Per una volta, Donald Trump
ha ragione. “Non possiamo permettere che un pazzo con armi nucleari
venga lasciato libero in questo modo”, così ha detto al presidente
filippino Rodrigo Duterte, secondo la trascrizione della loro bizzarra
conversazione telefonica, quella che è trapelata su The Intercept [in inglese] il maggio scorso.
Il pazzo a cui il Presidente
Usa si stava riferendo, naturalmente, è il dittatore nordcoreano Kim
Jong-un. Il pazzo di cui dovremmo essere preoccupati è però proprio
Trump, che – non dimentichiamocelo – ha il potere unico, esclusivo e
senza restrizioni di lanciare quasi 1.000 testate nucleari in pochi
minuti, se lo desidera.
La
gente alza gli striscioni e urla slogan mentre partecipano ad un raduno
a sostegno della posizione della Corea del Nord contro gli Stati Uniti
in Kim Il-Sung Square a Pyongyang il 9 agosto 2017. (Fonte: The
Intercept)
La maggior parte degli esperti di non proliferazione [in inglese] – così come l’ex presidente Jimmy Carter [in inglese]
ed alcuni ex funzionari del Pentagono e del Dipartimento di Stato, sia
repubblicani che democratici – concordano sul fatto che il brutale e
omicida comportamento di Kim, pur con tutte le sue spacconate, non sia
irrazionale o suicida, ma mirato alla conservazione del suo regime e ad
evitare un attacco statunitense.
Le armi nucleari sono uno strumento
difensivo e non offensivo per la leadership nordcoreana che, come
osserva il segretario alla difesa di Bill Clinton, William Perry, su Fox News in aprile, può essere “spietata e … sconsiderata” ma “non pazza”.
Capito? Kim è cattivo, non pazzo.
Lo stesso non può si può dire su The Donald. Pensate che sono ingiusto? In febbraio, un gruppo di psichiatri, psicologi e operatori sociali ha scritto sul New York Times
che “la grave instabilità emotiva indicata dal discorso e dalle azioni
del signor Trump lo rende incapace di servire in sicurezza come
Presidente”. In aprile, un altro gruppo di esperti di salute mentale ha
detto in una conferenza alla Scuola di Medicina dell’Università di Yale
che Trump era “paranoico” e “delirante” riferendosi alla “pericolosa
malattia mentale” del Presidente.
C’è quindi da meravigliarsi
se tante recenti testimonianze suggeriscono che i Sudcoreani siano più
preoccupati di Trump di quanto non lo siano della minaccia del loro
vicino ostile e paranoico?
Consideriamo la reazione di
Trump, quella di questa settimana, ad una valutazione confidenziale del
controspionaggio – trapelata sulle pagine del Washington Post –
che la Corea del Nord è ora in grado di costruire una testata nucleare
piccola abbastanza da poter essere adattata all’interno dei propri
missili.
“Meglio che la Corea del Nord non faccia più minacce agli Stati Uniti”, ha dichiarato il presidente, in risposta a una domanda del giornalista al suo Bedminster Golf Club martedì. “Troveranno fuoco e furia come il mondo non ha mai visto. Lui [Kim Jong-un] è stato molto più minaccioso del solito. E, come ho detto, saranno accolti da fuoco e furia, francamente, con una potenza tale mai vista prima in questo mondo.”
Come può essere non adeguata
questa risposta, detta dal cosiddetto Leader del Mondo Libero? Nel mese
di maggio, ha detto che sarebbe stato “onorato” di incontrare Kim e lo
ha elogiato come un “ragazzo piuttosto intelligente”. In agosto, ha
preso una pausa dalla sua vacanza di golf per minacciare casualmente
l’annientamento nucleare del paese di Kim (incidentalmente nemmeno sulla
base di qualsiasi aggressione da parte della Corea del Nord, ma solo
per loro “minacce”).
Trump comprende la differenza
tra l’intensificazione e la attenuazione di una crisi nucleare?
