Relazione del Dott. Di Bella inviata all'On. Ioppolo
I consiglieri regionali della Sicilia stanno preparando un disegno di legge per consentire l'erogazione gratuita dei farmaci prescritti ai pazienti che intendono curarsi con il MDB.
Dott. Giuseppe Di Bella
Bologna,16/05/203
Chiar.mo On. Ioppolo,
Le invio alcune considerazioni a sostegno delle motivazioni etiche e clinico-scientifiche
dell'Ordinanza da Lei promossa:
- La nota e documentata incapacità dei comuni trattamenti oncologici chemio-radioterapici a guarire i tumori solidi, malgrado un'elevata tossicità e una mortalità inaccettabile
I dati scientifici oncologici, quelli veri, non giornalistici, smentiscono i trionfali successi dei "farmaci antineoplastici di provata efficacia" magnificati dal CSS (Consiglio Superiore di Sanità), documentandone un'inaccettabile percentuale di mortalità denunciata da un'agenzia della Reuters Healt [Wesport,CT]: "Unexspected high mortality rated associated with chemoterapy regimen..." ("Non ci si aspettava un tasso di mortalità così elevato associato ai protocolli chemioterapici...").
Il dato è confermato dalla pubblicazione di Gerrard [Br.J. Cancer 1998 Jun 77(12) 281-5] con l'undici per cento di decessi, non causati dal tumore ma unicamente da chemioterapia. Viene documentata una mortalità del 17% nella pubblicazione di Ghesquières, Ferlay C e AA sulla rivista Ann Oncol.. 2010 Apr; 21(4): 842-50. Epub 2009 Nov 13. dal titolo : Long- term follow-up of an age-adapted C5R protocol followed by radiotherapy in 99 newly diagnosed primary CNS lymphomas: a prospective multicentric phase study of the Groupe d Etude des Lymphomes de l Adulte.
La sopravvivenza dei malati di tumore, quella vera, delle verifiche scientifiche, non giornalistico-televisive, è essenzialmente dovuta alla chirurgia, molto meno alla radioterapia, e si riduce ad un 29% di sopravvivenza a 5 anni (Richards, BMJ2000; 320: 895-898).
Del
29% solo il
2,5% era dovuto
alla chemio, come pubblicato
da Morgan G. e
AA "The
contribution of
cytotoxic chemotherapy to 5- year
survival in
adult malignancies",
sulla
prestigiosa
rivista
oncologica Clin. Oncol [2004
Dec.16(8):549-60]. Questa
fondamentale
pubblicazione si basa su 14
anni di osservazione,
225000 pazienti,
22 varietà
tumorali, per accertare
il reale
contributo della
chemio al
raggiungimento
dei 5 anni
di sopravvivenza.
L'avvilente risultato: su cento ammalati la chemioterapia consente solo al 2,5% di raggiungere i 5 anni, dopo i quali, Lopez nello studio clinico "Long-term results Experience at the 20 th…" GacMed Mex [1998 mar. Apr, 134(2):145-5] ha accertato che metà dei pazienti sopravvissuti a cinque anni, nel lungo termine muore per tumore. "La terapia oncologica sta facendo passi di grandi rilievo, gli anticorpi monoclonali" proclama il CSS. Basta collegarsi al portale del National Cancer Institute, per comprendere le ragioni della delusione seguita alle grandi aspettative indotte dagli anticorpi monoclonali, i famosi " farmaci biologici intelligenti ".
Nell'agosto
2012 ricercatori
Sun Y, Campisi J
hanno pubblicato su
una delle più prestigiose
riviste
medico scientifiche
mondiali, Nature
medicine,
Nat
Med.
2012 Aug
5. doi: 10.1038/nm.2890.
i meccanismi
biochimici e molecolari di un
fallimento di questa
portata della chemioterapia: Treatment-induced
damage to the tumor
microenvironment promotes
prostate
cancer therapy
resistance
through
WNT16B. La notizia
ha sconcertato
ed è stata
ripresa da
varie agenzia di
stampa
, di cui ne riporto alcune:
(AGI) - Parigi, 5 ago. - La chemioterapia puo' stimolare la secrezione di una proteina che sostiene la crescita e rende 'immune' il tumore a ulteriori trattamenti. La scoperta, "del tutto inattesa", e' stata pubblicata sulla rivista Nature ed' e' frutto di uno studio statunitense sulle cellule del cancro. Sono stati scoperti "evidenti danni nel Dna" nelle cellule sane intorno all'area colpita dal cancro. Sono stati analizzati gli effetti di un tipo di chemioterapia su tessuti raccolti da pazienti affetti da tumore alla prostata. Queste ultime producevano quantita' maggiori della proteina WNT16B che favorisce la sopravvivenza delle cellule tumorali.
