Il ministro della Difesa Jim Mattis dichiarò a giugno di esser
“scioccato”, ritornando al Pentagono, per la fatiscenza dell’operatività
militare degli Stati Uniti. Si credeva che la dichiarazione fosse solo
un altro tentativo di convincere i congressisti che i militari
necessitassero di altri fondi. Forse era una delle ragioni, ma una serie
di incidenti confermano che “qualcosa non va in Danimarca”. Questi non
sono i giorni migliori delle forze armate statunitensi, afflitte da
problemi. Alcuni esperti ritengono che gli Stati Uniti subiscano
l’erosione delle forze armate.
Il Viceammiraglio Joseph Aucoin è stato
dimesso dal comando della 7.ma Flotta, dopo l’incidente del 21 agosto in
cui il cacciatorpediniere lanciamissili USS John S. McCain si scontrò
con una nave mercantile, ad est dello stretto di Malacca. Fu la quarta
volta che una nave da guerra degli Stati Uniti aveva un incidente nelle
acque asiatiche, nel 2017. Il capo del comando del Pacifico degli Stati
Uniti Harry Harris dichiarava che non avrebbe avuto effetti sulle
operazioni. È difficile crederlo dopo la serie di incidenti di
quest’anno. Il presidente Trump si è impegnato ad aumentare la flotta da
272 a 350 navi.
Il piano di costruzioni navali per 30 anni attualmente
in vigore porterebbe il numero a 308. Arrivare a 350 comporterebbe una
grande balzo delle spese tenendo conto della manutenzione, del
personale, dell’acquisizione di armi e dei costi a lungo termine. Il
presidente vuole anche aumentare l’esercito di 60000 soldati e i marines
di 20000 effettivi. Avere più personale e sistemi di arma è un bene, ma
la professionalità è importante. Qual è il senso nel costruire più
scafi e poi ridurre il numero di navi da guerra operative a causa di
incidenti?
Jerry Hendrix, ex-capitano e direttore associato del programma di
strategia e valutazioni della difesa presso il Centro per una nuova
sicurezza americana, ritiene che gli incidenti indichino due importanti
disagi: leadership e addestramento.
La CNN riferiva che oltre alla
“sospensione” della Marina, il Corpo dei Marine sospendeva i voli di
tutti i suoi aeromobili 24 ore prima, a causa di due incidenti mortali, “per concentrarsi su fondamenti delle operazioni di volo sicure, standardizzazione e prontezza al combattimento”, citando il presidente del Comitato per i servizi armati Mac Thornberry, del Texas, secondo cui era inaudito che “due servizi militari debbano chinarsi per rivedere le procedure di sicurezza e addestramento”.
Tre marines furono dichiarati deceduti all’inizio del mese dopo che il loro convertiplano MV-22 Osprey si era schiantato sulla coste australiane, rimbalzando sul ponte di poppa dell’USS Green Bay, nave d’assalto anfibio, e cadendo in mare il 5 agosto. Un elicottero Blackhawk
dell’esercito si schiantava al largo delle Hawaii il 15 agosto. Come si
può vedere, tutti i servizi affrontano lo stesso problema, un incidente
dopo l’altro.
La pianificazione ha molti difetti. Si prenda l’USS Zumwalt,
la più costosa nave furtiva della Marina statunitense, dal costo
superiore ai 4,4 miliardi di dollari e consegnato con due anni di
ritardo, e già aveva problemi meccanici e ai motori, non più adatta alle
missioni per cui è stata progettata. L’ultima nave è un fallimento
progettuale.
Quindi, la costruzione dei cacciatorpediniere Arleigh Burke
concepiti negli anni ’80 continuerà.
L’esercito ha ancora un elicottero
d’attacco e un carro armato obsoleti. È giunto il momento di avere
qualcosa di più moderno degli autoveicoli HMMWV Humvee. Il
sistema d’ artiglieria mobile dell’esercito è obsoleto rispetto a quelli
di altre nazioni. Gli aeromobili per il rifornimento in volo dell’US Air Force
hanno più di 50 anni. Grandi somme di denaro vengono spese per nuove
portaerei e “supervelivoli” come l’F-35, mentre molti sistemi d’arma
convenzionali sono obsoleti senza speranza.
Le operazioni in Iraq e Afghanistan mostrano che l’Esercito può avanzare e occupare un territorio ma non può controllarlo. Non ci sono state brevi guerre vittoriose in questo secolo che potrebbero inorgoglire le forze armate statunitensi. Gli Stati Uniti spendono di più per la difesa di Cina, Arabia Saudita, Russia, Regno Unito, India, Francia e Giappone messi insieme. La spesa per la difesa rappresenta quasi il 16 per cento di tutte le spese federali e circa la metà della spesa discrezionale.
Ma in molti casi gli Stati Uniti hanno hanno perso o perdono il proprio
vantaggio. Con un budget molto più piccolo, altre nazioni, come la
Russia, ottengono molto di più dalle spese. La Federazione russa è
ovviamente leader in alcune aree cruciali. Non c’è bisogno di
“contarle”. I numeri non sono il fattore decisivo. Alcuni aerei, navi da
guerra e sistemi d’arma russi sono più avanzati della concorrenza. Per
esempio, la Russia è leader mondiale nelle armi ipersoniche. I fatti
sono evidenti.
Mentre spende dieci volte di meno rispetto agli Stati
Uniti per la difesa, compresi ricerca e sviluppo, la Russia ha prodotto
armi che rendono inefficaci gli sforzi per la difesa antimissile degli
Stati Uniti, fornendo al contempo un vantaggio tecnologico nel primo
colpo. Grandi somme di denaro speso non comportano necessariamente
maggiore efficienza. Con ovvie carenze nei sistemi di addestramento del
personale e negli armamenti, gli incubi F-35 e USS Zumwalt e le prestazioni in Iraq e in Afghanistan, la superiorità militare statunitense è contestata oggi.
Andrej Akulov, SCF 27.08.2017
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
https://aurorasito.wordpress.com/2017/08/28/erosione-militare-degli-stati-uniti/
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