L’Africa è una delle regioni d’importanza
fondamentale per l’implementazione del progetto ambizioso della Cina
Fascia e Via (OBOR). Proprio come in Eurasia, la Cina intende coprire
questo continente con una rete di ferrovie e autostrade che si estendono
dai porti lungo le coste orientali dell’Africa fino a quelle
occidentali. Di conseguenza, prenderà forma la fusione economica
euroasiatico-africana, con conseguente creazione della più grande zona
di libero scambio nella storia umana.
Quindi, Pechino impone
l’attuazione del suo piano per il 2016-2018, adottato al Forum di
Cooperazione Cina-Africa alla fine del 2015. Nel frattempo, la Cina si
impegnerà ad investire complessivamente 60 miliardi di dollari nel
continente africano, sviluppando infrastrutture stradali e ferroviarie e
porti africani. Si può dire che le opere nel continente sono in piena
realizzazione, con autostrade ad alta velocità che si stendono in tutto
il continente.
Tali autostrade attraversano l’Algeria da est ad ovest.
Si tenga presente che l’Algeria è il più grande Stato africano con un
ampio litorale mediterraneo. Finora il Mar Mediterraneo è il limite
della Via. All’inizio del 2016 le imprese cinesi e algerine firmarono un
protocollo di intenti sulla costruzione del più grande porto del Paese,
che dovrebbe diventare l’hub marittimo dell’Africa settentrionale,
collegando numerosi Stati africani attraverso i progetti
infrastrutturali dell’OBOR.
Allo stesso tempo, gli specialisti cinesi
costruiscono un’altra autostrada che si estenderà nel territorio
algerino da nord a sud. Alla fine del 2016, media locali segnalarono il
completamento di un tunnel di quindici miglia, che sarà parte importante
di questa autostrada. Sul tratto est-ovest, va menzionato l’avvio della
costruzione della ferrovia cinese in Kenya, avvenuto a maggio.
Collegherà il porto di Mombasa (che costituisce un elemento importante
dell’infrastruttura OBOR) con la capitale Nairobi.
L’avvio ufficiale
della costruzione fu presieduta dal presidente del Kenya Uhuru Kenyatta e
dal consigliere di Stato cinese Wang Yong. Secondo loro, la ferrovia
darà inizio allo sviluppo dell’integrazione regionale, poiché sarà la
piattaforma per creare la rete ferroviaria unificata dell’Africa
orientale. Allo stesso tempo, Pechino fa ogni sforzo per migliorare le
relazioni diplomatiche con i Paesi della regione.
All’inizio del 2017,
il Ministro degli Esteri cinese Wang Yi compiva un tour in Africa
visitando Madagascar, Zambia, Tanzania, Congo, Nigeria e Mauritius,
incontrandone i leader per discutere i dettagli della partecipazione al
progetto OBOR. Il successo complessivo del viaggio fu riferito da Wang
Yi al Congresso Nazionale del Popolo di marzo. Tuttavia, è troppo presto
per i diplomatici cinesi per celebrarne i risultati, dato che c’è
ancora molto lavoro da fare.
Per esempio, v’è l’urgente necessità di migliorare i rapporti cinesi
con la Repubblica d’Uganda. I due Stati hanno relazioni amichevoli da
oltre mezzo secolo e Pechino rimane uno dei maggiori investitori
nell’economia dell’Uganda. Ciò ha permesso a Pechino d’organizzare il
primo forum su commercio, cooperazione economica ed investimenti
Cina-Uganda, tenutosi nella capitale Kampala lo scorso maggio.
Numerosi
rappresentanti di imprese cinesi operanti in Uganda vi parteciparono. Al
forum era presente il vicepresidente dell’Uganda Edward Ssekandi,
insieme al rappresentante della Cina a Kampala, Zheng Zhuqiang e a molti
altri rappresentanti del governo ugandese e della comunità
imprenditoriale. Il forum discusse i temi generali della cooperazione
Cina-Africa, in cui l’Uganda intende svolgere un ruolo attivo, insieme a
diversi aspetti delle relazioni Cina-Uganda.
