Lobby. Presentato il progetto PRYSM, la nuova Stasi contro la libertà di espressione (con la scusa del razzismo e dell’intolleranza). E così, mentre migliaia di terroristi fanno i porcacci comodi loro sul web, indisturbati da anni, la Camera (Boldrini) vuole mettere il bavaglio ai cittadini esasperati! Siamo sempre piu’ convinti che Isis non sia la mente, ma lo strumento.
E’ stato presentato il progetto PRISM (acronimo che sta per Prevenire, Modificare e Inibire i discorsi d’odio sui nuovi Media, ovvero in inglese Preventing, Redressing and Inhibiting hate Speech in new Media), che si caratterizza per lo slogan Words are Weapons ovvero Clic = Bang!, presentato presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati ieri lunedì 21 marzo.
Arci, insieme ad Anci – Associazione Nazionale dei Comuni d’Italia (attraverso il proprio think tank Cittalia Fondazione Anci Ricerche), all’associazione Carta di Roma (finanziata da Soros, ndr) ed all’Unar – Ufficio Nazionale Antidiscriminazione Razziale della Presidenza del Consiglio dei Ministri (una specie di Stasi contro la libertà di espressione, ndr), e coinvolge anche alcuni altri Paesi europei (Francia, Regno Unito, Romania, Spagna), beneficiando di un sovvenzionamento (la cui entità non è stata svelata) da parte della Commissione Europea (attraverso il “Fundamental Rights and Citizenship Programme” dell’Unione).
Il progetto prevede sia un’attività di ricerca (è stato presentato il volumetto Discorsi d’odio e Social Media. Criticità strategie e pratiche d’intervento, curato da Carla Scaramella, coordinatrice per l’Arci di “Prism”), sia un’attività di comunicazione e promozione (è stato presentato un video di animazione di un minuto, intitolato No all’odio, no all’intolleranza sul web!).
Secondo fonte Ocse, le Forze dell’Ordine hanno registrato in Italia 472 casi di “crimini d’odio” (su oltre 60 milioni abitanti), così classificati: 48% discriminazioni religiose, 41% razzismo e xenofobia, 11% insulti contro persone Lgbt (Gay, Bisessuali e Transgender).
Secondo dati Unar, nel 2013, per la prima volta, i casi online hanno superato quelli registrati nella vita pubblica: 354 episodi nei media, la maggior parte sui social, Un fenomeno in crescita: nel 2014, l’Unar ha registrato 347 espressioni razziste sui social network, di cui 185 (oltre il 50 %) su Facebook.
A queste espressioni razziste, vanno aggiunte altre 326 nei link che le rilanciano, per un totale di quasi 700 episodi di “intolleranza”. L’Osservatorio per la Sicurezza Contro gli Atti Discriminatori (Oscad) del Ministero dell’Interno, dal 2011 al 2014 ha ricevuto 150 segnalazioni su siti e profili internet con contenuti discriminatori e di incitamento all’odio (il 23% delle segnalazioni totali).
Nel solo 2013 ci sono state 442 rapine contro gli uffici postali. Ma non risulta che ci siano siti internet o che sei facciano conferenze presso la Camera dei deputati.
da Osservatorio legge Mancino
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