Dea Shinto, Quan Yin, che mostra una ovvia formazione a toroide sferico
15.1 ALBERO DEL MONDO/CONNESSIONE ALL’UNITA’ DI COSCIENZA
Gli Antichi cercatori tramite le loro
esperienze di uscita dal corpo (ndt.OBE) riportavano le osservazioni
della struttura della CU (ndt.Unità di Coscienza), spesso chiamata
“Albero del Mondo” perchè vedevano l’asse centrale principale.
Mostreremo che questo concetto riappare in modo molto simile in tante
culture diverse e possiamo collegarlo facilmente al toroide sferico; è
letteralmente la stessa formazione. Molte leggende affermano che
“raggiungendo il tronco e scalando l’albero” si avranno potenti
esperienze mistiche in piani superiori. Certe fotografie di antichi
disegni, come la seguente immagine della dea Shinto, Quan Yin, mostrano
che questi mistici vedevano tutti le stesse formazioni mentre erano puro
Spirito, interpretandole in modo diverso una volta tornati nei propri
corpi fisici, a seconda delle proprie mitologie.
L’immagine di Quan Yin mostra ovvi segni
di “sfere dentro sfere” nell’area attorno al suo corpo, aree a forma di
cono verso il centro sia dal polo sud che nord e persino una “corona”
dentro la sfera formata da tutti i braccialetti su ogni braccio di Quan
Yin. La dea in alto nell’immagine, mostra sei linee, descrivendo ancora
il tipico movimento a vortice che ci aspetteremmo. L’unica leggera
distorsione dalle nostre osservazioni scientifiche della CU
nell’immagine è che la parte bassa della CU è più allungata di quanto ci
aspetteremmo, a causa del posizionamento dei piedi di Quan Yin sulla
piattaforma.
Dovremmo ricordare che molte antiche
culture non hanno un linguaggio per descrivere le forme geometriche
complesse e quindi sarebbe naturale “antropomorfizzare” quello che hanno
visto. Dovremmo ricordare che ci sono varie sfere nella CU; l’asse
spiraleggiante centrale assomiglia al tronco di un albero che si allunga
in una cupola di “rami” degli strati di sfere concentriche. Questa
sfera veniva anche chiamata “montagna”, “tenda” o “uovo cosmico” in
altre versioni, anche se l’idea dell’Albero del Mondo appare più
frequentemente. Quasi tutte le visioni affermano che il piano umano è
l’area piatta nel centro della sfera. Studenti moderni lo interpretano
come indicante la teoria della “Terra Piatta” e quindi scartano il
modello come inutile.
Comunque, nel nostro Sistema Solare il
piano dell’eclittica è quello dove risiede tutta la vita fisica; i
pianeti fisici orbitano solo attraverso questa zona “piatta” e una
persona che viaggia fuori dal corpo nell’area propria, vedrebbe questo.
Dato che la Terra è contenuta in questo piano piatto, gli antichi
avrebbero visto l’intera struttura sferica dalla prospettiva della
Terra, almeno inizialmente.
15.2 UNA NUOVA INTERPRETAZIONE DI “HAMLET’S MILL”
Il lavoro sconvolgente conosciuto come
Hamlet’s Mill dei Dott. Giorgio de Santillana ed Hertha von Dechend, ha
rivelato che l'”Albero del Mondo” è il singolo concetto prevalente in
tutte le antiche mitologie. In Hamlet’s Mill hanno associato tutti
questi miti con il leggero ondeggiare dell’asse della Terra. Questa
leggera ondulazione è conosciuta come “precessione” e gioca un ruolo
molto importante nel nostro argomento che tratta di un cambiamento
energetico rapido in arrivo sulla Terra in questo tempo. Più avanti nel
libro discuteremo la precessione nel dettaglio, come abbiamo anche fatto
in The Shift of the Ages.
Mentre esiste indubbiamente una connessione
tra il movimento dell’asse della Terra e le mitologie dell’Albero del
Mondo, in questo capitolo suggeriremo che le nostre interpretazioni
eteriche siano anch’esse reali, dato quello che sappiamo sui sistemi
energetici toroidali e sferici. Le metafore spesso indicano un
collassare dell’Albero del Mondo, interpretato come spostamento dei poli
magnetici, ma potrebbe chiaramente coinvolgere un cambiamento massiccio
nel campo energetico del Sole.
15.3 IL SIGNIFICATO ESOTERICO/SCIENTIFICO DEI SIMBOLI DELL’ALBERO
Iniziamo con una citazione del lavoro di
Manly Palmer Hall, “The Secret Teachings of All Ages”, per afferrare il
significato esoterico dell’albero in varie tradizioni segrete. Vedremo
immediatamente quanto sia pervasiva come metafora e come sia quasi
sempre associata direttamente allo stesso Cosmo:
“Molti popoli antichi, in modo notevole Hindu e Scandinavi, vedevano il Macrocosmo o Grande Universo, come un albero divino cresciuto da un singolo seme nello spazio. I Greci, i Persiani, i Caldei e i Giapponesi hanno leggende che descrivono l’albero o la canna su cui ruota la terra. Kapila dichiara che l’universo è un albero eterno, Brahma, che cresce da un seme impercettibile e intangibile. I Kabbalisti medievali rappresentano la creazione come un albero con le sue radici nella realtà dello spirito e i suoi rami sopra la terra. Madam Blavatsky fa notare che la Grande Piramide era considerata un simbolo di questo albero invertito, con le sue radici all’apice della piramide e i suoi rami che divergono in quattro fasci verso la base.
“L’albero del mondo Scandinavo, Yggdrasil, supporta sui suoi rami nove sfere o mondi, che gli Egizi simbolizzavano by the nine stamens of the persea or avocado. Questi sono chiusi nelle misteriose dieci sfere o uovo cosmico, la Cipher of the Mysteries”
Rappresentazione di Manly Palmer Hall dell'”Albero del Mondo” Yggdrasil
Come possiamo vedere,
l’immagine non lascia dubbi sulla vera natura della visione; non è
necessario per noi capire e spiegare ogni termine usato da Hall nei suoi
testi. Dovremmo anche ricordare che Hall disegnava la sua
interpretazione della visione basata sui racconti scritti, ma non su
osservazione in OBE di prima mano e quindi ci attendiamo una certa
distorsione. Il punto importante nell’affermazione di sopra è che quando
siete nella CU, vedreste l’asse come “tronco dell’albero” e ogni sfera
dentro l’altra apparirebbe come uno strato separato di “rami”. Quando la
leggenda dice che Yggdrasil (egg-draw-sill) supporta nove sfere sui
suoi “rami”, questa è semplicemente l’interpretazione degli antichi
Scandinavi della loro percezione dei piani di esistenza. Queste nove
sfere potevano essere la visione dei campi sferici circostanti e
sostenenti le orbite di ogni pianeta nel Sistema Solare. Questo
spiegherebbe anche perchè venivano visti anelli nell’area centrale
piatta, in questo caso descritti dal serpente che cerca la propria coda.
La persona che vide per prima questa
formazione energetica in una data cultura, avrebbe creato una
interpretazione metaforica e ovviamente sarebbe stato piuttosto
incredibile per altri vedere la stessa struttura in una esperienza
extracorporea. L’energia spiraleggiante che arriva dal polo sud della CU
si vede chiaramente nell’immagine di sopra ed è stata interpretata da
questi Scandinavi come un serpente avvolto attorno al tronco. Forse le
“radici” dell’albero osservate, erano veramente le tre linee convergenti
del tetraedro nel polo sud, che possono estendersi sotto il polo in
modo olografico/risonante per formare la punta di un altro tetraedro.
La metafora richiama anche una varietà
di “vermi” che avvolgono e “mangiano” le “radici”, suggerendo aree più
piccole di energia che si allontana dal tetraedro. L’altro punto
importante è che i sistemi Scandinavi e Kabbalistici hanno spezzato il
numero dei piani superiori in dieci. A parte le interpretazioni
planetarie, studiando il nuovo sistema di fisica quantistica proposto da
Rod Johnson, vedremo che esiste una progressione di dieci forme
geometriche di base in cui si muovono le forze quantiche. Benchè
esistono diversi modi per interpretare il numero totale di piani,
veniamo avvisati da Ra che dobbiamo concentrarci sullo spettro visibile
della luce, come rappresentazione della più pura divisione dell’Ottava
di densità. Ora continuiamo con l’estratto di Manly Palmer Hall:
“L’albero Kabbalistico degli Ebrei consiste anche in nove rami o mondi, che sono emanati dalla Prima Causa o Corona, che circonda le sue emanazioni come il guscio circonda l’uovo. La singola fonte di vita e le infinite diversità della sua espressione ha una perfetta analogia nella struttura dell’albero. Il tronco rappresenta la singola origine di tutta la diversità; le radici, profondamente incorporate nella terra oscura, sono simboli del nutrimento divino; la sua molteplicità di rami che si diffondono la tronco centrale rappresentano l’infinità degli effetti universali dipendenti da una singola causa.
