La mitologia ha governato e influenzato ogni società antica presente su questo pianeta, costituiva la più antica espressione culturale del mondo, in ogni mito erano contenute delle verità eterne tramandate oralmente per lunghi secoli, che hanno contribuito a plasmare la coscienza dell’unità spirituale di qualsiasi popolo. E nella società di oggi che ruolo ha la mitologia?
Per il pensiero “moderno” i miti del passato sembrano primitivi ed estranei ad una società ultra tecnologica, sono stati snaturati della loro “magia”, ed è proprio perché abbiamo perso di vista tali miti che siamo incapaci di capirne il vero significato in termini inconsci, ed infatti il nostro modo di accostarci alla vita e all’ambiente è diventato disarmonico. Vale forse la pena ricordare che cos’è un mito. È una narrazione o una favola che nasconde un altro significato oltre a quello che è ovvio se preso alla lettera.
Il termine stesso è greco e significa “parola”, quindi racconto o storia. Gli aspetti interiori della verità, quando vengono esposti in un linguaggio letterario, possono venire fraintesi e pertanto tutte le grandi religioni e filosofie hanno fatto ricorso al mito e all’allegoria per “velare” (e al contempo rivelare a chi ha occhi per vedere!) le loro verità più profonde. I nostri antenati possono non aver sviluppato una tecnologia raffinata, ma la loro comprensione degli aspetti inconsci delle leggi della natura e della vita era semplice e profonda e, in un certo senso, più raffinata della nostra.
Attraverso i miti, i popoli antichi sono riusciti a codificare e a trasmettere conoscenze sul mondo e sull’uomo, credenze, princìpi morali, norme di comportamento: insomma, tutto ciò che era ritenuto importante per l’organizzazione, la sopravvivenza e la continuità della comunità.
La mitologia greca, nel linguaggio simbolico degli dei, delle dee e di esseri “strani”, ci parla di alcune delle verità eterne che dobbiamo capire per poter riportare l’equilibrio nella nostra vita e accogliere le sfide che il mondo deve affrontare. La storia di Prometeo che rubò il fuoco agli dei deve ricordarci che l’uomo moderno, tecnologico, è arrivato a impossessarsi di un potere simile al fuoco e che egli corre il rischio di distruggere con esso il suo mondo.
Il potere dell’uomo oggi è terrificante, è bene rifletterci su: come può, l’uomo, gestire questo potere a vantaggio proprio e della natura? Un altro mito che ci racconta uno storia dello stesso tipo è quello di Fetonte, il vanaglorioso figlio del dio sole, Apollo, che insisté per guidare attraverso il cielo il carro solare paterno e che si rese conto troppo tardi di non avere né l’età né la forza per controllare il suo potente tiro di cavalli selvaggi.
Questi trascinarono il carro troppo vicino alla Terra, con il risultato che foreste e città presero fuoco, e persino i mari cominciarono a ribollire, minacciando ogni forma di vita marina. Per evitare la distruzione di ogni essere vivente, lo stesso padre fu costretto a colpire con una folgore il figlio amatissimo, scagliandolo in fiamme nel mare.
Per molti razionalisti moderni, miti come questi non sono che un sinonimo di frutto della fantasia umana. “È soltanto un mito”, dice la gente, intendendo che probabilmente non contiene alcuna verità.
Ma in India, dove si capiscono meglio racconti simili, si afferma che
“il mito rappresenta il maggior avvicinamento alla verità assoluta che sia esprimibile in parole”.
E lo stesso Carl Gustav Jung alla fine della sua vita disse:
“Un mito è la rivelazione della vita divina all’uomo”.In termini occidentali, uno dei fattori di fondo che possono aver contribuito (attraverso un’interpretazione alla lettera!) al desiderio di dominare la natura, anziché vivere in armonia con essa su base sostenibili, è individuabile nel Libro della Genesi, laddove è riportato che Dio (?) disse all’uomo e alla donna:
“Prolificate, moltiplicatevi e riempite il mondo, assoggettatelo e dominate sopra i pesci del mare e su tutti gli uccelli del cielo e sopra tutti gli animali che si muovono sopra la terra”.Pare ovvio che il racconto dell’Antico Testamento ha trasmesso all’uomo occidentale, con la sua eredità ebraico-cristiana, un atteggiamento prevaricante e dominatore nei confronti del Creato, e ha contribuito a formare la convinzione che il Mondo Naturale sia interamente a disposizione dell’uomo, come una rendita più che come un capitale che dev’essere saggiamente amministrato. Una falsa verità che invece non troviamo esposta in nessun mito dell’antichità!
Oggi, almeno in parte, ci siamo rendendo conto della necessità di correggere la nostra prospettiva “tradizionale” di cose quali le teorie economiche affermate e ciò che s’intende per progresso, e che probabilmente dobbiamo dare spazio a quell’elemento inconscio della nostra vita che è stato spodestato dalla marcia del razionalismo, un processo che ha portato a una crescente incomprensione e a un risentimento da parte delle società più tradizionali del mondo in via di sviluppo.
Queste correzioni non saranno facili, ma per far fronte alle future sfide globali, dobbiamo associare alla capacità tecnologica una inversione di marcia spirituale e riconoscere che alcune verità, di cui la mitologia è portatrice, sono eterne, e non puramente soggette ai capricci della moda di questa società del terzo millennio.
“Il mito è il fondamento della vita, lo schema senza tempo, la formula secondo cui la vita si esprime quando fugge al di fuori dell’inconscio.” Thomas Mann
“Chi è privo di un mito è un uomo che non ha radici.” Carl Gustav Jung
“È un segno sicuro che la cultura ha raggiunto un vicolo cieco quando non è più affascinata dai suoi miti.” Greil Marcus
fonte: http://www.tragicomico.it/la-mitologia-verita-eterne/
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