I pensionati si suicidano mentre si parla apertamente di default. Con la moneta in caduta libera e i prezzi del cibo e del carburante alle stelle, i leaders vestono gli abiti tradizionali e fanno il muso duro.
Natalie Jaresko ha il viso triste di uno
stregone a cui le magie del voodoo hanno cessato di funzionare molto
tempo fa. Il Ministro delle Finanze Ucraino, la signora Jaresko è oggi
un’apparizione comune alla TV ucraina.
Prima di diventare Ministro delle
Finanze dell’Ucraina, questa signora con la doppia cittadinanza
ucraino-americana lavorava per il Dipartimento di Stato Americano. Negli
anni ’90 è stata il primo direttore della sezione economica
dell’ambasciata americana in Ucraina e poi si è guadagnata i suoi
milioni come Amministratore Delegato di numerose finanziare che
operavano in Ucraina.
Usando tutto il suo vocabolario ucraino
di recente acquisizione spiega con passione ai suoi concittadini ucraini
che devono smetterle di preoccuparsi delle precarie condizioni
finanziarie della nazione. In televisione predica che “default” non è
necessariamente una brutta parola, che porta automaticamente con sè fame
e freddo, ma che in tutto c’è un risvolto positivo.
Se ciò dovesse accadere (lei ammette che
è possibile), si tratterebbe di un default “tecnico” che non porterebbe
al collasso del sistema bancario nazionale. Nessuno soffrirebbe, nè le
banche, nè i loro clienti.
Può cantare come una sirena per Ulisse (oh, oh, ecco che vi riparliamo della Grecia), incantando quelli che vogliono essere incantati con poco, e questa è la sua canzone: “Si, questo è un default tecnico, ma non bisogna avere paura di questa parola. In nessun modo questo influirà sul nostro sistema bancario perchè le nostre banche non lo hanno in carico, è un debito internazionale. Ciò non influenza la liquidità o i depositi dei nostri concittadini. Questa non è la Grecia, questa è una situazione differente.”
Se, o meglio “quando” detto dai
pessimisti, il dollaro arriverà a 30 hryvnie, il ceto medio della
nazione sarà eliminato. Naturalmente, secondo lei, il default non avrà
nessun effetto sul tasso di cambio della valuta nazionale, la hryvnia,
che prima dell’ultima rivoluzione, un anno e mezzo fa si cambiava a 7-8
per un dollaro mentre ora si avvicina ai 25 al cambio nero.
“Secondo me e secondo l’aritmetica
dell’economia, non dovrebbe esserci nessun impatto begativo sulla
hryvnia. Per dirla facendo parlare i numeri, i soldi, la valuta che si
usa per i pagamenti, uscirebbero dalla nazione e, in caso di sospensione
dei pagamenti, rimarrebbero all’interno dello stato. L’aritmetica è
favorevole alla hrvynia”, dice.
Secondo la signora Jaresko, gli ucraini
dovrebbero anche sentirsi orgogliosi della probabile intenzione del loro
governo di fare default sui suoi 27 miliardi di dollari di debito,
perchè non esclude la possibilità che parte di questo debito, la parte
accumulatasi fra il 2007 e il 2012, sia dovuto a “forze oscure”.
Naturalmente, 3 miliardi di questi
dollari vengono dalla Russia, il nemico che vuole distruggere l’Ucraina
sia militarmente che finanziariamente. Ma c’è un altra ragione per
rimanere positivi, un po’ più sfumata ed intricata. La signora Jaresko
non esclude la possibilità che questo debito sia in mano ad un altro
nemico, la “famiglia” dell’ex Presidente Yanukovich. Ad un reporter che
le chiedeva se fosse possibile che il 90% dei buoni del tesoro ucraini
fosse nelle mani dell’odiato ex Presidente e dei suoi accoliti, ha
risposto cautamente, “ Tutto è possibile perchè i buoni del tesoro si
possono comprare e vendere.Si possono vendere alla Borsa Irlandese e io
non posso sapere chi è il proprietario-beneficiario di tali buoni”.