“L’albero è anche accettato come simbolo del Microcosmo, ovvero, l’uomo. Secondo la dottrina esoterica, l’uomo esiste prima potenzialmente nel corpo dell’albero del mondo e poi fiorisce in manifestazione oggettiva sui suoi rami. Secondo un mito Misterico Greco, il dio Zeus ha fabbricato la terza razza dell’uomo dalla cenere degli alberi… “Il concetto per cui tutta la vita abbia origine dai semi, ha portato il grano e varie piante a divenire emblemi dello spermatozoo umano e l’albero è divenuto quindi simbolo della vita organizzata che nasce dal suo germe primitivo. La crescita dell’universo dal suo seme primitivo può essere legata alla crescita della potente quercia dalla piccola ghianda. Mentre l’albero è apparentemente più grande della sua fonte, questa fonte contiene potenzialmente ogni ramo, ramoscello e foglia che poi si svelerà oggettivamente col processo di crescita.”
Da questi paragrafi del lavoro di Hall,
possiamo vedere che la metafora dell’albero è molto utile. I modelli
Vedici per la creazione dell’universo parlano infatti di un movimento
respiratorio, spiraleggiante o “Svara”, che agisce sopra la materia
cosmica indifferenziata conosciuta come “Prakriti”, per formare
eventualmente la realtà che conosciamo. Energeticamente, lo stesso
Sistema Solare si è formato dal Sole e tutte le forme di vita possono
essere viste come originatesi dal Sole. Quindi, pensando in questo modo,
possiamo essere una rappresentazione dei “frutti” dell’albero. La
visione in punto di morte di Phyllis Atwater della CU alla fine del
capitolo, mostra questo concetto. E’ interessante che Hall indicherebbe
che il corpo energetico degli esseri umani può essere visto nella forma
dell'”Albero del Mondo”, come confermato dagli antichi, l’aura umana
appare come una serie di formazioni toroidali concentriche.
I Moderni veggenti come Barbara Ann
Brennan hanno confermato che ogni “chakra” ha la forma di due trombe a
doppio cono e questa è la visualizzazione dell’asse di ogni toroide
sferico o corpo energetico. Avremo altro da dire su questo, con
immagini, nei prossimi capitoli. Per ora, continuiamo:
“La venerazione dell’uomo per gli alberi come simboli delle qualità astratte della saggezza e dell’integrità lo portano a descrivere come alberi quegli individui che possiedono queste divine qualità ad un livello apparentemente superumano. Filosofi altamente illuminati e sacerdoti venivano quindi spesso definiti alberi o uomo albero, per esempio, i Druidi, il cui nome, secondo una interpretazione, significa l’uomo della quercia o gli iniziati di certi Misteri Siriani che erano chiamati cedari; infatti è più credibile e probabile che i famosi cedari del Libano, tagliati per la costruzione del Tempio di Re Salomone, fossero in realtà illuminati, saggi iniziati.
Il mistico sa che i veri supporti della
Casa Gloriosa di Dio non erano ceppi soggetti a decadimento, ma gli
intelletti immortali dell’albero ierofante… “Molti dei grandi saggi e
salvatori portavano le loro bacchette e i loro bastoni tagliati dal
legno degli alberi sacri, come i bastoni di Mose e Aaron; Gungnir, la
lancia di Odino, tagliata dall’Albero della Vita; e il bastone
consacrato di Hermes, attorno al quale si trovavano i serpenti in lotta.
“I numerosi usi di cui facevano gli antichi dell’albero e dei suoi
prodotti, sono fattori nel simbolismo. La sua venerazione era, ad un
certo livello, basata sulla sua utilità”.
Di questo J.P.Lundy scrive: “Gli alberi
occupano un posto così importante nell’economia della natura attraendo e
trattenendo l’umidità, facendo ombra sulle fonti di acqua e il suolo
per prevenire sterilità e desolazione; sono utili anche all’uomo per
l’ombra, i frutti, la medicina, il carburante, per costruire case e
navi, per i mobili, per quasi ogni parte della vita, quindi non
sorprende che alcuni dei più cospicui, come la quercia, il pino, la
palma e il sicomoro, siano stati ritenuti sacri e usati per il culto…”
Con questa conoscenza esoterica, molte
altre metafore che riguardano alberi, pilastri, poli e colonne possono
essere reinterpretate, ottenendo una comprensione più profonda. Come
abbiamo visto, in alcuni casi i saggi illuminati si sono riferiti a sè
come “alberi”. Dato che la formazione dell’Albero del Mondo sarebbe il
massimo obiettivo spirituale, questo non dovrebbe essere una sorpresa.
Molto del materiale che riveliamo in questo capitolo può essere
certamente sviluppato ulteriormente per preparare la via a futuri
autori. La prossima serie di estratti vengono dal lavoro su Internet di
Robertino Solarion su http://www.apollonius.net/cosmictree.htm e li
lasceremo spesso parlare da sè. In ogni caso inizieremo col link di
internet seguito dalle citazioni:
15.4 COSMOLOGIA DEL FOLCLORE FINLANDESE
“(Nei sistemi di credo Finalndesi e in altri dell’Eurasia) il Cosmo era diviso in tre zone: il mondo superiore, il mondo di mezzo e il mondo sotterraneo. Questa struttura in tre parti è una delle più antiche nelle credenze Eurasiatiche. I tre piani cosmici erano uniti dall’albero cosmico, la colonna cosmica o la montagna cosmica che si trovava nel centro del mondo. La cima della colonna era attaccata alla Stella del Nord, su cui i cieli ruotavano. I Finlandesi legavano la Stella del Nord ad una cerniera e parlavano della “cerniera celeste” o “custode celeste”, “stella polare” e “polo celeste”.
15.5 COSMOLOGIA SCIAMANICA DELLA LITUANIA
“Assieme ai miti che descrivevano l’origine del mondo, appare la sua rappresentazione simbolica e schematica. Molte nazioni, specialmente le indo-europee, hanno la nozione dell’Albero del Mondo. Alcune nazioni lo chiamano Albero Cosmico o Albero della Vita. La struttura verticale dell’Albero del Mondo e quindi il modello del mondo, come rappresentato nei dipinti del folclore Lituano, è stato analizzato in dettaglio da Dundulieno e Volius. L’Albero del Mondo solitamente viene mostrato come un forte albero con rami molti diffusi, che tocca il cielo e con le radici che arrivano nelle profondità della terra. La cima dell’albero è la dimora dei corpi celesti e delle acquile, mentre sui suoi rami vivono altri uccelli; sotto l’albero c’è l’uomo e gli animali e ancora sotto si trova la dimora dei serpenti e altri rettili.
Da sotto le radici sfociano la vita e la saggezza. L’Albero del Mondo quindi rappresenta il mondo come entità indivisibile, che unisce le tre sfere: il cielo, la terra e il mondo sotterraneo. L’immaginario mitico dell’Albero del Mondo Baltico è probabilmente un riflesso delle querce e dei frassini, come possiamo concludere dai racconti di folclore. “L’Albero del Mondo è una immagine molto diffusa nella pittura Lituana e ne troviamo alcuni indizi nel folclore Lituano e Lettone. Viene spesso inciso o dipinto su oggetti di uso quotidiano: cassapanche, armadi, portasciugamani, conocchie, battitori per lavanderia, lavori all’uncinetto, ecc. L’incisione dell’Albero del Mondo, contiene a volte due simboli stilizzati del sole, circondati da un cerchio di quadrati, triangoli e rombi. Questi ultimi simbolizzano campi seminati e terra coltivata.
(Nota: Possiamo anche vedere la chiara
relazione di questi con le geometrie eteriche che abbiamo indagato in
questo libro) Il Sole alto brilla di giorno e da calore, mentre quello
più basso si credeva che attraversasse la laguna sotterranea da ovest a
est in una piccola barca, portando rugiada a terra e colture. “I più
antichi monumenti tombali in Lituania sono kriktai di legno, fatti di
una tavola incisa nella forma di un albero. Queste venivano erette ai
piedi del defunto, forse nella speranza di facilitargli l’accesso al
cielo. All’immaginario dell’Albero del Mondo, appartengono le croci
Lituane e i pali di legno coperti. Tali pali erano usati (lo sono
ancora) in fattorie, al lato della strada e nei cimiteri. Possono aver
avuto origine dagli antichi pali dove si offrivano sacrifici agli dei.
L’idea di tali oggetti sacri è dirigere il percorso della persona in
preghiera verso le dimore degli dei. Sono molto comuni i pali a tre
piani in cui ogni piano è una sfera separata dell’Albero del Mondo.
