Quando la distrazione diventa un’abitudine, ossia un modo di essere, ti ruba e ti appiattisce la vita, ti trasporta in quel limbo dove tutto sembra frenetico, pieno di impegni, di cose da fare, ma dove in realtà non succede nulla, è solo del tempo che vola via. Soprattutto da quando esiste il mondo di internet, degli smartphone, delle notifiche, tutti abbiamo ormai dimenticato cosa significhi essere davvero concentrati, focalizzati completamente in un’attività di valore, riuscire finalmente a realizzare qualcosa di importante nella nostra vita.
Purtroppo concentrazione e distrazione sono due opposti, quindi se esiste uno non può esistere anche l’altro, più siamo concentrati e maggiore successo potremo ottenere in qualsiasi cosa stiamo facendo. Viceversa, più ci facciamo tentare dalla distrazione, meno riusciremo a svolgere bene i compiti che dobbiamo eseguire. Questo si applica in ogni ambito della nostra vita: sport, scuola, lavoro, rapporti sociali.
Basta osservare la gioventù di oggi (il risultato della società di ieri!) per vedere come i giovani sono perennemente distratti a controllare notifiche, messaggi ed email in maniera compulsiva, qualsiasi cosa stiano facendo, sperando nell’arrivo di un qualcosa o un qualcuno che porti un po’ di colore nelle loro giornate così noiose e distratte!! Quando la soluzione ce l’hanno tra le loro mani, e non si tratta dello smartphone, bensì del loro tempo, quel tempo da usare per costruire o coltivare qualcosa che possa davvero dare un po’ di senso a quella vita che scorre in maniera così piatta e vuota. Il tempo è tutto ciò che abbiamo in questa vita.
Ma sia ben chiaro che la distrazione è un “problema” che riguarda tutti, indistintamente, solo che dal mio modo di “vedere” è strettamente connessa con il mondo telematico delle nuove tecnologie. Penso anche, ad esempio, a chi lavora e/o studia con un computer, su internet, con cento cose da fare, venti pagine aperte e leggere tre libri contemporaneamente.. per poi rendersi conto che non hanno finito di fare nulla, tutto lasciato a metà, nessun risultato ottenuto, solo tempo sprecato.
Un tempo c’erano distrazioni minori in tal senso, un telefono che squillava raramente, una radio che cantava, la televisione che annunciava, ma per il resto si viveva meglio e maggiormente concentrati, si aveva modo e tempo per assaporare i propri momenti della giornata, senza essere perennemente distratti. Ma oggi?
Oggi tutto corre più veloce, e con l’avvento di internet, dei giochi, della messaggistica istantanea, tutto è frenetico, gli avvenimenti si susseguono e per stare dietro bisogna distrarsi, ossia bisogna lasciare mentalmente e fisicamente ciò che si sta facendo, senza terminarlo, per dedicarsi ad “altro”, dove altro è semplicemente una perdita di tempo.
Ci troviamo in un perpetuo stato di distrazione in cui non stiamo né davvero lavorando, né davvero riposando: studiacchiamo, ma ci intratteniamo anche con l’ultimo giochino scaricato; lavoricchiamo, ma rispondiamo anche su Whatsapp; ci alleniamo, ma controlliamo in modo compulsivo il nostro profilo Facebook. Risultato? Non concludiamo nulla di buono, ma in compenso arriviamo alla sera stanchi, sfiniti, come se un demone avesse risucchiato di nascosto le nostre energie.
La distrazione è diventata uno dei grandi mali del mondo, ma la cosa triste è che nessuno, o quasi, considera la distrazione come una cattiva abitudine da sradicare. Il mondo è pieno di persone distratte, persone che inciampano, cadono, sbattono, si chiudono le dita nei cassetti, perdono continuamente i loro oggetti, dimenticano appuntamenti, smarriscono i propri pensieri, perdono le parole, scordano nomi e scadenze. A questo punto viene da chiedersi in quale spazio tempo si trovi la persona distratta, la mente del distratto non è mai tutta lì con lui, una parte è altrove. Ma dove? Non si sa!
Di certo è che la distrazione, per quanto possa essere un’abitudine o meno, è un atto involontario che in qualche modo ci “avverte” della necessità di uscire dalla nostra quotidianità. Un bisogno che, se non risolto, diventa una cronica evasione, ossia un’abitudine. Quindi, se la realtà assomiglia ad una prigione, allora il cervello cerca delle vie di fuga.
