È tutto italiano lo spyware usato da governi e forze di polizia per
violare Pc, smartphone e tablet. Le vicende relative allo spionaggio da
parte dei governi emerse negli ultimi anni, dai documenti pubblicati da
Wikileaks nel 2011 sino al più recente Datagate, hanno una cosa in
comune: danno l’impressione di aver coinvolto l’Italia soltanto in
qualità di vittima. Eppure, proprio dal nostro paese, e per la
precisione da Milano, provengono dei software largamente adoperati da
governi e forze di polizia per spiare i cittadini:
si tratta del Remote Control System di Hacking Team e dei moduli per
dispositivi mobili ad esso collegati. Nonostante il nome inglese,
Hacking Team è un’azienda italiana che sviluppa software di controllo e
spionaggio destinato alle forze dell’ordine: lo commercializza come Rcs
DaVinci e, più di recente, Rcs Galileo. Hacking Team va ripetendo che la
sua attività è perfettamente legale; non c’è ragione di dubitarne,
semmai è la legittimità dell’uso di questi spyware a essere dubbio.
Ma i software hanno attirato l’attenzione delle aziende che si occupano di sicurezza e, negli ultimi tempi, sia CitizenLab sia Kaspersky Labs hanno pubblicato
dei rapporti contenenti informazioni interessanti. Dai rapporti emerge
come di recente l’attenzione dell’azienda italiana si sia concentrata su
smartphone e tablet, e in particolare sui software di spionaggio per
iOS e Android, che vanno ad aggiungersi ai “trojan” già realizzati per
Windows, Linux e Mac OS X (oltre che per Symbian, Windows Mobile e
Blackberry). Tali software sono in grado di prendere il controllo dei
moduli Wi-fi e Gps, registrare tutto ciò che il microfono capta
(attivandolo anche da remoto), controllare le fotocamere a distanza,
leggere le email, gli Sms e gli Mms, consultare l’intera cronologia di
navigazione e il calendario, fungere da “keylogger” e accedere alle note
e agli appunti.
In più, il loro codice è offuscato e sono presenti diversi
accorgimenti per far sì che l’utente non si accorga della loro presenza,
come accendere il microfono solo in determinate occasioni per evitare
che l’eccessivo consumo della batteria faccia insospettire il
proprietario dello smartphone o del tablet. La minaccia è,
fortunatamente, per certi versi limitata: la versione per iOS funziona
solo su quei dispositivi ai quali è stato praticato il “jailbreak” e, in
ogni caso, chi vuole installare il software deve avere accesso fisico
al dispositivo-bersaglio: non basta, come nel caso di “malware” comune,
navigare nel web. Tuttavia, c’è un altro dato dal quale si possono
ricavare le preoccupanti dimensioni del fenomeno costituito dallo spionaggio condotto dai governi.
“SecureList” ha infatti realizzato una lista dei server dotati di
Remote Control System, verso i quali i software di Hacking Team inviano
le informazioni raccolte, e gli Stati in cui essi si trovano, cercando
di stabilirne anche i proprietari. «Diversi indirizzi Ip», spiega
“SecureList”, «sono collegati a entità governative, stando alle
informazioni “Whois”». Scopriamo così che gli Usa
sono degli utenti particolarmente fedeli di Rcs con 64 server sul suolo
nazionale; dietro di loro ci sono Kazakistan (49 server), Ecuador (35
server), Regno Unito (24 server), Cina
(15 server) e Polonia (7 server). In questa peculiare classifica
l’Italia si trova piuttosto in basso, ma è comunque presente: nel nostro
paese ci sono (almeno) 2 server con Remote Control System.
(“Spyware di Stato: le app spione del governo”, da “Zeus News” del 1° luglio 2014).
fonte: http://www.libreidee.org/2014/07/spyware-di-stato-e-italiano-il-software-con-cui-ci-spiano/
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