15.6 COSMOLOGIA SCIAMANICA SIBERIANA
“…La Cosmologia è la natura dell’universo. Una delle tecniche sciamaniche serve a passare da una regione cosmica all’altra, dalla terra al cielo o dalla terra al mondo sotterraneo. Gli sciamani possono attraversare i piani tra diversi mondi o zone cosmiche. Lo Sciamano crede che l’universo abbia tre livelli: cielo, terra e mondo sotterraneo, tutti connessi da un asse centrale. Questo tipo di simbolismo mostra la connessione dei tre mondi in modo semplice, ma l’interconnessione è molto complessa. Possiede una storia, ma per le modifiche e nuovo simbolismo può contenere contraddizioni. Comunque, l’idea centrale rimane la stessa. E’ ancora composta di tre mondi e un asse centrale che ruota attorno ad una “apertura” o buco. (Attraverso) questa “apertura”, l’anima dello sciamano (in) estasi può viaggiare su o giu durante la sua avventura celeste. Gli dei possono scendere nel mondo sotterraneo o sulla terra. “In molte tribù del mondo le persone immaginano il cielo come una tenda. La tribù Yukat crede che le stelle siano le finestre del mondo che forniscono aria fresca per tutti i pianeti. Le meteore si spiegano come il tempo in cui gli dei aprono la tenda per guardare la terra. Il cielo è visto come un coperchio. A volte il coperchio non raggiunge tutti gli angoli della terra e quindi i venti soffiano attraverso le fessure. Si pensa anche che attraverso esse gli eroi e altri esseri importanti siano entrati nei cieli”.
Qui dovremmo evidenziare come si possono creare certe distorsioni. Diciamo che un visionario inizialmente distingua la forma dell'”Unità di Coscienza” (CU) durante una esperienza extracorporea e usi termini popolari come “tenda” per descriverla. Quindi, se la cultura non ha molta conoscenza scientifica, seguenti osservazioni verrebbero facilmente associate alla metafora originale. I poteri dell’immaginazione nello stato di veglia ordinario, potrebbero collegare la metafora della tenda con l’idea delle meteore e questo col tempo, potrebbe divenire un insegnamente comunemente accettato. Chiaramente, molti studiosi rigetterebbero l’evidenza tutta in blocco, per il fatto che ovviamente ora sappiamo come si originano le meteore.
“Nel mezzo del cielo splende la Stella Polare che sostiene la tenda celeste. La tribù Samoyen si riferisce ad essa come “Chiodo Celeste”. E’ stata anche chiamata “Stella Chiodo”, “Pilastro di Ferro” e “Pilastro Solare”. Una simile e relativa immagine mistica è che le stelle si legano in modo invisibile alla Stella Polare. I Buryat dipingono le stelle come mandria di cavalli e la Stella Polare, “Il Pilastro del Mondo”, come il punto in cui sono legati. (Elaide 261)
La Montagna Cosmica
“La Montagna Cosmica è un’altra immagine mistica del centro del mondo. Si dice che il primo sciamano, Bai Ulgan, è seduto sopra la montagna. La montagna è conosciuta come Montagna di Ferro e descritta con sette storie. La Montagna Cosmica collega la terra e il cielo. Quando lo sciamano Yukat viaggia nel suo percorso, scala la montagna. I Buryat dicono che la Stella Polare è fissata al suo vertice. Gli dei hanno afferrato questa Montagna Cosmica e scosso il primo oceano, facendo nascere l’universo. “Uno sciamano futuro può risalire la Montagna Cosmica durante la sua malattia iniziatica. Ascendere la montagna significa sempre un viaggio nel Mondo Centrale. Altra immagine è quella del Centro del Mondo, presentato in molti modi. Una immagine è l’Albero del Mondo.
L’Albero del Mondo
“L’Albero Cosmico è essenziale per lo sciamano. Si crea il tamburo cerimoniale dal legno dell’albero. I suoi rami raggungono il palazzo di Bai Ulgan. Nelle leggende dei Tartari Abakan, una betulla bianca con sette rami cresce sulla cima della Montagna di Ferro. Gli dei usano l’albero per fermare i loro cavalli, il Pilastro del Mondo. (Elaide 270) “L’albero collega anche le tre regioni cosmiche. Lreibe, detto Vasyugan-Ostuyak, crede che i suoi rami tocchino il cielo e le sue radici scendano nel mondo. Secondo i Tartari Siberiani, una replica dell’albero celeste si trova nel mondo sotterraneo. L’albero sta davanti al palazzo di Irle Kan, il Re dei Morti. I figli del Re legano sempre i cavalli al tronco dell’albero. “L’Albero del Mondo rappresenta molte cose. Da una parte rappresenta l’universo in continua rigenerazione, la continua nascita di vita cosmica e riserva per i salvati. Rappresenta anche il cielo o i cieli, molto importanti per gli sciamani Siberiani. L’albero è visto anche come Albero della Vita e dell’Immortalità. “I Tungus dicono che prima di nascere, le anime dei piccoli bambini si trovano sui rami dell’Albero Cosmico. Gli sciamani vanno a trovarli nei loro sogni iniziatici”.
15.7 L'”ALBERO SOLARE” BALTICO
Mitologia Baltica
Cosmologia
“…La nozione di un albero solare, un albero del mondo, è uno dei concetti più importanti che riguardano il cosmo (nella mitologia Baltica). Questo albero cresce ai confini del percorso di Saule e il sole al tramonto (Saule) lega la sua cintura all’albero preparandosi al riposo. Viene solitamente considerato una quercia, ma anche descritto come tiglio o altro tipo di albero. L’albero si troverebbe nel mezzo dell’oceano del mondo o generalmente a ovest.
15.8 METAFORE COSMOLOGICHE DEGLI SCIAMANI DEL NORD ASIA
Visione del mondo dello Sciamanesimo
L’Universo
“La classica visione del mondo dello sciamanesimo si trova fra le persone del nord dell’Asia. Secondo la loro visione, l’universo è pieno di corpi celesti popolati da esseri spirituali. Il loro mondo ha una forma di disco con una apertura nel mezzo che porta nel Mondo Superiore, si trova sopra il Mondo Centrale, o Terra. La Terra o Mondo Centrale, si trova nelle acque sopra la schiena di un mostro colossale che può essere una tartaruga, un enorme pesce, un toro o un mammuth. Il movimento dell’animale causa i terremoti. La Terra è circondata da una cintura immensa. E’ collegata col Mondo Superiore dal Pilastro del Mondo. Il Mondo Superiore consiste di diversi strati, 3, 7, 9, 17. Sull’ombelico della Terra si trova l’Albero Cosmico, che raggiunge le dimore degli dei superiori”.
Ancora, per molti studiosi l’idea della
Terra sulla schiena di un mostro colossale sembra assurda. Dobbiamo
ricordare che le culture usano il linguaggio per interpretare la realtà e
se il loro linguaggio non ha termini per descrivere strutture
geometriche, è facile che usino nomi di animali per rappresentare quello
che vedono in stato di OBE. Quindi, l’interpretazione metaforica viene
creduta realtà e questo porta a idee come il movimento di una creatura
gigante che causa i terremoti.
15.9 SCIAMANISMO UNGHERESE E L’ALBERO DEL MONDO
Sciamanismo
“I concetti religiosi degli Ungheresi del Tempo della Conquista, che si sono formati durante la loro permanenza nelle steppe Euro-Asiatiche, non erano dogmatici, ma più legati alle fedi sciamaniche. Secondo lo sciamanismo, il mondo è diviso in tre livelli: quello di mezzo che è il nostro mondo, il livello superiore abitato da dei e spiriti che regolano l’universo e il mondo di sotto che consiste nel mondo oscuro dei defunti e nel regno degli spiriti demoniaci. Questi livelli sono collegati tra loro da un albero magico, l'”Albero della Vita” o “Albero Cosmico”, le cui radici scendono nel mondo inferiore e i quali rami arivvano nel mondo superiore. “Lo sciamano, che possiede poteri e conoscenza speciale utile per la benevolenza e l’assistenza dell’altro mondo, assicura la comunicazione tra l’uomo e gli dei (spiriti)”
L’idea che l’area sotto l’eclittica
rappresenti “i piani inferiori” e l’area sopra l’eclittica rappresenti
“i piani superiori”, può avere qualche collegamento scientifico, ma è
anche possibile che fosse un modo semplice che i veggenti usavano per
descrivere le loro percezioni. Nella visione di pre-morte di Phyllis
Atwater, alla fine di questo capitolo, lei non indica l’area inferiore
come di inferiore vibrazione.
15.10 SIMILARITA’ DELLE METAFORE DELL'”ALBERO DEL MONDO” TRA ASIA ED EUROPA
arthistory.sbc.edu Christopher L.C.E. Witcombe, Sweet Briar College, 1998
“…Alcuni alberi sono divenuti sacri tramite ciò che può essere accaduto nelle loro vicinanze. Sotto un albero Siddhartha Gautama (nato nel 566 a.C.) ha meditato fino all’illuminazione (Nirvana) ed è divenuto il Buddha. L’albero Bodhi o Bo (Illuminazione) è ora il centro di un principale santuario Buddista conosciuto come Bodh Gaya. “Per gli antichi Celti, l’albero Tasso era un simbolo di immortalità, un albero sacro che altrove funzionava come simbolo di rinnovamento (vedi Brosse nella Bibliografia). Un albero colpito da un fulmine era identificato come albero della vita e, secondo Pliny (vedi Bibliografia) i Druidi Celti credevano che il vischio crescesse in posti colpiti da fulmini. I Druidi eseguivano rituali e cerimonie in boschi di querce sacre e credevano che l’interno della quercia fosse la dimora dei morti. In India si credeva che Brahma Daitya, i fantasmi di Brahmans, vivesse negli alberi di fico, nel pipal (ficus religiosa), o nel banyan (ficus indica), attendendo la liberazione o la reincarnazione. Tra le otto o più specie di alberi considerati sacri in India, queste due varietà di fichi sono le più venerate.
