Una sorgente idrotermale. Crediti: PennState University
Il perossido di idrogeno, la cosiddetta acqua ossigenata, può aver costituito l’indispensabile fonte di energia per lo sviluppo della vita sulla Terra.Per produrre le prime forme di vita negli oceani terrestri, più che un ingrediente era necessario un “gradiente”, come una corrente alternata in grado di alimentare i filamenti di RNA. Ora si è scoperto che il perossido d’idrogeno avrebbe le caratteristiche giuste per fare da “carichino” in uno stadio evolutivo precedente alla cellula vera e propria.
Lo sostengono due matematici in uno studio pubblicato sulla rivista Interface
della Royal Society. Una ricerca che potrebbe aiutare a risolvere tutta
una serie di interrogativi su come la vita sia potuta emergere e
sostenersi su questa nostra Terra.
Si dice Terra ma si deve subito pensare
al mare, nelle cui profondità il calore scaturito da antiche sorgenti
idrotermali può avere innescato le variazioni di acidità che furono di
vitale (mai aggettivo fu più appropriato) importanza per il costituirsi
delle prime forme di vita elementari e per la loro diffusione in tutti
gli oceani. «L’energia contenuta nel perossido di idrogeno potrebbe aver
alimentato il mondo vivente prima che le cellule si evolvessero», dice
Rowena Ball della Australian National University (ANU), prima autrice
del nuovo studio.
Gli scienziati a favore della visione
chiamata del “mondo RNA” sostengono infatti che più di 3,8 miliardi di
anni fa, prima che il DNA si evolvesse, esistevano forme di vita non
cellulari basate su una molecola più semplice, l’RNA. Tuttavia, in
mancanza della “centrale energetica” costituita dalla cellula, nessuno
aveva ancora trovato a sostegno di questa teoria una sorgente di energia
ciclica che potesse sostenere i meccanismi di replicazione e
amplificazione dell’RNA. La professoressa Ball e il professor John
Brindley della Leeds University, nel loro studio sostengono di avere
trovato una risposta nell’ossidazione del tiosolfato da parte del
perossido di idrogeno, composti presenti negli oceani anche
nell’antichità. «Questi composti subiscono una reazione in cui il calore
e l’acidità variano ciclicamente ogni paio di minuti, fornendo le
condizioni ideali per l’evoluzione delle prime forme di vita», spiega
Ball.
Secondo i due ricercatori, queste
reazioni oscillanti sono state studiate per anni a titolo di curiosità,
senza che nessuno si rendesse conto che proprio le fluttuazioni
periodiche del calore e dell’acidità avrebbero potuto alimentare le
prime forme di vita, prima che il DNA e le proteine si evolvessero.
«Tutte le forme di vita cellulare sono alimentate dall’energia fornita
da variazioni di acidità, nota come forza motrice protonica. La
respirazione e la fotosintesi dipendono da questa energia», aggiunge
Ball. «Ora sappiamo che la forza motrice protonica è antichissima, ed
era presente prima dell’evoluzione delle cellule».
Oltre al gradiente protonico, per lo
sviluppo della vita è stata importante anche la reattività del perossido
di idrogeno, che in effetti possiede sufficiente potere ossidante da
provocare, di tanto in tanto, delle mutazioni, che sono alla base del
meccanismo evolutivo.
Rowena Ball. Crediti: Stuart Hay, ANU
Ma le caratteristiche straordinarie di questa ordinaria molecola non finiscono qui.
«Il perossido di idrogeno si presenta in
due forme speculari», prosegue Ball. «Interazioni specifiche di
molecole biologiche, preferenziali rispetto a una piuttosto che
all’altra forma speculare, possono spiegare perché le molecole
biologiche si siano sviluppate secondo una sola delle due architetture,
cosa che ha lasciato perplessi gli scienziati per generazioni».
Tutto relativamente semplice da dire, ma
assai difficile da calcolare. Il lavoro dei due matematici è stato
proprio quello di sviluppare un complesso modello informatico che
risolvesse le molteplici equazioni necessarie a descrivere i cicli di
acidità e i relativi cicli di riscaldamento.
Tuttavia, quando dopo mesi di calcolo la
soluzione è arrivata, una soddisfazione ancora più grande è stata la
constatazione che la natura ripetitiva dei cicli di reazione poteva
risolvere un altro mistero: come la vita potesse essere diventata
indipendente dai luoghi nei quali è probabilmente nata, le bocche
idrotermali.
«Ondate di acidità e di calore avrebbero
potuto diffondersi lontano dalla fonte di calore originale, il che
avrebbe liberato la vita dal rimanere costretta nelle regioni intorno ai
camini idrotermali», conclude Ball.
Referenze:
The life story of hydrogen peroxide II: a periodic pH and thermochemical drive for the RNA world, di Rowena Ball e John Brindley, Interface
Stefano Parisini
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