Non è difficile capire chi sulla Terra possiede sia le risorse che la motivazione per coordinare molteplici e orribili attacchi di militanti, di porre fine a numerose vite
e di provocare paura e rabbia su scala globale. Tutto ciò si è potuto
vedere nei recenti attentati che si sono svolti durante il Ramadan [18 giugno – 17 luglio, NdT] in Francia, Tunisia, Kuwait e secondo alcune fonti nella Regione autonoma uigura dello Xinjiang [Cina occidentale, NdT ] .
Solo poche nazioni possiedono la capacità operativa per dirigere operazioni multinazionali organizzate come questa. Tra di loro solo una ha motivo di farlo.
Gli attentati
In Tunisia quasi 30 persone sono rimaste uccise in un vergognoso attentato con fucili d’assalto che
mirava a turisti inglesi. La Tunisia, che è stata per anni un bastione
di stabilità in una altrimenti regione problematica, vide nel 2011
manifestazioni di piazza e violenza nel mezzo
dell’estesa ”Primavera araba”, architettata dagli Stati Uniti con lo
scopo di rovesciare gli ordini politici regionali in favore di quelli
scelti da Wall Street e da Washington. Dopo aver in poco tempo
estromesso dal potere Zine El Abidine Ben Ali, i suoi alleati sembrano
aver fatto un passo indietro. Con il loro ritorno al potere, Al Qaeda e
ora il cosiddetto ”Stato Islamico” (ISIS) hanno opportunamente aumentato le operazioni all’interno del Paese.
La Tunisia confina anche
con la Libia, una nazione distrutta dall’intervento della NATO nel 2011.
Quest’ultima è diventata un focolaio di attività terroristica, in
particolare nella regione più occidentale dove gli USA gestiscono un
traffico di armi destinate ai terroristi di Al Qaeda che si trovano sia
in Libia che in Siria. Il transito verso quest’ultima è possibile grazie
alla Turchia, un membro della NATO. Con i terroristi spalleggiati dagli
USA che si riversano dalla Libia fino alla Siria, è chiaro che questa
connessione terroristica possiede la logistica necessaria per effettuare
operazioni anche nella vicina Tunisia.
Altri 27 sono rimasti
uccisi a seguito di un attentato suicida compiuto da un cittadino
Saudita in una moschea sciita nel Kuwait. Ciò si adatta a uno schema in
cui la poca attività di Al Qaeda e dell”ISIS che esiste in Arabia
Saudita e nelle altre autocrazie del Golfo Persico, è diretta non verso i
regimi al potere, tutti sostenitori e da lungo tempo alleati degli
Stati Uniti e della Gran Bretagna, ma contro bersagli sciiti in quella
che è una chiara escalation verso una guerra che mira all’Iran e ai suoi
alleati regionali.
Anche in Francia si è
verificato uno strano omicidio: il sospettato ha apparentemente
decapitato il suo datore di lavoro, ha lasciato la sua testa recisa in
una fabbrica chimica e ha tentato infine di far schiantare contro essa
un veicolo. Il sospettato era ben conosciuto alle agenzie di sicurezza
per precedente attività terroristica, ma può darsi che sia stato
lasciato e persino persuaso a compiere quest’ultimo e fatale attentato.
Si può denotare uno schema noto che si adatta a quasi tutti gli
attentati terroristici effettuati in Europa e in Nord America, inclusi i più recenti attacchi precedenti un altro episodio avvenuto ancora in Francia.
E infine, nella Regione autonoma uigura dello Xinjiang, il Dipartimento di Stato americano ”Radio Free Asia”, ha riportato che almeno 18 persone sono state uccise in un attacco compiuto dai terroristi uiguri. Come nota a margine il Dipartimento ha aggiunto, in un insipido tentativo di giustificare il terrorismo, che :
Gli Uiguri, minoranza di etnia turcofona, si lamentano di discriminazione etnica pervasiva, repressione religiosa e soppressione culturale ad opera delle autorità cinesi.
