Recenti studi dal Global Consciousness Project dimostrano che l'umanità possiede una mente collettiva
Carl Gustav Jung diceva:
«Come
oltre l’individuo esiste una società, così oltre la nostra psiche
personale esiste una psiche collettiva, l’inconscio collettivo, che cela
parimenti in sé grandi attrattive».
Ebbene, la scienza ufficiale, quella dei numeri, lo ha ammesso: esiste una “coscienza globale”, come precedentemente dimostrato da millenni dalle dottrine spirituali che, da sempre, hanno parlato di una Griglia Energetica che circonda la Terra e funge da matrice della realtà e dell’esperienza raggiungibile dall’umanità. Vediamo di cosa si tratta.
La coscienza globale collettiva
È stata ipotizzata già da qualche decennio l’esistenza di una coscienza globale collettiva, ossia una rete invisibile che collega l’intera umanità ed è in grado di reagire agli eventi importanti che accadono nel mondo. Secondo gli studi condotti da Gregg Braden, scienziato innovativo e studioso poliedrico, alla base di tale coscienza globale vi sarebbe un campo di energia (la Matrix Divina) che crea relazioni tra le due grandi sfere nelle quali si manifesta l’Universo, quella materiale e la spirituale. La “Matrix Divina” funzionerebbe come un grande computer cosmico cosciente, utilizzando le emozioni e le scelte di ogni uomo per creare la realtà.
Il concetto di coscienza globale si integra a quanto viene definito come noosfera, ossia la “sfera del pensiero umano”, termine costruito a partire dalla parola greca νους (“nous”), che significa mente, e dalla parola sfera (intesa come “contenitore”).
Nella teoria originale di Vladimir Vernadsky, la noosfera è la terza fase di sviluppo della Terra, successiva alla geosfera (materia inanimata), evolutasi in maniera significativa dalla nascita della vita verso la biosfera (vita biologica). La biosfera avrebbe subito radicali cambiamenti con la comparsa della conoscenza, favorendo così lo sviluppo della noosfera.
Attraverso un’elaborazione del concetto, il gesuita filosofo Pierre Teilhard de Chardin, arrivò a definire la noosfera come una “coscienza collettiva” che scaturisce dall'interazione fra il pensiero delle menti umane. La noosfera si è sviluppata con l'organizzazione e l'interazione degli esseri umani durante il popolamento del pianeta terra. Con la comparsa di reti sociali sempre più complesse, anche la noosfera avrebbe acquisito maggior consapevolezza. Più l'umanità si organizzava in forma di reti sociali complesse, più la noosfera acquisiva consapevolezza. Questo processo culminerà con il raggiungimento di una soglia critica, il “Punto Omega”, ossia il punto più alto di complessità (socializzazione), e quindi di coscienza, che l'umanità potrà raggiungere.
Le prime evidenze dell’esistenza di una coscienza globale
Il primo a indagare con rigore scientifico sulla coscienza globale fu, negli anni 80’ il professor Robert Jahn, fisico, ingegnere e studioso di fenomeni psichici e parapsicologici. Con Brenda Dunne, Robert Jahn fondò il Princeton Engineering Anomalies Research Lab dedicandosi allo studio di effetti psicocinetici su generatori elettronici di eventi casuali da lui stesso costruiti.
Nei primi tempi della ricerca, il professor Jhan si recava in mezzo alla strada, chiedendo ai passanti di concentrarsi sul suo generatore di eventi. In seguito si rivolse a gruppi di meditazione, ottenendo sempre gli stessi risultati: l'apparecchio alterava la corretta sequenza di generazione casuale dei numeri e la linea del grafico che ne risultava si discostava da quella totalmente piatta che ci si aspettava di vedere, come se vi fosse stata una qualche interferenza esterna. Nel corso di 25 anni di ricerca, Jahn e Dunne ottennero risultati statisticamente significativi che implicavano l’esistenza di una relazione diretta tra le intenzioni dei soggetti interpellati e la variazione delle sequenze numeriche altrimenti casuali.
Nei decenni successivi, grazie allo sviluppo di tecnologie più sofisticate e alla crescita dell’interesse verso il concetto di coscienza globale, più Istituti di ricerca si sono collegati fra loro avviando uno studio su scala mondiale denominato Global Consciousness Project (cioè “Progetto Coscienza Globale”, GCP) con lo scopo di scoprire se esistesse o meno un collegamento inconscio dell'umanità ad una "mente collettiva" (noosfera).
