"L'anima muove il sangue e il sangue mette in movimento il cuore [non viceversa]. Trovare un senso alla vita è una terapia che fa leva sulla più vera intima natura del cuore"
Non seguo particolarmente l'antroposofia, ma questo libro del dr Holzapfel, antroposofo, contiene degli spunti molto interressanti anche per una visione "olistica" (che forse non è un termine che userebbero mai gli antroposofi) dell'essere umano, un tutto connesso e animato da un ente che non è materia densa. Verrebbe una riflessione: con disturbi a questo organo, manca forse un autentico e intimo contatto con se stessi? Una autentica autocoscienza? La persona proietta forse troppo all'esterno, dove, come leggiamo dall'autore, il cuore non puo' trovare se stesso?
Quel che segue sono estratti dal testo citato. Interessanti anche i dati storici... da cui ancora una volta deduciamo quanto danno abbia fatto il dogma religioso anche alla "scienza".
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Il medico spagnolo Michele Serveto, fu arso sul rogo il 27 ottobre 1553 a Ginevra. Fu il primo europeo a descrivere il cosiddetto “piccolo circolo”, cioè la circolazione sanguigna fra cuore e polmoni.
Se lo spirito divino che vive nell'atmosfera, deve compenetrare l'uomo, allora il sangue che esce dal ventricolo destro deve accogliere l'aria nel polmone e quindi tornare al cuore, affinché da lì lo spirito divino che vive nell'aria, possa raggiungere tutte le regioni dell’organismo.
Con ciò Serveto affermava che il sangue dal cuore destro non raggiungeva il cuore sinistro direttamente attraverso il setto interventricolare, come insegnava la dottrina del tempo che risaliva Galeno, ma attraverso i polmoni. Serveto era medico e al contempo teologo, come spesso accadeva in quei tempi.
La teoria sulla circolazione del sangue occupavano più di sei pagine delle oltre 700 che formavano l’opera Christianismi restitutio, che Calvino criticò aspramente e che invio' al tribunale della Inquisizione. Quel che aveva messo Serveto in contrasto con Calvino era la dottrina della Trinità, a cui Serveto negata validità.
[ A Calvino riuscì quindi di fare arrestare e processare Serveto] e poichè quest’ultimo si rifiutata di ritrattare, Calvino lo condannò al rogo. Il suo libro giudicato eretico fu messo all'indice e ne vennero distrutte quante più coppie possibile, tanto che oggi ce ne sono solo tre esemplari: a Vienna, Parigi e Edimburgo.
La morte per fuoco di un uomo il cui nome è legato alla scoperta di una funzione essenziale del cuore, ha un significato fortemente simbolico: sia nel calore (elemento fuoco), sia nella coerente difesa delle proprie convinzioni interiori, si rivela l'intima natura del cuore.
Circa 50 anni più tardi, William Harvey dimostrò sperimentalmente l'esistenza del piccolo circolo, ma solo con Malpighi [quattro anni dopo la morte di Harvey] con l'aiuto del microscopio fu descritta l'esistenza dei capillari, che sono il punto di congiunzione tra I vasi arteriosi che partono dal cuore quelli velenosi che tornano al cuore.
(…) nel cuore il sangue rosso e quello blu sono completamente separati: non si mescolano, come invece pensava Galeno e come avviene effettivamente nel cuore embrionale o in certe malformazioni congenite, ma stanno l'uno di fronte all'altro.
Potremmo dire che nel cuore il sangue sta di fronte a se stesso. Questa contrapposizione corrisponde alla natura dell'io che, unica tra le parti costitutive dell'entità umana, può porsi di fronte a se stesso nell’autoconoscenza.
(…) l'idea del cuore come pompa è oggi fortemente radicata, sebbene sia insostenibile già in termini fisici. (…) È evidente che il piccolo muscolo cardiaco, grande come un pugno e pesante circa 250 gr, non può sviluppare una forza simile.
