Slavoj Žižek analizzò il film scrivendo: “Essi vivono è definitivamente uno dei capolavori dimenticati della Hollywood Sinistra. Gli occhiali fungono come una critica dell’ideologia. Ti consentono di vedere il vero messaggio sotto tutta la propaganda, lo sfarzo, i cartelloni e così via… Quando indossi gli occhiali intravedi una dittatura nella democrazia, l’ordine invisibile che sostiene la tua apparente libertà.”[6] FONTE
“Essi
Vivono” è un filmettino di fantascienza del 1988 pieno di alieni
brutti, di lottatori della WWF cattivi che fanno i buoni, e tanti
occhiali da sole. Cos’ha di speciale per renderlo ancora memorabile dopo
26 anni? Ve lo spiego subito:
Mentre a prima vista potrebbe sembrare “L’invasione degli ultra-Yuppies dallo spazio profondo”, anche questo film (come tanti altri di quel decennio, del resto) ruota intorno a una storiellina che alla fine tanto “ina” non si è dimostrata, e all’indomani della prova del tempo possiamo tranquillamente definirla come un messaggio profetico.
Sì, perchè quando Essi Vivono uscì nelle sale la gente andò a vederlo, si fece una risatina, e dimenticò alla svelta quelle che sembravano essere un mucchio di sciocchezze. Solo qualche anno più tardi, però, si rese conto che quel messaggio riguardo alla ristretta elite e il controllo dei media per manipolare le masse, forse, ma dico FORSE, una sua rilevanza ce l’aveva.
Poi c’era protagonista il wrestler Rowdy Roddy Piper che certo parlava poco, però menava forte. Uuuh quanto menava forte...
Guardando
questo film di John Carpenter si ha sempre delle reazioni contrastanti.
Da una parte accusa lo stesso colpo che possono accusare tante
pellicole anniottantare del periodo, ovvero: momenti morti, recitazione
loffia e soluzioni di trama assolutamente incredibili (i famigerati
“WhatTheFuck” di cui gli anni ’80 americani erano zeppi, poi tradotti in
MACCOSA nella nostra dolce patria). Dall’altro riesce ancora ad
impressionare per la genialità con cui una feroce critica al sistema
americano viene proposta camuffandola sotto le spoglie di un film di
fantascienza.
Quindi, riducendo il concetto all’osso, dopo che uno vede Essi Vivono rimane sempre indeciso tra l’esclamare «Wow John, sei un genio!», oppure, «Wow John, che palle!»
Basato
sul racconto breve “Eight O’Clock in the Morning” di Ray Nelson, il
film è una di quelle rare storie sovversive che costringe gli spettatori
a mettere in discussione il loro mondo e il loro ambiente. Questo
perché, nonostante parli di alieni cadaverici, riesce ad innescarsi in
corrispondenza di un gesto meccanico e banale come quello di inforcare
un paio di occhiali da sole.
Vi sembra poco? NO. Questa è una di quelle cose che trovo geniali. Alle cose pallose ci arriveremo con calma.
Ma parliamo un po’ della trama e del perchè un regista rinomato come Carpenter abbia scelto Roddy Piper come protagonista.
Chiariamo subito che per il ruolo principale era già in pista di lancio il buon vecchio Kurt Russell, attore ormai affermato e feticcio del vecchio John, ma a questa tornata venne messo da parte proprio a causa della sua popolarità. Fin dall’inizio l’intento di Carpenter voleva essere quello di inscenare un film di protesta, di contestazione alla società americana in un decennio in cui l’edonismo reaganiano spadroneggiava al cinema con i film di Stallone e Swarzy, e quando vuoi fare una contestazione seria non ti presenti certo col completo Armani di un attore ormai abituato a fare le passerelle sul red carpet, bensì con i jeans e la camicia di flanella di un illustre sconosciuto, possibilmente grosso e incazzato, di quelli che hanno tutta la vita scritta nella faccia butterata e a cui frega poco o niente delle eventuali conseguenze.Carpenter avev incontrato Roddy Piper l’anno prima, alla Wrestlermania III, ed era rimasto colpito dal carisma del personaggio, dalla sua genuinità.
Naturalmente nessuno pensò mai neanche un istante che un film come Essi Vivono avrebbe potuto concorrere agli Oscar, ma considerando che Piper recitava con la stessa intensità di un parchimetro a colonnina e doveva passare la maggior parte del film tranquillamente in silenzio a fissare perplesso cose e persone, capirete che probabilmente anche Carpenter stava pensando la stessa cosa. Ma quello che John stava cercando, e che aveva sicuramente trovato, era un esperto attaccabrighe capace di innescare e portare a termine con credibilità una scazzottata epica di ben 5 minuti e mezzo, dopodichè armarsi fino ai denti e sterminare qualsiasi FOTTUTO ALIENO gli si parasse davanti.
Sì. Quello Roddy poteva farlo, e gli sarebbe anche piaciuto assai.
La scazzottata
La storia senza tanti fronzoli:Roddy è John Nada, un personaggio con uno dei nomi più comuni nella società americana accompagnato da un cognome spagnolo che significa “niente”. Se ne va in giro per Los Angeles, disoccupato e senza casa, con il suo zaino in spalla. Per una pura combinazione trova un lavoro da manovale e un collega, Frank, gli offre un riparo in una specie di favela sorta intorno a una chiesa ai margini della città.