“L’identificazione degli alberi sacri come simboli di rinnovamento è molto diffusa. In Cina, l’Albero della Vita, Kien-Luen, cresce sulle pendici del Kuen-Luen, mentre l’albero musulmano Lote marca il confine tra l’umano e il divino. Dai quattro rami dell’Albero Buddista della Saggezza, fluiscono i fiumi della vita. Il grande albero frassino Yggdrasil del mito Nordico, collega con le sue radici e i suoi rami, il mondo sotterraneo e il cielo. “In Giappone, gli alberi come il cryptomeria sono venerati nei santuari Shinto. In particolare è sacro il sakaki, un ramo che si conficcò nel terreno viene rappresentato dal shin-no-mihashira o posto centrale sacro, sopra e attorno al quale i Santuari di Ise vengono costruiti. Il shin-no-mihashira è sia il sakaki che il pilastro, soprattutto nelle terre al nord, come l’albero celeste in molte leggende Giapponesi. “Le foreste sacre esistono ancora in India e a Bali, in Indonesia. Le foreste sacre a Bali sono annesse ai templi che possono o meno esservi racchiusi, come la Foresta Sacra a Sangeh (vedi Vannucci nella Bibliografia). La generale sensazione di rispetto e venerazione degli alberi in India ha prodotto molti miti e tradizioni.
“Uno dei Cinque Alberi nel paradiso di Indra (svarga-loka), localizzato al centro della terra, è la mitica fonte di abbondanza kalpa-vriksha. Una immagine del kalpa-vriksha incisa a Besnagar, India Centrale, può essere stata in origine l’emblema della capitale sopra un pilastro monolitico o stambha, forse uno dei circa 36 pilastri eretti dall’imperatore Buddista Asoka (268-232 a.C.) I pilastri sono stati interpretati come repliche dell’asse del mondo (vedi John Irwin nella Bibliografia). La pietra kalpa-vriksha sopra il pilastro, può quindi essere identificata come Albero Cosmico o albero del mondo, una variazione emblematica del simbolismo dello stambha come asse del mondo (vedi Jan Pieper nella Bibliografia). “Singoli pilastri fatti di tronchi d’albero detti Irmensul (“colonna gigante”) che rappresentano l'”albero dell’Universo”, venivano messi sopra le colline da alcune tribù della Germania. Venne tagliato un Irmensul molto venerato dove ora si trova la Westfalia, nel periodo di Carlo Magno, nel 772″.
15.11 METAFORE DELLA MONTAGNA: ALTRA CONNESSIONE DELL’ALBERO DEL MONDO CON LA CU
“Le montagne appaiono enormi in ogni paesaggio e sono state ritenute sacre da molti popoli del mondo. Portano un ricco simbolismo. L’asse verticale della montagna dalla cima alla base, la collega con l’asse del mondo, come nel caso dell’Albero Cosmico (vedi Trees and the Sacred), identificato come centro del mondo. Questa credenza viene assegnata al Monte Tabor dagli Israeliti e al Monte Meru dagli Hindu. “A parte le montagne naturali ritenute sacre, abbiamo molti esempi di montagne che sono state costruite, come le ziggurat della Mesopotamia, le piramidi d’Egitto (vedi la Piana di Giza, in Egitto), le teocallis pre-Colombiane e il tempio-montagna di Borobudur. In molti casi, le cime di montagne vere e artificiali sono luoghi di santuari o altari. “Nell’antica Grecia il dio della montagna era Zeus per il quale sono esistiti circa cento culti della montagna. Zeus, che era nato ed era stato portato su una montagna (sarebbe nato in una caverna (vedi The Sacred Cave) sul Monte Ida a Creta) e che regnava supremo sul Monte Olimpo, era dio della pioggia e dei fulmini (a Zeus come dio della pioggia è dedicato il santuario di Zeus Ombrios a Hymettos). Le montagne appaiono molto nella mitologia Greca, le Muse occupano il Monte Helikon, Apollo è associato a Parnassos (Delphi) e Atena con l’Acropoli Ateniese.
“In Giappone, il Monte Fuji (Fujiyama) viene venerato dagli Scintoisti come sacro alla dea Sengen-Sama, il cui santuario si trova in cima. Prende il nome dalla dea del fuoco Fuchi e sarebbe un passaggio verso un altro mondo. La montagna era in origine sacra agli Ainu, abitanti aborigeni del Giappone. “In Cina ci sono nove montagne sacre, 5 Taoiste e 4 Buddiste; tutti siti di pellegrinaggio. Secondo il credo Taoista, le montagne sono un mezzo per comunicare con gli immortali e i poteri primordiali della terra. Si crede che le montagne sacre Cinesi siano siti di grande potere tellurico, una forza sacra conosciuta come corrente del dragone che attraversa la terra. Viene studiato dai praticanti di feng shui (letteralmente Vento e acqua). La corrente del dragone è di due tipi: lo yin (femminile) e lo yang (maschile). Le montagne incorporano primariamente forza yang. “In Tibet, il Monte Kailas, uno dei picchi più alti dell’Himalaya, vicino alla fonte del Ganges, è venerato ed sito di pellegrinaggo per Induisti, Gianisti e Buddisti. I Buddisti ritengono la montagna un mandala”.
15.12 RIFERIMENTI ALL'”ALBERO COSMICO” HINDU
Troviamo il seguente testo Hindu su diversi siti internet che non sono stati localizzati da Solarion:
Capitolo 15 – Il Mistero della Persona Onni-Pervadente
“Il Lord Benedetto ha detto: Le scritture parlano dell’eterno Asvattha, l’Albero del Mondo, le cui radici sono nel Più Alto, i cui rami sono nelle regioni basse e le cui foglie negli inni Vedici. Lui lo sa, capisce davvero i Veda. Disegna un albero, le radici rappresentano il Più Alto, Dio, i rami e le foglie a sinistra e destra rappresentano le sopracciglia. Capisci! “Nutrito dalla guna e coperto dal fogliame degli oggetti dei sensi, i suoi rami si diffondono in regioni alte e basse. Allungate sotto nel mondo dell’uomo ci sono le sue radici secondarie, legando l’uomo nella schiavitù dell’azione. “Per chi è coinvolto nella vita mondana, la forma di questo Albero del Mondo n on è visibile, nè le sue origini, nè la sua fine, nè la sua base. Tagliando sotto Asvattha (Albero del Mondo) fermamente radicato con la potente ascia del non attaccamento e dicendo, “cerco rifugio in questa Persona Primordiale da cui questa eterna attività cosmica deriva”, l’uomo dovrebbe cercare questo Stato, che una volta raggiunto esclude il ritorno a questa vita o Samsara”.
Samsara è altra parola per dire
sofferenza. E’ connessa anche al concetto dei Maya, la dualità, dove non
vediamo che tutto è Uno. L’idea di “tagliare fuori” l’Albero del Mondo,
sembra riferirsi ad una espansione di percezione oltre il livello dei
piani nel nostro Sistema Solare. “Quelli che sono liberi da orgoglio e
illusione, che non hanno attaccamenti, assorbiti sempre da obiettivi
spirituali, liberi dai desideri del mondo, non influenzati dalle varie
situazioni di natura piacevole o dolorosa, tali persone, libere
dall’ignoranza, raggiungono lo Stato Eterno… “Chi si sforza nella
contemplazione percepisce lo Spirito Atman in sè, ma non l’impuro e non
rigenerato. “Questa luce del sole che illumina l’intero universo,
presente nella luna e nel fuoco allo stesso modo, sa che lo splendore è
Mio. “Entrando nella terra con la Mia energia spirituale, Io sostengo
tutti gli esseri in essa..” Dovrebbe interessarci che la cosmologia
Vedica amplificherebbe la visualizzazione metaforica della CU/Albero del
Mondo, associandola ad una faccia. Forse altre mitologie hanno fatto la
stessa cosa e non le abbiamo notate.
15.13 LA BRITANNICA SULL'”ALBERO DEL MONDO” E IL COLLEGAMENTO ALLA BIBBIA
ENCYCLOPÆDIA BRITANNICA
Albero del Mondo,
“Detto anche Albero Cosmico, centro del mondo, è un motivo diffuso in molti miti e nel folclore di vari popoli, specialmente in Asia, Australia e Nord America, con il quale comprendono la condizione umana e profana in relazione al reame divino e sacro. Se ne conoscono due forme principali ed entrambe contengono la nozione dell’albero del mondo come centro. Nella prima, l’albero è il centro verticale che unisce cieli e terra, nell’altra è la fonte della vita e centro orizzontale della terra. Usando la terminologia Biblica, il primo può essere chiamato albero della conoscenza e l’altro, albero della vita. “Nell’albero della conoscenza verticale, questo si estende tra terra e cielo. E’ la connessione vitale tra il mondo degli dei e il mondo umano. Gli oracoli e i giudizi o altre attività profetiche avvengono alla sua base. “Nell’albero orizzontale della vita, esso è piantato al centro del mondo e protetto da guardiani supernaturali. E’ la fonte della fertilità e della vita terrestre. La vita umana ne discende; il suo frutto dona vita eterna e se tagliato, tutta la fertilità cesserebbe. L’albero della vita si trova comunemente nei romanzi in cui l’eroe cerca l’albero e deve superare molti ostacoli.”