Pertanto distratti non si nasce ma lo si diventa, e vedere la distrazione come abitudine può essere molto utile: una volta che la consideriamo tale (una CATTIVA abitudine), possiamo mettere in campo gli strumenti necessari per cambiare le cose 😉 .
Prima di tutto, per liberarci dal demone succhia-energie della distrazione in questa nostra vita fatta di frenesia, dobbiamo imparare ad alternare momenti di assoluta concentrazione a momenti di assoluto riposo. La capacità di rimanere concentrati su ciò che stiamo facendo ed ignorare così la distrazione, fa parte delle competenze base di una mente virtuosa a cui tutti possiamo aspirare, basta allenarsi in termini pratici. Del resto è quello che fanno tutti i grandi atleti, musicisti, artisti, scrittori; bisogna stabilire fin da subito quale risultato intendiamo raggiungere al termine della nostra sessione di lavoro o di studio, ma anche di sport o di tempo libero, di creatività o altro ancora. Questo traguardo fungerà da punto di riferimento per la nostra mente e le permetterà di focalizzarsi maggiormente.
Abbiamo un solo modo per essere veramente produttivi, ed è quello di concentrarci su ciò che stiamo facendo, liberando la mente dagli schemi rigidi, e lasciando che si adatti al lavoro nel modo migliore. Un Maestro della concentrazione come Bruce Lee direbbe:
“Svuota la tua mente, sii senza forma. Senza limiti, come l’acqua. L’acqua in una tazza diventa tazza. L’acqua in una bottiglia diventa bottiglia. Sii come acqua amico mio.”.Finito il momento concentrazione (all’inizio bastano anche 5-10 minuti di allenamento per sessione, senza alcuna distrazione!) non si riparte subito con un nuovo periodo, ma ci si prende una pausa, per far rinfrescare la mente, affinché torni ad essere lucida per il prossimo lavoro di concentrazione. Così come il corpo dopo un sprint da centometrista ha bisogno di rifiatare, allo stesso modo la mente dopo uno sforzo ha bisogno di riposarsi e attenzione, riposo non significa distrazione, ma equivale a far sì che la mente sia impegnata il meno possibile.
Naturalmente se vogliamo uscire dal vortice della distrazione, allora dobbiamo anche limitare i nostri impegni, perché quando si hanno troppi appuntamenti e troppe cose da fare, allora si innesca la fretta, la mente non si ferma su nulla e non è mai concentrata nel presente, e quindi la distrazione diventa una via di fuga per evitare che il nostro cervello vada in “ebollizione” per il troppo lavoro.
Ecco perché è importante alternare momenti di assoluta concentrazione, con momenti di assoluto riposo, solo così possiamo ridurre al minimo la distrazione. Sicuramente non saremo perfetti, sicuramente avremo ancora un pizzico delle nostre distrazioni abitudinali e allora proviamo a sostituirli con delle nuove abitudini, abitudini decisamente più efficaci, abitudini in grado di migliorarci la vita (e non di rubarcela!).
Ad esempio procuratevi un libro contenente aforismi, e la mattina, appena svegli, anziché controllare le notifiche del vostro smartphone, apritelo a caso e leggete l’aforisma che vi trovate scritto.
Quell’aforisma sarà la vostra “lezione” mattutina sulla quale meditare durante la colazione (anziché smanettare incessantemente con il primo dispositivo elettronico che trovate sottomano!), una piccola azione positiva come questa, ogni giorno, puoi esservi d’aiuto contro la distrazione.
Questi accorgimenti mentali, se fatti con regolarità e costanza, si renderanno efficaci nel combattere la distrazione; non dimentichiamoci che è lei la colpevole se nella vita non riusciamo a fare le cose che ci siamo prefissati di fare.
“L’ignorante agisce distrattamente, povero sciocco! Il saggio invece custodisce l’attenzione come il suo tesoro più prezioso.” Siddhārtha Gautama Buddha
“È una malattia. La gente ha smesso di pensare, di provare emozioni, di interessarsi alle cose; nessuno che si appassioni o creda in qualcosa che non sia la sua piccola, dannata, comoda mediocrità.” Richard Yates
Fonte: http://www.tragicomico.it/la-distrazione-abitudine/
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