LA CONDIZIONE UMANA: un’ampia burocrazia, dove le persone sono esageratamente infelici, tuttavia amano ogni errore, crisi, e stridente routine.Da un certo punto di vista, la Matrix è un blocco di energia centrale, alimentato da milioni di loops e tubi di energia, che sono le azioni umane, che seguono un copione che si chiama: LA CONDIZIONE UMANA.
“La condizione umana” una falsa immagine delle limitazioni della vita umana, in aggiunta alle implicazioni e ai melodrammi che ne derivano. Potete immaginarla come un’ampia burocrazia, in cui gli operai sono esageratamente infelici con ciò che succede, tuttavia amano ogni errore, passo falso, crisi, rinvio e stridente routine. È una cultura. In una misura o nell’altra, essa pervade ogni area della vita.
Fin tanto che la limitazione sarà il principio prevalente, il dramma della condizione umana si ripeterà l’infinito. Cambieranno le facce e nomi, ma la produzione continuerà. La limitazione ha a che fare con l’oscurare l’esistenza, il grado e il potere della immaginazione.
La limitazione infine si basa sul FALSO ASSUNTO che L’IMMAGINAZIONE SIA UNA FACOLTÀ SENZA IMPORTANZA.
Una volta accettata questa falsità, la vita come la conosciamo e “la condizione umana”, seguono come la notte segue il giorno.
“La condizione umana” e le sue implicazioni ora si realizzano da sole: vengono promosse come la ragione per cui dobbiamo avere una governance globale, per cui dobbiamo “condividere e prenderci cura”, governance che continua a fare progressi nel suo programma
E questo include, dalla culla alla tomba, uno status medico in qualità di paziente in costante bisogna di trattamento. La governance globale, risuona molto da vicino con la Matrix.
La costituzione americana fu scritta per una società rurale di circa 6 milioni di persone che vivevano in un'area relativamente piccola lungo la costa orientale del continente.
La visione di Thomas Jefferson, era che ogni generazione, ogni circa vent’anni, dovesse scrivere la propria costituzione. Questo è un punto piuttosto sorprendente, ignorato dalla più parte dei cosiddetti conservatori.
Jefferson credeva anche che una Repubblica avrebbe avuto successo solo se la popolazione fosse rimasta poca.
Così per esempio, ora dovremmo avere 50 o 60 repubbliche separate su questo continente ed ognuna di esse dovrebbe scrivere una nuova costituzione ogni vent’anni.
Se questo fosse il caso, l'attuale governo nazionale in Washington DC, sarebbe una cosa del passato. Finita.
Le 50 e 60 repubbliche, auspicabilmente manterrebbero buone relazioni reciproche con una “Carta dei diritti”, come parte fondamentale delle leggi della Repubblica.
Un governo decentralizzato.
Opterei per almeno 200 repubbliche su questo continente.
In quel modo, la partecipazione dei cittadini al governo, veramente avrebbe un senso.
Una cosiddetta Repubblica, con 330 milioni di persone, che cerca di fare il bene generale di tutti, è destinata a fallire progressivamente il modo spettacolare. Solo la tassazione in sé è un disastro. Inoltre, l'attitudine del governo centrale sta per essere forgiata da persona che pensano in termini di 330 milioni di persone: pianificatori, solutore di problemi, burocrati e amministratori.
E questa tendenza sta prendendo la direzione verso l'esserci come masse, come gruppi e reparti, piuttosto che come individui. È un progetto che si sconfigge da solo.
Credo che un uomo come Alexander Hamilton, tuttavia, vide questo futuro e non si tirò indietro, perché ai suoi occhi “le persone”, erano condannate dall'inizio a causa della loro natura e carattere.
Dovevano essere governate dall’alto.
Fu Jefferson, ad essere più ottimista sul potenziale dell’individuo.
Nel nostro mondo odierno, vediamo grandi governi che diventano sempre più grandi, come strategia per risolvere i loro problemi insolvibili. La finalità, l'avidità e la duplicità dei leader politici sono tutte volte ad estendere un controllo che venga dall'alto e scenda verso il basso.
Non è solo un progetto, è ciò che accade quando una nazione è così grande, perché le persone che naturalmente gravitano “per servire”, hanno la predilezione del potere come controllo.
Così l’intreccio della realtà-Matrix si armonizza con il Grande Governo: esistono entrambi per rendere le persone dei ricettori passivi.
“Sono sostanzialmente Mario Rossi, che vive negli Stati Uniti nel 2011. Sto cercando di andare avanti. Sto incontrando problemi e cercando di risolverli. Sto guardando al mondo da questo punto di vista. Non ho riserve di potere interiore. Mi sto sforzando. Sto facendo il meglio che posso…” Questa è l’attitudine rinsecchita di un membro della realtà della Matrix.E’ alimentata da un senso ristretto e minimizzato della possibilità. E questo naturalmente si diffonde quando l'immaginazione non è il pezzo primario della equazione.
L'immaginazione non solo concepisce una possibilità estesa, ma la proietta nello spazio e nel tempo e persino OLTRE.
Quando l'immaginazione diventa operativa, la realtà fisica è più un’occasione per creare nuove realtà, piuttosto che ciò che definisce la realtà. La differenza è cruciale.
Nel 1932 Henry Bergson scrisse: “l'universo è una macchina per creare dei”.
La Matrix, insieme al signor Rossi, è una collaborazione che manifesta dei e il risultato di questo è la passività.
Come ho scritto in precedenza, l’universo (Matrix) è un opera d’arte tra un numero potenzialmente infinito di opere d’arte. L’idea di esplorare un opera d’arte il modo ossessivo, al punto da dimenticare tutte le altre potenziali opere d’arte ed il “mezzo della loro produzione” (l’immaginaizone) è la conditio sine qua non della Matrix.
L'immaginazione va oltre il continuum dello spazio tempo.
Potete scegliere. Potete farvi uni giro nella Matrix, oppure potete immaginare l'immaginazione ed imbarcarvi nel viaggio dei viaggi.
La più parte delle persone non sanno contemplare l'idea di una creazione cosciente, ancor meno di improvvisare in modo spontaneo, cosa che implica una sorta di fusione con ciò che dovrebbero creare.
Ma per coloro che possono afferrare questa idea, il mondo dell'universo non sono più arbitri e legislatori e guide. Sono invenzioni che sono già qui.
I risultati della ricerca di anni sono qui in miei tre recenti collezioni di Matrix, di cui Exit from the Matrix, è quella più concentrata su tecniche pratiche di immaginazione, per prendere fatti i vostri più profondi desideri.
Jon Rappoport
fonte:
https://jonrappoport.wordpress.com/2017/08/17/what-is-the-matrix-the-human-condition/
http://www.thelivingspirits.net/una-nuova-cultura/jon-rappoport-cose-la-matrix-la-condizione-umana.html
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