Nel racconto Biblico del Giardino
dell’Eden, c’erano due alberi e Manly Hall ne scrive in The Secret
Teachings of All Ages, pagina XCIV:
“I primi Padri della chiesa a volte hanno usato l’albero per simbolizzare Cristo. Credevano che la Cristianità sarebbe cresciuta come una potente quercia e avrebbe oscurato tutte le altre fedi dell’umanità. Dato che ogni anno perde le foglie, l’albero era visto come emblema appropriato della resurrezione e della reincarnazione, dato che dopo ogni apparente morte, rifiorisce nuovamente ogni primavera.
“Sotto l’appellativo di Albero della Vita e Albero della Conoscenza del Bene e del Male, si nasconde il grande Arcano dell’antichità, il mistero dell’equilibrio. L’Albero della Vita rappresenta il punto di equilibrio spirituale, il segreto dell’immortalità. L’Albero della Conoscenza del Bene e del Male, come implica il suo nome, rappresenta la polarità o sbilanciamento, il segreto della mortalità. Il Kabalista rivela questo assegnando la colonna centrale del loro diagramma Sefirotico all’Albero della Vita e i due rami laterali all’Albero della Conoscenza del Bene e del Male. “Le forze sbilanciate periscono nel vuoto”, dichiara il lavoro segreto e tutto diviene conosciuto. La mela rappresenta la conoscenza del processo procreativo, col risveglio dal quale è nato l’universo materiale… Anche se l’umanità vaga ancora in un mondo di bene e male, infine arriverà alla completezza e mangerà il frutto dell’Albero della Vita che cresce in mezzo al giardino illusorio delle cose del mondo”.
Finchè parliamo degli alberi di mele, le
tradizioni Celtiche rappresentano il dio Apollonius che scala un albero
“con mele dorate” sui rami, per raggiungere un piano superiore del
paradiso conosciuto come “Avalon”. E’ interessante notare le similarità
tra questa idea e quella degli alberi del Giardino dell’Eden. Se
l’Albero della Vita rappresenta l’asse principale della CU (ndt. Unità
di Coscienza toroidale), ovviamente sarebbe su un livello di vibrazione
superiore rispetto all’Albero della Conoscenza del Bene e del Male, che
viene rappresentato da un piano piatto dell’eclittica. Altre connessioni
alla “Mela Dorata” si trovano qua
http://www.lundyisleofavalon.co.uk/mythology/golden%20apple.htm
15.14 JOHN MAJOR JENKINS SULLA MITOLOGIA MAYA DELL’ALBERO SACRO
Per capire appropriatamente il prossimo
estratto, dobbiamo introdurre l’informazione già pubblicata in Il Cambio
d’Era e ne parleremo ancora in questo libro. L’asse della Terra oscilla
mentre ruota, nel corso di 25.920 anni, ciclo conosciuto come
precessione. Sembra che i Maya conoscessero molto bene questo ciclo,
dato che il Calendario Maya misura un ciclo di tempo che è esattamente
1/5 della precessione, 5.125 anni. Il Calendario Maya ci da anche la
data esatta della fine del ciclo corrente, il Solstizio di Inverno del
22 Dicembre 2012. Jenkins è stato uno dei primi a evidenziare il fatto
che in questa data esatta, l’asse della Terra si allinea precisamente
con un’area scura della Via Lattea, il centro della nostra galassia.
Jenkins lo chiama “allineamento solstizio-galassia” e più avanti
riveleremo che è davvero una connessione energetica.
Per ora vediamo come Jenkins lega questo
con i concetti Maya dell’importanza sacra degli alberi. Il piano
orbitale o “eclittica” del nostro Sistema Solare è inclinato a circa 60°
con il piano piatto dell'”eclittica” della galassia, non sono
paralleli, come molti possono pensare. Ricordiamo che l’eclittica del
Sistema Solare è vista nei miti dell’Albero del Mondo come piano della
Terra e molti confondono questo come indicazione di una credenza nella
teoria della “Terra Piatta”. Una inclinazione di 60° è ovviamente
l’angolo dentro un triangolo equilatero e questo suggerisce ancora la
connessione tra il nostro piano dell’eclittica e la galassia. Cosa più
significativa, nel nostro Sistema Solare uno sciamano vedrebbe un asse
sopra e sotto i poli nord e sud del Sole, formato dal campo magnetico
solare. Questo asse solare è allineato col piano piatto della Via
Lattea, sono fuori linea di circa 30°. In certi sistemi mitologici
quindi, le due immagini possono rivelarsi fuse e il lavoro di Jenkins e
Linda Schele suggerisce che questo avvenne nella cultura Maya:
IL COME E PERCHE’ DELLA DATA MAYA NEL 2012 A.D.
di John Major Jenkins 23 Maggio 1994, pubblicato in origine nel numero di Dic-Gen ’95 di Mountain Astrologer
“…Stiamo ancora cercando di rispondere a queste domande: Cosa c’è di importante nel solstizio d’inverno del 2012 e come sono stati fatti calcoli così precisi, considerando che la precessione dovrebbe renderli troppo difficili? “Se facciamo un oroscopo (astrologico) standard del 21 Dicembre 2012 A.D., non appare nulla di insolito. In questo modo mi stavo allontanado dalla ricerca, quando Linda Schele mi ha dato un indizio nel recente libro Maya Cosmos. Probabilmente la scoperta più eccitante in questo libro è la sua identificazione del significato astronomico dell’Albero Sacro Maya. Attingendo da una enorme quantità di evidenza iconografica e condividendo generosamente il processo con cui è arrivata alla scoperta, l’Albero Sacro diviene il punto di incrocio dell’eclittica con la Via Lattea. “Infatti la Via Lattea sembra giocare un ruolo importante nell’immaginario Maya. Per esempio, un osso inciso dell’ottavo secolo di Tikal, descrive una lunga canoa che contiene varie divinità. Questa è una immagine del cielo notturno e la canoa è la Via Lattea, che scende sotto l’orizzonte con l’arrivo della notte e porta con sè le divinità che rappresentano le costellazioni.
L’incredibile sito Maya di Palenque è pieno di Alberi Sacri dipinti e riferimenti ad eventi astronomici. Nel loro libro Forest of Kings, Schele e Freidel hanno suggerito che l’Albero Sacro si riferisce all’eclittica. Apparentemente questa era solo parte del disegno, dato che l’Albero Sacro col quale Pacal è asceso dopo la morte è più dell’eclittica, è la porta sacra verso il mondo sotterraneo. Il punto di incrocio della Via Lattea con l’eclittica è il passaggio e rappresenta la fonte sacra e l’origine… “Dobbiamo anche ricordare a questo punto che il calendario tzolkin sarebbe nato dall’Albero Sacro. L’Albero Sacro è infatti al centro dell’intero corpo dei Miti della Creazione Maya. Dovrebbo esplorare la natura di questa caratteristica astronomica.
Ancora, possiamo vedere da questa
ricerca che l’Albero del Mondo del campo magnetico solare veniva
osservato nelle visioni dove si univa con l’Albero del Mondo della
Galassia ( di cui parleremo nel prossimo capitolo), formando una
relazione quasi perpendicolare tra loro.
15.15 L’ANTICA VISIONE DI ERMETE TRISMEGISTO
Il prossimo estratto dal libro The
Secret Teachings of All Ages di Manly Palmer Hall non è direttamente
legato alla metafora dell’Albero del Mondo, ma comunque ci mostra una
cosmologia ad Ottave dei piani dimensionali, organizzata in “sfere
dentro sfere”. Apparentemente le tradizioni segrete asseriscono che
Ermete sia vissuto circa 12.500 anni fa e nelle letture di Edgar Cayce
troviamo che Ermete aveva co-progettato la Grande Piramide con il
Sacerdote Egizio Ra-Ta. (Il Dr.Zecharia Sitchin ha scritto una critica
dettagliata dell’idea che il faraone Cheope abbia costruito la Grande
Piramide, opinione poi usata nei suoi lavori da Graham Hancock.) Questa
visione venne interpretata tramite le lenti culturali e metaforiche del
tempo, dove la metafora del dragone rappresentava la saggezza, come
avviene ancora nelle culture Orientali. Quindi la visione di Ermete
avvenne con una entità che prima apparve come dragone dal nome
Poimandres e che poi si mostrò come coscienza energetica della Mente
Universale.
E’ anche importante ricordare che c’è
molta controversia sulla società segreta della Massoneria oggi. Alcuni
direbbero “nulla di ciò che è segreto può essere buono per tutti”, ma in
questo caso l’informazione in tali gruppi, come la conoscenza
dettagliata della civiltà avanzata perduta, è stata dichiarata
schiacciante e potenzialmente distruttiva per la maggioranza senza
l’appropriata iniziazione spirituale. Nel libro di Ernest Scott The
People of the Secret, si rivela che questi ordini antichi conoscono i
segreti che permettono al sè di aprirsi un cancello verso l’energia
intelligente dell’universo. Se questo cancello è male utilizzato, la
persona potrebbe accedere ad una forma di “energia nucleare spirituale”
per propositi distruttivi.
