giovedì 30 luglio 2015

Il bambino figlio di genitori vegani sta meglio: ma cosa è successo davvero?


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All’inizio del mese un bambino di meno di un anno è stato ricoverato al Mayer di Firenze con una stato di malnutrizione e la dieta vegana dei genitori ha fatto scattare all’allarme, tra l’opinione pubblica ma anche tra le autorità: la procura di Pisa ha infatti accusato i genitori di maltrattamenti. Ma come sono andate veramente le cose? È veramente colpa della dieta vegana?


Il bambino è stato inizialmente seguito a Pisa, dallo staff del professor Giovanni Federico, docente di pediatria presso l’Università di Pisa e responsabile di Diabetologia pediatrica dell’ospedale Cisanello.
“Il bambino presentava un grave deficit di vitamina B12 ci ha spiegato il medico - oltre a carenze di vitamina D. Era affetto inoltre da anemia megaloblastica. Era trofico, ma presentava una disalimentazione di tipo qualitativo. Il bambino era allattato ancora esclusivamente al seno, con ritardo sullo svezzamento, e anche la madre presentava i suoi stessi deficit.
Secondo il prof. Federico non è però la dieta vegana di per sé ad aver causato la malnutrizione, ma una notevole disinformazione, in quanto una scelta alimentare di questo tipo deve essere accompagnata da integrazioni. Un bambino è poi un organismo in accrescimento, per il quale il tutto deve essere affrontato con una consapevolezza maggiore. “Un bambino non è un adulto”, ha ribadito più volte, sottolineando come il piccolo paziente con dei supplementi di cibo (come il pesce) stava già meglio anche prima di essere trasportato al Meyer di Firenze.

I genitori, allarmati, hanno d’altronde riconosciuto subito gli sbagli acconsentendo all’integrazione alimentare. Il medico ha ribadito più volte come il bimbo non fosse maltrattato né volutamente malnutrito, ma forse vittima inconsapevole di errori, del tutto in buona fede, di mamma e papà.

Come sapevamo, attualmente il bimbo è ricoverato presso il Meyer di Firenze ed è seguito dallo staff delle malattie metaboliche. L’ospedale ci ha confermato che il paziente mostra continui miglioramenti per cui è prevista la dimissione in tempi brevi, e che viene alimentato presso la struttura con dieta non vegana che include anche integrazioni vitaminiche.

Naturalmente auguriamo al bambino, come ai genitori che hanno vissuto questa terribile esperienza, tutto il bene del mondo e una vita serena e consapevole.

Tutta colpa del veganesimo dunque? Per fare chiarezza abbiamo intervistato dei nutrizionisti, in particolare Roberta Bartocci, vegana per scelta, e Loreto Nemi, dietista e nutrizionista che ha scelto una dieta onnivora.

Il medico che ha seguito inizialmente il bambino ci ha parlato di grave carenza di vitamina B12, deficit di vitamina D e anemia megaloblastica. Sappiamo inoltre che il piccolo paziente era ancora allattato esclusivamente al seno. Questo quadro clinico è attribuibile alla dieta vegana della madre, che presentava in realtà le stesse carenze, o a una dieta vegana “fai-da-te”?
 
RB. “Per un adulto, se sceglie di non mangiare alimenti di origine animale, se segue una alimentazione erbivora completa, ricca di cereali integrali, ovviamente legumi, etc., può andare bene anche il fai da te. Non necessariamente serve il nutrizionista. Certo nel caso dei bambini improvvisarsi non è proprio una buona idea, visto che lo svezzamento vegetariano-vegano è molto diverso da quello onnivoro. Non si tratta solo di togliere cibi, ma di impostare un’alimentazione differente.

Ricordiamo che una dieta vegana può anche essere composta anche solo di carote e Coca Cola, ma ovviamente non è bilanciata. Come tutte le diete, anche la vegan deve essere ben pianificata. E palesemente la dieta dei genitori del piccolo non lo era.

Nel 2015 dire che un’alimentazione vegana, anche se ben pianificata, è inadeguata, è segno di ignoranza. Anche per un bambino può andare bene, persino durante lo svezzamento e può essere scelta in gravidanza. Non fa notizia ma ci sono casi di bambini con arteriosclerosi all’età di 8 anni perché mangiano hot-dog e patatine tutto il giorno.

È perfettamente possibile svezzare un bambino con dieta vegan. Intanto si introducono le fibre, per cui verdura intera, magari omogeneizzata, cereali integrali, legumi interi, questi però non prima dei 12 mesi (contrariamente allo svezzamento convenzionale). Poi si può mettere nella pappa un cucchiaino di mandorla, germe di grano, olio di oliva, olio di semi di lino. Li dico perché seguo alcuni di questi bambini”.

LN. “Se si decide di intraprendere un’alimentazione vegan, non si può fare da soli, perchè questa implica carenze nutrizionali. Se si fa a caso si va in carenza di amminoacidi essenziali e deficit di vitamine. Quindi si può anche decidere di alimentarsi in modo vegan, ma è necessario conoscere quali sono gli alimenti che hanno quei nutrienti, integrando tutti i giorni in tutti i pasti.

Penso per esempio agli acidi grassi omega 3, che sono contenuti anche in alimenti come l’olio di semi di lino, canapa, ma che però non sono gli stessi di quelli contenuti nel pesce, quindi in questo caso bisogna integrare. Esistono degli integratori di omega 3 vegani, così come di altre vitamine. Ma tutto deve essere preso tutti i giorni e in tutti pasti. Un’alimentazione vegan può andare bene, ma bisogna essere ancora più consapevoli.

Nel caso di un bambino però cambiano le cose. La dieta vegan non può essere la stessa di quella di un adulto. Personalmente non ho mai letto studi su bambini vegan, soprattutto molto piccoli, perché purtroppo hanno bisogno di proteine. Almeno nei primi 2-3 anni di vita le proteine servono e noi le prendiamo dagli animali. Con i bambini il discorso è molto delicato. Bisogna calcolare bene i fabbisogni.

Non conosco il caso specifico, ma evidentemente il latte era nutrizionalmente più povero, visto che la madre aveva le stesse carenze del bambino e che questo era allattato esclusivamente al seno. Ma per poter emettere un giudizio bisognerebbe conoscere la situazione nei dettagli.

Comunque un bambino, che è in fase di sviluppo anche a livello intestinale, potrebbe avere problemi usando le proteine vegetali, perché l’intestino è molto sensibile. Ad esempio il glutine, proteina allergizzante, si introduce dopo. Immaginiamo il legume: a volte dà fastidio anche agli adulti…

La proteina animale – questa è la verità – è molto più assimilabile oltre che biodisponibile. Io a mio figlio, almeno in fase di crescita, non farei mai fare una dieta vegan. Magari a 3-4 anni, quando mangia tutto, sì, ma all’inizio direi di no.

Certo però che se il bambino era già nell’età dello svezzamento ma era ancora allattato esclusivamente al seno è diverso. Perché a 9-10 mesi è necessario iniziare lo svezzamento, anzi da prima. A prescindere dalla dieta vegan, questo è stato un errore dei genitori. A meno che non sia dia al bimbo 2 litri di latte al giorno, ma è difficile, è fondamentale introdurre altri cibi.

Le parole chiave sono sempre due: consapevolezza e conoscenza”.


Roberta De Carolis  


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