Gli
aerei e i piloti russi hanno effettuato più missioni, con meno
equipaggiamento di quanto abbiano mai fatto gli Stati Uniti fin da
quando la Cactus Air Force aveva incominciato ad operare da Henderson
Field, a Guadalcanal nel 1942. Io non odio l’America e ho un grande
rispetto per i piloti americani, i migliori del mondo, e per gli aerei
militari americani, magari non i migliori del mondo, ma comunque il
meglio con cui il corrotto Pentagono permetta di volare ai migliori
piloti del mondo.
Naturalmente, i migliori piloti del
mondo hanno avuto a loro disposizione 15 anni di ininterrotte azioni
belliche per potersi esercitare ed essere pagati, in media 10.000 $ al
mese, mentre le loro controparti russe guadagnano 500 $ al mese e hanno
avuto due settimane per prepararsi.
Certo, i primi bombardamenti sono stati
forse un po’ raffazzonati, ma dalla seconda settimana non solo le cose
si sono raddrizzate, ma, considerando che la Russia ha un livello di
intelligence assai superiore, condiviso con Iraq e Siria, e uno spiccato
rispetto per l’informazione umana “sul terreno”, (non sorprende) che
sia stata in grado di colpire obbiettivi tatticamente assai più
importanti di quanto abbiano mai fatto gli Americani.
Vedete, nonostante noi si abbia aerei
buoni, in certi casi anche ottimi, e non stiamo parlando dell’F-35, il
“camion della spazzatura volante”, il corrotto complesso industriale
militare americano utilizza l’Air Force come un grimaldello per mandare
in bancarotta gli Stati Uniti. I 400.000 uomini dell’US Air Force,
comprese le riserve e le unità della Guardia Nazionale, con i loro più
di 3.000 aerei “pronti” al combattimento, riescono a rimediare in media
solo 8 missioni al giorno contro l’ISIS e, per poterlo fare, i
contribuenti americani pagano 800 miliardi di dollari.
Ma c’è di peggio, molto peggio.
I soldati americani sul campo di
battaglia, e non stiamo parlando degli sforzi della “coalizione” in Iraq
e in Siria, hanno imparato da molto tempo a non fare conto sul supporto
aereo ravvicinato. La Cactus Air Force, già nel 1942, aveva scritto un
manuale sul supporto aereo ravvicinato, un testo che in America si era
già smarrito ancora prima dell’inizio della guerra del Vietnam.
Avendo prestato servizio sul campo in
Vietnam con una Squadra da Sbarco Speciale dei Marines, ho imparato come
il supporto aereo fosse un sogno, non una realtà. Non abbiamo mai visto
aerei, non avevamo modo di comunicare con loro e per l’Air Force
americana i combattimenti veri che si svolgevano sul terreno erano una
distrazione dalla loro guerra fatta con gli “scatoloni volanti”,
bombardieri pesanti che scaricavano migliaia di tonnellate di munizioni
in campi vuoti e foreste infinite.
Ad un certo punto, nel 1969, ho visto,
dalla cima di una collina nei pressi di DaNang, l’Air Force effettuare
una missione dopo l’altra, caricare bombe, rifornirsi e bombardare i
campi alla fine della pista di decollo, “sciacqua e ripeti” come le
istruzioni sulle bottiglie di shampoo, una truffa per sprecare munizioni
e registrare finte missioni.
Mentre in Vietnam i rifornimenti di cibo
e munizioni non arrivavano mai alle truppe di prima linea, tutto
dirottato verso le unità gloriose, come il Comando dell’Air Force al
“Gunfighter Village”, mentre i marines dovevano combattere a pancia
vuota contro forze numericamente superiori, subendo il maggior numero di
perdite di tutta la storia americana, nella base dell’Air Force c’erano
aria condizionata, lenzuola pulite e “compagnia femminile” di tutti i
tipi.
Invece in Siria abbiamo visto la Russia
approntare, in una piccola base aerea, un centro di comando avanzato e,
nel giro di pochi giorni, farvi arrivare una cinquantina di aerei,
invitare i media ad osservare tutto lo spettacolo ed iniziare le azioni
di combattimento con una forza aerea che da 25 anni non volava contro un
nemico.