(…) che il cuore non sia in grado di generare da solo il movimento del sangue, è diventato chiaro ai ricercatori che hanno studiato seriamente la funzione cardiaca.
Rudold Steiner rovescia completamente il problema della funzione cardiaca: non è il cuore che muove il sangue, ma il sangue che muove cuore.
A sostegno di questa visione rivoluzionaria stanno molti fatti, osservabili in particolare durante lo sviluppo embrionale. Le prime cellule sanguigne compaiono fuori dal corpo embrionale nelle cosiddette “isole sanguigne” del sacco vitellino. Da qui si sviluppano vasi sanguigni, in cui comincia a scorrere il sangue. Questi flussi ematici penetrano nel corpo embrionale e là formano un centro che comincia pulsare.
Questo è il primo abbozzo del cuore, “ la scintilla iniziale”, che già Aristotele aveva descritto studiando le uova animali. Il flusso sanguigno nasce quindi prima del cuore il cuore viene conformato e determinato nella sua attività, da questo stesso flusso.
(..) Rovesciando la posizione il cuore di 180°, non si inverte la direzione della corrente sanguigna ma si capovolge la funzione cardiaca. Non è l'attività del cuore a determinare il flusso sanguigno, bensì la corrente sanguigna a determinare l'attività del cuore.
Ma se non è il cuore, qual è la causa del movimento del sangue?
Questa domanda non ha ancora una risposta definitiva. Sappiamo che l'esperienza animica influenza il movimento la distribuzione del sangue. Rabbia e vergogna provocano rossore e spingono il sangue in periferia; paura e ansia ci fanno impallidire e il sangue si ritira all’interno.
Questi fatti avvalorano l'affermazione Rudold Steiner che la vera causa del movimento del sangue, risiede nella parte animico-spirituale. La forza che muove il sangue sta nei sentimenti dell’anima. L'anima muove il sangue E il sangue mette in movimento il cuore.
Dunque la verità appare esattamente opposta alla concezione della scienza materialistica.
(…) il cuore un rebus per la moderna fisiologia: esso è costituito da fibre muscolari striate che normalmente si trovano solo nei muscoli volontari. Perchè? Perché il cuore è un organo che sta compiendo una metamorfosi evolutiva: è un organo del futuro che non è giunto ancora al termine della sua evoluzione. Esso deve diventare un muscolo volontario e questo è già riscontrabile nella sua struttura.
Perché è così importante che l'uomo abbia una concezione veritiera del cuore? Perché l'idea che l'uomo ha del proprio cuore è intimamente connessa con l'esperienza della propria natura animico-spirituale.
Nel gennaio 1968 a Città del Capo (Sudafrica) Christian Barnard eseguì il primo trapianto di cuore umano. Dopo il primo intervento ne seguirono oltri cento . Nel 1969 la cifra si ridusse a 48, nel 1970 a 17, e nel 1971 furono soltanto nove. Oggi il numero di trapianti di nuovo molto alto perché si è riusciti a superare alcune difficoltà connesse soprattutto col rigetto.
Quale fu la causa della drastica riduzione del numero di interventi dopo l'euforia iniziale?
Non erano le pur difficili questioni morali, teologiche, finanziarie e giuridiche, ma osservazioni fatte sullo stesso paziente.
La prima costatazione fu che l'organismo vivente non reagisce come una macchina a cui venga sostituito un pezzo danneggiato. La sostituzione del carburatore non cambia alcuno dei restanti pezzi e la parte nuova porta il cambiamento desiderato solo in un determinato punto. Ma l'organismo seguito da altre leggi: se si sostituisce una parte con un'altra estranea, esso reagisce come complesso e cerca di eliminarla. Il cosiddetto rigetto.
Un altro fatto molto significativo fu che l'organo trapiantato spesso subiva le stesse alterazioni patologiche per cui era stato allontanato l'organo originario. Questo indica con chiarezza che la malattia dell'organo non è la vera patologia, ma solo il suo risultato.