La
scoperta
che "l'aumento
della WNT16B... interagisce
con le
vicine cellule tumorali facendole
crescere, propagare e, piu' importante
di tutto, resistere
ai successivi trattamenti
anti-tumorali... era
del tutto inattesa",
ha spiegato
il co-autore
della ricerca
Peter
Nelson del
Fred Hutchinson
Cancer Research Center
di Seattle
nello stato
di Washington:
i tumori
rispondono bene
alle prime chemio salvo poi
ricrescere rapidamente
e sviluppando una
resistenza
maggiore ad ulteriori
trattamenti chemioterapici.
Un dato
dimostrato
dalla percentuale
di riproduzione delle cellule tumorali
tra i vari trattamenti. " nostri
risultati
indicano che il
danno nelle cellule benigne può
direttamente contribuire a
rafforzare la
crescita
'cinetica'
del cancro", si
legge nello
studio
che, hanno spiegato
i ricercatori,
ha trovato conferma anche nei
tumori al seno e
alle ovaie.
Tiscali
Scienze : "Scoperta shock, la chemioterapia può rafforzare i
tumori.. Chemioterapia: arma a favore dei tumori, si rinvigoriscono"
: Un nuovo studio scuote la comunità scientifica internazionale e
suscita perplessità. La chemioterapia, invece di debellare i tumori,
li aiuterebbe a svilupparsi e rafforzarsi, rendendoli addirittura
resistenti a trattamenti successivi. Lo studio è stato portato
avanti dagli scienziati del Fred Hutchinson Cancer Research Center di
Seattle, che hanno voluto scoprire perché le cellule tumorali sono
così forti nell'organismo umano e, invece, deboli e annientabili
facilmente in laboratorio. Sembra che i tumori sarebbero rinvigoriti
proprio dalla chemioterapia, che indurrebbe le cellule sane ad
emettere una proteina che ha la caratteristica di favorire lo
sviluppo e la resistenza del tumore.
Se la chemio avesse una reale efficacia antitumorale, che senso avrebbe un orientamento chirurgico sempre più aggressivo, radicale, demolitivo, spesso mutilante con limitazioni funzionali e riflessi negativi sulla qualità di vita. La stessa esistenza di questa chirurgia certifica il giustificato scetticismo e la logica sfiducia nella chemio. Con l'aggravante, a ulteriore conferma dell'incapacità della chemio a guarire qualsiasi tumore solido, dell'associazione frequente e/o abituale alla radioterapia. Anche le indicazioni, la reale efficacia e il rischio di induzione tumorale della radioterapia classica, convenzionale, vanno attentamente rivisti in base ad alcuni dati scientifici recentemente documentati e pubblicati di cui riporto una sintesi:
Se la chemio avesse una reale efficacia antitumorale, che senso avrebbe un orientamento chirurgico sempre più aggressivo, radicale, demolitivo, spesso mutilante con limitazioni funzionali e riflessi negativi sulla qualità di vita. La stessa esistenza di questa chirurgia certifica il giustificato scetticismo e la logica sfiducia nella chemio. Con l'aggravante, a ulteriore conferma dell'incapacità della chemio a guarire qualsiasi tumore solido, dell'associazione frequente e/o abituale alla radioterapia. Anche le indicazioni, la reale efficacia e il rischio di induzione tumorale della radioterapia classica, convenzionale, vanno attentamente rivisti in base ad alcuni dati scientifici recentemente documentati e pubblicati di cui riporto una sintesi:
Relativamente
alle cellule staminali tumorali.. Una strada è "l'attivazione
indotta per radiazione" spiega Frank Pajonk associate professor
of radiation oncology al Jonsson Center della Ucla, università di
California. Ed è sempre con questa tecnica, le radiazioni, che
Pajonk ha prodotto in laboratorio cellule staminali tumorali (le più
aggressive).
I
ricercatori del Jonsson Comprehensive Cancer Center Department of
Oncology della UCLA hanno irradiato normali cellule tumorali
non-staminali e le hanno inserite nelle cavie. Attraverso un
sistema di imaging hanno potuto assistere (direttamente) alla
trasformazione delle cellule normali in staminali tumorali per
reazione al trattamento con le radiazioni. Pajonk riferisce
che la nuova produzione di cellule così ottenuta è
incredibilmente simile a cellule staminali del tumore al seno, non
irradiate. La squadra
di ricercatori
ha anche
potuto
calcolare
che queste
cellule
tumorali
staminali
indotte (dalla radioterapia) hanno
una capacità di
produrre tumori che è di 30 volte superiore a
quella delle normali cellule tumorali
(del tumore
al seno) non irradiate.