Abbiamo visto aerei che non costano
praticamente nulla eliminare bersagli che l’America aveva mancato o
fatto finta di non vedere, o che, secondo i piloti americani, non
bisognava colpire. I piloti americani sanno bombardare, ne hanno
l’esperienza e ne hanno i mezzi, ma vi diranno (o lo faranno fra di loro
o con quelli di cui si fidano) che, per una ragione o per l’altra,
contro l’ISIS è sempre stato: “giù le mani da lì”.
Non così per la Russia.
Giorno dopo giorno i piloti russi hanno
colpito centri comando, campi di addestramento, hanno spazzato via i
convogli che gli Americani dicevano di non avere visto, i depositi di
munizioni e alla fine le migliaia e migliaia di autocisterne che da mesi
i piloti americani imploravano di poter attaccare.
Certo, secondo gli standard mondiali, i
piloti americani sono viziati. Quando però il contribuente americano
paga la colazione ad un pilota dislocato in Afganistan o in Siria, quel
pasto, che in media costa 120 $, è comunque solo latte, cereali e caffè
scadente.
Quando vediamo i soldati americani in
Iraq bere l’acqua non filtrata dell’Eufrate, pompata dalla Haliburton
Corporation al costo di 8$ al bicchiere, riempiendosi lo stomaco di
colibacilli ad alta concentrazione, riusciamo forse a capire perchè
l’esercito americano non è pronto ad impegnarsi in una versione, anche
solo più tiepida, di una nuova guerra fredda.
Quello che non si dice è che i veri
soldati americani ammirano i loro colleghi russi e quello che hanno
fatto. I piloti americani avrebbero voluto che fossero stati assegnati a
loro tutti gli obbiettivi sensibili distrutti dai Russi, invece di
essere costretti a scaricare bombe su villaggi abbandonati a nord del
confine giordano, come riferito da un rapporto del comando russo, nel
novembre 2015.
Quando penso a quello che fa arrabbiare i
piloti americani, penso al senatore Lidsey Graham, del South Carolina.
Graham e il suo compare John McCain sono amiconi dei “ribelli moderati
siriani” che, guarda caso, sembrano includere anche ISIS e Al-Nusra.
Graham è anche un colonnello dell’Air Force americana.
Non è in grado di pilotare un areo e non
ha esperienza militare di sorta. Ecco quello che è successo. Gli è
stato trovato un “alloggio” nell’ambito dell’Air Force ed è stato
velocemente promosso alla carica di colonnello, sopravanzando così
piloti con esperienza di combattimento, uno dei quali è stato costretto a
ritirarsi con il grado di tenente-colonello per poter lasciare il posto
a Graham.
Non è solo il fatto che Graham sia
omosessuale dichiarato, una cosa che nell’esercito, nonostante le nuove
tendenze, molti deprecano. E’ che Graham, proprio come John McCain, non
gode di rispetto, anzi, è odiato dai militari e McCain e Graham, se da
una parte hanno coinvolto, ininterrottamente, l’America in una serie di
guerre impossibili da vincere, dall’altra fanno affari personali con la
corruzione e il traffico di narcotici, secondo fonti bene informate.
Ciò che ha dimostrato l’aviazione russa è
che, se mai l’esercito russo si trovasse di fronte a qualche azione
spregiudicata, magari per favorire il regime di Kiev, un attacco contro
la Crimea, come si era ventilato, o un invasione turca della Siria, esso
potrebbe, nonostante le limitazioni, impegnarsi con grande efficacia in
un conflitto convenzionale.
Avendo dato prova di tutto questo, di un
grande successo di cooperazione, confermato dalla missione siriana, la
Russia potrebbe, di fatto, aver salvato il mondo dal pericolo di una
guerra che Russia ed America non vogliono.
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Articolo di Gordon Duff pubblicato da New Eastern Outlook il 28 Marzo 2016
Tradotto da Mario per SakerItalia.it
Articolo di Gordon Duff pubblicato da New Eastern Outlook il 28 Marzo 2016
Tradotto da Mario per SakerItalia.it
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