martedì 28 maggio 2013

Come difendersi dalle banche e dall’anatocismo.

Molte domande mi vengono poste dalle persone messe in difficoltà da questa grave crisi economica, che cercano chiarimenti in merito al concetto dell’anatocismo. Il mio intento sarà quello di fare un po’ di chiarezza ai dubbi che attanagliano il comune cittadino.

Innanzitutto cosa è l’anatocismo?

Sicuramente non è un concetto semplice da spiegare ma si può dire che nell’insieme esso rappresenta il costo del denaro quando si chiede un prestito alla Banca.

L’ANATOCISMO IN BREVE SI HA TUTTE LE VOLTE IN CUI SU INTERESSI VENGONO CALCOLATI NUOVI INTERESSI A DANNO DEL CLIENTE.

Esso aggrava notevolmente il costo reale del denaro che noi paghiamo alle banche tutte le volte che chiediamo un prestito.

Il costo reale che noi paghiamo non si trova esposto in nessun contratto bancario ed è molto più alto di quello che apparentemente può sembrare.

L’anatocismo può essere definito come un moltiplicatore del debito perché ad ogni scadenza di pagamento, verranno sommati anche gli interessi che già sono stati pagati a scadenza e che faranno parte integrante del capitale nel nuovo trimestre o a seconda dei casi (seppur più raro) nel nuovo semestre, e su questi pagheremo nuovamente interessi passivi . 

Per fare un esempio, ciò che noi paghiamo a marzo come interessi a giugno diventa capitale e su questi pagheremo nuovamente gli interessi(capitalizzazione degli interessi). 

L’anatocismo è una pratica vietata dalla legge, espresso divieto si ritrova nel cod. civile all’art. 1283, ma che negli anni passati, e non solo negli anni passati, era abitualmente praticato dalle banche.

Fortunatamente ci sono state diverse sentenze, anche di Cassazione, che davano e danno diritto ad ottenere il rimborso di quanto versato indebitamente alle banche dai correntisti che lo chiedono.

Il messaggio importante che si vuole trasmettere in questo periodo di grave crisi, è quello di cercare di difendersi dagli attacchi che ci possono arrivare.

Come dice la Presidente della Federitalia Wally Bonvicini: “La miglior difesa è l’attacco.”

Con questo non si vuole dire che veramente bisogna attaccare chiunque, ma che è importante che si impari a conoscer le possibili armi di difesa.

Molte grandi aziende stanno chiudendo e molte altre stanno fallendo.

Ebbene il messaggio che si vuole dare a tutte quelle aziende e ditte individuali che abbiano avuto i conti correnti in rosso, che abbiano avuto fidi, e nei cui estratti conto ci sono interessi passivi e commissioni di massimo scoperto molto elevate, è quello di non arrendersi alla crisi e di non soccombere alle richieste della banca.

Prima di accettare una proposta a saldo e stralcio con le banche, prima di firmare accordi, fate periziare i vostri conti correnti intrattenuti con la banca.

È molto importante verificare il conto corrente specie se questo è molto vecchio.

La legge e le sentenze sono dalla parte dei cittadini e bisogna combattere e verificare se veramente i conti correnti sono in sofferenza come le banche dicono, se veramente si deve dare tutto ciò che esse chiedono.

Per anni non ci si è resi conto che si stava lavorando per le banche, specie quando venivano chiesti fidi.

La Cassazione ha messo fine a questi illeciti praticati. L’anatocismo è vietato dalla legge, i tassi di interessi non devono superare il tasso soglia, altrimenti il tasso applicato diventa usuraio.

Nel momento in cui è stato stabilito con perizie che il tasso applicato è un tasso usuraio, nulla più è dovuto alla banca (anche per i mutui e leasing per esempio).

La Cassazione, con sentenza n. 350/2013, ha stabilito che per quantificare il tasso globale, bisogna sommare tutti i costi e tassi applicati dalla banca.

Per cercare di essere chiara, la Cassazione ha stabilito che si possono recuperare integralmente gli interessi pagati su mutui e leasing, e che nel TEG (Tasso Effettivo Globale), vanno conteggiate anche le spese, gli interessi legali e gli interessi di mora.

Molto spesso queste spese ed interessi fanno scattare interessi superiori ai limite del tasso usura, e se il tasso soglia è stato superato, nulla più è dovuto alle banche.

Ultimo messaggio importante da dare è che non si deve arrendere neppure chi il conto corrente lo abbia chiuso da anni, purchè non siano trascorsi più di 10 anni. 

Infatti il limite di tempo per recuperare le somme indebitamente versate è massimo di 10 anni.

Tutti i clienti che si sono avvalsi di un credito presso le banche, di fidi, o hanno avuto il proprio conto corrente in rosso, potranno chiedere la restituzione di parte del costo sostenuto per avere il denaro dalle stesse, secondo ciò che dice la Corte di cassazione a sezioni unite nella sentenza n. 24418 del 2010.

Il termine di prescrizione per poter chiedere la restituzione delle somme versate decorre dal momento della chiusura del rapporto contrattuale o del pagamento solutorio .

Infatti è in questo momento che si ha piena conoscenza delle somme non dovute (quali sono quelli derivanti, ad esempio, da interessi anatocistici o comunque non spettanti, da commissioni di massimo scoperto e così via).

Soltanto all’atto della chiusura del conto si può essere consapevoli del danno subito e delle somme versate indebitamente. Il dies a quo, ai fini della prescrizione di un diritto, decorre dal momento in cui il suo titolare è posto nelle condizioni di poterlo esercitare.

Parafrasando ciò che dice la presidente di Federitalia, un arma invincibile che gli Italiani devono adoperare è la “CONOSCENZA. NON C’E’ ESERCITO CHE POSSA SCONFIGGERE UN POPOLO ARMATO DI CONOSCENZA”.

Questo messaggio di speranza è indirizzato a tutti quelli che hanno contratti di mutuo in essere, a tutti quelli che hanno avuto fidi, e a tutti i falliti. NON VI ARRENDETE, INFORMATEVI!


Articolo a cura dell’avv. FLORIANA BALDINO del foro di Trani (BT) esperta in diritto civile e tributario. Per contatti scrivere a: florianabaldino@gmail.com oppure telefonare a 3491996463

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