Così il default non solo è possibile, ma
il farlo sarebbe anche una cosa positiva. Questa posizione fà della
signora Jaresko una moderata. Ci sono altri, come il leader del Partito
Radicale, Oleh Lyashko che chiedono al governo un esplicito default su
tutto il debito internazionale. Dice: “Come vediamo dall’esempio della
Grecia, l’unico modo per mettere d’accordo i creditori [sulle richieste
ucraine di un haircut del 40% sul debito principale, un calo del tasso
di interesse e una proroga della scadenza] è di dichiarare default.
Chiedo al goveno [del Primo Ministro ucraino] Yatseniuk di farlo, non
potrà andare peggio [di come è adesso]”.
Gran parte della stampa ucraina appoggia
l’idea in articoli di ampia diffusione, tipo “Il default è una
benedizione per la gente” “Perchè non si deve avere paura del default”.
Il signor Lyashko ha ragine nel dire che
la situazione è brutta. Secondo quanto dichiarato dalla Banca Nazionale
Ucraina, il debito esterno dell’Ucraina, statale e commerciale, è
arrivato a 125,97 miliardi di dollari (110.5% del PIL) il 1° aprile
2015. Un quarto di secolo fa, quando l’Ucraina divenne una nazione
sovrana, era 0.
I rimborsi dei prestiti governativi in
scadenza nei prossimi 12 mesi ammontano a 6,6 miliardi di dollari,
quelli sulle obbligazioni 5,4 miliardi, inclusi i 3 miliardi dovuti alla
Russia, più gli interessi.
Oggigiorno ogni ucraino, compresi
bambini e anziani, deve ai creditori internazionali 3.200 dollari. Per
pagare la somma che l’Ucraina deve ai creditori, anche solo per
quest’anno, ogni cittadino ucraino dovrebbe contribuire per 350 dollari,
che sono da due a sei mesi di salario.
Secondo il Comitato Nazionale di
Statistica, il salario medio mensile in Ucraina è di circa 140 dollari
(per semplificare, salari e prezzi saranno in dollari americani al tasso
di cambio ufficioso di 25 hryvnie per dollaro).
I più vulnerabili sono i pensionati, con
la loro pensione mensile di 43 dollari. La situazione disperata di
queste persone viene usata spesso dai partiti politici per organizzare
“manifestazioni” in loro sostegno. L’UKROP, per esempio, un nuovo
partito, finanziato dall’oligarca Igor Kolomoiski, ha tenuto
recentemente nella città di Chernigov un raduno a loro favore. Per far
accorrere gli anziani era stato promesso cibo gratis, un pacco di
farina, un pacco di pasta e due scatolette di pesce a persona. Mentre si
spintonavano per queste elemosine, alcuni dei pensionati ridotti alla
disperazione sono anche stati coinvolti in una rissa.
(Una volta le parole “ukropio” o “aneto” venivano usate come dispregiativi al posto di “ucraino”, oggi vengono accettate con orgoglio dalla parte più politicamente avanzata della società ucraina come proprio nome etnico, in sfida ai “Moskals”, i russi).
Il leader del Partito Radicale, il parlamentare Oleh Lyashko con la “vyshyvanka”
Secondo quanto riportato dal quotidiano ucraino Vesti,
che ha raccontato questa storia, in luglio, nella regione di Kharkov,
due anziani, Sergei Roganin e Vladimir Maryushchenko si sono suicidati
impiccandosi dopo aver ricevuto le bollette dell’energia con i nuovi
prezzi. Sergei Roganin lo ha fatto in un modo assai inusuale. Per prima
cosa ha indossato la “vyshyvanka” una camicia tradizionale con ricami
multicolore al collo e ai polsi, e poi, dopo aver urlato il moderno
grido di battaglia politico-militare ucraino “Gloria all’Ucraina!” ha
infilato il collo nel cappio.
La vyshyvanka è un altro
simbolo moderno di patriottismo. Il “Giorno della Vyshyvanka” è una
nuova festa nazionale, che si celebra il 21 maggio, quando ogni ucraino,
dal presidente in giù, è tenuto ad indossarne una, a meno che non
voglia essere sospettato di simpatizzare segretamente con i “Moskal”.