Secondo il vicepresidente
dell’Uganda, Kampala sviluppa attivamente le proprie infrastrutture e
rimane interessata a creare condizioni favorevoli per gli investitori
cinesi. Edward Ssekandi aveva anche espresso la speranza che Pechino
continui ad aiutare l’Uganda a sviluppare l’economia.
Nel giugno 2016,
il consigliere di Stato della Cina Wang Yong visitò lo Zambia, dove
incontrò il presidente Edgar Lung. Durante l’incontro, si affermò che lo
Zambia percepisce Pechino come suo stretto amico e partner, che non
esita a fornire supporto agli alleati. E certamente ovvio che lo Zambia
preveda di aderire all’OBOR.
La Cina iniziò ad aver influenza in Africa molti decenni fa. Negli anni
’50, il leader cinese Mao Zedong aiutò i governi popolari di una
manciata di Paesi africani nella lotta contro i colonizzatori europei.
Una volta che gli europei furono cacciati dall’Africa, la Cina iniziò a
sviluppare legami economici e politici con tutti gli Stati del
continente, aumentando costantemente l’influenza e scacciando i
potenziali concorrenti dalla regione.
Finora la Cina è il principale
partner commerciale del continente africano e ne mantiene anche la
stabilità, inviando peacekeeper negli Stati africani in conflitto. Non è
un caso che la prima base militare estera della Repubblica popolare
cinese sia stata costruita in Africa, nella Repubblica di Gibuti,
consentendo a Pechino di assicurare il traffico attraverso lo stretto di
Bab al-Mandab, dove passa il grosso del traffico marittimo con Europa e
Medio Oriente.
Indubbiamente, il Forum di Cooperazione Cina-Africa nel
2015 e il discorso del leader cinese Xi Jinping per presentare il Piano
di cooperazione Cina-Africa per gli anni 2016-2018, segnano l’inizio
della fase finale del lungo viaggio per rendere la Cina il motore dello
sviluppo dell’Africa. Se questo piano avrà successo, nessuno potrà
contestare l’influenza della Cina in questo enorme continente,
particolarmente ricco di risorse naturali.
Ancora oggi quasi il 20%
delle importazioni di petrolio greggio cinese proviene dall’Africa.
Inoltre, Pechino importa numerosi minerali dall’Africa, insieme a una
vasta gamma di prodotti agricoli. Al tempo stesso, l’Africa rappresenta
un mercato in espansione per i prodotti della Cina. Ma non è tutto.
L’Africa può diventare un collegamento commerciale fondamentale,
permettendo un traffico commerciale massiccio sul suo territorio. Non
appena l’Africa farà parte integrante dell’OBOR, permetterà ulteriore
traffico di merci dall’Oceano Atlantico alle rive dell’America,
collegando così l’intero mondo con la Nuova Via della Seta.
Dmitrij Bokarev, osservatore politico, in esclusiva per la rivista online “New Eastern Outlook“.
Le istituzioni finanziarie dei BRICS sosterranno lo sviluppo africano e latinoamericano
Kimeng Hilton Ndukong, People Daily 21 agosto 2017
Kimeng Hilton Ndukong, People Daily 21 agosto 2017
I
progetti di sviluppo in Africa e America Latina avranno maggiore
attenzione da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, dalle
istituzioni finanziarie del BRICS, come New Development Bank, NDB, e
Banca d’investimento per l’infrastruttura asiatica, AIIB. Il Professor
Chen Fengying, ex-Direttore dell’Istituto di Economia Mondiale, e degli
istituti cinesi di relazioni internazionali cinesi, CICIR, commentava il
21 agosto a Pechino, in una conferenza stampa organizzata
dall’Associazione dei giornalisti della Cina. Il Professor Chen,
ricercatore del CICIR, affermava che
“Ci sono molte banche di sviluppo nel mondo oggi, la più grande è la Banca Mondiale. Ma la nuova Banca di sviluppo dei BRICS è l’unica a puntare sui Paesi in via di sviluppo“,
aggiungendo che il rafforzamento della cooperazione
sud-sud e sud-nord sarà affrontato al summit dei leader BRICS nella
città di Xiamen, il 3-5 settembre.
