La
seconda evasione da un carcere di massima sicurezza messicano di
Joaquín Guzmán, noto anche come “El Chapo”, temuto capo del famigerato
cartello della droga di Sinaloa, ha puntato i riflettori dei media sul
narco-Stato del Messico. La prima evasione di El Chapo nel 2001 dalla
prigione Puenta Grande dalla pretesa massima sicurezza, e la seconda
evasione da un altro carcere a prova di fuga di Altiplano, ad ovest di
Città del Messico, hanno coinvolto numerosi funzionari messicani
corrotti dalle tangenti del ricco Guzman.
Inoltre, la Central Intelligence Agency degli Stati Uniti e le sue ramificazione della Drug Enforcement Administration
(DEA) sono indagate ancora una volta per aver favorito funzionari del
governo messicano, come l’ex-presidente Vicente Fox e l’attuale
presidente Enrique Peña Nieto, accusati di favoreggiamento delle fughe
di El Chapo ed anche del narcotraffico messicano e latinoamericano.
L’attenzione dei candidati presidenziali del 2016 sulla questione
dell’immigrazione clandestina dal Messico ha portato a miniera d’oro
mediatica al promettente repubblicano Donald Trump, mentre le proposte
più morbide sull’immigrazione di candidati come Jeb Bush e Marco Rubio
sono oggetto di forti critiche. Trump ha irritato l’establishment
politico statunitense quando ha accusato la maggior parte degli
immigrati clandestini dal Messico di essere dei criminali.
L’assassinio a
luglio a San Francisco della 31enne Kate Steinle, di fronte al padre,
per mano dell’immigrato illegale messicano Juan Francisco Lopez-Sanchez
ha alzato l’indice di Trump nei sondaggi di opinione, soprattutto dopo
che fu svelato che Lopez-Sanchez fu deportato dagli Stati Uniti in
cinque occasioni. San Francisco per decenni è stato un importante punto
del narcotraffico dal Messico e altri Paesi dell’America Latina. Quando
Lopez-Sanchez fu arrestato per l’omicidio di Steinle, si scoprì che era
già ricercato dalle autorità statunitensi per droga. Mentre Trump e il
senatore repubblicano del Texas Ted Cruz hanno denunciato l’idea della
cittadinanza a milioni di immigrati illegali latinoamericani negli Stati
Uniti, Bush e Rubio, con legami familiari in America Latina, la
sostengono. Bush e Rubio inoltre trafficano avidamente con l’economia
oligarchica messicana.
I due maggiori partiti del Messico, il
conservatore liberista Partito di Azione Nazionale (PAN) e il Partito
Rivoluzionario Istituzionale globalista (PRI), sono corrotti dal denaro
del cartello della droga. L’unico partito che sembrava intento a
ripulire la scena politica messicana dal controllo dei cartelli, il
Partito della Rivoluzione Democratica (PRD) di sinistra-progressista, fu
devastato da dissensi interni e da una scissione dopo la sconfitta sul
filo del rasoio alle presidenziali nel 2006, con prove di una massiccia
frode elettorale. Il registro della CIA prevede la diffusione dei semi
della ribellione nei partiti sul punto di prendere il potere e sfidare
autocrati e globalisti. Il Messico non ha fatto eccezione.
Jeb Bush, la cui moglie è messicana, avrà un momento difficile per le passate attività di uomo d’affari e governatore della Florida che ha incrociato individui legati ai sindacati dei narcotrafficanti, come i cartelli Sinaloa e del Golfo del Messico. Mentre Bush era governatore della Florida, le autorità di regolamentazione bancaria degli Stati Uniti scoprirono che il cartello di Sinaloa di El Chapo controllava 23 conti presso la filiale di Miami della Wachovia Bank.
Dopo aver
lasciato la carica di governatore della Florida nel 2007, Bush istituì
la Jeb Bush e soci, un ufficio in comodato, senza pagare l’affitto, nel
palazzo della HSBC sulla Brickell Avenue, nel quartiere degli affari di
Miami. All’inizio del 2015, HSBC fu colta dalle autorità federali
statunitensi riciclare 881 milioni di narcodollari, in gran parte del
cartello di Sinaloa. In precedenza, HSBC fu scoperta aver riciclato 376
milioni per Wachovia. Nessuno della HSBC finì in prigione e la
banca pagò una multa 1,9 miliardi di dollari al dipartimento della
Giustizia con una “penale differita”, un congegno ideato da avvocati e
pubblici ministeri per evitare ai banchieri la prigione.
Jeb Bush, i cui
legami con Wachovia e HSBC avrebbero dovuto suscitare maggiore
attenzione dei pubblici ministeri, ha deciso di provare a diventare il
terzo presidente degli Stati Uniti della famiglia Bush. Quando gli
avvocati statunitensi del panamense Manuel Noriega minacciarono di
svelare le videocassette che mostravano Noriega e George HW Bush
cospirare per contrabbandare droga negli Stati Uniti, il giudice William
M. Hoeveler decise semplicemente che la CIA non avrebbe dovuto
presentarsi per conto della difesa al processo Noriega, a Miami.
