martedì 11 agosto 2015

Russia, esportazioni di grano battono i record


Nonostante le sanzioni la Russia rimane uno dei più grandi giocatori del mercato mondiale del cibo: nella stagione del 2014-2015 le esportazioni di grano hanno costituito una cifra record – più di 22 milioni di tonnellate.
 
La merce principale della Russia è il frumento, ma adesso il paese esporta anche il mais. Se ancora 15 anni fa il mais quasi non si esportava, adesso se ne esportano 3-4 milioni di tonnellate all'anno. Si vendono anche notevoli quantità di orzo.


Di conseguenza la quota della Russia nel mercato internazionale del frumento ha superato il 13,5%, portando il paese ai vertici della classifica degli esportatori mondiali. Nel mercato dell'orzo la quota della Russia costituisce il 19%. Cioè, Russia è diventata il terzo esportatore mondiale più grande dopo Unione Europea e Australia. Grazie alle misure, intraprese per sostituire le importazioni, la dinamica è positiva anche in altri comparti. Dice il vice presidente della Commissione del Consiglio della Federazione per la politica agroindustriale Konstantin Tsybko:
"Già da tempo la Russia sta attuando una politica volta a sostituire le importazioni agricole. Grazie a ciò, l'anno scorso, quando la Russia ha varato l'embargo alimentare in risposta alle sanzioni introdotte contro il paese, già eravamo in grado di sostituire circa l'80% dei prodotti che in precedenza venivano importati. Durante l'ultimo anno abbiamo fatto moltissimo. Le misure intraprese per sostenere gli agricoltori russi hanno consentito alle aziende non solo di aumentare le quantità, ma anche di ampliare la gamma dei prodotti. Dal punto di vista dello sviluppo delle produzioni a sostituzione di quello che prima veniva importato, il successo di questo programma mi pare incontestabile".
Un campo di frumento.
Un campo di frumento. - © Sputnik. Artem Kreminsky

Per tutta una serie di prodotti la Russia è ormai autosufficiente, ma è abbastanza lungo anche l'elenco di quelli che la Russia esporta o sta per iniziare a esportare, rileva Boris Frumkin dell'Istituto di studi economici dell'Accademia delle scienze russa:
"In via di principio tutti i prodotti si possono suddividere in alcuni gruppi. Ci sono prodotti che noi produciamo in quantità sufficienti e possiamo esportare — grano, orzo, semi di girasole, oli vegetali. Il secondo gruppo include prodotti che possiamo produrre regolarmente, come prodotti di avicoltura, carne di pollo, carne suina, soia, legumi. Il terzo gruppo è quello di frutta e verdura. In quest'ultimo caso possiamo essere autosufficienti per una parte dei prodotti".

Tuttavia Konstantin Tsybko ritiene che si debba fare ancora molto per garantire una crescita progressiva della produzione agricola:
"Dobbiamo continuare a sviluppare gli allevamenti. Sto parlando innanzitutto di allevamenti bovini e suini, perché nel caso di queste produzioni la percentuale delle carni importate rimane molto più alta che nel caso della carne di pollo. Naturalmente, dobbiamo sviluppare anche la produzione di verdure, anche se in questo caso la criticità non è altissima, perché molti prodotti possono essere acquistati in paesi amici, compresi gli Stati che insieme alla Russia partecipano alle stesse unioni economiche. Sicuramente questa attività sarà portata avanti".
Non tutto però dipende dall'uomo, osserva il coordinatore dell'associazione pubblica "Pattuglia verde" Roman Pukalov:
"La nostra ricchezza sono le terre nere delle regioni di Belgorod, Kursk, Voronezh, Tambov e Orel, dove il clima e la fertilità delle terre creano ottime condizoni. Negli ultimi anni però abbiamo notato che nell'aria sta crescendo la concentrazione di manganese. Non ha certamente superato i valori massimi consentiti, ma l'aumento è ovvio. Crediamo che i cambiamenti climatici, le piogge torrenziali, le tempeste, i cicloni  abbiamo degli effetti negativi sulle terre nere della Russia. È un sintomo molto, ma molto allarmente".
Tutti gli esperti, intervistati da Sputnik, concordano: la Russia ha buone prospettive per sviluppare la produzione agricola, soddisfare la domanda interna e aumentare le esportazioni del cibo. L'essenziale adesso è imparare a reagire tempestivamente ad ogni tipo di sfida — da quella climatica a quella dovuta ai giochi politici.

 

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