Nel disegno sono segnati i raggi cosmici galattici che invece non sono stati osservati
“Confine raggiunto, Voyager
oltrepassa il sistema solare”, riportano i titoli dei quotidiani
italiani, ai primi di luglio 2013, parlando della sonda Voyager 1,
l’oggetto artificiale più lontano dalla Terra. Leggendo poi l’articolo
si scopre che, invece, non è così. E. G. Stone, professore di fisica al
California Institute di Pasadena e direttore del progetto dichiara:
“potrebbe accadere da un momento all’altro, ma potrebbero volerci anche
molti anni.”
Quante volte la NASA ha annunciato di
aver superato il “confine” del sistema solare? Nel 2003 la sonda
raggiunse l’elioguaina (heliosheat), una regione in cui il vento solare è
particolarmente intenso e si pensava che questo fosse il confine, ma
non era così. Lo scorso anno 2012, in agosto, Voyager 1 aveva raggiunto
una zona chiamata “regione a esaurimento”, una sorta di strato magnetico
che sembrava essere il confine. Ancora no, non lo era.
In 35 anni di attività la Voyager 1 ha percorso una distanza pari a 125 volte la distanza terra-sole, mentre la sonda gemella, la Voyager 2, è di poco più indietro. In giugno 2013, la quantità di raggi cosmici segnalata da entrambe è diminuita progressivamente e, negli ultimi mesi, si era ridotta in modo così drastico, tanto da indurre a credere che questa fosse la volta buona. Tuttavia l’indicatore principale – un cambiamento drastico del campo magnetico solare – non c’è stato e quindi la sonda non è affatto uscita dall’influenza solare.
I commentatori e divulgatori italiani sembrano certi che prima o poi le sonde Voyager raggiungeranno il “confine” e non riportano i risultati della sonda IBEX (Interstellary Boundary Explorer) che lo ha già esplorato, in altri modi, scoprendo uno strano nastro brillante (ribbon) che viene riflesso dal “confine” il quale si comporta come uno specchio magnetico.
Il nastro osservato sul
“Ci sembra di esplorare una caverna misteriosa“ diceva Arik Posner, direttore del programma IBEX alla NASA. “Osservando IBEX, ci accorgiamo che il sistema solare è come una candela, le cui luci sono riflesse sulle pareti della caverna e riflesse verso di noi”.
Il modello teorico che considera il
“I modelli che abbiamo immaginato finora sono tutti sbagliati” ha dichiarato Stomatios Krimigis direttore del Dipartimento Spaziale nel 1991. Il sole produce un plasma di particelle cariche – noto come vento solare
– che viaggia a velocità supersoniche fino all’eliosfera, la bolla
magnetica che avvolge il sistema solare. Un anno fa Voyager 1 aveva
segnalato che il vento solare era diminuito di un fattore 1000. Era
stata una riduzione repentina, avvenuta in pochi giorni, mentre i raggi
cosmici erano, invece, aumentati notevolmente. Quindi tutti pensavano
che Voyager 1 avesse abbandonato l’eliosfera. Invece non era così. Qual’era dunque il problema? È che tutti si aspettavano che nel mezzo interstellare – fuori dall’eliosfera – i raggi cosmici si muovessero in tutte le direzioni. Invece no, provenivano tutti da un’unica direzione preferenziale, il sole. Mentre il vento solare era diminuito drasticamente, il campo magnetico era rimasto intatto, senza la ben che minima variazione. Il fatto difficile da spiegare perché tutti credono che il campo magnetico galattico sia inclinato di 60° rispetto a quello solare. “E’ una grossa sorpresa” dicono gli astronomi credenti nel principio copernicano.
Molti astronomi seri stanno dimostrando che il “cielo” – lo spazio “vuoto” – non soddisfa affatto questo principio, ma ha struttura struttura cellulare che si ripete con forme simili su tutte le scale, da quelle piccole a quelle grandi. Come riporto in Baby Sun Revelation, studi compiuti sui dati delle sonde WMAP, il “vuoto” ha una geometria dodecaedrica, definita da H. Poincaré come quella mostrata in figura. E’ la scuola francese che ha cercato in varie occasioni di dimostrare la sostanziale diversità tra la Relatività Generale di Einstein e quella di H. Poincaré che riconosceva il ruolo cruciale dell’etere.
Una simile struttura rende il “vuoto” una sala di specchi che riflettono infinite immagini di ogni singolo corpo celeste. Se così è, la magnetosfera solare, o eliosfera, è una caverna reale e niente affatto platonica nel senso usuale del termine. E’ una bolla magnetica che ha proprie “pareti”, cioè schermi sui quali si proiettano gli ologrammi solidi che chiamiamo pianeti, stelle e/o galassie, cioè immagini in 3D ovvero “ombre” come dicevano Platone e Giordano Bruno. Il sistema solare reale può non essere quello disegnato dall’astronomia copernicana, ma essere un video, proiettato sulle “pareti” della caverna, cioè sui tanti specchi che permeano lo spazio “vuoto”.
La Sorgente del possente campo magnetico può non essere il sole giallo, visibile in cielo, bensì il SOLE NERO al centro della Terra… Per comprendere la Sua funzione di MOTORE PRIMO, dobbiamo riconoscere l’esistenza dell’ETERE RUOTANTE che non è mai stato smentito e oggi sta ritornando alla ribalta, dimostrando l’infinita energia a disposizione della TERRA e la comunione tra noi, umani terrestri, e quelli celesti.
Giuliana Conforto
fonte: http://www.giulianaconforto.it/?p=2391
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