Le indicazioni ci suggeriscono che la
Massoneria si è formata con obiettivi positivi e nel tempo certi gruppi
come quello di Adam Weishaupt, gli “Illuminati Bavaresi” hanno finito
per distorcere profondamente il messaggio in un altro egoistico. Per
diverse ragioni abbiamo evidenza che ci siano ancora degli studiosi
Massoni con intenzioni positive e che conoscono a fondo i segreti più
misteriosi e mantengono ancora posti di potere, anche se non
necessariamente nei governi. Ermes è ritenuto l’antico “padre della
Massoneria” come vedremo. Questa visione è centrale nel credo dei
Massoni, per quelli che avanzano abbastanza da apprenderne gli
insegnamenti. Questa informazione la trovate in Secret Teachings, pag
XXXVII e XL:
“Ermete…era ritenuto dagli antichi Egizi l’incarnazione della Mente Universale. Mentre molto probabilmente è esistito un grandioso saggio ed educatore col nome di Ermete, è impossibile estrarre l’uomo storico dalla massa di racconti leggendari che cercano di identificarlo col Principio Cosmico O Pensiero..
“Tra le arti e le scienze che Ermete avrebbe rivelato all’umanità, troviamo la medicina, la chimica, la legge, l’arte, l’astrologia, la musica, la retorica, la magia, la filosofia, la geografia, la matematica (soprattutto la geometria), l’anatomia e l’oratoria. I Greci descrivevano in modo simile Orfeo. “Ermete è di prima importanza per gli studiosi Massoni, perchè è stato l’autore dei rituali di iniziazione Massonici, presi dai Misteri stabiliti da Ermete. Quasi tutti i simboli Massoni sono di carattere Ermetico. (“Ermetico” significa “da Ermete”) Pitagora ha studiato la matematica con gli Egizi e da loro ha avuto la sua conoscenza dei solidi geometrici. Ermete viene anche riconosciuto per la sua riformulazione del calendario. Egli portò l’anno da 360 a 365 giorni. L’appellativo di “Tre volte Grande” (o “Trismegisto”) venne dato a Ermete perchè considerato il più grande filosofo, sacerdote e re… “..La Visione descriverebbe il metodo con cui la saggezza divina è stata rivelata a Ermete. Dopo che Ermete ricevette questa rivelazione, iniziò il suo ministero, insegnando a chiunque ascoltasse i segreti dell’universo invisibile..” Ancora, questa visione deriva da una esperienza extracorporea che portò Ermete faccia a faccia con una entità di nome Poimandres, che si definì Mente Universale:
“…Immediatamente la forma di Poimandres cambiò. Dove prima si trovava apparve una gloriosa e pulsante Radianza.. Ermete venne “alzato” in mezzo a questo Splendore Divino e l’universo di cose materiali scomparve dalla sua coscienza. Scese una grande oscurità e venne inghiottito dalla Luce. Tutti erano turbati. Al posto di Ermete circolava una sostanza acquosa e misteriosa che emetteva vapore… La sua mente gli disse che la Luce era la forma dell’universo spirituale e che l’oscurità turbinante che lo avvolgeva rappresentava la sostanza materiale..”
Qua non dovremmo avere dubbi sulla
connessione tra la visione di Ermete e le tradizioni Vediche del gioco
tra luce e oscurità, come descritto nell’ultimo capitolo. Queste sono
connessioni chiare che continueranno più avanti. Il prossimo estratto è
una parte delle parole di Poimandres nella visione. Ancora, non dobbiamo
preoccuparci di ogni termine metaforico nello specifico, ma
concentrarci sui temi generali delle “sfere dentro sfere” di piani
d’esistenza nell’universo. In questo caso, ogni sfera planetaria
corrisponde ad una diversa area dello sviluppo animico e passando
attraverso ogni livello l’anima si purifica interamente. Cosa
interessante, le Letture di Cayce descrivono così molti concetti
astrologici, legandoli a piani di esistenza:
“Prima che l’universo si formasse, c’era il suo stampo. Questo stampo venne chiamato Archetipo ed era nella Mente Suprema molto prima del processo di creazione. Vedendo gli Archetipi, la Mente Suprema si innamorò del Suo pensiero, quindi usando la Parola come potente martello, scavò caverne nello spazio primordiale e formò delle sfere nello stampo Archetipo, inserendo allo stesso tempo nei nuovi corpi i semi delle cose viventi. L’oscurità sottostante, ricevendo il martello della Parola, venne modellata in un universo ordinato. Gli elementi si separarono in strati e ognuno produsse creature viventi. L’Essere Supremo – la Mente – maschile e femminile, produsse la Parola e la Parola, sospesa tra Luce e oscurità, venne portata ad un altra Mente detta Lavoratore, il Costruttore Maestro o Costruttore di Cose. “In questo modo è stato compiuto, o Ermete: La Parola si muove come un respiro attraverso lo spazio e ha prodotto il Fuoco con il suo movimento. Quindi il Fuoco è detto Figlio dello Sforzo. L’Operaio è passato come un vortice attraverso l’universo, portando le sostanze a vibrare e brillare con la sua frizione. Il Figlio dello Sforzo ha formato i Sette Governanti, gli Spiriti dei Pianeti, le cui orbite delimitano il mondo..
“Alla morte il corpo materiale dell’uomo torna agli elementi da cui è venuto e l’uomo divino invisibile ascende alla fonte da cui è venuto, l’Ottava Sfera. Il cattivo passa nella dimore dei demoni e i sensi, le sensazioni, i desideri e le passioni corporee tornano alla loro fonte, i Sette Governanti, le cui nature nell’uomo inferiore distruggono, mentre nell’uomo spirituale invisibile danno vita. “Dopo che la natura inferiore è tornata alla bestialità, crescono gli sforzi per riguadagnare il suo stato spirituale. Ascende i sette Anelli sui quali siedono i Sette Governanti e riconsegna ad essi i loro poter in questo modo: Sul primo anello siede la Luna e a lei torna l’abilità di incrementare e diminuire. Sul secondo anello siede Mercurio e a lui ritorna la macchinazione, l’inganno e l’astuzia. Sul terzo anello siede Venere e a lei ritorna la lussuria e la passione. Sul quarto anello siede il Sole e a questo Signore tornano le ambizioni. Sul quinto anello siede Marte e a lui ritorna temerarietà e audacia profana. Sul sesto anello siede Giove e a lui torna il senso di accumulo e ricchezza. Sul settimo anello siede Saturno, il Cancello del Caos e a lui torna la falsità e il complotto diabolico.
“Quindi nuda di tutti gli accumuli dei sette Anelli, l’anima arriva all’Ottava Sfera, l’anello delle stelle fisse. Qui libera da illusioni, risiede nella Luce e canta al Padre con una voce che solo il puro di spirito può capire. Ecco, O Ermes, c’è grande mistero nell’Ottava Sfera, la Via Lattea è terreno per le anime e da essa loro arrivano agli Anelli e alla Via Lettea loro tornano dalle ruote di Saturno. Alcune non riescono a superare la settima scala degli Anelli. Allora girano nell’oscurità inferiore e vengono prese nell’eternità dall’illusione dei sensi e della terra..
“Allora Ermete: “O popoli della terra, uomo nato e fatto di elementi, ma con lo spirito dell’Uomo Divino in te, svegliati dal tuo sonno di ignoranza! Sii sobrio e riflessivo. Realizza che la tua casa non è la terra ma la Luce. Perchè vi siete consegnati alla morte, avendo il potere di appartenere all’immortalità? Pentitevi e cambiate le vostre menti. Allontanatevi dalla luce oscura e dimenticate la corruzione per sempre. Preparatevi a risalire attraverso i Sette Anelli e ad unire le vostre anime alla Luce eterna”. Quelli in posizione di potere che si fanno corrompere e hanno una formazione Massonica dovrebbero tenere in mente gli insegnamenti di Ermete. Più avanti nel libro, Hall afferma:
“La Visione di Ermete, come quasi tutti gli scritti Ermetici, è una espoizione allegorica di grandi verità filosofiche e mistiche e il suo significato nascosto può essere compreso solo da quelli “cresciuti” in presenza della Vera Mente”.
Continuando nel capitolo, Hall ci da alcuni interessanti indizi:
“La cipolla era venerata dagli Egizi come simbolo dell’universo, perchè i suoi anelli e strati rappresentavano i piani concentrici in cui era divisa la creazione secondo i Misteri Ermetici (dalle visioni e dagli insegnamenti di Ermete)”
Ora ricordiamo che Hall ha indicato che
Ermete portò agli Egizi la conoscenza originale dei Solidi Platonici e
dovremmo facilmente vedere che era ben consapevole di come queste
geometrie si integrassero con le otto sfere di esistenza viste nella
visione. Si potrebbe ipotizzare che i contenuti originali della visione
di Ermete e quella dell’Induismo fossero quasi identici.
