Kathimerini rivela il Libero nero della Grexit
Nei
sei mesi di dolorose tornata su tornate di duri negoziati tra Grecia e
creditori sono nate ogni sorta di speculazioni su ciò che effettivamente
comporta la “Grexit“. Senza alcun precedente cui orientarsi,
la valutazione delle implicazioni dell’uscita dal blocco valutario era
(ed è tuttora) un compito praticamente impossibile, ma gli sforzi
collettivi di media mainstream ed analisti politici ed economisti hanno
prodotto un vero e proprio buffet di diagrammi ed organigrammi, schemi e
diagrammi di flusso nel futile tentativo di mappare la complessa
interazione dei problemi finanziari, politici ed economici che
invariabilmente seguirebbero se Atene decidesse di rompere finalmente la
sua sfortunata relazione con Bruxelles.
E non erano solo osservatori
emarginati a stendere i piani della Grexit. Nonostante i
funzionari dell’UE negassero l’esistenza di un “piano B”, come il piano
dell”uscita dolce’ del ministro tedesco Wolfgang Schaeuble “trapelato”
lo scorso fine settimana, nessuno degli educati eurocrati fingeva che
l’uscita della Grecia non fosse contemplata, ed infatti Yanis Varoufakis
sostiene che Atene fu minacciata di controlli sui capitali come a
febbraio, se non acconsentiva alle richieste dei creditori. Ora, con ciò
che è forse la rivelazione più sconvolgente su ciò che i funzionari
dell’UE davvero pensavano accada nel caso la Grecia uscisse dall’EMU e
senza tante cerimonie reintroducesse la dracma, Kathimerini tira fuori la descrizione di quello che chiama “Libro nero della Grexit“,
presumibilmente contenente il suggerimento che una guerra civile
esploderebbe in Grecia nel caso il Paese venisse spinto ad abbandonare
il blocco valutario.
Qui altro:
“Al 13° piano dell’edificio Verlaymont di Bruxelles, a pochi metri dall’ufficio del Presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, conservato in una stanza speciale della sicurezza c’è il piano di uscita della Grecia dall’eurozona. Lì, in un volume scritto in meno di un mese da un team di 15 membri della Commissione europea, si risponde alle domande su come affrontare tale uscita tra cui, per scioccante possa sembrare, anche la possibilità di uscita del Paese dal trattato di Schengen, oltre all’espulsione anche dall’UE. Secondo un funzionario europeo, i vertici della Commissione europea avevano già il voluminoso documento che descriveva al primo ministro greco, dallo stesso Juncker prima dell’inizio della sessione, tutti i dettagli della Grexit, facendogli comprendere il contesto giuridico e politico di tale decisione. Nel documento, secondo il funzionario europeo che ne conosce il contenuto, ci sono le risposte a 200 domande che sorgerebbero nel caso della Grexit. Queste domande, come spiega il funzionario, sono collegate a come un’uscita dall’euro creerebbe una serie di eventi che si svilupperebbe in breve tempo. La dracmatizzazione dell’economia imporrebbe i controlli dei cambi esteri del Paese portando infine all’uscita della Grecia dal trattato di Schengen. Gli autori del progetto, secondo il funzionario europeo, operarono in assoluta segretezza. Un gruppo speciale di 15 persone della Commissione europea iniziò a preparalo in contatto diretto con la Grecia ed anche con numerosi alti funzionari e direttori generali della Commissione europea di aree specifiche. Il documento fu iniziato quando la data di scadenza del programma (fine giugno) si avvicinava, così la Commissione si preparava ad ogni evenienza, e quando il referendum fu annunciato il 26 giugno, il relativo lavoro fu accelerato. Il weekend del referendum il lavoro s’intensificò e così a due giorni dall’incontro il progetto fu concluso. Secondo una fonte bene informata, chi lavorava al piano “soffriva le pene” in genere descrivendosi come “K” e “sopraffatto”, perché non poteva credere ciò che avevano concluso a quel punto, e la maggior parte di loro fu direttamente coinvolta nei programmi di salvataggio della Grecia. La Commissione europea inoltre sperava fino all’ultimo minuto che una soluzione si sarebbe trovata, mentre il gruppo conosceva meglio di chiunque altro le conseguenze dell’uscita della Grecia dall’eurozona e il costo di tale decisione. Uno dei partecipanti collegato direttamente alla realtà greca nella fase cruciale della redazione, disse al resto del gruppo che se “attuato il piano, le strade di Atene saranno invase dai carri armati”.”
Alla cieca, non è del tutto chiaro cosa intendesse per “sferragliare di
carri armati”, e diamo per scontato il suggerimento che UE e Stati
membri non cercassero in qualche modo di orchestrare un cambio di regime
militare in Grecia, nel caso Atene prendesse la decisione ‘sbagliata’
sull’appartenenza all’EMU. Piuttosto, il suggerimento sembra essere, ed
anche questo è semplicemente un’interpretazione sulla base delle
informazioni presentate da Kathimerini, che Bruxelles fosse del
parere che i risultati del referendum assieme alla contrapposta
retorica sul tradimento dei deputati di destra ed estrema sinistra, che
il popolo greco fosse profondamente diviso.
Anche se le concessioni di
Tsipras avranno indubbiamente implicazioni di vasta portata per la
politica e la società greca in generale, sembra che Bruxelles tema che
il malessere economico che risulti dalla ridenominazione possa innescare
un diffuso malessere sociale che, infine, verrebbe controllato
dall’esercito greco. Lasciamo ai lettori decidere l’accuratezza della
nostra interpretazione e quanto il suddetto documento “segreto” del
“pensatoio” sia una valutazione accurata della situazione o l’ennesimo
tentativo di far capitolare Tsipras, ma una cosa è certa, anche
menzionare la possibilità che “le strade di Atene” siano occupate dai
militari non sembra qualcosa che un “partner” direbbe a un altro.
Tyler Durden Zerohedge 19/07/2015
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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