tramonto al sud del sud del sud del mondo... - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati) |
Nel mondo del 21 secolo sono stati attribuiti poteri
praticamente illimitati ad esseri viventi immaginari ed incorporei per dominare
e sfruttare qualsiasi espressione o risorsa della Terra.
Tali aziende di capitale ed altri soggetti giuridici non hanno ovviamente emozioni, coscienze, valori, etica, né la capacità di essere in comunione con gli altri esseri viventi della comunità di Gaia.
Anzi, le aziende hanno appetiti intrinsecamente
predatori - sorretti da leggi e normative che producono queste realtà e la loro
stessa costituzione - competono per accaparrarsi aggressivamente il controllo
di madre natura, al fine di consumarlo il più velocemente possibile, incuranti
delle conseguenze a lungo termine per il globo terrestre ed i suoi figli.
Le aziende di capitale sono 51 delle 100 unità
economiche più ricche del mondo (le altre sono nazioni), ma nonostante le prime
200 aziende di capitale detengano più del 25 per cento delle attività economiche
della Terra, esse impiegano meno dell’1 per cento della forza lavoro a livello
mondiale.
Così si licenzia il lavoro produttivo e si assume solo il mero profitto economico.
I ristretti gruppi di potere dominanti del nostro mondo sono convinti che la nostra specie - o meglio solo alcuni individui - sia superiore rispetto alle altre e che abbia il diritto di governare, ovvero danneggiare Gaia.
Abbiamo rifiutato la biosfera dentro la quale siamo nati, e abbiamo eretto un macrocosmo solo per esseri umani sigillato ermeticamente dentro la nostra mente.
E’ una serra dentro la quale i nostri ego possono crescere a dismisura gonfiati dalla presunzione di essere i padroni dell’universo. Nell’omosfera contano solo sparuti individui preferibilmente maschi, mentre tutti gli altri sono considerati inferiori come le donne, gli animali e le piante.
I sistemi “legali” dominanti sono tutti basati sull’assunto che gli esseri umani esistono solo dentro la propria pelle e che noi siamo gli unici esseri o soggetti dell’universo, ogni altra creatura vivente è invece definita come oggetto (da sfruttare fino all'estinzione).
Le società dominanti controllano il mondo sulla base di una falsa cognizione dell’universo. La tesi è fuorviante: gli esseri umani sono separati dal loro ambiente e si può prosperare lo stesso mentre la salute della Terra deteriora ogni giorno.
Infatti, sulla base di questa distorsione percettiva e cognitiva, gran parte degli umani sono convinti che la salute ed il benessere dipendano dallo sfruttamento della Terra preferibilmente con la velocità consentita dalla tecnologia e dalla domanda di mercato, piuttosto che dalla conservazione dell’ecosistema globale.
Le strutture di governo, i codici giuridici e la giurisprudenza, le leggi imposte riflettono e consolidano l’illusione della separazione e dell’indipendenza. Ciò incoraggia e legittima un comportamento ambientale e sociale distruttivo, intralciando lo sviluppo di forme di organizzazione sociale più appropriate da parte di chi non sottoscrive i miti sociali dominanti. I sistemi amministrativi sono assemblati per non arrestare ed invertire questo comportamento autodistruttivo.
In una battuta: il diritto umano non riconosce che l'universo è una comunione di soggetti, e non una collezione di oggetti da possedere, sfruttare e gettare via.
La salute è ormai un lusso. Il numero delle malattie è in vertiginoso aumento. I dati ufficiali seppure edulcorati e sottostimati rivelano qualcosa di incredibile. Il numero dei malati di tumore è aumentato del 400 per cento in breve tempo: le persone stanno sempre peggio in tutti i sensi, ma non osano ribellarsi. Un terzo di tutte le patologie è causato da esposizione all’ambiente contaminato.
Sull’intero pianeta Terra la salute del genere umano è condizionata sempre più dai cambiamenti che le forze armate provocano all’ecosistema. Solo per fare un esempio: ogni anno oltre 2 milioni di persone muoiono a causa dell’inquinamento dell’aria.
Attualmente sono note 40 mila malattie ed in commercio si trovano ben 58 mila medicinali legalizzati. La maggioranza delle malattie non sono predeterminate geneticamente, ma dipendono da fattori storici e sociali.
Mentre a milioni muoiono di fame o di malattie assolutamente prevenibili, altri nelle nazioni “ricche” mangiano fino a morirne.
Un quinto della popolazione mondiale, quello più ricco in termini materiali, è responsabile di quasi il 90 per cento del consumo totale individuale, mentre 1,2 miliardi di persone sopravvivono - mediamente - con meno di un dollaro al giorno. Alla somma della vergogna vanno aggiunti quasi 2 miliardi di analfabeti e 2 miliardi di persone che non hanno mai visto l'energia elettrica.
Nel frattempo la scienza lavora alacremente allo
sviluppo di tecnologie per modificare geneticamente e clonare l'homo sapiens così da produrre
pezzi di ricambio che prolunghino la vita a pochissimi privilegiati, ossia a
chi potrà permetterselo in termini economici.
Si sta gettando la Terra nella discarica dell’avidità umana, sacrificando tutto nel nome degli insaziabili dèi del progresso e dello sviluppo. E’ fin troppo evidente che le società “umane” e post-industriali non sopravviveranno molto più a lungo nella loro forma presente.
Il nostro campo mentale si è ristretto, così come è stata assottigliata, per non dire annullata completamente la nostra libertà di pensiero e di movimento. Qualcuno se n’è accorto?
Siamo immersi in un tempo in cui tutti tentano di comunicare, ma pochi hanno veramente qualcosa di significativo da dire.
Che fare? Mutare il paradigma economico imperante, ovvero il consumo illimitato di risorse, ed annichilire la passività dilagante.
Ogni cosa è interconnessa ci insegna l’ecologia. E’ fondamentale mettere in pratica una nuova cognizione di governo dell’umanità, come componente di un più ampio mutamento sociale che punti ad una nuova visione del mondo.
Bisogna vivere in un mondo migliore. Non bisogna soltanto sognarlo ad occhi aperti, ma costruirlo nella realtà quotidiana.
Allora spegnete la televisione, accendete la mente ed aprite il cuore, passando all’azione pratica di rivoluzione prima di tutto interiore.
Gianni Lannes
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