Molte domande mi vengono
poste dalle persone messe in difficoltà da questa grave crisi economica,
che cercano chiarimenti in merito al concetto dell’anatocismo. Il mio
intento sarà quello di fare un po’ di chiarezza ai dubbi che
attanagliano il comune cittadino.
Innanzitutto cosa è l’anatocismo?
Sicuramente non è un concetto semplice da spiegare ma si può dire che
nell’insieme esso rappresenta il costo del denaro quando si chiede un
prestito alla Banca.
L’ANATOCISMO IN BREVE SI HA TUTTE LE VOLTE IN CUI SU INTERESSI VENGONO CALCOLATI NUOVI INTERESSI A DANNO DEL CLIENTE.
Esso aggrava notevolmente il costo reale del denaro che noi paghiamo alle banche tutte le volte che chiediamo un prestito.
Il costo reale che noi paghiamo non si trova esposto in nessun contratto
bancario ed è molto più alto di quello che apparentemente può
sembrare.
L’anatocismo può essere definito come un moltiplicatore del debito
perché ad ogni scadenza di pagamento, verranno sommati anche gli
interessi che già sono stati pagati a scadenza e che faranno parte
integrante del capitale nel nuovo trimestre o a seconda dei casi (seppur
più raro) nel nuovo semestre, e su questi pagheremo nuovamente
interessi passivi .
Per fare un esempio, ciò che noi paghiamo a marzo come interessi a
giugno diventa capitale e su questi pagheremo nuovamente gli
interessi(capitalizzazione degli interessi).
L’anatocismo è una pratica vietata dalla legge, espresso divieto si
ritrova nel cod. civile all’art. 1283, ma che negli anni passati, e non
solo negli anni passati, era abitualmente praticato dalle banche.
Fortunatamente ci sono state diverse sentenze, anche di Cassazione, che
davano e danno diritto ad ottenere il rimborso di quanto versato
indebitamente alle banche dai correntisti che lo chiedono.
Il messaggio importante che si vuole trasmettere in questo periodo di
grave crisi, è quello di cercare di difendersi dagli attacchi che ci
possono arrivare.
Come dice la Presidente della Federitalia Wally Bonvicini: “La miglior difesa è l’attacco.”
Con questo non si vuole dire che veramente bisogna attaccare chiunque,
ma che è importante che si impari a conoscer le possibili armi di
difesa.
Molte grandi aziende stanno chiudendo e molte altre stanno fallendo.
Ebbene il messaggio che si vuole dare a tutte quelle aziende e ditte
individuali che abbiano avuto i conti correnti in rosso, che abbiano
avuto fidi, e nei cui estratti conto ci sono interessi passivi e
commissioni di massimo scoperto molto elevate, è quello di non
arrendersi alla crisi e di non soccombere alle richieste della banca.
Prima di accettare una proposta a saldo e stralcio con le banche, prima
di firmare accordi, fate periziare i vostri conti correnti
intrattenuti con la banca.
È molto importante verificare il conto corrente specie se questo è molto vecchio.
La legge e le sentenze sono dalla parte dei cittadini e bisogna
combattere e verificare se veramente i conti correnti sono in
sofferenza come le banche dicono, se veramente si deve dare tutto ciò
che esse chiedono.
Per anni non ci si è resi conto che si stava lavorando per le banche, specie quando venivano chiesti fidi.
La Cassazione ha messo fine a questi illeciti praticati. L’anatocismo è
vietato dalla legge, i tassi di interessi non devono superare il tasso
soglia, altrimenti il tasso applicato diventa usuraio.
Nel momento in cui è stato stabilito con perizie che il tasso applicato è
un tasso usuraio, nulla più è dovuto alla banca (anche per i mutui e
leasing per esempio).
La Cassazione, con sentenza n. 350/2013, ha stabilito che per
quantificare il tasso globale, bisogna sommare tutti i costi e tassi
applicati dalla banca.
Per cercare di essere chiara, la Cassazione ha stabilito che si possono
recuperare integralmente gli interessi pagati su mutui e leasing, e
che nel TEG (Tasso Effettivo Globale), vanno conteggiate anche le
spese, gli interessi legali e gli interessi di mora.
Molto spesso queste spese ed interessi fanno scattare interessi
superiori ai limite del tasso usura, e se il tasso soglia è stato
superato, nulla più è dovuto alle banche.
Ultimo messaggio importante da dare è che non si deve arrendere neppure
chi il conto corrente lo abbia chiuso da anni, purchè non siano
trascorsi più di 10 anni.
Infatti il limite di tempo per recuperare le somme indebitamente versate è massimo di 10 anni.
Tutti i clienti che si sono avvalsi di un credito presso le banche, di
fidi, o hanno avuto il proprio conto corrente in rosso, potranno
chiedere la restituzione di parte del costo sostenuto per avere il
denaro dalle stesse, secondo ciò che dice la Corte di cassazione a
sezioni unite nella sentenza n. 24418 del 2010.
Il termine di prescrizione per poter chiedere la restituzione delle
somme versate decorre dal momento della chiusura del rapporto
contrattuale o del pagamento solutorio .
Infatti è in questo momento che si ha piena conoscenza delle somme non
dovute (quali sono quelli derivanti, ad esempio, da interessi
anatocistici o comunque non spettanti, da commissioni di massimo
scoperto e così via).
Soltanto all’atto della chiusura del conto si può essere consapevoli del
danno subito e delle somme versate indebitamente. Il dies a quo, ai
fini della prescrizione di un diritto, decorre dal momento in cui il suo
titolare è posto nelle condizioni di poterlo esercitare.
Parafrasando ciò che dice la presidente di Federitalia, un arma
invincibile che gli Italiani devono adoperare è la “CONOSCENZA. NON C’E’
ESERCITO CHE POSSA SCONFIGGERE UN POPOLO ARMATO DI CONOSCENZA”.
Questo messaggio di speranza è indirizzato a tutti quelli che hanno
contratti di mutuo in essere, a tutti quelli che hanno avuto fidi, e a
tutti i falliti. NON VI ARRENDETE, INFORMATEVI!
Articolo a cura dell’avv. FLORIANA BALDINO del foro di Trani (BT)
esperta in diritto civile e tributario. Per contatti scrivere a: florianabaldino@gmail.com oppure telefonare a 3491996463
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