Natural
News 2 Marzo 2012 Nuovo studio:
i trattamenti radioterapici
creano cellule tumorali 30 volte più
potenti rispetto
alle normali cellule tumorali.
In
una ricerca rivoluzionaria appena pubblicata
su Stem Cells,
una rivista del settore riservata agli specialisti, i ricercatori del
Jonsson Comprehensive Cancer Center Department of Oncology della
UCLA, hanno scoperto che, benchè uccidano mediamente una metà delle
cellule tumorali ad ogni trattamento, le cure con le radiazioni per
il tumore al seno trasformano le cellule tumorali superstiti in
cellule tumorali staminali che sono molto più resistenti al
trattamento delle normali cellule tumorali. Questa nuova ricerca
assesta un altro colpo al fallimentare protocollo di cura ufficiale
appoggiato dai media ufficiali allineati; protocollo che cerca di
tagliar via, avvelenare o bruciare i tumori, cioè i sintomi del
cancro, invece di curare le cause dei tumori, cioè il cancro. Center
of Regenerative Medicine sempre dell'Università della California di
Los Angeles (UCLA), ha aggiunto: «È degno di nota il fatto che le
cellule di questi tumori utilizzino, per opporsi al trattamento con
le radiazioni, gli stessi percorsi usati per la riprogrammazione
cellulare».
In
conclusione, a complemento della chemioterapia, si utilizzano
trattamenti radioterapici con elevatissimi costi che, aggravano
ulteriormente il rischio di progressione e metastatizzazione
neoplastica incrementando l'effetto mutageno e immunodepressivo della
chemio .-
La
nota e documentata mancanza
di un minimo di dignità
scientifica
e di credibilità della
sperimentazione
ministeriale
del 1998 ,
le cui numerose e
gravissime anomalie hanno destituito
di
qualsiasi
significato
la
sua
progettazione, conduzione,
conclusioni
e
indicazioni
cliniche.
Dette
anomalie sono state
certificate da documenti ufficiali da tutti verificabili,
come verbali
dei NAS,
da dichiarazioni verbalizzate
in commissione
oncologica, oltre che da
pubblicazioni e
articoli di riviste
scientifiche
internazionali
accreditate sulla
massima banca dati
www.pubmed.gov.
Su
una
delle più note e prestigiose
riviste
scientifiche
internazionali, il British
Medica/
Journa/,
http://whttp://w
ww.bm
j..com/content
/318/7178/208
"Di Bella's
Theray
the
last
word?"
(Terapia DI
Bella.
L’
ultima
parola?)
l'editorialista
Marcus
Muller
(fatto del tutto inusuale)
ha
criticato
aspramente
la
progettazione
dello
studio,
sostenendo
che
:
«Gli
autori
(della
sperimentazione)
affermano
anche
che
non avrebbero potuto
condurre
uno studio
clinico
randomizzato
per
ragioni etiche,
ma
queste
ragioni
non sono
chiare.
In realtà, c'è
chi può sostenere
che proprio il livello inferiore di
progettazione
dello studio
è anti-etico». Ed
a proposito
della mancanza
del
gruppo di controllo,
ecco
cosa afferma in
una
lettera
al B.M.J.
il ricercatore
Rey
M.D.: «Con cosa è
stata
comparata
la
terapia
Di
Bella? Con nulla!
Sarebbe
stato
molto
più utile fare
un
paragone
fra
la terapia
Di
Bella e
la
terapia
convenzionale».
Sul numero di Neuroendocrinology letters "The Di Bella Method (DBM). Di Bella G Neuro Endocrinol Lett. 2010 Sep 30;31(suppl1)" sono riportate 11 cause dì invalidazione della sperimentazione, ciascuna delle quali, da sola, sarebbe sufficiente a invalidare qualsiasi seria sperimentazione nel sito www.metododibella.org, in prima pagina, alla sezione "Sperimentazione" le irregolarità sono ampiamente e dettagliatamente documentate così come nel sito www.dibellainsieme in prima pagina :- LA SPERIMENTAZIONE DEL 1998: UN CLAMOROSO SUCCESSO ED UN CLAMOROSO FALSO DOCUMENTALE E MEDIATICO
- Parte
1a.