Nonostante
ciò, è confermato che i terroristi uiguri si sono uniti alle file
dell’ISIS in Siria, hanno ricevuto addestramento e stanno tornando in
Cina con l’intenzione di portare avanti attentati terroristici. Il
giornale The Interpreter del ”Lowy Institute” in un articolo intitolato ”Scelte difficili per Beijing a seguito dell’esecuzione di militanti cinesi dell’ISIS”, ammette che :
Il coinvolgimento dei cittadini cinesi nell’ISIS è sempre più sotto esame. Solamente due settimane fa, il Ministro degli Interni della Malesia ha confermato che 300 militanti cinesi hanno utilizzato il suo Paese come punto di transito per raggiungere l’ISIS. Tre settimane fa, le autorità cinesi hanno arrestato 10 cittadini turchi per aver fornito falsi passaporti a presunti terroristi provenienti dallo Xinjiang.
E ancora una volta, il sostegno degli USA è ben visibile nella regione in cui risiedono questi terroristi. Infatti, La Fondazione Nazionale per la Democrazia (NED) by Dipartimento di Stato,
cataloga lo Xinjiang come ”Turkistan dell’Est”, un nome fittizio per
uno Stato vassallo che gli Usa e i suoi terroristi sperano di separare
dal territorio cinese.
La motivazione
E’
chiaro che l’ISIS non sta compiendo questi attentati nella speranza di
”vincere” la sua guerra ma piuttosto per apparentemente perpetuarla,
espanderla e perseguirla nelle regioni finora ”risparmiate”. Gli
attacchi in Francia e in Tunisia sono servite solo a far arrabbiare e
impaurire le popolazioni europee che a loro volta sosterranno ulteriori
guerre mirate a ”combattere l’ISIS”, ma che convenientemente porteranno a
termine tutti gli altri obiettivi di Wall Street e di Washington.
In
particolare, l’attentato in Tunisia è stato l’ennesimo colpo contro il
governo al potere. Gli attentati nel Kuwait erano diretti alla sola
opposizione vitale che minaccia il regime protetto dagli USA a Kuwait
City. Attentati simili sono stati compiuti anche in Arabia Saudita e diretti, non al regime protetto dagli USA, ma all’opposizione.
In Cina è chiaro che gli
Stati Uniti sostengono i terroristi uiguri e la loro ambizione a
separare una vasta parte di territorio dalla Cina allo scopo di creare
uno Stato vassallo. In questo modo, gli USA potrebbero rafforzare
ulteriormente la loro strategia di accerchiamento contro Beijing. Il
Dipartimento di Stato americano finanzia apertamente le componenti
politiche di questi gruppi terroristici e sostiene pienamente la loro
retorica separatista.
Sembra che solo gli Stati
Uniti e le loro ambizioni egemoniche abbiano guadagnato da questa
insensata violenza perpetrata durante il Ramadan. I suoi nemici sono
stati direttamente attaccati e ai suoi alleati è stata data ulteriore
giustificazione per avventure militari all’estero. E non è una
coincidenza che solo gli Usa e la loro ampia e criminale Comunità
d’intellegence, possiedono la capacità operatica e una rete di
intermediari necessari per organizzare ed eseguire su scala mondiale
attentati convenientemente programmati.
Gli attacchi compiuti
durante il Ramadan servono come un avvertimento : l’imperialismo moderno
è vivo e vegeto. I suoi metodi per raggiungere l’egemonia sono sia
diretti che indiretti. Il terrorismo è un’arma potente ed è certo che
questo impero moderno continuerà a servirsene finché sarà redditizio.
Tony Cartalucci, ricercatore geopolitico residente a Bangkok e scrittore, in esclusiva per il giornale online ”New Eastern Outook”.
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Articolo di Tony Cartalucci pubblicato su Land Destroyer il 01/7/2015
Traduzione in italiano a cura di Elisabetta per Sakeritalia.it
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