Il Global Consciousness Project e i risultati raggiunti
I ricercatori del GCP piazzarono in tutto il mondo (per la precisione fra Europa, Stati Uniti, Canada, India, Isole Fiji, Nuova Zelanda, Giappone, Cina, Russia, Brasile, Africa, Thailandia, Sud America ed Australia) 134 generatori di numeri casuali ribattezzati “eggs”, cioè “uova”. La funzione di queste uova è sia quella di generare costantemente e a caso i numeri 0 e 1 che di formulare previsioni (veri e propri pronostici) sui numeri casuali che stanno per generare. In pratica, se il pronostico è azzeccato si indovina, altrimenti la risposta è considerata sbagliata. Le uova compiono la triplice operazione di pronostico-estrazione-verifica 100 volte al secondo.
Dopo un numero sufficientemente alto di tentativi, i risultati si stabilizzano intorno alla probabilità del 50/50, cosa assolutamente naturale e contemplata dalla statistica poiché 0 e 1 hanno la stessa probabilità di uscire. Tuttavia, questo non è accaduto quando i risultati erano monitorati contemporaneamente al verificarsi di un qualche evento significativo per la coscienza globale. In concomitanza di disastri aerei, eruzioni vulcaniche, tsunami ed eventi come il crollo delle torri gemelle o la cerimonia di apertura delle Olimpiadi le risposte dei dispositivi si allontanavano molto dal range di attendibilità statistica, evidenziandosi come picchi nei grafici di distribuzione dei dati.
Una volta appurato che il modello rispondeva a eventi importanti, si iniziò a monitorare le uova con maggiore attenzione in periodi vicini ad eventi di portata mondiale, quali festeggiamenti o tragedie, rilevando come una variazione del segnale di base fosse percepito più intensamente dalle uova prossime alla zona geografica in cui aveva luogo quel determinato evento.
La scienza incredula lo conferma..
Il Dottor Roger Nelson, a capo del GCP da circa 15 anni, continua ancora oggi a raccogliere dati. Tali dati sono trasmessi a un server collocato all’Università di Princeton dove sono archiviati per l'analisi. Ben 75 scienziati di diverse discipline e provenienti da tutto il mondo (41 Nazioni), si sono recati a Princeton per partecipare allo studio più lungo e complesso mai condotto su parapsicologia e attività paranormali.
Proprio il febbraio di quest’anno è stata la stessa università di Princeton a rompere il riserbo dichiarando ufficialmente che non solo è stata prodotta una dimostrazione scientifica sull’esistenza della coscienza globale ma anche come la Noosfera – cioè la mente umana collettiva – sia capace di influenzare gli elaboratori informatici.
I ricercatori sono consapevoli che lo studio al quale stanno prendendo parte ha implicazioni che entrano nel campo della metafisica e della religione, ambiti che esulano dalla loro stretta competenza. Per questo una corretta interpretazione del fenomeno richiederà tempo, collaborazioni e confronti professionali trasversali. Così, per ora, nonostante la dichiarazione pubblica fatta dalla struttura universitaria, gli scienziati non intendono sbilanciarsi: i dati sono inoppugnabili, ma l’interpretazione accademica è ancora tutta da costruire.
Lo stesso dottor Nelson nell’ultimo supplemento del “Journal of Parapsychology” del dicembre 2012 – pag. 36, n.d.t.) ha dichiarato: “[…] Abbiamo creato un protocollo per definire quali siano gli eventi chiave in cui aspettarsi che molte persone possano condividere uno stato di coscienza e delle emozioni. Abbiamo previsto cambiamenti significativi nei dati casuali durante grandi tragedie e grandi celebrazioni e da qui abbiamo iniziato a raccogliere una enorme quantità di dati. L’ipotesi generale è che avremmo trovato nella nostra struttura di dati, altrimenti casuali, correlazioni con eventi di grande importanza per l’uomo.
Il GCP ha compiuto 14 anni nel 2012 ed ha portato a termine più di 400 esperimenti indipendenti che avvalorano l’ipotesi generale[…]. La spiegazione più plausibile è che noi umani influenziamo in parte la Noosfera di Theilhard, in corrispondenza di grandi emergenze e celebrazioni […]. Da qui possiamo partire con una nuova ricerca sulla coscienza […]”.
Alessandro Silva
fonte: http://www.scienzaeconoscenza.it/articolo/coscienza-globale-campo-unificato.php
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