“La questione dello sviluppo dei BRICS da allora è andata oltre gli Stati aderenti. La nuova Banca di Sviluppo è attiva, passando da questioni astratte a più concrete. Come piattaforma aperta, i BRICS guardano ad Africa e America Latina; quindi l’influenza dei BRICS sarà più completa“,
dichiarava Chen Fengying,
aggiungendo che per ampliare l’ambito delle attività e sostenerle a
lungo termine, NDB e AIIB estenderanno i loro servizi in Africa e
America Latina per finanziare i progetti di sviluppo. Nel frattempo,
Kenya e Thailandia sono stati invitati al vertice BRICS del prossimo
mese.
Rispondendo a una domanda sui piani dei BRICS per creare
un’agenzia di rating, il Prof. Chen dichiarava che le probabilità di
successo sono esigue perché l’attuale macrofinanza è ancora dominata dal
dollaro statunitense, e il sistema di rating attuale è monopolizzato da
tre istituzioni statunitensi. Ricordava che Cina, Europa e Giappone in
passato tentarono di creare agenzie di rating, senza molto successo.
Alla domanda se il conflitto tra Cina e India sarà oggetto del vertice
BRICS del mese prossimo, Chen Fengying l’escludeva dicendo che i leader
non saranno distratti da “piccole questioni”.
Inoltre, la Cina ha già
affermato che i problemi relativi alla propria sovranità non possono
essere oggetto di compromessi. Inoltre, dichiarava che la politica dei
BRICS non è intervenire negli affari interni degli Stati aderenti.
Aggiungeva che le sfide che i leader di Sudafrica e Brasile affrontano
adesso sono transitorie. Attribuiva i loro problemi ai prezzi delle
materie prime in declino e all’instabilità politica ed economica,
dicendo che la soluzione è garantire un adeguato sviluppo.
“Gli impegni che i leader di Sudafrica e Brasile prenderanno al vertice non saranno messi in discussione perché i leader vanno e vengono, ma le nazioni restano”. Il tema del vertice di quest’anno è “BRICS: partenariato più forte per un futuro più brillante“.
Il focus sarà
su commercio, finanza, economia, cooperazione sud-sud e sud-nord e
iniziativa Via della Seta. Riunioni dei Ministri degli Esteri BRICS e
scambi interpersonali e culturali saranno istituzionalizzati al vertice.
È stato anche reso noto che i BRICS si difenderanno da ogni tentativo
d’introdurre protezioni commerciali come le misure degli USA contro la
Cina.
Kimeng Hilton Ndukong, collaboratore di People’s Daily Online, redattore del quotidiano Cameroon Tribune e del Centro Stampa Cina-Africa, CAPC.
“Per troppo tempo i Paesi in via di sviluppo del Sud Globale si sono ritrovati indebitati da istituzioni finanziarie internazionali come Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale (IMF), che impongono condizioni onerose con ricadute sociali e politiche gravi“.
Molewa dichiarava che tali dure
condizioni di prestito hanno storicamente ostacolato i Paesi in via di
sviluppo nel perseguire politiche di sviluppo proficuo nell’interesse
dei propri cittadini. BRICS è composto da Brasile, Russia, India, Cina e
Sudafrica. La Nuova Banca di Sviluppo permetterà agli africani e ad
altri Paesi di accedere alle strutture di prestito per intraprendere,
tra l’altro, investimenti infrastrutturali in settori cruciali come
energia, acqua e trasporti.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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