Hoeveler fu scelto da Jimmy Carter per presiedere l’US District Court
del Sud della Florida fino al pensionamento lo scorso anno.
Anche se
ovviamente prendeva ordini da Langley, Hoeveler fu lodato dai colleghi
come “stella in ascesa” della giurisprudenza statunitense. Nei tribunali
statunitensi sono all’ordine del giorno giudici che hanno lavorato per
conto dei riciclatori di denaro sporco e dei politici che hanno
beneficiato della loro generosità finanziaria. La famiglia Bush è il
peggior esempio di dinastia politica arricchitasi con narcotraffico e
riciclaggio di denaro, creando una rete di “giudici sporchi” scelti per
presiedere i tribunali federali e statali in Florida e Texas.
Il 28 settembre 2007, un jet Gulfstream di un contractor
della CIA che trasportava 3,3 tonnellate di cocaina dalla Colombia al
cartello di Sinaloa El Chapo, a Cancun, si schiantò nello Stato di
Quintana Roo, nei pressi di Tixkoko, Yucatan. Il velivolo era collegato a
due aziende già identificate come imprese per voli charter della CIA: S/A Holdings LLC di Garden City, New York e Richmor Aviation
di Hudson, New York. Il 16 settembre 2007 l’aereo fu venduto a due
uomini d’affari della Florida, uno di Miami e l’altro di Lakeland.
I due
uomini d’affari non furono mai identificati, ma l’aereo fu venduto per 2
milioni di dollari dalla Donna Blue Aircraft di Coconut Creek,
Florida. Ogni esame delle operazioni di narcotraffico della CIA e della
famiglia Bush in Florida, Louisiana e Texas svela sempre una rete
complessa di società ‘scatole cinesi’, aerei che cambiano continuamente
proprietari, oscuri miliardari latinoamericani che vivono in Florida e
comodi “cadaveri” quando le forze dell’ordine ricevono soffiate sulle
operazioni di contrabbando.
Due individui legati al narcotraffico e al
riciclaggio di denaro di Jeb Bush in Florida morirono in circostanze
molto sospette. Manny Perez, complice di Bush nel riciclaggio di denaro
presso la Eagle National Bank, fu trovato galleggiare in un
canale a West Hialeah, vicino Miami, dopo che si pensava avesse
spifferato del narcotraffico della famiglia Bush in Florida. La polizia
stabilì che la morte di Perez fu un “incidente di nuoto”. Un altro
portaborse di Bush, Manny Diaz, morì in un incidente stradale sospetto.
Entrambi dovevano testimoniare alla sottocommissione bancaria del
senatore John Kerry, che indagava sull’Iran-contra e il riciclaggio di
narcodollari nel 1988.
George Morales, contractor della CIA, morì
scivolando su una saponetta nella doccia della prigione, il giorno prima
del suo rilascio dal carcere in Florida, dov’era per traffico di
cocaina. Morales doveva volare a Washington DC per testimoniare alla
Camera dei Rappresentanti sulle operazioni di droga e contrabbando di
armi della CIA, attività che interessavano Jeb Bush e suo padre, il
41.mo presidente degli Stati Uniti. Ancora un altro agente della CIA con
informazioni sufficienti da affondare le fortune politiche della
famiglia Bush nel 1980, Johnny Molina, si suicidò a Pensacola, in
Florida, nel parcheggio di un ristorante. La polizia concluse che Molina
si sparò 20 colpi con una MAC 10.
Il corpo di Molina fu cremato prima
dell’autopsia. L’ex-pilota della CIA, divenuto informatore della DEA,
Barry Seal fu ucciso con un’esecuzione mafiosa a Baton Rouge, Louisiana,
durante il servizio alla comunità dopo la condanna per droga. Quando fu
arrestato in Louisiana per aver pilotato un aereo carico di marijuana,
Seal disse che aveva il numero di telefono privato di George HW Bush
nella valigetta. Kerry scoprì ciò che molti giornalisti investigativi
hanno scoperto sui legami di CIA e famiglia Bush con il narcotraffico:
la rete tra aziende, banche, agenti della CIA, compagnie aeronautiche e
marittime coinvolte nel narcotraffico.
Tali aziende, dalla Frigorificos de Puntarena, società di frutti di mare del Costa Rica, all’Ocean Hunter, Inc., altra azienda di frutti di mare di Miami, dalla SETCO Air che trasportava droga dall’America Centrale alla Florida alla Vortex/Universal Air Leasing di Miami, erano legate alla famiglia Bush e alla CIA, Jeb Bush compreso.
Le ramificazioni dell’evasione di El Chapo e i riferimenti importuni di
Trump al problema degli immigrati illegali messicani schiumano sulla
superficie della campagna presidenziale in cui i collegamenti della
famiglia Bush al narcotraffico della CIA sono un problema, piaccia o no
ai Bush e benestanti sostenitori.
Wayne Madsen Strategic Culture Foundation 26/07/2015
La ripubblicazione è gradita in riferimento alla rivista on-line della Strategic Culture Foundation.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
https://aurorasito.wordpress.com/2015/07/27/la-fuga-di-el-chapo-in-messico-indica-i-legami-della-cia-con-i-narcotrafficanti/
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