Anche l’ambasciatore americano in Ucraina Geoffrey Pyatt, di tanto in
tanto vesta la vyshyvanka per mostrare il proprio sostegno alla nazione e
l’affetto per tutto ciò che è ucraino.
Il Ministro delle Finanze ucraino,
Jaresko, non è più la vostra signora “mamma, Dio e torta di mele”. Lei
ama la vyshyvanka sopra ogni cosa. Sulla sua pagina Facebook l’ha
chiamata “la preghiera senza parole, il simbolo dell’unità con le anime
dei nostri predecessori”.
Frattanto il salario minimo mensile
ucraino, che è di 48 dollari, ha bisogno di altri 4 dollari per coprire
le necessità dell’alimentazione di base, lasciando da parte le spese per
i trasporti, abbigliamento e tutto il resto. Nel maggio 2010 la spesa
per l’alimentazione era il il 55% del salario minimo mensile, nel maggio
2015 era il 108%. Secondo l’Ufficio Ucraino di Statistica, negli ultimi
12 mesi l’olio di girasole è aumentato del 200%, la frutta del 197%, le
uova del 181%, il pane del 175%, la pasta del 171%, il pesce del 171%.
Ma questo non è quello che spaventa di
più gli ucraini. Per primo e di più pensano alle loro nuove bollette.
Dall’estate scorsa il prezzo del gas naturale è aumentato del 553%,
l’elettricità del 133%, l’acqua del 176%. I riformisti del governo hanno
promesso che questo sarebbe stato solo l’inizio.
A Kiev, per essere definiti ceto medio,
bisogna disporre di almeno 400 dollari al mese, in tutti gli altri posti
al di fuori della capitale ne bastano 200. La percentuale attuale di
ceto medio nella società ucraina è la più bassa in assoluto degli ultimi
anni, circa il 9%, secondo la società TNS. Se, o “quando” secondo i
pessimisti, per un dollaro ci vorranno 30 hryvnie, il ceto medio della
nazione sarà eliminato.
Il livello delle entrate della
cosiddetta classe abbiente in Ucraina lo fa vedere il salario del
Viceprocuratore Generale Ucraino, il signor Vitaly Kasko, che guadagna
720 dollari al mese, i Procuratori Distrettuali suoi sottoposti arrivano
a 400.
Anche l’ambasciatore statunitense in Ucraina Geoffrey Pyatt indossa per la prima volta la “vyshyvanka”
Il livello di disoccupazione nel periodo
post-golpe è passato dal 7.7% al 9.6%, ma è destinato a salire perchè
la politica dei riformisti include risparmi nel settore dell’energia e
la dismissione di industrie non competitive, e di queste ce ne sono
tante. Il processo riformista di de-industrializzazione, come quello di
rinuncia alla “dipendenza energetica “ della nazione sono un amaro
boccone per i residenti delle cinque città ucraine che superano il
milione, compresa Kiev con i suoi tre milioni di abitanti.
L’Ucraina, che nuota nel mare delle
riforme, è in acque sconosciute. Nelle altre nazioni che sono passate
attraverso un doloroso periodo di riforme, il livello di urbanizzazione
era decisamente più basso. In Polonia, per esempio, con la stessa
popolazione dell’Ucraina, c’è solo una città che supera il milione di
abitanti, Varsavia, che ne ha 1.7.
Solo due anni fa, sotto il precedente
“regime corrotto”, il salario medio in Ucraina era di 500 dollari al
mese, l’assegno della previdenza sociale era di 200 dollari al mese. I
prezzi dei beni erano meno della metà di quelli di oggi.
Il nuovo governatore di Odessa Mikhail
Saakashvili ha rimarcato sarcasticamente che gli ucraini dovrebbero
lavorare duro per i prossimi 20 anni se vogliono tornare ai livelli di
vita di cui godevano sotto il “regime corrotto”. La valuta nazionale è
caduta nell’abisso, passando da 7-8 hrvynie per dollaro alle ufficiali
22-23. L’unica ragione per cui per ora non scende ancora più in basso è
l’insolvenza del governo ucraino nel pagare i suoi magri salari, che ha
raggiunto l’incredibile somma di 72 milioni di dollari, i salari non
pagati nelle aziende private non si possono calcolare in modo certo, ma
l’ammontare deve essere enorme.
