalmente tornata a lavorare dopo aver subito un trauma) è stato chiesto “che cosa bisognava secretare in simili immagini commerciali e poi rivelarlo al pubblico?”, ella ha promesso di chiarirlo. I militari russi, invece, dicono che le immagini hanno una qualità tale da renderle inanalizzabili e potevano essere fatte in qualunque luogo. “Se tutto ciò fosse una cosa seria, non sarebbe stato pubblicato in questo modo”, - dice Paul Craig Roberts, ex collaboratore di alto rango dell’Amministrazione Reagan. Secondo lui, la comparsa delle immagini su Twitter è un ulteriore segno del fatto che si tratta di una guerra propagandistica.

La Russia già da tempo chiede agli americani o di presentare valide prove delle accuse all’indirizzo della Russia (trasferimento di mezzi tecnici pesanti, attacchi d’artiglieria, aiuti alla milizia popolare), o di smettere di diffondere informazioni false. Ma gli USA fino ad oggi non l’hanno fatto,- ha detto il Ministro degli Esteri Sergej Lavrov. Secondo le sue parole, Mosca ha presentato tutti i dati di controllo oggettivo (immagini satellitari, dati di intelligence radio-elettronica, intercettazioni telefoniche) già un paio di giorni dopo l’incidente con il Boeing malese. Anzi li ha presentati sia all’ONU che all’OSCE:
I nostri militari e la Rosaviatsia (Agenzia Aeronautica Russa) hanno posto complessivamente circa 40 questioni estremamente concrete. Non riusciamo a capire perché gli americani, dicendo di avere delle prove irrefutabili relative alla loro ipotesi, non le presentano apertamente al pubblico? Credere sulla parola? Per noi si tratta di un passato archiviato! Per essere oggettiva un’indagine deve essere onesta e basata su fatti. Provate di presentarvi alla corte americana e di dire: “il mio assistito ha un alibi di ferro ma è un segreto di Stato, perciò credetemi sulla parola!". Sarete semplicemente derisi.
I militari ed analisti politici russi affermano che l’attuale campagna propagandistica americana, come quelle precedenti, è estremamente primitiva e schematica. Inizialmente viene drammatizzata la situazione, poi si diffonde informazione falsa, segue un eventuale atto provocatorio (come nel caso del Boeing malese), poi arriva un’esplosione emotiva.

Il fatto che ora già il Presidente dell’Ucraina Poroshenko, sulla scia di tutti i suoi ministri, abbia iniziato ad intervenire su larga scala su Twitter, secondo gli esperti russi, dimostra che ad organizzare a Kiev gli attacchi contro la Russia sono gli specialisti statunitensi nel campo della guerra psicologica. Le attuali possibilità dei media consentono di organizzare campagne propagandistiche in modo rapido ed efficace.
La Russia ha smentito già più volte i falsi sia ucraini che americani, adducendo i propri argomenti. Anzi, gli esperti dell’OSCE hanno confermato che non hanno registrato nessun spostamento, nessuna concentrazione di truppe russe, nessun attacco d’artiglieria contro il territorio ucraino, - ricorda il politologo russo Alexey Mukhin:
Più probabilmente questi fatti saranno ignorati sul campo informativo. Sicuramente, aumenterà notevolmente l’intensità del flusso emotivo puntato contro la Russia. Ma queste accuse hanno già un carattere irrazionale e non sono confermate dai fatti. Più intense saranno le azioni degli USA e di i Kiev in questa direzione, più profonda sarà la fossa che si stanno scavando con le proprie mani.
La fretta con cui Kiev sta tentando di scaricare la colpa dell’incidente del Boeing malese, sta irritando anche le autorità olandesi. Il Consiglio per la Sicurezza dei Paesi Bassi (organizzazione non statale che indaga su tutte le catastrofi tecnogene nel Paese) ha definito prematura e nociva la dichiarazione del SNBO (Servizio di Sicurezza e Difesa Nazionale) dell’Ucraina del 27 luglio secondo cui le cosiddette “scatole nere” del Boeing-777 sono già state decifrate e rilevano che l’aereo è stato abbattuto con un razzo lanciato da terra. Le “scatole nere” sono state consegnate agli esperti in Gran Bretagna solo il 24 luglio. Per decifrarle ci vogliono diverse settimane. Secondo le norme dell’IKAO nessuno ha il diritto di annunciare qualsiasi informazione fino alla fine definitiva dell’indagine. Anzi, la relativa informazione non si trasmette alla stampa.

Attualmente anche gli esperti della CIA riconoscono di non avere dati su chi ha lanciato il razzo: i professionisti non vogliono assumersi la responsabilità per le decisioni politiche dei leader, - dice il politologo russo Boris Mezhuev:
La Casa Bianca ha preso la decisione di considerare colpevole la Russia. In questo senso si usano tutti gli argomenti. Anche se sarà appurato al 100 % che il Boeing malese è stato abbattuto da un razzo ucraino, anche in questo caso la Russia sarà ugualmente dichiarata colpevole.
Attualmente negli USA sono in pochi a pensare del fatto che le circostanze della tragedia del 17 luglio 2014 assomigliano sospettosamente le circostanze di un altro dramma, quasi identico, avvenuto sopra il Mar Nero il 4 ottobre 2001, quando i sistemi di difesa antiaerea dell’Ucraina avevano abbattuto, per errore, l’aereo russo Tu-154 che era in volo da Tel Aviv verso Novosibirsk. Allora erano morte 78 persone. Analogamente all’attuale Presidente Poroshenko, l’allora Presidente dell’Ucraina Leonid Kuchma negò qualsiasi implicazione dell’Ucraina nella catastrofe. Anzi l’allora Ministro della Difesa Alexandr Kuzmuk (usando le stesse parole del suo attuale collega Valery Gheletey) negò anche lo stesso fatto di svolgimento delle esercitazioni con l’impiego dei sistemi di difesa antiaerea dell’Ucraina in Crimea.


Andrey Fediašin


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