- nel libro di Vincenzo Brancatisano " Un po di verità sulla terapia Di Bella"
- nella biografia del Prof Di Bella scritta dal figlio Dr Adolfo Di Bella," Il poeta della scienza ",
- nel volume " Il Metodo Di Bella" del Dr Giuseppe Di Bella
3)
Elevatissimi
costi
e
deludenti
risultati
dei
trattamenti
oncologici
(
documentazione
dei costi
aggiornati per i vari protocolli chemio
e anticorpi
monoclonali in
corso
di completamento
)
Raffronto
tra costi
del MDB e
costi
medi delle terapie
oncologiche nelle
varie patologie
tumorali, leucemie e
tumori solidi:
A) Considerando il costo medio del MDB da 800 - a un massimo di 1800 € mensili, a seconda della patologia e stadio, e il fatto determinante, che gli stessi farmaci acquistati nelle farmacie ospedaliere costerebbero la metà, che la massima incidenza del costo è rappresentata da Somatostatina e/o Octreotide, che acquistati in ospedale, ridurrebbero la spesa del MDB almeno del 40%. Va valutato inoltre il risparmio dell'applicazione domiciliare del MDB.
B) Calcolando
per i trattamenti oncologici :
le spese di
degenza,il costo
dei chemioterapici, l'importo
dei costosissimi
anticorpi monoclonali, tutto l'indotto
abituale e obbligato dalla chemio: antibiotici , antimicotici,
cortisonici,
gastroprotettori, disintossicanti, antiemetici, profilassi
trombo embolica, fattori di crescita
dei globuli rossi e
bianchi, senza considerare i
costi
elevatissimi
di terapia
intensiva, camera sterile, trapianti di midollo. Raffrontando
questi
importi all'onere
del MDB, i
suoi costi
sono talmente
inferiori, che si può
affermare con ampio margine
di sicurezza che il
MDB costi
almeno 10 volte
meno dei trattamenti
oncologici.
4) documentazione dell'efficacia e tollerabilità del MDB
digitando nella massima banca dati www.pubmed.gov i singoli componenti del MDB es Somatostatin or octreotide in cancer
Retinoid in cancer
Vitamin D3 in cancer
Melatonin in cancer
si
evidenziano decine di migliaia di pubblicazioni ( 29.700 solo sulla
somatostatina ).
Sono
ampiamente
documentati
in letteratura anche il
reciproco potenziamento
e l'interazione
fattoriale dell'uso
sinergico in
un contesto
multi terapico
dei componenti
del MDB, sono
pubblicati
oltre 800 di casi
positivamente
trattati con MDB in
varie riviste
scientifiche
accreditate
su www.pubmed.gov
.
Inoltre sono state emesse dalla sperimentazione a oggi, oltre 2000 sentenze a favore dell'erogazione del MDB, molte di queste 11 di merito", ( solo in Puglia oltre 300) hanno documentato mediante www.pubmed.gov, di pazienti che avevano registrato il completo fallimento dei comuni trattamenti oncologici.
Questi motivi giustificano e legittimano ampiamente sul piano clinico, razionale, scientifico, umano , morale, sociale, l'erogazione del MDB, riportando la gravissima deriva speculativo commerciale della medicina al suo naturale contesto, etico, razionale, scientifico e clinico.
Se è documentato il sostanziale fallimento degli attuali trattamenti oncologici, che possono, oltre che essere inutili, incrementare il rischio di progressione e recidiva dei tumori, se è documentato il dato di fatto che la sopravvivenza delle neoplasie è pressoché totalmente dovuta alla chirurgia, che per ogni componente del MDB esiste un' estesissima e a tutti accessibile, documentazione clinico scientifica sulla massima banca dati ufficiale, www.pubmed.gov , che è altrettanto chiaramente accertato che l'uso contemporaneo e sinergico in un contesto multi terapico dei componenti MDB ne potenzia l'effetto antitumorale, se sono già pubblicati oltre 800 casi su decine di riviste scientifiche internazionali accreditate su www.pubmed.gov ( allegato ) se esiste la documentazione di altre centinaia di sentenze di merito di pazienti che avevano registrato il completo fallimento dei comuni trattamenti oncologici e sono stati recuperati dal MDB, quale ragione etica, scientifica o clinica si oppone ancora alla sua erogazione ?
Cordiali
saluti
Giuseppe
Di Bella
Fonte: www.metododibella.org
http://frontelibero.blogspot.it/2013/05/cancro-e-mdb-levidenza-delle-lobby-di.html#more
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