Ad alcuni ucraini, naturalmente, dei
soldi non importa nulla. Il signor Saakashvili dice apertamente che il
sontuoso stile di vita suo e del suo gruppo (di cui fanno parte i suoi
amici georgiani e anche la giovane figlia di un ex Primo Ministro
riformista russo) non costa una hrvynia al bilancio ucraino, è tutto
pagato dai contribuenti americani.
Il Ministro delle Finanze ucraino,
Natalie Jaresko, è quella che va spesso in televisione a dire che, se
lei manda i suoi figli alla Scuola Privata Internazionale di Kiev, lo fa
con i soldi che aveva guadagnato in precedenza nel settore privato come
capo della Horizon Capital Investment Company. (Per rispetto verso i
suoi meno fortunati concittadini, bisognerebbe dirle di smettere di
caricarsi d’oro i polsi, il collo, le dita e le orecchie mentre è in
televisione).
Il Presidente ucraino Petro Poroshenko…beh, lui è miliardario.
Il governo ucraino getta la colpa dello
stato di guerra all’est della nazione e della corruzione sul precedente
(e qui si usa sempre la parola “criminale”) regime. In questa
affermazione c’è una grossa parte di verità, ma anche di astuzia
politica. Certo, la guerra chiede un pesante sacrificio all’economia
ucraina, ma i sei milioni di persone che sopravvivono a stento nelle
regioni sotto il controllo degli insorti antigovernativi non hanno
ricevuto niente per più di un anno e mezzo dal governo di Kiev così
attento ai soldi, niente salari, pensioni, previdenza sociale,
assistenza di ogni tipo; completamente tagliati fuori dal bilancio
ucraino come zavorra inutile.
Per quanto riguarda il mantra del
“precedente regime corrotto”, la parola “precedente” è valida solo fino
ad un certo punto. L’odierno presidente ucraino, l’oligarca Petro
Poroshenko, per dirne una, cominciò la sua carriera politica nel 1998,
guadagnando un seggio alla Verkhovna (suprema) Rada (Parlamento ucraino,
NdT). Divenne Segretario per la Sicurezza e la Difesa nel 2004 (rimosso
nel 2005 dopo accuse di corruzione), fu nominato Capo del Comitato
Parlamentare per Banche e Finanza nel 2006 e poi Capo del Consiglio
della Banca Nazionale Ucraina nel 2007.
Nel 2012, il precedente, “corrotto”
Presidente Yanukovich nominò il signor Poroshenko Ministro per lo
Sviluppo Economico e il Commercio dell’Ucraina. Il Primo Ministro Arseny
Yatsenyuk (“il nostro Yatz”, secondo l’Assistente Segretario di Stato
Americano Victoria Nuland) fu nominato Ministro dell’Economia
dell’Ucraina nel 2005 e Presidente del Parlamento nel 2007.
Così non si può non essere d’accordo con
la signora Nuland che, in un’intervista al popolare programma
televisivo ucraino “Shuster – dal vivo”, il 17 luglio ha dichiarato:
“non sono io che ve lo devo dire, ma tutti i leaders, dall’indipendenza
in poi, hanno, in un modo o nell’altro, o spogliato direttemente il
popolo ucraino o permesso che ciò accadesse”.
Il fatto triste è che l’Ucraina è
fallita, la Banca Nazionale ha solo poco più di 10.264 miliardi di
dollari in cassa. Kiev non ha abbastanza soldi per prepararsi alla
stagione del riscaldamento, il che significa che molto probabilmente il
prossimo inverno la gente congelerà ancora una volta. Per risolvere il
problema l’Ucraina sta negoziando con i partners internazionali per
ottenere un credito di 1 miliardo di dollari per acquistare gas naturale
e 300 milioni per il carbone. Chiudendo giudiziosamente la porta e
buttando via la chiave del mercato russo per i prodotti delle sue
aziende, la Kiev post-rivoluzionaria ha deliberatamente chiuso gli occhi
sul fatto di non aver praticamente nulla da offrire al resto del mondo.