Alla malattia avere propria rimane per così dire sulla sfondo e aggredisce l'uno con l'altro organo.
Ma le osservazioni più allarmanti furono fatte sull'alterazione della personalità del primo trapiantato, il dr Bleiberg - un dentista di Città del Capo- , che giunse fino a manifestazioni psicotiche. Dopo la morte di Bleiberg, la figlia riferì in un'intervista che in seguito all’operazione, il padre era completamente cambiato E aveva dimostrato disturbi tanto gravi da renderlo a tratti irriconoscibile.
(…) la medicina così è costretta a confrontarsi con il lato nascosto e soprasensibile della natura umana, che si manifesta in triplice modo: nella reazione di rigetto, nella ricomparsa della patologia precedente, nel deficit di personalità.
[Questi fatti descritti], se interpretati correttamente confermano le descrizioni dell’antroposofia.
Nella reazione di rigetto, (…) vi è un'interazione tra tutte le parti dell’organismo, ogni organo dipende da tutti gli altri.
[Le stesse alterazioni patologiche dell’organo], colpiscono anche quello trapiantato. Questa ulteriore organizzazione di forze viene chiamata nell’antroposofia, “corpo astrale”, che per la coscienza ordinaria [è osservabile ] nelle manifestazioni animiche come simpatia e antipatia, pulsioni, brame, desideri, emozioni.
Infine nei cambiamenti di personalità si mostra il legame del cuore con lo spirito dell’uomo: l’io. L’io è il nocciolo spirituale dell'entità umana, l'istanza centrale che rende possibile alla coscienza astrale (coscienza del mondo esterno) di diventare autocoscienza e costituisce l'entità individuale unica, irripetibile e indipendente.
(…) il cuore è l'organo dell'io. Nello sviluppo della singola persona l'io attraverso diversi stadi e un momento critico di questa evoluzione è verso il 9°—10º anno. [a questa età il bambino] sperimenta per la prima volta debolezza, paura e incertezza; questo senso di solitudine e di insicurezza, porta il bambino a sperimentarsi in contrapposizione con il mondo non più parte di esso ma contrapposto ad esso.
(…) trovare un senso alla vita è una terapia che fa leva sulla più vera intima natura del cuore. Il cuore parla con la voce interiore della coscienza, percepibile solo all'intimo orecchio dell’individuo.
Gli organi non sottoposti al controllo della volontà (e tale è il cuore), possiedono in genere una muscolatura liscia, ma il cuore è formato da fibre muscolari striate come i muscoli volontari degli arti. Questo fatto manifesta la futura natura del cuore, che un giorno diventerà un organo sottoposto al controllo della volontà.
Rudolf Steiner diceva: “ il cuore è un organo del futuro”. Nella sovranità interiore che si esprime nella voce della coscienza, si manifesta centro dell'essere umano, l’io.
Il sangue rosso non diventa blu e non avere nemmeno l’inverso. Sangue rosso e blu si contrappongono l'uno all’altro. Questo fatto è corrispondente anatomico dell'atto interiore di guardare in se stessi, è contrapporsi a se stessi, atto che caratterizza l’io nell’autocoscienza.
Il cuore non prende alcuna parte al mondo esterno. Egli vive nella circolazione che si è chiusa in se stessa e che ritorna sempre in se stessa. Nell'assoluta indipendenza dell'io chi agisce nel cuore e che si esprime nella voce della coscienza, vive cio' che da all'uomo la forza di confrontarsi con il mondo esterno e di basarsi solo sulla propria forza interiore.
“Dal cuore viene la saldezza interiore”.
tratto da: Le connessioni spirituali di fegato, polmone, rene, cuore, Walter Holzapfel, Natura e cultura editrice, Alassio 1995. Da pg 78 a pg 101
fonte: http://thelivingspirits.net/medici-controcorrente/dal-cuore-viene-la-saldezza-interiore-una-visione-antroposofica.html
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