15.16 VISIONE DELL’OTTAVA DIMENSIONALE DI EDGAR CAYCE
Le letture di Edgar Cayce parlavano
dell’Ottava di piani sferici di esistenza e delle loro connessioni
planetarie e questo possiamo vederlo nel seguente estratto dal libro
best seller che ha reso famoso Cayce, Vi è un Fiume. Descrive uno
scambio tra Edgar Cayce e Arthur Lammers, l’uomo che aprì per primo la
lista di domande esoteriche del lavoro di Cayce, come astrologia e
reincarnazione, dopo più di 20 anni di sole letture mediche. Il punto
importante è che le letture di Cayce parlano di vari piani di esistenza
con forma di “sfere” e di otto principali sfere (una Ottava) connesse
direttamente con i pianeti. Come abbiamo detto, Plutone ora è
considerato non ufficialmente più di un “planetesimo”, per la sua
dimensione minuta:
“Lammers iniziò a ridere. “Pensavi che l’astrologia fosse un falso”, disse (a Edgar), “e ora racconti una storia dozzine di volte più fantastica delle regole delle stelle. Dici che ho vissuto prima su questa terra. Dici che questa è la mia terza apparizione in questa “sfera” e che ho ancora alcune inclinazioni della mia vita precedente, quando ero un monaco.” “Meccanicamente Edgar mette la cravatta, appende i suoi gemelli e lega le sue scarpe.
“E’ quella roba che credono in India?” chiese Edgar. “La reincarnazione?” “Lammers confermò” “Dici”, continuando, “che il sistema solare è un ciclo di esperienze per l’anima. Possiede otto dimensioni che corrispondono ai pianeti, rappresentano i punti focali delle dimensioni o gli ambienti in cui le dimensioni possono esprimersi e materializzarsi, anche se in ogni dimensione la materializzazione è diversa. Questa è la terza dimensione, una sorta di laboratorio per l’intero sistema, perchè solo qua il libero arbitrio domina completamente. Sugli altri piani o dimensioni, viene tenuto un certo controllo sull’anima per vedere se apprende bene le lezioni. “Il controllo lo fa solitamente l’anima stessa, se evoluta abbastanza, perchè una volta che il corpo di questa dimensione è lasciato e la coscienza di questa vita viene assorbita nel subconscio, il velo fra i due è tolto..”
Il principio del “libero arbitrio
totale” nella terza densità è duplicato precisamente negli insegnamenti
della Legge dell’Uno di Ra, affermano che in questo reame dobbiamo fare
una scelta tra servire il sè o il prossimo. Chi sceglie il servizio al
prossimo si muoverò nella sfera positiva di quarta densità ora attivata
attorno alla Terra. Ra afferma anche che il “velo” tra mente conscia e
subconscia è attivo solo in terza densità ed è un passo necessario per
avere l’opportunità di scelta tra polarità negativa e positiva, senza la
conoscenza “automatica” dell’esistenza e della natura dell’Essere
Definitivo.
15.17 LA VISIONE SCIAMANCIA DELLA CU E DEL “TEMPO/SPAZIO” DI ATWATER
Nel libro Future Memory del 1996, P.M.H
Atwater, studiosa del lavoro di Cayce, descrive la sua esperienza
pre-morte dove ha percepito l’energia spiraleggiante del toroide
sferico. Nel suo caso, è stata capace di descrivere la visione in
termini scientifici e nel suo libro troviamo un meraviglioso trattato
sul toroide sferico.
Lei descrive il toroide come la forma perfetta di
un vortice buco nero-buco bianco e commenta anche le proprietà
giroscopiche di questa energia. Ci concentreremo sulla sua descrizione
della visione pre-morte. Questo può fare da ponte tra le visioni antiche
e quelle moderne. Inoltre sembra una eccellente descrizione visiva di
quello a cui il gruppo di Ra si riferisce come “tempo-spazio”, dove lo
spazio è fisso, ma puoi muoverti nel tempo facilmente. Questo concetto è
opposto allo spazio-tempo, di cui ora siamo parte, dove il tempo è
fisso, ma puoi muoverti facilmente nello spazio:
“Dei tre episodi di pre-morte che ho vissuto nel 1977, il terzo è stato il più forte. Mi ha colpito. Si è introdotto nella mia vita, divenendo sempre più reale. Non mi ha lasciato sola. Lo scenario mostrava enormi masse di energia nella forma di due cicloni, uno inverso rispetto all’altro. Li ho descritti nel capitolo 2 di Coming Back to Life, ma la descrizione non era completa. Ne ho lasciata fuori una parte. Ecco una versione più precisa:
“Durante le ore serali del 29 Marzo 1977, quando ho lasciato il corpo che sembrava morto, ho attraversato rapidamente il soffitto della casa, intravvedendo ogni molecola del suo materiale e notando quanto fosse curiosa tale visione a raggi-x. Volando sono salita nel cielo scuro finchè ho visto una luce brillante con la forma di un labbro. Avvicinandomi, il labbro di luce si è aperto di poco, quanto bastava per entrarvi, ma è stato come essere assorbiti, come presi in un campo di forza. Questo “campo” si estendeva nello spazio e lontano dal labbro. Particelle di luminosità lampeggiante identificavano la sua presenza. Ho sentito l’odore di ozono con un accenno di ammoniaca, un odore sempre più “piatto” con l’avvicinarsi. Una volta dentro la luce era accecante e non aveva apparente fonte. Vidi due colossali forme a distanza, vortici ciclonici e ruotanti ad alta velocità, uno invertito rispetto all’altro come in una clessidra. “La forma di ciclone sopra girava in senso orario. Il ciclone invertito sotto girava in senso antiorario. Non si toccavano al centro ed emettevano raggi di potenza radiante in tutte le direzioni, non luce, potenza. Potenza!”
Qui possiamo vedere che sta osservando
due campi diversi “incorporati” in movimento controrotante, dove i due
cicloni ruotano in direzione opposta. Nel prossimo paragrafo la sua
visione dei campi controrotanti viene illustrata più chiaramente.
Dovremmo ricordare fermamente che Atwater non capiva questo nuovo
sistema di fisica al tempo della visione. Il suo libro non da
indicazioni della comprensione di come questi campi contro-rotanti si
vedano nei pianeti, specialmente nei corpi gassosi di Giove, Saturno,
Urano e Nettuno, dove si vedono chiaramente fasce di nubi
contro-rotanti. La sua visione mostra anche il punto radiante al centro,
che ci aspettiamo nella nostra indagine. In questo caso, questo punto
sarebbe la locazione reale del Sole in questa vasta struttura
energetica.
“Entrambi i cicloni erano grossi e bombati, non sottili come potremmo supporre, considerando la loro grande velocità di rotazione. Anche se la loro direzione era da destra a sinistra sopra e da sinistra a destra sotto, al centro c’era altro movimento e una separate convulsione interiore. Questa forza tridirezionale sembrava creare la potente rotazione assieme ad una impressione di stratificazione lungo la superficie dei cicloni (senza righe o bande che causassero l’effetto di stratificazione)”.
La stratificazione dei cicloni è dovuta
alle formazioni toroidali “incorporate”, come abbiamo visto negli
esperimenti del Dr.Vadim Chernobrov che alteravano il flusso del tempo e
nelle mura sferiche di magnetismo di Roschin e Godin quando hanno
replicato l’effetto Searl. E’ una visione di come diversi piani di
eisistenza si intersechino, come nella leggenda di Yggdrasil, nella
cosmologia Vedica e nell’epica visione di Ermete. Alla fine di questo
estratto, Atwater chiarisce di aver visto sfere incorporate prima di
tornare nel suo corpo.
“Dentro il ciclone di sopra (li ho chiamati cicloni perchè questo mi ricordavano), ho visto il mio sè poco più grande di un granello. Sovrapposte al mio sè c’erano tutte le mie vite passate e tutte quelle future che avvenivano allo stesso tempo e nello stesso spazio della mia vita presente. Attorno a me c’erano miei conoscenti. La stessa cosa accadeva a loro. Attorno a loro c’erano altre persone e altre ancora, finchè ho capito che tutte le forme di vita erano presenti nel ciclone e accadeva loro la stessa cosa. Nessuno di loro faceva un movimento “reale” se non espansione e contrazione, come se tutta la vita e l’ambiente stesse respirando.”
Come abbiamo affermato, la visione ci
fornisce una metafora per capire il concetto del “tempo-spazio” di cui
parla Ra, dove il nostro passato, presente e futuro sperimentati nel
tempo, rimangono essenzialmente fissi in un’area di spazio. Tutti noi
abbiamo una esistenza “virtuale” in questa aera in ogni momento,
normalmente lo percepiamo solo sognando o in una esperienza
extra-corporea, è il reame naturale della “mente subconscia” o Sè
Astrale e della “mente super-conscia” o Sè Superiore. Ra indica che
esiste un piano di tempo-spazio per ogni piano di spazio-tempo nelle
densità dell’Ottava e nel tempo-spazio è facile vedere tutte le
esperienze di un’anima, possono essere riviste rapidamente come un
nastro. I sogni possono essere progettati dal Sè Superiore per predirre
accuratamente gli eventi più probabili nel futuro, ripescando memorie
del lontano passato, facendo luce su vite precedenti e preparando la via
delle lezioni in vite future. Molti di noi non capiscono pienamente
questi sogni perchè parlano il linguaggio della metafora, che trascende
barriere linguistiche e culturali.