Ascoltate il senatore repubblicano John McCain, quello che non ha mai
incontrato una “nazione canaglia” che non abbia voluto bombardare,
invadere o occupare:
“Faccio eccezione alle parole del presidente”, ha detto McCain martedì, aggiungendo: “Questo tipo di retorica, non so come potrebbe aiutare”.
Voglio dire, quanto pazzo devi essere per sostenere un attacco nucleare preventivo a cui non possa accodarvisi neanche McCain?
Trump ha educazione, però,
quando si tratta di parlare sciolto sulle atomiche. Durante la campagna
presidenziale, nell’agosto 2016, Joe Scarborough, il conduttore della MSNBC
e parlamentare ex-repubblicano, ha rivelato che Trump, nel corso di una
riunione di un’ora con un consulente senior di politica estera, chiese
tre volte informazioni sull’uso delle armi nucleari. A un certo punto
durante la riunione, secondo Scarborough, l’allora candidato
presidenziale chiese ai suoi consulenti:
Se le abbiamo, perché non possiamo usarle?
Essere così indifferente,
perfino entusiasta, sul dispiegamento dell’arma finale di distruzione di
massa è un indicatore estremo dell’infantilità, dell’ignoranza, della
belligeranza e, sì, dello sconvolgimento mentale di Trump. Ecco un
Presidente impulsivo, erratico, instabile; la cui intera vita e carriera
sono state definite da una totale mancanza di empatia. Ricordate la sua
strategia per sconfiggere ISIS? “Bombardateli fino a farli cacare” e “prendete le loro famiglie” [in inglese].
Allora pensate che avesse
bene in mente le vittime civili quando ha lanciato il suo avviso “fuoco e
furia”? Tornate. Sulla. Terra.
Ascoltate il collega di McCain, il senatore repubblicano super-falco Lindsay Graham:
“Se ci sarà una guerra per fermare [Kim], sarà laggiù”, ha detto Graham a Matt Lauer della NBC [in inglese] la scorsa settimana, raccontando una recente conversazione avuta con il Presidente. “Se in migliaia dovranno morire, moriranno là. Non moriranno qui da noi – e me lo ha detto in faccia”.“Questa è follia”, Kingston Reif, specialista del disarmo nucleare della Arms Control Association, ha twittato in risposta a Graham che gli riportava le osservazioni di Trump. “Follia confusa”.
Ricordate che, 72 anni fa oggi, gli Stati Uniti hanno lanciato la seconda bomba atomica sul Giappone, uccidendo circa 39.000 persone a Nagasaki [in inglese]. Tre giorni prima, la prima bomba atomica uccise circa 66.000 persone [in inglese] a
Hiroshima. Ma una guerra nucleare sulla penisola coreana renderebbe
questi colpi su Hiroshima e Nagasaki come punture di spillo.
Gli esperti
dicono che anche una guerra convenzionale tra gli Stati Uniti e la
Corea del Nord potrebbe uccidere più di un milione di persone [in inglese], uno
scambio nucleare, quindi, potrebbe portare a decine di milioni di
vittime. Il consigliere della sicurezza nazionale di Trump, H. R.
McMaster, ha ammesso che un attacco preventivo da parte degli Stati
Uniti sarebbe una “catastrofe umanitaria”.
Il presidente se ne rende
conto? Graham non sembra pensarlo. L’ex portavoce di Trump, Tony
Schwartz, che ha trascorso 18 mesi in sua compagnia durante il lavoro
sulla “Arte dell’Accordo”, ha chiamato il Presidente un “sociopatico”.
In effetti, tale citazione più di ogni altra cosa risaltava
dall’intervista molto discussa di Schwartz sul New Yorker nel luglio 2016 e, forse, questo dovrebbe tenerci tutti svegli la notte.
“Credo veramente che se Trump
vincesse ed ottenesse i codici nucleari”, ha dichiarato Schwartz, “ci
sia un’ottima possibilità che questo ci possa portare alla fine della
civiltà”.
Non possiamo dire di non essere stati avvertiti.
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Articolo di Mehdi Hasan pubblicato su GlobalResearch il 30 maggio 2017
Traduzione in italiano di Pappagone per SakerItalia
[le note in questo formato sono del traduttore]
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