John fino a qui è un perdente, uno degli ultimi della società americana, però è fiducioso, crede nel sistema ed è sicuro che prima o poi le cose cambieranno e i suoi meriti verranno riconosciuti da qualcuno. Il suo amico Frank pensa: “Sì. Aspetta pure Babbo Natale“, lo commisera e se ne va. Intanto John ciondola in giro per la favela, vede movimenti sospetti nella chiesa e George R. R.
Martin che interferisce alla televisione.
Una
notte arrivano una marea di poliziotti che assaltano la chiesa e menano
tutti come non ci fosse un domani. Pure le ruspe spianano la favela e
sgomberano gli squatters. John si ritrova a razzolare nei locali della
chiesa sgomberata e trova una scatola piena di occhiali da sole. Ne
inforca un paio e…MAGIA!
Il
mondo vero è in bianco e nero e, soprattutto, è popolato da alieni
dall’aspetto cadaverico che si sono infiltrati ai massimi vertici della
società.
John,
dopo un iniziale sconcerto, si trasforma in vincente. Basta profonde
riflessioni. Basta lunghi e meditabondi silenzi. Basta col sogno
americano. Si arma fino ai denti e comincia a sterminare tutti gli
alieni che incontra sulla sua strada.
Con
la sua carismatica camicia di flanella ne combina di tutti i colori,
compreso picchiare tipo, UNA VITA, il suo amico Frank per costringerlo
ad indossare gli occhiali e vedere la cruda realtà.
A
questo punto il film va fuori controllo e il MACCOSOMETRO s’impenna nel
delirio omicida più totale. Gli alieni sono dappertutto. Gli alieni ci
comandano e sorvegliano. Usano anche dei droni col sistema di
occultamento per spiarci!
Ma
un punto debole gli alieni ce l’hanno. Tutto il loro sistema di
mascheramento GLOBALE è pilotato da una sola e unica antennona
parabolica piazzata sul tetto dell’emittente televisiva Channel 54.
Cazzo. È fatta!
John
e Frank si armano di tutto punto e si gettano impavidi nello sharknado
dei MACCOSA che li porta ad imbucarsi a una festa di gala per poter
mettere le mani sull’antenna. Premettendo che imbucarsi in camicia di
flanella a una festa in smoking è roba da professionisti, il finale ci
riserva il colpo di scena e l’immancabile trionfo del campione
Carpenteriano che, crivellato di colpi e morente, riesce comunque a
portare a termine la missione e mandare a fare in culo tutti.
Concludendo,
Essi Vivono è ben lungi dall’essere un film perfetto, ma è un
divertente sci-fi CULT per tutto quello che ho elencato sopra. La
critica americana lo stroncò ma non c’è da meravigliarsene. Carpenter
era semplicemente dalla parte sbagliata della barricata e se al posto
degli alieni ci fossero stati i comunisti, quegli stessi critici lo
avrebbero idolatrato e celebrato il capolavoro.
È
un film low-budget e si vede, ma non si sente la mancanza di
nient’altro sia stato escluso dalla rappresentazione finale, anzi,
guardarlo restituisce quella sensazione un po’ retrò che si ha quando ci
si imbatte in un vecchio episodio di “Ai confini della realtà”. Il suo messaggio di fondo poi, lo rende tremendamente attuale.
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Essi vivono è un documentario! Lo aveva detto il protagonista del film. E’ morto di infarto pochi giorni fa. Aveva 61 anni.
BUONA VISIONE!
Citazioni di Essi vivono
- Abbiamo provato a usare vere pubblicità. […] Ma è un film contro la pubblicità; nessuno voleva concederci il permesso. (John Carpenter)
- [Essi vivono] è sul vedere il mondo in due modi diversi – normalmente e attraverso gli occhiali da sole, che mostrano la verità. Abbiamo girato ogni scena due volte; un gran dispendio di tempo; coprire un’intera strada di cartelloni pubblicitari con messaggi subliminali è stata una rottura di palle. Stranamente, però, la maggior parte delle persone non lo hanno notato, è questo è stato spaventoso. Soprattutto all’edicola, dove le copertine delle riviste sono state ricoperte con slogan, passavano senza prestare proprio alcuna attenzione. (John Carpenter)
- Essi vivono è un documentario! (Roddy Piper)
- Il film ha un messaggio molto forte sul potere del mercantilismo e sul modo in cui la gente viene manipolata dalla pubblicità. […] l’obbedienza è la moneta che ha più valore. La gente raramente considera quanto potere sacrifica seguendo ciecamente il programma di marketing delle corporation interessate solo a loro stesse, e come le loro abitudini di consumatori riflettono la direzione nella quale scelgono di cedere questo potere. (Shepard Fairey)
- Negli Stati Uniti d’America la classe media sta lentamente scomparendo: ci sono sempre più poveri e sempre più ricchi. Penso che Essi vivono verrà visto in futuro come una delle poche voci d’indignazione in un periodo durante il quale tutti volevano due cose: vincere e fare soldi; tutto il resto era secondario. (John Carpenter)
- Sono diventato talmente disgustato di come questo paese si sia spinto così a destra che ho voluto fare una dichiarazione. […] Essi vivono può essere L’invasione degli Ultracorpi odierno; invece che i “comunistisotto al letto”, i mostri sarebbero stati i capitalisti sfrenati. Gli “Altri”, ovvero le creature, sono yuppie e non penso siano stati mai rappresentati così prima d’ora. Sono stati rappresentati [in film come Fuori orario o Qualcosa di travolgente] come cialtroni, ma mai come esseri disumani. (John Carpenter)
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