Quindi spazio-tempo e tempo-spazio sono
universi reali, lo spazio-tempo è un concetto piu semplice per noi. Dato
che non riconosciamo il tempo come altro movimento geometrico
dell’energia eterica, è difficile visualizzare un’area dove ci muoviamo
lungo “la linea a spirale della luce” con facilità e libertà, ma
rimanendo essenzialmente “bloccati” in un’area di vibrazioni che
chiamiamo “spazio”. In realtà, non c’è differenza tra spazio e tempo,
sono entrambe forme di energia che si muovono geometricamente. Dovete
“fissare” le vostre coordinate nello spazio per muovervi nel tempo e
viceversa.
Molti di noi trovano più facile vedersi
“bloccati” nel tempo, come sperimentiamo ora le nostre vite sulla Terra
nel reame “spazio-tempo”, mentre possiamo muoverci nello spazio. La
visione di Atwater è il miglior strumento per visualizzare il
tempo-spazio, il “mondo dei morti”. Ra dice che questo reame del
tempo-spazio è l’area dove andiamo dopo la morte per rivedere le lezioni
che abbiamo appreso in vita e qui vediamo la visione di Atwater che si
collega precisamente all’informazione di Ra. Atwater non indica nel suo
libri di aver letto la Legge dell’Uno. Non dovrebbe sorprenderci che lei
abbia percepito il movimento respiratorio dell’Universo, cosi ben
articolato nel sistema dei Veda che abbiamo discusso nello scorso
capitolo.
“Quello che sembrava un movimento, le forme di vita che agivano nei propri ruoli, era in realtà una illusione ottica e percettiva simile ad un ologramma, ma prodotta da oscillazioni d’onda pulsanti, attivate dalle forme individuali e collettive di coscienza. Se una forma di vita cambiava lo scenario personale, “passato” e “futuro” sarebbe cambiato per quell’individuo e a volte per altri. Mentre ogni forma di vita era veramente sè stessa, era comunque collegata alle altre dai legami delle bolle di luce brillante che formano una rete”
Ra afferma che nel reame di
“tempo-spazio” rivediamo le nostre vite di continuo fino a “dimenticare e
accettare il sè” in ogni passo. In questo reame siamo consapevoli degli
obiettivi spirituali della nostra vita appena conclusa e siamo
ugualmente consapevoli di quando e come non abbiamo risposto alle
attese. Per ripetere, in questo reame di tempo-spazio riviviamo le
esperienze dolorose di continuo, come un sogno ricorrente, finchè non
prendiamo le decisioni più guaritrici di perdono e accettazione del sè.
In questo senso non fisico, possiamo bilanciare la crescita dell’anima,
apprendere tutte le lezioni e “cambiare” energeticamente gli eventi
accaduti durante la vita. Dopo questa revisione della vita,
pianifichiamo lo stato della prossima incarnazione, la configurazione
planetaria migliore alla nascita e spesso scegliamo i nostri genitori e
ridisegnamo altri eventi pre-pianificati e le persone da incontrare in
certi momenti nella vita.
“Quello che avveniva nel ciclone di sopra avveniva anche in quello sotto. Come sopra così sotto. In altre parole, il mio sè insieme alle altre forme di vita abitavano entrambi i cicloni nella stessa relazione e condizione. Il ciclone sotto era una immagine speculare di quello sopra. La scena generale sembrava un gigante eco che riempiva un canyon. “La violenta forza della rotazione creava una contro-attività lungo ogni limite esterno del ciclone, manifestando un altro costrutto energetico. Questo costrutto extra occupava spazio a sinistra e a destra dei cicloni e sembrava originare oscurità e luce come prodotti della sua esistenza: l’oscurità si sviluppava a sinistra mentre la luce emergeva a destra”.
Qui possiamo vedere le ovvie connessioni
tra la visione di Atwater e i racconti Vedici, che spiegano il continuo
gioco respiratorio tra oscurità e luce che forma l’universo materiale
in cui viviamo. “Questa vista mi riempì con la realizzazione che
oscurità e luce sono conseguenze dei cicloni che ruotano, sono “firme”
opposte della stessa dinamica. Forniscono il meccanismo necessario e il
contrasto per la sperimentazione della manifestazione in modo
significativo. Oscurità e luce quindi sono riflessi risultanti dall’atto
della continua ricreazione ed evoluzione, sentivo di star osservando la
Creazione. “Dato che quello che una volta chiamavo “vita” non mi
interessava più, mi sono trovata affascinata dai raggi del potere
radiante, questi raggi continuamente emanati dal centro dove i ciclon
non si toccavano. Quello spazio mi sembrava l’entrata per Dio, quindi
pensai di andarci, al centro. Il mio desiderio era il ritorno da Dio da
dove ero venuta. Dio!
“In quel momento a Boise, mio figlio Kelly trovò il mio corpo nella sala e iniziò a parlare con esso e io lo sentii. Non ricordo cosa disse, sentivo solo il tono e da quello arrivò amore incondizionato. Questo mi attirò e tornai indietro. Se fossi arrivata al centro non sarei tornata. Lo sapevo. Però l’amore mi ha richiamato.”
Anche se Phyllis ha creduto a quel tempo
che non ci fosse ritorno dal centro, gli sciamani antichi riportano che
“scalavano l’Albero del Mondo” per andare negli altri reami e poi
tornavano. Questo forse non accade senza pratica spirituale e Phyllis
credeva che non ci fosse modo di tornare. Più tardi nel libro lei indica
di aver percepito “sfere incorporate” prima di tornare:
“…L’attività di entrambi i cicloni sembrava indicativa di un altro costrutto, un sistema dentro un sistema. Quello che vedevo poteva essere il centro di un toroide e questa attività laterale esponeva la presenza di un altro toroide dentro il primo. Quando mi ritirai per sentire la voce di mio figlio, osservai ancora la scena che mi colpì per anni dopo..”
A questo punto nel libro lei mostra un
disegno del “panorama” che sembrano quattro toroidi incorporati uno
nell’altro e continua dicendo di aver visto un simile diagramma in un
libro di Stephen Hawking. Nella pagina seguente mostra immagini delle
formazioni toroidali di Dan Winter. La sua prossima dichiarazione
evidenzia la potenza di quella esperienza:
“Quello che avevo veramente visto durante la terza esperienza pre-morte combacia molto con la fisica del tempo-spazio-materia assieme alla teoria della creazione. Non dico di essere esperta, ma so cosa ho visto ed era molto, molto reale”.
Lei indica anche che altri hanno visto
le stesse formazioni in visione e il suo suggerimento si collega a
quello che abbiamo presentato in questo capitolo:
“Anni dopo la mia esperienza pre-morte, ho scoperto che la storia e la leggenda è piena di testimonianze di persone che, dopo una trasformazione dovuta ad esperienze forti (solitamente pre-morte) o un totale cambio di coscienza (solitamente illuminazione spirituale), hanno descritto qualcosa di simile alla mia visione, una forma di cicloni. Psichici dotati hanno parlato della stessa cosa e cosi persone su letto di morte. Hanno descritto una colonna verticale, una scala, un raggio di luce, un grande albero o l’immagine della clessidra di vortici, immagini ridondanti nella simbologia visionaria. Secondo la tradizione, vedere “Il Verticale” (Appendice IV) è considerato segno che l’individuo ha trasceso “dodici cieli e dodici inferni” orizzontali alla vibrazione della terra ed è pronto per andare nei reami che superano l’immaginazione umana.”
15.18 SCOPERTA SCIENTIFICA E UNIVERSALE DELLA FORMAZIONE “ALBERO DEL MONDO”
Ora siamo pronti per immergerci nel
terzo volume di questa serie, Divine Cosmos. Ora che abbiamo rivisto
questa quantità di dati metafisici riguardanti la struttura della CU nel
Sistema Solare come Albero del Mondo, mostreremo scientificamente come
appaia per tutto il Cosmo a diversi livelli di dimensione. Il lavoro di
Ray Tomes ci mostrerà che esiste una completa e unificata relazione
“armonica/vibrazionale” tra i vari livelli di dimensioni della forma del
Cosmo, che si estendono dal reame quantistico alla struttura
dell’intero Universo conosciuto.
Questo ci guiderà direttamente nella
discussione di Rod Johnson su una nuova fisica quantistica. Ci scusiamo
per non aver scritto una conclusione di questo secondo volume ora, ma è
arrivata così tanta nuova informazione durante questo lavoro, che
abbiamo deciso di farne un altro. Di conseguenza, Divine Cosmos è una
completa riorganizzazione, che parla delle scoperte dei Russi nella
fisica e del modello geometrico della fisica quantistica che forse
aspettavate. Sarà un libro di per sè, ma con questa preparazione che
avete ora, avrete dei dati su cui riflettere. Avete solo visto
l’inizio….
divinecosmos.com
Tradotto da Richard per Altrogiornale.org
http://www.altrogiornale.org/david-wilcock-leggende-sacre-dellalbero-del-mondo/
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