Gli standard qualitativi europei (più
elevati) non possono essere raggiunti in breve tempo dall’industria
ucraina. Anche il sale bianco ucraino è usato in Europa solo come
anticongelante invernale stradale o come additivo nell’industria
chimica. Il sale naturale ucraino è considerato “sporco” a causa delle
troppe impurità che contiene.
E così, come uscire dal pasticcio in cui
si è cacciata la nazione? Per ora nessuno della classe dirigente ha una
risposta, a meno che non si prenda in seria considerazione la proposta
di Oleksandr Turchynov, Segretario del Consiglio per la Sicurezza e
Difesa Nazionale dell’Ucraina ed ex Presidente Ucraino facente funzione…
Come tutte le cose con un tocco di genio, la sua idea di come
migliorare l’evanescente economia ucraina è molto semplice: L’Ucraina
deve citare in giudizio la Russia per “l’annessione della Crimea”, che,
secondo il signor Turchinov, vale almeno 100 miliardi di dollari.
Naturalmente, essendo un patriota, il
signor Turchinov non vuole vendere la Crimea alla Russia, vuole che
l’Ucraina abbia la tanto agognata penisola e la tanto agognata valuta.
“Noi non vendiamo territori”, ha spiegato all’agenzia Interfax-Ucraina.”Questo è come riavremo la Crimea e anche 100 miliardi di dollari, per mezzo delle vie legali”.
Il Primo Ministro Yatsenyuk dà luce
verde all’idea del signor Turkinov e ordina ai suoi sottoposti di citare
in causa la Russia per miliardi di dollari presso tutti i tipi di
tribunale internazionale, ma per ora, non un singolo dollaro di
quell’oceano di biglietti verdi che dovrebbe far prosperare l’economia
ucraina è arrivato.
Intanto la parola “Grecia” lo fa
impazzire. “Ci erano stati promessi 25 miliardi di dollari per i
prossimi 4 anni, mentre dovevamo combattere con la Russia, dopo aver
perso il 20% della nostra economia. E i nostri amici della Grecia, che
ha una popolazione quattro volte più piccola di quella ucraina, hanno
già ricevuto 300 miliardi di dollari e dicono di averne bisogno ancora
60-80?”
La vita non è giusta nei confronti del
signor Yatsenyuk. Non avere la più pallida idea di come dare ai suoi
concittadini ucraini i livelli di vita europei che aveva promesso, deve
essere una cosa che strappa il cuore. Il suo umore depresso (Freud
potrebbe anche chiamarlo moribondo) lo si può vedere dal continuo uso
che il signor Yatsenyuk fa della parola “kamikaze” quando parla di sè
stesso. Dopo essersi incontrato con il signor Obama alla Casa Bianca
alcuni giorni fa, il Primo Ministro Ucraino avrebbe detto, secondo il
New York Times, che per lui non c’è altra scelta se non quella di
“impiccarsi insieme” al Presidente Poroshenko, essendo l’alternativa,
secondo il signor Yatsenyuk (e con le parole di Benjamin Franklin)
quella di “impiccarsi separatamente”.
Certo, sono state fatte un sacco di
promesse, ma mai prima d’ora la verità era stata detta più chiaramente
di quanto è stato fatto nell’intervista che Victoria Nuland ha dato alla
televisione ucraina alcuni giorni or sono, quando ha spiegato a chi era
attaccato alle ultime illusioni: “Non ci sono miracoli…queste cose (le
riforme) sono dolorose. E quando c’è un posto che fa male e avete un
cerotto che lo copre, per esempio, e dovete cambiare la medicazione,
togliere lentamente il cerotto è sempre la cosa peggiore. E’ molto
meglio strapparlo il più velocemente possibile, sopportare il dolore e
poi incominciare a guarire”.
Essendo un politico, la signora Nuland
ha dimenticato di dire una cosa: quanti anni ci vorranno per guarire. E,
no, non indossava la vyshyvanka.
*****
Articolo di Mikhail Klikushin, pubblicato su Russia Insider il 27 luglio 2015
Tradotto da Mario per Sakeritalia.it
Tradotto da Mario per Sakeritalia.it
Nessun commento:
Posta un commento